A me non piace molto Bisol, dico che è un'azienda importante e quindi un livello minimo dovrebbe essere garantito.:wink: Detto ciò, il Prosecco per me ha un'unica funzione: fare streching. Ne scolo una bottiglia prima di cena per poi proseguire con altro di più interessante.
Grazie; l'altra sera guardando il "cimitero" mi son quasi sorpreso non trovarlo scritto su una bottiglia... visto che è presente quasi su tutte Ah alleni la pancia /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" /> bravo /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
dipende anche dall'anno della bottiglia perchè solo in tempi moderni è stata introdotta la legge che impone la scritta.. in teoria una ditta seria dovrebbe specificarne la percentuale o contenuto in grammi poichè il 99,9 percento dei vini contiene solfiti /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> a me personalmente è capitato di bere qualche bottiglia che non conteneva solfiti ma era giustamente scritto sul retro!
Si ovviamente è tra i miei dubbi :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> Obbligo probabilmente dal 2005. Il "problema" è che normalmente è indicato solo l'anno di vendemmia, mentre suppongo l'obbligo sia relativo alle bottiglie entrate in commercio dopo l'applicazione della legge. Direi però che la bottiglia in questione è stata commercializzata prima di quell'anno.
ecco come immaginavo /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> ripeto il 99,9 % delle bottiglie in commercio contiene solfiti /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" /> percio se con l'introduzione della legge una bottiglia non ne contiene non scriverlo è da stupidi quindi davvero poco probabile!
http://fernandaroggero.blog.ilsole24ore.com/nel-piatto/2012/02/un-logo-europeo-per-il-vino-biologico.html Off records: la Germania ha imposto limiti più alti sui solfiti...
interessante, Sgranfius... solo che non capisco proprio la motivazione di Confagricoltura...! dice : Confagricoltura avrebbe richiesto "una maggiore riduzione" della quantità di solfiti, ma i produttori del Nord-Europa per "difficoltà climatiche e tecnologoiche" avrebbero sostenuto il contrario , poichè loro consumano i solfiti in grande quantità... I produttori del Nord-Europa ( in generale...)e diciamo Germania evidentemente, perchè più su il vino non viene... sono mooolto più sensibili delle aziende nostrane alla tematica "biologica"....e garantisco la assoluta rispondenza tecnologica di grandissima parte delle aziende di lassù... i solfiti (agenti conservanti che sono prodotti anche naturalmente duante la fermentazione, ma in quantità non sufficiente a proteggere il prodotto da una eventuale ossidazione ) sono comunque ammessi in certa misuara anche nelle produzioni certificate "biodinamiche"... Ho visitato recentemente la cantina di Alois Lageder, in Alto Adige, azienda all'avanguardia in dotazioni tecnologiche, ricerca in produzioni biologiche e biodinamiche, efficienza dei processi di raccolta e trattamento dell'uva... Il titolare stesso mi ha confermato la presenza di una certa quantità di solfiti anche nei vini biodinamici... Ma non sarà una moda quella di cercare un'etichetta di vino "senza solfiti" e magari non si sa nemmeno cosa sono...?
Qui delle indicazioni maggiori Fonte: http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/mondo-enoico/12651-luce-verde-per-il-vino-biologico-ed-e-gia-polemica.htm
Limiti più alti, intendi più restrittivi o ammette una maggior quantità di solfiti ? Di sicuro non per me. Era solo la curiosità di sapere se davvero quel noto produttore riuscisse a farne a meno o semplicemente non aveva l'obbligo di scriverlo.
grazie ancora, molto interessante. quello che si percepisce è una bella confusione soprattutto nell'argomentare del segretario di Assobio Roberto Pinton...! egli dice : "La riduzione dell'anidride solforosa è talmente limitata da non poter probabilmente essere spesa per la promozione del prodotto, che dovrà concentrarsi sugli aspetti ambientali e agricoli". cos'è che non gli va bene ? il nome "solfito"? egli teme infatti che la sola presenza di questo nome possa nuocere al consumatore "mediamente" biologico... e si deve concentrare invece sugli aspetti "ambientali ed agricoli"... ebbene : è proprio sugli aspetti ambientali ed agricoli che ci si deve concentrare, nel sensibilizzare culturalmemte un consumatore di vino, non sulla presenza di una quantità più o meno elevata di "solfiti" che sono , lo ripeto, il conservante principe del vino ( lo ripeto: una quantità di "solfito" è già prodotto naturalmente dal processo di fermentazione , ma non in quantità sufficiente per la conservazione a lungo termine del prodotto ). Poichè il tema mi ha sempre interessato, per molto tempo ho chiesto ai molti produttori coi quali sono venuto a contatto se fosse veramente necessaria la presenza dei "solfiti" nel loro prodotto... la risposta è stata grosso modo sempre quella : in teoria non ce ne sarebbe bisogno....se la produzione venisse consumata in brevissimo tempo, in condizioni di stoccaggio ideali, senza trasporto... insomma : è improponibile ; il rischio di poter perdere il prodotto di un intero anno di lavoro per questo non è proprio pensabile. Da sottolinaeare infine che i "solfiti" non incidono nella maniera più assoluta sulle caratteristiche organolettiche del prodotto... ci mancherebbe altro ! Il discorso del segretario Pinton, sconfina poi sulla "desiderabile certificazione biologica dei chip di quercia", segno questo del delirio senza orizzonti in cui è precipitato. La sua battaglia dovrebbe essere contro questo sistema di "ruffianamento" del vino, incline ad un barbaro ed omologato presunto "gusto internazionale " di un consumatore poco istruito...ed invece spende parole e "ragionamenti" sulla certificazione dei chip ! Assurdo ! La demagogia ed il pressapochismo arrivano evidentemente anche ai vertici delle associazioni "bio". Non c'è da stupirsi.
Parlando in generale, credo che la demagogia sia alla base del "bio" inteso in senso integralista; una cosa è che non sia la DuPont a fare i cibi, ma come al solito si vuol sempre estremizzare demonizzando anche metodi di coltivazione e produzione vecchi di secoli.
Se usati da una mente illuminata hai ragione te, ma spesso sul vino fatto in casa si sente. E vuoi sapere perchè? Perchè vengono da me in farmacia e mi dicono "ho tot quintali di uva, fai te". Ma a parte il fatto che io non sono un enologo, io manco l'ho vista la tua uva! Quindi mi limito a dimezzare la quantita e oltre per una vendemmia come la 2011 perchè da noi ha fatto caldo costante per gli ultimi due mesi di maturazione, discorso inverso per il 2010.
Curiosit-à per la quale mi rivolgo ai più esperti: i vini 2012 delle zone più duramente colpiti dalla neve, di zone dove sono 15 gg che le piante sono sommerse per metà dal manto bianco (Romagna, Marche, Abruzzo, ecc) si sentiranno molto differenti come gusto e sensazioni rispetto alle produzioni di un'annata "normale", secondo voi???
Se sono viti in acciaio inox non ci sono problemi. Ok dai, bannatemi pure, adesso... /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20" />
la pianta ora è in stato di quiescenza. può ghiacciare finchè vuole... fino a che non c'è la ripresa vegetativa non succede alcunchè.