rispetto il tuo pensioro ma lo reputo triste. l'università non serve solo a darti un pezzo di carta e non è una farsa, fa parte di un percorso di crescita. tu l'hai vissuta male ma non per tutti è così, anzi, spero per pochi. io ho fatto un'università privata, non so come vadano le cose in quelle pubbliche se non per sentito dire, ma credo che il tuo disprezzo per i professori non ti abbia fatto apprezzare e cogliere gli insegnamenti "extra" che dovresti aver acquisito come il saper affrontare e superare i momenti di difficoltà per dirne uno... ho lavorato durante tutta la mia carriera universitaria e questo mi ha fatto rinunciare all'erasmus..... sinceramente lo rimpiango un po'....
io rifarei quello che ho fatto (giurisprudenza), magari aggiungendoci qualche corso per le lingue e qualche stage. Chiaramente la crisi affligge un po' tutti, e me ne rendo conto ora che sto cercando lavoro...
Anche io rimpiango di non aver fatto uno stage, magari come base per la tesi di laurea (perchè comunque l'esperienza lavorativa di da quel vantaggio che ti distingue dagli ennemila laureati che mandano CV a manetta) e l'erasmus (non tanto per far volume agli esami quanto per imparare una lingua -oltre l'inglese- a dovere). E la cosa grave che entrambi non li ho fatti escusivamente per pigrizia.
Ecco, avevo dimenticato l'Erasmus... però lì c'era un piccolo problema finanziario che m'impediva di farlo, oltre alla pigrizia...
Peraltro. Anche se, secondo me, uno un lavoretto da 500 euro al mese lo si trovava una volta "la" e a quel punto il tutto sarebbe stato già più sostenibile. PS piccola correzione al mio messaggio sopra: per laureati che mandano CV a manetta intendevo neolaureati che mandano CV a manetta
L'università mi è servita per imparare ad abitare con altre persone, per imparare a gestirmi e per crescere. Dai professori onestamente c'era poco da imparare, modestamente mi considero più persona di mondo io di loro. Quando li vedi comprare le cravatte all'autogrill o arrivare a lezione con l'Ape 50 ti fa incaxxare dover esser giudicato da loro, fidati. Comunque non ho vissuto male quegli anni, tutt'altro!
non volermene, ma sei il tipico esempio del degrado dell' università italiana. di quelli che "abbassano lo standard" :wink: ci son professori bravi e non, gente in gamba e gente idiota, e non ci piove. ma come tu hai approcciato l'università, i metri di paragone con cui pretendi di "giudicare" chi ti insegnava, e ultimo ma non per importanza ci sei andato perchè babbo e mamma ti ci han mandato praticamente, per lasciarti l'azienda non fan che confermare che fai parte dei turisti dell' università praticamente. L' immagine standard del laureato italiano nelle aziende italiane e all'estero. Devo dire, ma basato sulle mie consocenze quindi non un dato di fatto assoluto, che di farmacisti che han studiato solo per la baracca di papà altrimenti avrebebro zappato la terra ne consoco tanti, capsico che sia un treno d anon perdere la farmacia. Certo, fa una decisa amarezza pensare che conta più un pezzo di carta preso controvoglia ed avere "diritti di successione" sulla farmacia di papà che affrontare seriamente gli studi per essere farmacista. ma cosi è
Una battona deve essere di mondo, un docente deve essere competente nella materia che insegna (che poi a volte non succeda, è un altro discorso). Poverino, se un docente non mette sulle ginocchia la studentessa è uno sfigato. Se la mette sulle ginocchia é un porco. ...per fortuna ci sono i letti!
non lo so, e non "lo voglio sapere", del resto x me sarebbe stata dificilissima perchè non mi piaceva. sull'atteggiamento e sul "perchè" l'hai fatta, che non hai (e te ne faccio emrito) nascosto, confermo che l' immagine dello studente italiano è svogliato, demotivato, poco professionale. Del resto, come tu hai detto hai "praticamente fatto il necessario". Ciò non ti mette a livello dei tuoi colleghi europei, perlomeno come iniziativa, entusiasmo e preparazione. E se in Italia si generalizza su questo "target" che è molto diffuso, è grazie anche a te :wink:
ovvio, attualmente il farmacista è soltanto un commerciante (di medicinali) chiaramente conoscere la chimica a te non serve, perchè non sei il farmacista di 50 anni fa che "creava" i medicinali e li vendeva. io invece, nella mia professione, ho bisogno giornalmente di tutto il bagaglio culturale che mi ha dato l'università e anche più di quello. infatti continuo a fare anche lo studente, comprando libri e studiandomeli...tutti i giorni.