Destra o sinistra non importa, basta mettere una persona seria e credibile a capo del governo e togliere quella caricatura che c'è adesso.
mi spiace, ma io non l'ho votato, e per come mi rappresenta, direi proprio che non è il mio premier. demagogia a sinistra? e a destra no? chi è che da 20 anni va al voto con false promesse e lo spauracchio dei comunisti? e le proposte concrete della destra quali sarebbero? il ponte sullo stretto? il bollo che dovevano togliere? le tasse che dovevano calare? + pilu per tutti? ah no, a te bastava la riforma della giustizia, il resto è ininfluente.
Prendendo anche spunto da cose lette nella discussione 'Mi sa che siamo nel mezzo di un nuovo 1929..' pare proprio che molti abbiano votato Silvio e lo voterebbero ancora per assenza di alternative, spauracchio che al Governo ci finiscano i comunisti. Questo fa proprio pensare che Silvio sia riuscito perfettamente nelle sue operazioni di marketing dell'azienda Stato, solo che, visto che sempre di marketing si parla, la fedeltà alla marca presuppone che essa faccia fronte agli impegni presi, alle promesse, etc. Le promesse di meno tasse, abolizione del bollo, di non entrare nelle tasche degli italiani, ... sono state mantenute? Le alternative ci sono, non sono a sinistra e nemmeno a destra, sono da ritrovarsi in una riforma fatta con i fiocchi da entrambe le parti di comune accordo, ma questa cosa non succederà mai, a meno che non si cambino le persone (e non sto dicendo che B. se ne debba andare, che tenti di risollevarci da questo periodo buio). Tanto per chiarire, avrei scritto le stesse cose se B. fosse stato di centro-sinistra e al Governo ci fosse la sinistra. Anche ciò che Bersani & C. hanno detto ieri sera, o qualche sera fa ('Noi ci inchiniamo al Tricolore, sacrifichiamo noi stessi per l'Italia, dovrebbero farlo anche gli altri' -non sono le testuali parole), fa veramente pensare: io non ci credo minimamente a questo 'slogan' atto solo a prendere più voti nel 2013. Nessun politico è disposto a sacrificare i suoi privilegi innumerevoli, il suo stipendio a sei zeri, la popolarità e l'immagine in tv per il bene del proprio paese. Alla fine, a destra e sinistra, sono tutti uguali: mettono in mostra idee diverse, stili di vita diversi, carattere diverso, ma le fondamenta sono le stesse identiche di un qualunque italiano: guardare nel proprio orto, volere che il proprio orto sia il migliore, non sacrificarsi per niente e nessuno e per ultimo, ma non meno importante, voler essere 'sopra' gli altri.
esiste una semplice legge di natura, il leone attacca sempre la gazzella piu' debole, ottiene la bistecca allo sforzo minore. e questo vale anche per la cosiddetta speculazione. attaccano il paese che cosiderano, a torto o a ragione, piu' debole. vorrei poi capire perche' si continua a parlare di speculazione. si tratta di signori dei fondi di investimento che sono pagati, profumatamente, per fare fruttare il piu' possibile i capitali dei propri clienti (e magari senza saperlo sei tu e sono io) quindi applicano tutte le norme che lo consentono, ergo stiamo parlando di libero mercato, o se preferisci di capitalismo e questa e' l'unica ideologia rimasta ed e' dominante, piaccia o meno.
....Sei un grande... /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20"> ....Quale, quella che tra un decreto e l'altro lascia sempre più liberi i mafiosi????? /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
Si parla di speculazione perché... tale è quella che stiamo vedendo adesso in ambito finanziario globale. Il problema sono proprio le norme che lo regolano, cui tu hai accennato. Imho una delle prime mosse da fare sarebbe privare di validità il "rating", per legge, che non è ammissibile che un ente che rappresenta investititori istituzionali stabilisca la solvibilità di stati o società in cui questi investono... Questo andrebbe fatto, per iniziare...
Che sta conducendo da anni a speculazioni allucinanti. Ricordiamoci inoltre di Parmalat, il cui rating era ottimo.
alt, un conto sono i possibili conflitti di interessi e su questo sono d'accordo. Il problema qui è più profondo, perchè se vai a levare il valore del rating poi come definisci il tasso free risk? Il caso parmalat ci ho avuto abbastanza a che fare ed era ancora diverso: non è stato tanto un problema dell'agenzia di rating ma piuttosto di dichiarazioni non corrette della società.
Dove non ci sono regole vale sempre la legge primordiale del più forte. PS: da quando in qua crediamo nelle regole?
secondo me se si parla di capitalismo non si puo' parlare di regole. il capitalismo e' allergico alle regole per definizione. e' il sistema che non funziona nel suo complesso, o anzi, forse funziona fin troppo bene nel senso che fa il suo dovere che e' quello di creare profitti. se poi questo significa sofferenza chi se ne frega.
IMHO le regole devono esistere ed è necessario farle rispettare affinche il capitalismo possa funzionare.
Strumento essenziale, ma anche esempio lampante di conflitto di interessi. Dato che sei pratico della materia, saprai meglio di me chi c'è dietro i vari S&P, Moody's, Fitch... Appunto. E poi, da un punto di vista di teoria generale, imho non esiste che un ente sostanzialmente di diritto privato, come l'agenzia di rating, possa "certificare" la solvibilità di uno stato sovrano. Imho è follia. Io nelle regole ci credo da sempre. Tu?
...Ma infatti non sto dicendo che non ce ne siano, anzi. Ce ne sono di diversi tipi. Quello che sto dicendo è che su questo rating (purtroppo/per fortuna) si basano tutta una serie di considerazioni
Io credo in quelle uguali per tutti che non si cambiano a partita in corso in base agli opportunismi.
Una analisi lucida e spietata di Mario Monti sulla situazione italiana e sulle responsabilità politiche: http://www.corriere.it/editoriali/11_agosto_07/monti-podesta_1a5c6670-c0c4-11e0-a989-deff7adce857.shtml