Sono leggermente scioccato. http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo469490.shtml La casa in cui è avvenuto è a 300 metri dalla mia. Ma la cosa grave è questa: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo469509.shtml Io non sono credente, ma Giorgio lo conosco bene, è un "amico", io in chiesa non vado, lo vedevo ogni tanto fuori. Ed ha celebrato il matrimonio di mia sorella il 22 agosto scorso. Avevamo voluto lui proprio per l'amicizia nei suoi confronti. Non so cosa pensare.
non ho parole,poi dev essere stata pesa la come scena e molto pesante vivere in zona.......... strano che ci sia stata una cosa del genere,cmq secondo non centra niente l essere credenti o no....... i raptus sono improvvisi quindi che uno sia prete,sacerdote o personale normale non si possono comandare....... sbalordito!!!
mi capitò qualche anne fa che ci fu un omicidio di un ragazzo di una ditta che lavorava in appalto da noi in un primo momento pareva solo scomparso...e il suo socio veniva da noi a continuare a prendere lavori come nulla fosse....e rispondeva alle nostre domande con freddezza assoluta...a volte sembrando scioccato dall'evento ebbene....passarono pochi giorni..e si seppe che era stato lui ad uccidere il socio per una questione di armi e per il fatto che il oscio si faceva la moglie....e lo mise sotto terra cementato in un bidone non vi dico come ci rimasimo tutti ad aver avuto a che fare per due settimane con un assassino....ad oggi ancora mi vengono i brividi a ripensarci....quindi alla fine posso capire quello che provi
l'ho sentito al Tg, sono notizie ke ti lasciano senza parole, se poi le vivi in prima persona, ti sconvolgono;
Il prete viveva con loro da una ventina d'anni perchè erano amici fraterni, ma già le loro rispettive famiglie erano legata da una consolidata amicizia. Per ora novità non ce ne sono, dovrebbero dire entro domani se verrà "scarcerato" oppure no. C'è un'aria strana qui intorno, in pochi cercano di accettare quello che è successo, nessuno ci vuole credere, sembra di vivere in una bolla di sapone. Proprio perchè Giorgio non è così. Non so, io come tutti gli altri, che cosa pensare.
«Ha ucciso e deve restare in carcere» Lo chiede il pm, ma la decisione sulla sorte di don Giorgio sarà presa oggi dal giudice Don Giorgio Panini Al termine dell’udienza di convalida e all’interrogatorio di garanzia, si è riservata di decidere sull’arresto - si esprimerà questa mattina - il gip Paola Lo Savio, che ieri ha ascoltato il lungo racconto di don Giorgio Panini, il parroco di Vignola accusato di avere ucciso l’amico fraterno Sergio Manfredini. Per il pm Mariangela Sighicelli, il sacerdote deve restare in carcere e per questo ha chiesto al gip stesso l’emissione del provvedimento di carcerazione preventiva con l’accusa di omicidio. Per il difensore di don Giorgio, l’avv. Domenico Giovanardi, non vi sono i presupposti - pericolo di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove - per trattenerlo dietro le sbarre. Ne ha quindi chiesto la scarcerazione. Intanto sono stati resi noti in via ufficiosa gli esiti dell’a utopsia sul corpo di Sergio Manfredini. L’amico del sacerdote nella cui famiglia viveva da oltre 30 anni, è stato raggiunto da venti colpi di coltello, uno solo dei quali è risultato mortale. Lo ha infatti raggiunto all’arteria giugulare. Manfredini è morto dissanguato in pochi minuti. Il personale medico della sezione carceraria del Policlinico, di propria iniziativa e non su richiesta di difensore o pubblico ministero, ha disposto una valutazione psichiatrica che sarà effettuata da una dottoressa del reparto Diagnosi e cura. Don Giorgio, infatti, oltre ad essere ancora sotto choc, è oppresso da sensi di colpa che lo hanno indotto a ripetere di volerla fare finita: «Ora la mia vita non ha più senso». Ma andiamo con ordine a ripercorrere la giornata di ieri decisiva sia sul fronte giudiziario con l’interrogatorio del gip, sia sul fronte investigativo con l’autopsia che potrebbe aver rivelato di più di quanto non dica quell’unica coltellata mortale. Quello di don Giorgio Panini al gip Lo Savio, è stato un racconto non del tutto lineare. Il sacerdote ha, infatti, mostrato tanti, evidenti, buchi di memoria. E’ stato lucido e fermo quando ha ricostruito la serata che ha preceduto il delitto, le chiacchiere con gli amici e la partita a carte, ma poi è sopraggiunto il vuoto su quello che è accaduto dopo, la “mattanza” che ha contato non solo la morte di Sergio Manfredini, ma anche il ferimento grave della moglie Paola Berganini e del loro figlio Davide. Don Giorgio Panini ha, di fatto, ripetuto quanto aveva già detto al pm Sighicelli nel corso dell’interrogatorio di sabato scorso. In sostanza di essersi trovato, come aveva riferito il suo avvocato Domanico Giovanardi, in una situazione d’ossessione che lo ha portato verso la follia attraverso quel meccanismo che la psichiatria forense definisce “reazione a corto circuito”. (28 dicembre 2009)