È ovvio. Difatti penso che, visto che il giornalismo non sarà in grado di darsi una regolata da sé a breve (le voci autorevoli sono ormai poche e sempre piú isolate), non potrà lamentarsi se le regolate arriveranno a colpi di leggi. È il momento di tendere le redini e cominciare a frustare l'asino...
Potrei citare i dati della mia azienda e della zona in cui opero ma, esattamente come i tuoi, non rappresenterebbero un campione significativo. Quelli invece macro a base aggregata purtroppo vanno nella direzione opposta a quanto sostieni tu; a prescindere da ciò che scrivono i quotidiani (che come sai io non leggo).:wink:
Bell'intervento: grazie per averlo postato. A me sembra che non si sia piú in grado di valutare per gradi, ma solo per estremi. Si è perso l'intelletto? Il mondo non è bianco o nero, bensí a colori e ogni colore ha una particolare tonalità. Rimanendo confinati ai non-colori, questo momento è certamente grigio, forse grigio un po' piú scuro, ma non nero. E prima, anche durante la Milano da bere, non era bianco, bensí grigio un po' piú chiaro. E Draghi sta dicendo esattamente questo. E lo sta dicendo in modo equilibrato, non a colpi di slogan o titoli a nove colonne. 1) Tutti gli indicatori economici sono ovviamente negativi, ma in modo limitato. Tranne per alcune eccezioni, per esempio, si parla di discese del prodotto interno lordo di qualche punto percentuale, non del 40%. Non è una catastrofe, per la miseria, è un rallentamento economico! 2) Il credito è calato, ma continua a essere erogato. 3) Per sostenere l'economia e il sistema creditizio sono stati approntati interventi impensabili anni fa. 4) L'inflazione ridotta e il calo dei prezzi di petrolio e materie prime stanno inducendo una significativa riduzione dei costi per famiglie e imprese. 5) Rispetto al 1993, le imprese oggi sono finanziariamente piú solide. 6) Le banche italiane hanno risentito meno della media globale per tanti motivi: minore indebitamento degli italiani, pochi asset tossici, prudenza nell'erogazione di credito, minore leva finanziaria. Oggi poi Roubini persino ha detto che intravede la luce alla fine del tunnel... Siate ottimisti, tanto essere pessimisti non serve a nulla e in ogni crisi le cassandre si sono sprecate; si era certi che sarebbe andata sempre peggio; e poi, ti arriva un internet o un GSM e il mondo torna a girare come e piú di prima.
Mi ripeto fino alla nausea perché repetita iuvant. Non ho detto che l'economia sta tirando come un treno; c'è stato un calo generalizzato delle attività, prodotto da tanti fattori, uno dei quali è il rallentamento del credito per la minor fiducia interbancaria. Ritengo, tuttavia, che le misure poste in atto e la situazione di inflazione e materie prime, ci porteranno fuori da questo periodo molto prima di quanto si pensi. E comunque nessuno sta nemmeno cominciando a pensare di dover morire di fame; sarebbe opportuno moderare i termini di giudizio, visto che nel mondo c'è chi la fame la conosce davvero. Non ritengo valide le considerazioni di chi vede tutto nero, in quanto estremiste; e siccome i disfattisti (gli estremisti) fanno piú danni dei titoli tossici (vedasi la gente che non compra perché spaventata), penso che bisognerebbe dare il minor spazio possibile a simili opinioni o, perlomeno, contrastarle con le argomentazioni dovute.
GHEVEN! l'OTTIMISMO E' IL PROFUMO DELLA VITA!! A parte gli scherzi, spero proprio la situazione sia facile come dici tu. Devi ammettere che sei una voce solitaria (e non solo nel campo del giornalismo..) Alcuni dati negativi però sono inconfutabili! poi se invece di crisi vuoi definirla con altri termini sei libero di farlo. Io, quando vedo che il credito bancario (a dispetto ovviamente da quanto dichiarato da Draghi) non viene più concesso come prima, che i titoli azionari sono scesi parecchio, che alcuni dipendenti vanno in cassa integrazione, che è necessario salvare le banche con ingenti aiuti statali, che quasi tutti i commercianti fanno enormi sconti sui loro prodotti, che scende il consumo dei beni ad alto costo mentre sale quello dei beni a basso costo, che il prezzo del petrolio è crollato (a dispetto di quanto dici tu! se il petrolio costasse 4/5 euro al litro, come da te detto, non ci sarebbe una crisi globale, ma il contrario!!), che anche le economie fortemente capitalistiche rallentano il progresso (vedi la Cina)... ...bene, io preferisco parlare di crisi.
Ghevèn scusa ma faccio capire a comprendere il senso di questo post. Che la crisi sia un "evento ciclico necessario" al mercato lo sappiamo tutti, e sappiamo che per sua natura (e per natura del mercato) prima o poi termina. Ma il punto non è questo.Tu sostieni oramai da un pò che questa non è una crisi pesante, e i numeri dicono esattamente il contrario. 1) Spero sia uno scherzo, come potrebbe il PIL italiano crollare del 40%? 2) Se il credito non venisse erogato, la funzione delle banche svanirebbe 3) Fino ad oggi ampiamente inefficaci, ma non è questo il punto: laddove dici che gli strumenti per contrastare la crisi sono straordinari, ammetti implicitamente che la crisi è straordinaria. 4) In verità i costi per famiglie ed imprese non sono ancora calati significativamente visto quanto incide in Italia il comparto energia per entrambe. E per le materie prime, sai bene che solo ora le imprese cominciano a giovarne. 5) Certo, in alcuni casi. 6) E comunque non ce la fanno ad uscire con le loro gambe dalla crisi.Pensa un pò. Chiudo con la frase in neretto: sono il primo che ha sempre criticato i "gufi", ma facendo una premessa (il 30 settembre su questo forum): siamo difronte ad un disastro. Ma dobbiamo capire se vogliamo parlare di dati reali o semplicemente essere ottimisti ad oltranza; in quest'ultimo caso non parliamo dei primi, sarebbe inutile :wink:
Ma è proprio sui dati reali che mi baso: sono cifre importanti, ma non gravissime. Non capisco perché mi si continui a definire un ottimista cieco, ad oltranza, un idiota, insomma. Non sono semplicemente d'accordo sulla catastrofe, sul disastro; se poi mi si dice che questa "crisi" (nel significato esteso ci può stare, ma l'etimologia racconta di molto peggio rispetto alla realtà) è piú significativa delle precedenti (diciamo degli ultimi 30 anni), in questo senso certamente è eccezionale. Si tratta, piú correttamente, di un rallentamento economico, piú significativo dei precedenti, cui, come sempre è avvenuto, seguirà una ripresa. E dati gli interventi, l'inflazione e le materie prime, credo che ciò avverrà prima di quanto ci immaginiamo. :wink: La cosa di questa crisi che mi preoccupa maggiormente, visto che l'ho accennata, non è tanto l'evento in sé: ogni 30-40 sono sempre e immancabilmente intervenuti significativi cambiamenti finanziari, economici, politici e sociali; come alla fine degli anni '60 era giunto il momento di chiudere con una certa impostazione sociale, ora è giunto quello di disfarsi del consumismo fine a se stesso, col credito del figliol prodigo, del dominio dell'apparire sull'essere, impostando una nuova "configurazione" democratica; da eventi come questo siamo sempre usciti con idee nuove, forti e durature riprese, benessere in ogni campo. Ora è l'isteria dei poteri, a preoccuparmi. Cosa succederà con tutto il denaro spinto con tale rapidità in circolazione? Ci attenderà una fase d'iperinflazione nel pieno della ripresa (cioè, penso, dal 2011-2012 in poi)? Come e da chi verrebbe trattata una tale evenienza? Negli anni '80 l'iperinflazione ha fatto all'Italia piú danni a lunghissimo termine della crisi petrolifera. Ora potrebbe farli all'Europa intera. Ci starà una bella svalutazione dell'euro?
Il "rallentamento" si ha quando gli indicatori crescono in maniera "non conforme ai precedenti esercizi". Siccome ora non cresce niente, il termine tecnico è recessione, come sai. Quando la recessione supera i tre trimestri si parla di crisi. Sulla terminologia almeno dobbiamo convenire per forza Quelle che tu citi ogni 40 anni, sono crisi, non rallentamenti.Il rallentamento non infrange il trend. Per il resto, sono dubbi assolutamente legittimi che purtroppo fugheremo solo quando ci troveremo in quelle situazioni troppo lontane (più sul piano "emozionale" che temporale) per pensarci oggi. IMHO
Con una crisi, per l'appunto. Una crisi vera, come quella che ha colpito la Germania dopo la Grande Guerra, per esempio. In una crisi vera, il credito non solo non viene erogato, ma i debitori non rimborsano piú nulla. Oggi il credito rallenta, com'è ovvio visto che l'economia rallenta, ma le formichine italiche insistono nel rimborsare il dovuto, anche a costo di notevoli sacrifici (generati, secondo me, da due eterni mali italici: i furbi e la stampa). Prendiamone atto, ma chiamiamo le cose col proprio nome. Ho già risposto qui sopra. L'eccezionalità dipende da ciò cui ci si riferisce: è eccezionale rispetto agli ultimi trent'anni; non lo è per nulla rispetto agli ultimi cento. Ecco una prima pagina seria di un giornale secondo me piú professionale della media. Questa è una tua pesonale convinzione, che funziona benissimo per te stesso e che io ovviamente rispetto. Le banche oggi non stanno ricapitalizzandosi, bensí, come ha sottolineato lo stesso governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, si stanno preparando per evenienze peggiori, adottando e intensificando lo stile prudenziale che le hanno viste restare abbastanza immuni ai problemi finanziari globali. La mia personale convinzione è che, alla fine, dal punto di vista strategico, le migliori banche del mondo sono proprio quelle del popolo che ha inventato il concetto di banca moderna. Come ben vedi, in ognuno di noi aleggia un certo spirito di contradditorietà. Consoliamoci: la storia mostra che i migliori sono sempre stati anche i meno "esteriormente coerenti" (vedi Winston Churchill, Alcide De Gasperi, eccetera)...
Ghevèn chiarisciti sul termine "crisi", poi ne riparliamo :wink: PS. Le banche Italiane, per tenere una misura almeno simile a quella ante-crisi, devono ricorrere ad interventi esterni straordinari. Parole del presidente dell'Abi al convegno del mese scorso (al quale ero presente). UCG ha già ricapitalizzato, ISP si appresta a ricorrere ad una emissione straordinaria. Questi i fatti. :wink:
Sí, è verissimo, ma il punto è che la misura ante-crisi era largamente sostenibile; coi conti di oggi lo sarebbe ancora (vedansi risultati UCG), ma, considerate le nubi all'orizzonte, un buon risk management non potrebbe che imporre un rafforzamento. Per la precisione, il primo a chiedere sostegni è stato il Banco Popolare, coinvolto in seri pasticci interni (vedi Italease), segue ISP e solo dopo UCG che non ha certo problemi seri in Italia, bensí nell'Est Europeo. Difatti la banca italiana piú impegolata con la crisi sarà costretta a ricorrere anche agli aiuti di Stato austriaci. Ma, in ogni caso, non si tratta di salvataggio (concetto sottolineato in continuazione da chiunque nel mondo finanziario), bensí di porsi nelle condizioni di affrontare eventuali rischi maggiori in futuro. Dimostrazione ne è il comportamento isterico della borsa sul titolo UCG: se i trader avessero subodorato anche solo alla lontana il fallimento, i prezzi sarebbero precipitati al centesimo (com'è successo con alcune banche britanniche), altro che -71% in un anno! Invece i prezzi sono scesi fino a quando Monsieur Parfum non si è deciso ad annunciare la copertura coi Bond, Tremonti Bond; successivamente il mercato ha decretato che, con questi mezzi, la banca si dotava di strumenti atti a superare la futura crisi catastrofica che aleggia nelle menti particolari dei trader e... PATAPAM! +69% in una settimana... Isterie... Nient'altro che isterie... Il fatto è che nessuno sa cosa succederà: una situazione come questa non si è mai vista, come del resto è avvenuto durante tutti i cambiamenti significativi del passato. La gente ha paura del futuro perché c'è troppo benessere, poca cultura e pochi valori etici. Tutto si riaggiusterà, come sempre è avvenuto, nel giro di qualche tempo.
Questa è l'unica cosa certa. Ma il mercato è anche isteria, forse soprattutto isteria. Mr Market è un pazzo che a volte vende aziende buone a prezzi bassi ed altre aziende pessime a prezzi assurdi, no? Detto tra di noi, se UCG continuasse a fluttuare come sta facendo per un anno ci metterei la firma: anche un cane ci guadagnerebbe a due cifre.
Eh, me ne sono accorto... Con cosa operi? Directa? Fineco? Roba piú profi? Io per ora sono con Fineco, anche se nell'intra è il peggio del peggio.
Visto che è anche il mio lavoro, uso un programma proprietario realizzato appositamente secondo le nostre esigenze :wink:
Nooo, ma che figata!!! Anch'io sono andato vicino a farlo diventare il mio lavoro intorno al '90-'92; poi però un altro interesse ha prevalso, anche se la passione non è mai scemata. Complimenti davvero, ti invidio un po'!