... mi sbaglierò, ma ho la netta sensazione che di voi due nessuno abbia guidato questa Thema ... ( e neanche un serie 7 o un Classe S )
Il confronto prestazionale, da che mondo e mondo, lo si fa tra appartenenti alla stessa categoria. Thema e serie 5 degli anni 80 differivano per 20 cm di lunghezza ma erano dello stesso segmento. Non mi sembra di aver espresso un giudizio sul VM ma sulle prestazioni della vettura nel complesso. ribadisco che la "poca rilevanza" della questione prezzo in questa categoria lo insegna la storia delle varie XM, 605 e compagnia bella. se vogliamo esser pignoli, è appena 10cm più lunga di una serie 5 e 4 cm più larga. In effetti anche una serie 7 è appena 10cm più lunga e 4 più larga di una serie 5. Però una serie 5 non è un segmento F. ma perché per esprimere i giudizi sulle prestazioni rilevate dalle riviste di settore bisogna per forza provarle prima in proprio? Mah, io resto delle mie idee e tu delle tue; non ne facciamo una crociata, per cortesia, del Marchio italiano, visto che in questi giorni FIAT ha appena chiuso Termini Imerese...c'è poco da difendere l'italianetà. IMHO, sempre e rigorosamente IMHO.
la F10 è lunga 489, la Thema è 507 ... probabilmente tu hai confuso con le dimensioni della precedente 300c dell'italianità non me ne frega nulla ... apprezzo l'auto in sè, che peraltro è cmq più americana che europea ... Per il resto concordo che possiamo chiuderla qua.
La verità è che siamo talmente abituati a farci rapinare soldi quando compriamo auto che se qualcuno le vende a prezzi onesti ci offendiamo...
la verità, IMHO, è che il primato tecnologico, l'estrema possibilità di personalizzazione, la pletora di allestimenti e motorizzazioni di Audi, BMW e Mercedes, i propulsori sviluppati in proprio, lo stesso prestigio del Blasone, hanno un costo progettuale che in parte ricade sull'utente finale ed è il prezzo che l'utente finale da pagare per questi primati e per il sottile piacere della scelta. Questo, IMHO, non è rapinare. Questo, IMHO, giustifica ampiamente il divario di prezzo, come lo giustificava, lo ribadisco, nei confronti di una Opel Omega, di una Peugeot 605, una Renault Safrane etc etc etc; le quali erano ottime autombili, accessoriate, adeguatamente motorizzate, ben rifinite e non costavano una rapina come una W124 che si faceva pagare la quinta marcia come optional. La storia, però, la conoscete.
r, fiat, Lancia Thema, Quattroruote, Repubblica Fuori Thema, l’italiana fatta in Canada Usate macchine italiane!”, ha sobriamente raccomandato Monti ai suoi ministri. E subito l’appello è stato tradotto in una disposizione: ordini di acquisto per la Nuova Lancia Thema, “l’ultima nata” (fra poche righe vi spiegherò perché non è vero) di casa Fiat. Insomma, il proposito sarebbe lodevole. Peccato che la nuova ammiraglia di Marchionne sia stata appena demolita dalla stroncatura della più importante rivista del settore, Quattroruote. Un mensile non sospettabile di ostilità preconcetta: le sue leggendarie “prove su strada”, consultate come oracoli dagli automobilisti doc, sono un modello di equilibrio. Certo, i ministri avrebbero potuto essere disorientati da alcuni articoli apparsi sui quotidiani. Persino un giornale non sospettabile di conflitti di interessi con la Fiat come Repubblica, che il 19 ottobre scriveva ispirato: “Arrivano le nuove Android car”. Che saranno mai? “Nella sala – scriveva Repubblica – risplendono le due vetture dallo stile che mescola avveniristico e retrò, Dillinger e Blade Runner. Gioielli tecnologici con computer di bordo così sofisticati che tra qualche anno saranno in grado di guidarsi da sole”. Sorbole. I cronisti ispirati, purtroppo, omettono di dire che la Nuova Thema è nata nel 2006. Perché altro non è che la copia “ripecettata” (con la sostituzione di calandra e marchi) della vecchia 300 C, una berlinona americana della Chrysler. La recensione di Quattroruote, malgrado gli interessi in campo, è invece un esempio di giornalismo a schiena dritta: “Osservando con attenzione, si notano alcuni dettagli sottotono”. Quali? “La plancia è lussuosa, ma stona un po’ l’ampio spazio che la separa dai cassetti della porta”. Finito qui? Macché: “Le saldature a punti dei parafanghi posteriori, visibili a bagagliaio aperto, sono irregolari, al pari di quelle posteriori”. Possibile? Se il montaggio non è accurato, sì. Ma anche poco comprensibile in una macchina da 50 mila euro che dovrebbe rivaleggiare con Mercedes e Audi. E i consumi? “Di media fa 9 km con un litro di gasolio”. Poco? In assoluto forse no, si risponde il recensore, Marco Ghezzi, “eppure l’Audi A6 3. 0 in condizioni analoghe, ma con il fardello della trazione integrale, consuma il 30 % in meno”. Caspita. E lo schienale? “Le sospensioni posteriori penetrano abbondantemente nel vano, e un marcato rigonfiamento della parte sottostante la cappelliera riduce l’altezza sfruttabile”. E la tenuta di strada? “Siamo ancora lontani dal piacere di guida offerto dalle concorrenti tedesche di pari categoria”. E lo sterzo? “È un po ’ troppo pesante a bassa velocità e in manovra”. E l’abitabilità? “In genere lo spazio è abbondante, ma chi siede al centro viene infastidito dal mobiletto appoggiato sul tunnel di trasmissione”. E il design? “Inutile cercare richiami stilistici che riconducano la nuova Thema alle Lancia del passato, e, per la verità, nemmeno a quelle attuali”. Insomma, sia detto sobriamente, un bidone. Un’ultima cosa. A Termini Imerese, spiegava un tempo Marchionne – come a Mirafiori, come alla Bertone – c’erano i migliori operai d’Europa. Ma la Thema che dovrebbe sobriamente scarrozzare i ministri ha un altro problema. Malgrado non lo scriva quasi nessuno, è fatta in Canada. Gli operai della Chrysler, al contrario dei nostri, hanno due governi che li proteggono. I nostri ne hanno uno che compra auto “italiane” fatte in un altro continente. Il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2011 facile prevedere un successone
In rosso le mie risposte. Articolo fazioso, senza alcuna nozione tecnica ma solo scritto per denigrare un prodotto di un marchio senza aver basi a sufficienza ed oggettività di merito per farlo. Bocciatura completa da parte mia.
intanto per quanto costi a fiat questo nuovo modello anche se vende poco, non penso gli interessi granchè.. perlomeno contribuisce a diffondere ulteriormente un modello traendone un minimo di guadagno.. al massimo quello che non riuscirà a fare thema lo sta facendo freemont.. la prova del nove saranno i prossimi modelli, con la speranza che la derivazione sia meno marcata con la lancetta a favore dell'america, cercando di risollevare un minimo l'italianità o perlomeno il concetto di auto europea
Mamma mia come è scaduto di tono il Fatto, non me lo aspettavo. Sono riusciti a evidenziare come negativa anche la prova su strada di QR, evidenziando solo i limiti rilevati e non i pregi. Del resto chi attribuisce la "schiene dritta" a QR dimostra che di automobili ne sa quanto ne so io di Ippica.
Vi invito, tutti, ad esprimere commenti inerenti la sola vettura e non esprimere giudizi di merito sugli avatar che qui scrivono. GRAZIE.
é tutta polemica politica ... a me non interessa se ce l'hanno con Marchionne, io valuto la macchina ... e la valuto per averla provata, non sulla base di una serie di preconcetti ...
Reppa appena posso per te Michele! Concordo pienamente che questo articolo è il puro esempio della solita disinformazione giornalistica nel campo auto /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
Tutto dipende da dove si vuole porre l'accento. Io la prova di quattroruote la giudico piuttosto obiettiva, dando alla Chrysler Thema un giudizio per quella che è: un auto che se la gioca con buoni (anzi molto buoni) contenuti con l'arma del prezzo. Ritengo poi che a dispetto delle dimensioni, la sua esatta collocazione sia nel segmento "E", come del resto era la vecchia 300, col pianale Mercedes (e che mi risuta avere ancora, ma evoluto, anche questa).
ma la thema non è che l'abbian fatta anche per far ritornare l'immagine/idea dell'ammiraglia italiana? che serva come base per avere più continuità nel futuro e aprire la strada ad una futura?