Mi sa che siamo nel mezzo di un nuovo 1929..

Discussione in 'Off-Topic' iniziata da fasolini6, 29 Settembre 2008.

  1. goldie

    goldie Presidente Onorario BMW

    6.755
    859
    26 Aprile 2007
    Reputazione:
    21.749.371
    BMW 430d
    uguale, l'ultima gara a cui abbiamo partecipato è del 2004 >:>

    e ne vincevamo eeh ;) /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
     
  2. TheD

    TheD Presidente Onorario BMW

    10.726
    577
    16 Maggio 2004
    Reputazione:
    21.512.409
    ex Z4 SDrive 35is - ex M3 E92
    A chi lo dici.......li ho mandati tutti in vacca, tra l'altro offrendo servizi con diretta correlazione tra commessa e manodopera, mi toccava anticipare stipendi, contributi, tasse, ed avere un carrozzone da 100 persone................ma che muoia lo Stato.

    Ora sono felicimente tornato a dimensioni umane intorno alle 20 persone e il mio prossimo obiettivo è ridurre a 10 con i soli servizi che voglio io.

    Se ci riesco metto un direttore al mio posto e mio me ne vado ai Caraibi.....adieu.
     
  3. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.899
    23.193
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Perche' non farlo ora?

    Non ridurre nulla. Dai subito in gestione se e' il tuo obiettivo. Perche' farti il sangue marcio per altri 10 anni con qualcosa che ti crea piu' problemi che soddisfazioni.

    Credo che piu' di qualcuno sara' contento di prendersi le tue responsabilita' per un qualsiasi salaio da dirigente non mediocre.
     
  4. addlightness

    addlightness Amministratore Delegato BMW

    3.036
    418
    15 Agosto 2008
    Reputazione:
    129.756
    bugatti veyron TDI
  5. stenmark

    stenmark Primo Pilota

    1.438
    674
    2 Luglio 2006
    Reputazione:
    217.740.741
    BMW X1
    Vi sembrerà strano, ma l'obiettivo è esattamente quello: diminuire i consumi.

    Occorre una breve spiegazione di quello che è successo con l'introduzione della moneta unica.

    Cominciamo dicendo che la moneta unica in Europa è una aberrazione. Robert Mundell fu insignito del premio Nobel per l'economia con la Teoria delle OCA (Optimal Currency Areas). Senza rompervi troppo i cosiddetti, l'Europa non è un area valutaria ottimale e non lo sarà mai, perché uno dei requisiti (la mobilità del mercato del lavoro) è difficilmente realizzabile quando ogni paese parla una lingua diversa.

    Tanti altri economisti di levatura mondiale (Dornbusch, Stiglitz, Krugman), avevano messo in guardia l'Europa sui rischi di una moneta unica.

    Tralasciamo le questioni politiche tra Francia e Germania post-unificazione che hanno generato questo mostro e restiamo sui fatti economici.

    In effetti, nella storia economica, nessun aggancio valutario ha mai avuto successo. La storia finisce sempre col paese che si è aggancia a una valuta forte che ne esce stritolato:

    - quota 90 del nostro Duce

    - lo SME

    - l'Argentina col dollaro

    Dopo la definizione del tasso di cambio, la Germania ha cominciato una bella politica di deflazione salariale.

    Parecchi grafici li ho elaborati su fonte dati OCSE. Chi vuole verificare vada su http://www.oecd.org/statistics/, si tira giù i dati e se li fa per conto suo. Altri sono reperiti in rete.

    [​IMG]

    Quindi, la Germania ha deflazionato i salari. Questo è stato fatto riducendo le tutele dei lavoratori e generando maggiore disoccupazione.

    In effetti, la disoccupazione in Germania in quegli anni è andata aumentando

    [​IMG]

    Uploaded with ImageShack.us

    E per sostenere i maggiori precari e disoccupati, la Germania ha sforato per prima il parametro deficit/PIL. Non ho il grafico, ma è conoscenza comune.

    Ma non tutti i paesi potevano permettersi di aumentare la disoccupazione. La Germania, che all'epoca aveva un tasso di occupazione del 65% poteva permetterselo meglio dell'Italia che lo aveva al 55,7% (fonte OCSE).

    Quindi la Germania ha guadagnato competitività comprimendo i salari e dunque l'inflazione, anche a costo di maggiore disoccupazione.

    Chi vuole approfondire la relazione tra tasso di occupazione e inflazione può guardarsi la curva di Phillips.

    A quel punto, con i cambi bloccati, sono esplosi i deficit delle partite correnti dei paesi che avevano avuto rispetto alla Germania, differenziali positivi di inflazione

    [​IMG]

    Questo perché si sono bloccati i normali meccanismi di equilibrio che derivano dalla fluttuazione delle valute.

    Se un paese importa troppo da un altro, sostanzialmente sta comprando valuta estera e sta vendendo valuta nazionale --> la valuta del paese in surplus si rivaluta e quella del paese in deficit si svaluta. Questo tende a riequilibrare il deficit della bilancia commerciale.

    Ma i cambi bloccati hanno generato anche enormi afflussi di capitale dai paesi più forti a quelli più deboli. Perché si è annullato il rischio di cambio, i tassi al consumatore erano più alti che in patria. E dunque quei capitali sono serviti a finanziare le esportazioni della Germania

    Ma la remunerazione del capitale genera ulteriori flussi in uscita dal paese che riceve quel capitale a prestito e quindi ulteriore peggioramento del deficit delle partite correnti (la famosa bilancia dei pagamenti).

    Tutti i paesi dell'eurozona che hanno avuto più inflazione rispetto alla Germania sono diventati paesi debitori di quest'ultima.

    [​IMG]

    Uploaded with ImageShack.us

    Poi magari approfondiamo il discorso delle banche, che hanno erogato troppo credito, e male e sono in sofferenza (e ci sono dentro fino al collo le banche tedesche)

    Infatti il gioco che nessuno racconta è che stiamo salvando le banche.

    Tornando a noi.

    In particolare, l'Italia, che fuori dallo SME era tornata immediatamente in surplus delle partite correnti, è andata immediatamente in deficit.

    La Germania, esattamente viceversa.

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    Noi italiani siamo arrivati a circa 60 miliardi di dollari l'anno di deficit delle partite correnti, che qualcuno ogni anno ci deve prestare.

    Nel frattempo la produzione industriale calava giorno dopo giorno

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    Ora, i deficit strutturali delle partite correnti sono la cosa che veramente manda in bancarotta un paese.

    E non ci sono leve per riequilibrare la situazione, perché i cambi sono bloccati.

    Poiché abbiamo accumulato 20 punti di differenziale di inflazione con la Germania, l'unica soluzione è deflazionare i salari di pari importo.

    Le tasse sulla benzina, sulle auto di lusso, oltre a finanziare i tassi di interesse sul debito pubblico che si sono impennati (perché il mercato prezza il rischio di rottura dell'euro), servono anche a ridurre i consumi e le importazioni.

    Se in Italia su 10 auto vendute 7 sono straniere, la riduzione della vendita di auto aiuta la riduzione del deficit della bilancia dei pagamenti.

    Peccato che tutto questo stia facendo crollare la domanda interna e collassare le aziende italiane, proseguendo nell'opera di deindustrializzazione dell'Italia
     
    Ultima modifica di un moderatore: 14 Settembre 2012
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  6. TheD

    TheD Presidente Onorario BMW

    10.726
    577
    16 Maggio 2004
    Reputazione:
    21.512.409
    ex Z4 SDrive 35is - ex M3 E92
    Ale, scusa.........non per darti risposte banali, ma se avessi la possibilità di farlo subito non credi che lo avrei già fatto?

    Ci vogliono delle condizioni affinchè questo possa accadere. Metterò qualcuno che abbia lo scopo di far quadrare i conti e mantenere l'attività con un rapporto di marginalità in crescita, anche a costo di ridurre il costo del lavoro. Essendo la riduzione del costo un controsenso, alla luce di una assunzione di un quadro, devo prima avere la giusta capienza affinchè il suo costo sia già ben coperto in partenza.
     
    Ultima modifica di un moderatore: 14 Settembre 2012
  7. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.899
    23.193
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    E tu credi che riducendo la tua forza lavoro del 50% sia il punto di partenza per avere un'attivita' con una marginalita' in crescita dovendo aggiungere a questa riduzione di risorse i costi legati ad una nuova figura di staff? Se fai fatica a far quadrare i conti avendo te "gratis" in azienda dubito che vi stiate movendo nella giusta direzione per cedere la gestione operativa dell'azienda.

    A meno che la realta' delle cose non sia cosi disastrosa come viene presentata sul forum. E allora, torno a dire, se e' questa la situazione si sta gridando "al lupo al lupo" cercando consensi e giustificazioni su scelte di profitto che non condivido.
     
  8. TheD

    TheD Presidente Onorario BMW

    10.726
    577
    16 Maggio 2004
    Reputazione:
    21.512.409
    ex Z4 SDrive 35is - ex M3 E92
    Scusa?!

    Ale, partiamo da un punto imprescindibile, cioè che per effettuare una corretta valutazione non è nè professionale e nè sensato dare giudizi sommari senza conoscere le situazioni nello specifico.

    Detto questo, sul quale sono sicuro che non avrai nulla da obiettare, veniamo alla risposta.

    1) Io non ho mai gridato al lupo al lupo. Ho viceversa detto che non fornisco più lo stato italiano PER SCELTA, che non provo piacere nel buttare soldi dalla finestra (alias in mano ad un branco di ladri ed incapaci), che ho fatto una scelta aziendale volta all'erogazione di servizi e minor impiego di forza lavoro ma più rivolta all'erogazione di servizi ad elevato spessore tecnologico ed elevata automazione.

    2) Non ho detto che faccio fatica a far quadrare i conti. Ho detto viceversa che è un momentaccio, e chi oserebbe dire il contrario con 1.250 aziende chiuse questo mese nella sola provincia di Pescara? Le aziende hanno chiuso per ferie e mai più riaperto.

    3) E' un concetto decisamente basilare, dove per basilare intendo un range intellettivo variabilmente compreso tra la quinta elementare e la prima media, che, alla luce dell'evoluzione dell'offerta aziendale maggiormente rivolta a servizi tecnologici e dal minor costo, mantenendo inalterato il volume delle entrate, la marginalità aumenti. In ogni caso, se non era chiaro, eccotelo spiegato.

    4) Ho espresso qualche post sopra LA VOLONTA' IN PROSPETTIVA sia di andarmene e sia di ridurre ulteriormente la forza lavoro dell'azienda perchè riesco, modificando l'offerta o cessando semplicemente alcuni servizi, a guadagnare di più spendendo di meno.

    Ciò detto, se non fosse ancora sufficiente, è bene sottolineare che, proprio perchè non voglio caricare di un costo la struttura, sto preparando lentamente questo passo cercando di ricavare la capienza di spesa annuale da dedicare a quella figura. Potrei anche farlo togliendola al mio guadagno, perchè in altri paesi avrei bisogno di molto meno per viver bene.........

    ....potrei rimanere come figura di amministrazione e farlo da lontano, potrei fare mille altre cose nelle quali mettere il naso potrebbe sembrare di cattivo gusto, dato che non ho mai manifestato la volontà di parlarne, a parte due uscite volutamente provocatorie.

    Se hai qualche altro dubbio, alla luce della tua preziosa consulenza gratuita, ti racconto per filo e per segno cosa faccio, come si svolge la mia attività, quali sono i costi legati al personale, con quale CCNL (o non CCNL) operiamo, la composizione del mercato, la frammentazione dell'offerta, i core business dei miei competitor ed il mio, la diversificazione delle modalità di esecuzione del nostro lavoro e delle eventuali prospettive future.

    Pur rappresentando la terza generazione ad operare nel settore, e venendo da una famiglia che questo settore lo ha inventato in Italia, accetterò volentieri ogni consiglio perchè c'è sempre qualcuno più bravo di me in ogni cosa.

    ;) /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
     
    Ultima modifica di un moderatore: 14 Settembre 2012
  9. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.899
    23.193
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Ok, mi hai convinto.

    PS non mi spiegare niente/altro. La mia consulenza non e' gratuita. MAI. E soprattutto io sono un povero dipendente che deve solo sperare di non essere licenziato quindi non ho la tua vision. Se tu sei sereno spero che prima o poi tu possa iniziare anche ad esternarlo. Leggendo i tuoi messaggi io non lo percepisco. Ma sono felice di sapere che e' un limite mio.
     
  10. goldie

    goldie Presidente Onorario BMW

    6.755
    859
    26 Aprile 2007
    Reputazione:
    21.749.371
    BMW 430d
    vi riporto un bel rapporto arrivato or ora da Assolombarda

    Le imprese che mancano all'appello: cessazioni e incorporazioni


    14/09/2012



    Rapporto di ricerca a cura dell'Osservatorio Assolombarda Bocconi.


    Executive summary

    Continuiamo a vivere un momento congiunturale particolarmente delicato, in cui crisi economica globale e tensioni finanziarie si intrecciano, riverberandosi su risultati, strategie e evoluzioni delle nostre imprese. Ci siamo domandati come questa crisi, cominciata sul finire del 2008 e ancora in corso, stia impattando, in particolare, sulle imprese manifatturiere milanesi e sulle loro performance.

    Attraverso la lettura dei bilanci disponibili nella banca dati AIDA di Bureau Van Dijk, abbiamo provato a rispondere alle seguenti domande scomponendo in due l’universo delle 3.388 imprese manifatturiere milanesi con almeno 10 dipendenti attive prima dell’avvento della crisi (2008). In primo luogo, quali performance e strutture hanno presentato nell’ultimo triennio (2008-2010) le 2.980 imprese che sono tutt’oggi attive e che quindi sono “sopravvissute” alla crisi? In secondo luogo, quali sorti, quali andamenti e quali strutture hanno caratterizzato le restanti 408 imprese che tra il 2008 e il 2011 sono divenute inattive e che quindi oggi “mancano all’appello”?

    La risposta alla prima domanda è contenuta nella ricerca “Le strutture e le dinamiche reddituali delle imprese milanesi nel triennio 2008-2010” che abbiamo concluso ad aprile 20121.

    Nel presente studio ci siamo soffermati, invece, sul secondo interrogativo, concentrando lo sguardo sulle 408 “imprese che mancano all’appello” e su un ulteriore insieme di 352 imprese inattive del manifatturiero e dei servizi con più di 10 dipendenti che conosciamo bene in quanto iscritte ad Assolombarda fino alla loro cancellazione tra il 2008 e oggi per cessazione dell’attività.




    Rapportando questi numeri alla popolazione di riferimento otteniamo una prima indicazione dell’incidenza delle evoluzioni che andremo ad approfondire: le 408 divenute inattive rappresentano ben il 12% delle 3.388 imprese esistenti a inizio periodo, così come le 352 cancellate da Assolombarda per inattività incidono per il 9,5% sulla base associativa del 2008 presa a riferimento (3.716 imprese del manifatturiero e dei servizi con almeno 10 dipendenti).

    Il passo successivo è stato approfondire cosa effettivamente si nasconde dietro l’etichetta “inattive”, ossia le motivazioni alla base della sopraggiunta inattività.

    Con l’arrivo della crisi una buona percentuale di queste imprese (la metà delle 408 e oltre i tre quarti delle 352) ha concluso definitivamente la propria esistenza, ossia è stata liquidata o è entrata in una qualche procedura concorsuale. Invece, la fetta rimanente, pari all’altro 50% delle 408 e a quasi un quarto delle 352, ha terminato la propria vita come entità giuridica autonoma fondendosi o incorporandosi con un’altra realtà e quindi, di fatto, ha proseguito la propria esistenza come azienda. Nella maggior parte dei casi tale prosecuzione è avvenuta attraverso l’incorporazione in altre società del gruppo (nell’insieme delle 408, 148 imprese sulle 203 incorporate; nell’insieme delle 352, 52 imprese sulle 74 incorporate) e - per un numero comunque non trascurabile di imprese - attraverso l’incorporazione in società esterne2 (nell’insieme delle 408, 55 imprese sulle 203 incorporate; nell’insieme delle 352, 22 imprese sulle 74 incorporate). Si tratta di un dinamismo che non sorprende, soprattutto negli anni di maggiore crisi: i numeri suggeriscono, da un lato, che i gruppi di imprese sono stati spinti a ripensamenti e riorganizzazioni interne per conseguire una maggiore efficienza nei costi e nella gestione e, dall’altro, che alcune aziende - plausibilmente particolarmente dinamiche e competitive - hanno approfittato del momento per rafforzarsi con acquisizioni e fusioni, magari anche riuscendo a spuntare prezzi di acquisto vantaggiosi considerata la situazione congiunturale.

    Dettagliando per dimensione le 408 imprese manifatturiere divenute inattive nell’ultimo quadriennio, è interessante notare che le grandi imprese (quelle con più di 250 dipendenti) mostrano un dinamismo totale (cessazioni e incorporazioni) nettamente più alto (15,9% sulla popolazione totale) rispetto alle medie (da 51 a 250 dipendenti; 11,6%) e alle piccole (da 10 a 50 dipendenti; 12,0%). E questo maggior dinamismo delle grandi discende da una quota ben più elevata di incorporazioni, mentre ben più bassa risulta l’inattività per cessazione. In generale, sembra di poter concludere che la mortalità tende a crescere nettamente al ridursi delle dimensioni e, per converso, che le incorporazioni aumentano al crescere delle dimensioni. Anche l’analisi per classe dimensionale delle 352 imprese inattive cancellate da Assolombarda conferma il crescere delle cessazioni al diminuire delle dimensioni aziendali, mentre per le incorporazioni non sembrano emergere sostanziali differenze tra grandi, medie e piccole realtà.

    A livello di distribuzione settoriale non si evidenziano, invece, correlazioni significative tra le disaggregazioni per attività economica e le caratteristiche sottostanti dei settori.

    Una volta delineate le caratteristiche delle imprese inattive per motivazione dell’inattività, per dimensione e per settore, abbiamo condotto un’analisi approfondita dei bilanci degli ultimi tre anni di vita delle 408 imprese manifatturiere milanesi divenute inattive tra il 2008 e il 2011. Al pari delle riflessioni condotte per le 2.980 imprese manifatturiere milanesi ancora attive (che quindi costituiscono un utile paragone), ci siamo posti quattro insiemi di domande.

    (1) Quante delle 408 imprese analizzate sono sistematicamente in perdita negli ultimi tre anni di attività? Le performance divergono sostanzialmente tra cessate e incorporate?

    (2) Come si presenta la struttura del “conto economico” dell’insieme delle 408 e dei sottoinsiemi delle cessate / incorporate? Prevalgono i costi fissi o i costi variabili? Qual è, di conseguenza, la capacità di assorbimento di forti contrazioni di fatturato di queste imprese?

    (3) Qual era la situazione in termini di grado di saturazione della capacità produttiva? Quanto sono vicine o lontane le 408 dal punto di pareggio (break-even)?

    (4) Quale dinamica mostrano il fatturato, il reddito operativo e il reddito netto nell’ultimo triennio di attività?

    Per meglio comprendere le dinamiche sottostanti, abbiamo condotto l’analisi di bilancio confrontando i risultati complessivi delle 408 con quelli dei seguenti 4 sottoinsiemi:

    le (70) imprese inattive per procedura liquidatoria;

    le (135) imprese inattive per procedura concorsuale;

    le (148) imprese inattive per fusione infragruppo;

    le (55) imprese inattive per fusione in società esterna al gruppo.

    La percentuale di imprese che nei tre anni registra sempre una perdita è molto elevata, pari al 22,3% (contro il 10,6% delle 2.980 attive), a fronte della quale ritroviamo un 27,2% di imprese sistematicamente in utile/pareggio (contro il 49,5% delle 2.980 attive). Come è lecito attendersi, la distribuzione varia in modo consistente tra i quattro sottoinsiemi considerati: la quota di imprese sempre in perdita è molto maggiore nel sottoinsieme delle cessate mediante liquidazione (32,4%) o a seguito di una procedura concorsuale (28,9%), mentre le fuse in altre realtà del gruppo presentano la quota più elevata di imprese in utile o pareggio (ben 48,6%) e allo stesso tempo la quota più bassa di imprese sempre in perdita (13,5%). Anche le acquisite (e incorporate) in realtà esterne al gruppo mostrano percentuali più contenute di costante perdita nel triennio (18,2%) e più consistenti di utile/pareggio (30,9%).

    L’analisi dei dati relativi al punto di equilibrio (break-even point) evidenzia che l’insieme delle 408 si trova poco sopra il punto di equilibrio se si considera sia il bilancio dell’ultimo anno di vita sia quello di due anni prima. Infatti, fatto 100 il fatturato effettivo, in entrambi gli anni il fatturato di equilibrio (quello necessario per ottenere un reddito pari a zero prima degli oneri finanziari e delle tasse) è mediamente pari a 86 (break-even point, BEP), evidenziando quindi un margine di sicurezza positivo pari al 14% del fatturato (il margine di sicurezza misura quanto calo di fatturato le imprese sono in grado di sostenere data come fissa l’attuale struttura di costi). A livello di sottoinsiemi, il margine di sicurezza nell’ultimo anno di bilancio disponibile è positivo e nettamente più ampio per le imprese fuse nel gruppo (24,3%; con un BEP pari a 75,7) e per quelle fuse in realtà esterne (15,2%, con un BEP pari a 84,8). Al contrario, le imprese che hanno cessato la loro attività mediante liquidazione o a seguito di una procedura concorsuale sono sopra BEP (e pertanto hanno un reddito operativo complessivo negativo) già all’inizio del triennio (BEP rispettivamente a 107,2 e 102,4) e nei due anni seguenti hanno peggiorato notevolmente il BEP (145,7 e 237,8).

    Infine, l’analisi della dinamica reddituale delle 408 imprese inattive mostra una polarizzazione dei risultati tra sottoinsiemi negli ultimi tre anni di bilancio. A un estremo troviamo le imprese cessate che hanno conseguito pesanti riduzioni dei risultati nel triennio antecedente la chiusura dell’attività; in questi casi, l’osservazione dell’andamento dei risultati può rappresentare una sorta di campanello d’allarme di quanto sta per accadere. All’altro estremo si collocano le imprese fuse, le quali hanno incrementato le proprie performance a livello aggregato.

    In particolare si evince che:

    1. Le dinamiche nel triennio sono molto positive per le imprese oggetto di una fusione infragruppo:

    il Valore della Produzione (VdP) è cresciuto del 13,1%;

    la riduzione dei costi fissi della gestione caratteristica del 2,1% ha permesso un aumento del Reddito Operativo (RO) pari al 38,5%, superiore all’incremento del VdP;

    il Reddito Ante Imposte (RAI) è aumentato del 153%;

    il Reddito Netto (RN) è migliorato ancor di più, facendo registrare un +270%, grazie ad una sostanziale invarianza delle imposte nell’ultimo anno a fronte dell’aumento del RAI.

    2. Le imprese oggetto di una fusione in una società esterna al gruppo hanno anche loro dinamiche positive:

    il VdP è salito del 14,6%;

    la riduzione dei costi fissi è stata più elevata dell’aumento di quelli variabili, pertanto il RO è cresciuto del 74,5%, ben più che il VdP;

    il RN ha registrato un incremento ancor maggiore, pari al +165,2%.

    3. Al contrario, per le imprese cessate mediante procedura liquidatoria gli andamenti complessivi nell’ultimo triennio sono negativi:

    il VdP è caduto del 22,3%;

    i costi fissi della gestione caratteristica sono aumentati del 4,6%, e i costi variabili del 3,4%;

    l’effetto congiunto della caduta del VdP e dell’aumento dei costi (fissi e variabili) ha determinato una caduta del RO pari al 307,9%;

    il RN ha messo in luce una riduzione più contenuta, ma pur sempre consistente, del -145,9%.

    4. Infine, le imprese cessate a causa di una procedura concorsuale sono quelle con le performance peggiori nel triennio esaminato:

    il VdP si è ridotto del 32,3%;

    i costi fissi della gestione caratteristica sono cresciuti del 15,8% e i costi variabili dell’8,2%

    di conseguenza, il RO si è contratto pesantemente (riduzione di oltre il 2.000%);

    il RN ha registrato una riduzione più contenuta del RO, pari al -975%.
     
  11. goldie

    goldie Presidente Onorario BMW

    6.755
    859
    26 Aprile 2007
    Reputazione:
    21.749.371
    BMW 430d
    Nota economica aggiornata del centro studi di confindustria

    Nota economica


    data di pubblicazione 11/09/2012 16:55



    Lo scenario economico internazionale, nazionale e milanese.


    In sintesi

    In agosto gli spread dei paesi periferici europei non hanno registrato la fiammata tanto temuta, anzi si sono ridotti grazie alle dichiarazioni della BCE a sostegno dell’euro. Alta è ora l’attesa per una serie di appuntamenti di settembre, tra i quali la riunione del Direttivo BCE e la pronuncia della Corte costituzionale tedesca sul fondo salva-stati.

    I mercati scontano già l’approvazione nella prossima settimana di un nuovo pacchetto di misure non convenzionali di stimolo monetario della Fed americana.

    Nel secondo trimestre 2012 il Pil è sceso del -0,2% nell’Area Euro (Germania + 0,3%, Francia +0,0%, Italia -0,7%), mentre è cresciuto del +0,4% negli USA (ma il recupero appare fragile). In Cina lo sviluppo è rallentato al +7,6% (dal +8,1% del primo trimestre).

    Il cambio €/$ è in recupero da fine luglio (1,2089 il 24/7/12 e 1,2578 il 5/9/12), trainato dalle attese di un intervento BCE a favore dei paesi a rischio speculazione.

    I prezzi delle materie prime agricole e energetiche si sono surriscaldati durante i mesi estivi. Il prezzo del petrolio Brent è oggi sopra i 115$ al barile.

    Il rialzo delle materie prime energetiche ha guidato l’aumento dell’inflazione ad agosto: +2,6% nell’Area Euro, +3,2% in Italia e +2,7% a Milano.

    A luglio il tasso di disoccupazione è rimasto stabile all’11,3% nell’Area Euro, mentre negli USA è cresciuto all’8,3%. A livello di principali paesi europei, la disoccupazione è ferma al 5,5% in Germania e al 10,7% in Italia, mentre è ancora in salita in Francia (10,3%) e in Spagna (25,1%).

    La congiuntura europea è rimasta debole anche nei mesi estivi: l’indice del clima di fiducia del manifatturiero europeo ad agosto si è stabilizzato sui livelli di luglio, interrompendo il trend di caduta cominciato a marzo 2011 ma restando sui minimi da inizio 2010. Nel dettaglio, il clima è stabile in Germania e Italia, mentre è in flessione in Francia e in Spagna.

    Nell’area milanese, a giugno la fiducia del manifatturiero è scesa sui livelli di marzo 2012, annullando il recupero messo a segno tra aprile e maggio e tornando sui valori più bassi degli ultimi 3 anni. La contrazione dell’indice è interamente spiegata dalla riduzione degli ordini interni ed esteri, mentre le scorte di prodotti finiti sono invariate sui livelli considerati normali e le previsioni di produzione mostrano un lieve aumento, pur conservando un saldo negativo.

    A giugno 2012 la produzione industriale italiana è crollata del -1,4% rispetto a maggio e per luglio Confindustria stima una nuova contrazione del -0,4%, con l’indice che toccherebbe il valore minimo da settembre 2009.

    A luglio 2012 le ore di CIG autorizzate nell’Area Milanese sono risultate in crescita del +20% a livello mensile (rispetto a giugno 2012); l’aumento è limitato alla sola componente Ordinaria (+133%), mentre la CIG Straordinaria e quella in Deroga sono rimaste sostanzialmente invariate (rispettivamente +4% e - 4%). L’andamento complessivo è stato molto simile a livello italiano (+21%), dove tuttavia l’incremento è risultato più omogeneo tra le tre componenti: +12% l’Ordinaria, +20% la Straordinaria, +35% la Deroga. Il confronto annuale, ossia con luglio 2011, evidenzia un calo complessivo del -10% per l’area milanese e un incremento del 44% a livello italiano. Per quanto riguarda le sole aziende associate ad Assolombarda, le ore di CIGO autorizzate sono cresciute del 57% su base mensile e del 62% su base annuale. Infine, secondo le stime INPS, il “tiraggio” (ore effettivamente utilizzate su quelle richieste) nei primi quattro mesi del 2012 è risultato pari al 41%.
     
  12. Ack

    Ack Presidente Onorario BMW

    6.807
    865
    11 Agosto 2008
    Reputazione:
    1.443.930
    Non più Bmw
    Ragazzi ...

    ... se uno apre per la prima volta questo 3d apre e vede questa pagina gli prende una sincope ^_^ /emoticons/happy@2x.png 2x" width="20" height="20" />

    [MENTION=2747]stenmark[/MENTION]

    ... in parole povere l'€ è stato un affare per la Germania che si stava strozzando con il super-marco, mentre le industrie italiane non riescono a sostenere sui mercati esteri questo cambio ...

    ... mi hai riportato alla mente il signor Brugola (industriale che ha dato il nome alla chiave) che ad annozero inveiva contro Prodi per aver accettato 1936,27 che a suo parere era di 600/700 £ sopra il dovuto ...

    I tedeschi sono stati furbi, non ci resta che sperare di riuscire procedendo coll'integrazione a fargli pagare un po' degli interessi dei nostri debiti >:>

    [MENTION=373]TheD[/MENTION] ... se non sono indiscreto, di cosa si occupa la tua azienda ? (forse l'avevi già anche scritto ... ma non me lo ricordo più)
     
  13. goldie

    goldie Presidente Onorario BMW

    6.755
    859
    26 Aprile 2007
    Reputazione:
    21.749.371
    BMW 430d
    sembriamo un forum serio :haha
     
  14. TheD

    TheD Presidente Onorario BMW

    10.726
    577
    16 Maggio 2004
    Reputazione:
    21.512.409
    ex Z4 SDrive 35is - ex M3 E92
    Ack ho un istituto di vigilanza privata.

    Ale, se mi trovi uno che é contento oggi in Italia, sei un fenomeno. Non so, davvero hai una vision fatta di bianco e nero?

    Sorrisi = guadagno.

    Incazzatura = contrazione

    Uno puó guadagnare ma non essere soddisfatto per tanti motivi, magari perché sa di poter fare di più, così come uno puó vedere le cose andar male ma non viverla male se sa di aver fatto quello che si sentiva di fare.

    Mah......ribadisco, i pareri sommari sono spesso errati e basati su presupposti non corretti.

    In ultimo, e credo sia strano doverlo ribadire, ognuno è padrone a casa propria, anche tu, povero ed umile dipendete in Porsche con la paura di essere licenziato.

    A quando un bel cassetto grande grande per il tuo sarcasmo gratuito? Ultimamente stai esagerando, regolati ;) /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
     
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  15. redi-one

    redi-one Presidente Onorario BMW

    21.869
    2.295
    3 Gennaio 2007
    Reputazione:
    48.206.820
    320d touring attiva
    In termini tendenziali, si sono registrati incrementi del 3,6% in Giappone, del 2,3% negli Stati Uniti, dell'1,0% in Germania e dello 0,3% in Francia, mentre nel Regno Unito il Pil è diminuito dello 0,5%. Nel complesso, l'area Euro ha registrato un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in confronto allo stesso trimestre del 2011.
     
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  16. guddrum

    guddrum Amministratore Delegato BMW

    3.818
    169
    18 Settembre 2006
    Reputazione:
    502.773
    530D E60 - 320d e91 - golf IV 130 cv
    io non riuscirei mai a mettere la mia azienda in mano ad altri se non a me stesso..
     
  17. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.899
    23.193
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Regolarmi perchè non belo in coro assieme ad altri?

    No grazie. Non è nella mia natura.

    E riguardo alla porsche, costava meno della tua Z4, ma certo non mi permetterei mai di puntare il dito verso una qualunque persona solo per la macchina che guida. Oh aspetta. Questa è l'ottima populistica ragione del superbollo. Allora funziona. Dagli a quello con la Porsche!!!!
     
    Ultima modifica di un moderatore: 15 Settembre 2012
  18. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.899
    23.193
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Questa mi sembra una gran verità. Specialmente per quelle aziendine e fabbricchette ancora a con il loro "capitano d'impresa".
     
  19. guddrum

    guddrum Amministratore Delegato BMW

    3.818
    169
    18 Settembre 2006
    Reputazione:
    502.773
    530D E60 - 320d e91 - golf IV 130 cv
    ... Sai cosa si dice delle generazioni di imprenditori? La prima fa nascere, la seconda fa crescere, la terza mangia tutto....!! :) /emoticons/smile@2x.png 2x" width="20" height="20" /> senza offesa..
     
  20. addlightness

    addlightness Amministratore Delegato BMW

    3.036
    418
    15 Agosto 2008
    Reputazione:
    129.756
    bugatti veyron TDI
    [MENTION=2747]stenmark[/MENTION] scusa se ho tagliuzzato il tuo intervento

    insomma, tu dici che questo ridimensionamento dell'economia è perfettamente voluto in un'ottica di futuro riequilibrio? oppure è volto alla sempre maggiore perdita di diritti e potere della classe lavoratrice?
     

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