io invece ho apprezzato i "tempi politici" che ha avuto. l'antica scuola almirantiana fa valere i suoi insegnamenti... :wink: quegli idioti dei suoi ex colonnelli continuano a sbagliare, e politicamente "la pagheranno"
e allora si sara' deciso a defenestrare Silvio per prenderne il posto, come del resto avviene in tutti i partiti democratici del mondo, senza aspettare che sia il monarca Silvio a farne il delfino, dopo un lungo apprendistato di lecchinaggio. che poi per farlo sia stato costretto ad uscire dal pdl dimostra il grado di democrazia che vi e' in quel partito. in un qualunque partito la leadership deve essere contendibile. ma evidentemente nel pdl non e' possibile.
Mai dire mai :wink: le monetine, non molto tempo fa, arrivarono eccome :wink: Vero, però non posso perdonargli di essersi asservito al berlusca per tutti questi anni. :wink: Io credo che Almirante avrebbe mollato Berlusconi molto tempo prima..
Ho seguito poco i discorsi di Perugia, adesso mi sintonizzo alla TV e cerco di capire. Fini non è esente da pecche, adesso ci fa comodo perchè serve a far cadere il trono del Berlusca, manon è persona limpidissima fino in fondo. Circa un anno fa mi è stato raccontato da un cliente che ha il cognato ex senatore di MSI e AN che Fini è un grandissimo avido. I fatto di Montecarlo non smentiscono questa tesi. Inoltre, perchè ha chiuso i battenti di AN per confluire nel PDL se sapeva che il milanese è un pirla totale? Fino alla svolta di Fiuggi l'ho seguito, anche se alcuni aspetti non li ho condivisi tipo vergognarsi del passato con la mano destra alzata. Rimane un politico di classe a parte rispetto al resto e quindi in un contraddittorio o di fronte ad una platea rimane un animale da palcoscenico. La mia stima nei confronti di Fini è in risalita adesso, ma la vetta è lontana. Come posso dimenticarmi che ha figli dalla Tulliani ad esempio? E' forse meglio di Ruby? Almeno il fratello di Ruby non lo conosciamo! Ahahah! Sono in stand by, votassi domani ancora non me la sentirei di dare fiducia a Gianfranco.
sì è vero, infatti Gianfranco Fini dovrebbe permettere al suo gruppo di dare un segnale preciso nelle sedi istituzionali : sfiducia. Ma si sa ...nessuno vuole il cerino tra le mani quando si sta spegnendo... E dato che B. è uno specialista del piagnisteo (oltre a tutto il resto...!) già lo si può vedere raccogliere i cocci del suo "partito" di plastica indirizzando stavolta i suoi strali contro il "traditore" ecc. ecc. ecc.
Quoto. Il discorso di Fini a me è suonato molto come uno slogan elettorale: la sfiducia strombazzata, le dimissioni (?) dei sottosegretari, il tutto nel corso di un convegno e al di fuori delle sedi istituzionali... La sfiducia si vota, non si annuncia, salvo il caso che non costituisca il mezzo per arrivare ad accordi o cercare di raggiungere percentuali decenti nei sondaggi -perchè il riferimento al cambiamento della legge elettorale non è stato per caso...-. Lo stesso vale per la rimessione degli incarichi da parte dei "suoi": da quando in quà ci si dimette comunicandolo al Presidente della Camera????. Ridiamoci su che è meglio In tutta quella inammissibile confusione istituzionale, una cosa giusta Gianfranco l'ha detta: il Governo galleggia. Ilvio dovrebbe darsi una mossa -recte: avrebbe dovuto da mesi- o tornare al voto, subito.
E' vero, dovrebbe. Peccato che senza campagna elettorale -e il discorso di Perugia serve solo a quello- conterebbe meno di zero nel nuovo parlamento. Per Fini c'è un imperativo solo adesso: fare "share".
Gianfranco? Mah... arriva tardi, che non è che ci siano state molte evoluzioni ultimamente. Alle prese di coscienza tardive non credo mai più di tanto, soprattutto quando hanno il pregio di far dimenticare certi aspetti non specchiati del neo-redento...
Ha ammesso candidamente che è stato un errore, quanti altri politici ammettono i propri errori? Inoltre c'è un discorso di allineamento di idee fra noi e chi ci governa: legalità, leggi uguali per tutti, azione sociale, ecc. ecc. ecc. Ok che pochi mantengono le promesse, ma il qualunquismo e il considerarli tutti uguali è la vera fine, significa arrendersi.
E certo, è stato un errore. Evidentemente aveva altre idee rispetto a Ilvio e Umberto e se ne è accorto dopo -quanto dopo diciamo che lasciam correre...-. Ma la Bossi-Fini, per dirne una, dove la metti?
Guarda, è inutile discutere, sei dichiaratamente di parte quindi qualsiasi argomento scade nella propaganda di parte in maniera piuttosto indipendente dai fatti. Prendi atto del fatto che la penso in maniera diversa da te e preparati a offrirmi la mangiata di pesce
La mangiata di pesce te la offro. Sempre che non tocchi a te pagare...:wink: Sull'essere di parte, mi sembra lo sia anche tu, ma la mia non mi pare propaganda, ma una riflessione anche abbastanza sensata: Fini sta facendo il suo spot elettorale e, nel recitarlo, tende a dimenticare alcune sue posizioni, anche recenti, molto diverse da quelle proclamate a gran voce ieri. E' interessante un articolino de Il Giornale, in dieci punti sullo stile tanto amato da Repubblica, dove -pur essendo marcatamente di parte- vengono mostrate contraddizioni poco discutibili: Roma «Comprereste un’auto usata da quest’uomo?». Si può rivolgere al democratico Gianfranco Fini la stessa domanda che i democratici Usa posero a Nixon nel 1974. La risposta è articolata. Troppe volte Gianfranco ha cambiato bandiera e opinione, mentito, taciuto, brigato perché si possa dargli credito. No, un’auto usata non si può comperare e nemmeno un appartamento a Montecarlo perché l’ha già venduto. Appalti. «Bisogna cambiare le regole per gli appalti in modo da garantire legalità e trasparenza ». Come dar torto a Fini? Peccato che l’ottimo presidente della Camera abbia fatto ottenere alla suocera un contratto in Rai ( cioè un appalto)ingerendo direttamente nell’azienda e che abbia procurato anche qualche minuscolo affare al «cognatino» per il quale aveva cercato un «minimo garantito » pur se non iscritto all’albo fornitori Rai. Casini-Crisi. «È impensabile immaginare che l’Udc arrivi gaudente » a sostenere la maggioranza, il premier deve «aprire la crisi» ed «evitare una logica mercantile». È la contraddiziog ne più evidente: Fini rinfaccia a Berlusconi di volerlo sostituire coi centristi, ma è il primo a voler mercanteggiare un governicchio pur di archiviare il Cavaliere. Etica. «Credo che questo decadimento morale sia la conseguenza della perdita di decoro e ri gore di quelli che sono i comportamenti di chi è chiamato a essere di esempio», ha rimarcato il presidente della Camera riferendosi al caso-Ruby. Belle parole ma vuote, soprattutto, se a pronunciarle è colui che ha svenduto un appartamento di Montecarlo di proprietà del suo partito a una società offshore che fa indirettamente riferimento al «cognato Giancarlo Tulliani. E che continua imperterrito a restare sullo scranno più alto di Montecitorio nonostante sia acclarata l’illiceità del comportamento. Falchi & Colombe. «Non ci sono falchi e colombe», ha ripetuto ieri.I fatti lo smentiscono. Il povero ministro Ronchi s’è sgolato a rivendicare «quanto di buono ha fatto il governo» e a sottolineare che «bisogna rafforzare il bipolarismo». Per «duri» Briguglio, Bocchino & C bisogna «cogliere l’attimo» per uccidere politicamente il Cav. No, non ci sono falchi e colombe. Sarà stato per qualche altro motivo che qualche giorno fa Granata e Moffa sono venuti alle mani durante un pranzo. Gay. «Rispettare la persona vuol dire che non si possono distinguere etero e omossessuali ». Ormai gli italiani lo sanno Fini combatte a favore dei diritti della comunità gay. Quello stesso Fini che nel 1998 aveva affermato che «un omosessuale dichiarato non può fare il maestro». Immigrati. «In Europa non c’è movimento politico così arretrato come mi sembra il Pdl, allevato alla peggior cultura leghista ». Certo, oggi Gianfry è il teorico della cittadinanza breve. Ma quando raccolse l’eredità almirantiana si proponeva come obiettivo «preservare l’identità culturale e razziale dell’Italia» contro un certo «sindacalismo comunista», contro Confindustria e «qualche prete trafficone». Intercettazioni. Il governo «non ha preso coscienza delle priorità nell’agenda degli italiani, altro che il ddl intercettazioni ». Oggi Gianfry è un idolo dei giustizialisti e delle toghe rosse, ma quando con la magistratura ebbero a che fare la ex moglie Daniela Di Sotto e il fedele ex portavoce Salvo Sottile nel 2006 il presidente della Camera non fu così leguleio. «Posso capire l’intercettazione di una persona già indagata, ma quando ci sono persone che non c’entrano nulla che hanno solo la colpa di essere mia moglie... È una questione p che riguarda la civiltà di un Paese ». Oggi Fini non è più chiamato in causa e, quando lo è, fioccano le richieste di archiviazione dei pm, perciò la regolamentazione delle intercettazioni non è più una priorità. Legge elettorale. «Non c’è patto di legislatura se non si ha il coraggio di cancellare una legge elettorale che è una vergogna ». Questo è il Fini di Bastia Umbra, ma basta andare indietro di cinque anni e si ritrova il vicepremier Fini Gianfranco difenderne la riforma. «La legge elettorale proporzionale affermava- è garanzia della difesa della sovranità dei cittadini nelle urne perché se cade la maggioranza, si torna subito al voto». L’esatto contrario del semi-ribaltone prospettato alla convention di Fli. Personalismo. «Altro che rancori personali. Gli uomini passano, le idee restano. Per questo non vi chiederò mai di cantare “Meno male che Gianfranco c’è”». No, il signor Tulliani non fa una politica personalistica. È contrario al culto della leadership. Anche per questo si è fatto un partito a suo immagine e somiglianza nel cui simbolo più della metà dello spazio è occupata dal suo nome. Regole. «Creare un partito di centrodestra che si caratterizzi per un maggiore rispetto delle regole, delle istituzioni», ha pontificato ieri sul Welt am Sonntag. Certo, un partito come An dove tutti i temi erano decisi e stabiliti dal presidente e dove tutti gli «incarichi» dei colonnelli furono azzerati nel 2005 perché sorpresi a criticare privatamente il gerarca Gianfry. Sinistra. «Non saremo mai subalterni alla cultura della sinistra». Eppure è proprio a sinistra che ieri Gianfranco ha trovato i principali estimatori a cominciare da D’Alema passando per il veltroniano Tonini («È un nuovo Lingotto») per finire con Di Pietro che gli chiede di appoggiare una mozione di sfiducia. E pensare che qualche anno fa bacchettò le intemerate Udc dicendo che «se una dichiarazione di Casini crea entusiasmo nel centrosinistra, forse è sbagliata». Zattera. «Fli non sarà certo An in piccolo, ma non sarà nemmeno una sorta di zattera della Medusa pronta a accogliere naufraghi di ogni stagione. Porte aperte a tutti esclusi affaristi e carrieristi ». Quando si dice predicar bene e razzolar male. In Parlamento Fli ha accolto tra i suoi ranghi Giampiero Catone, ex Udc con alle spalle un arresto per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, mentre tra i consiglieri beneventani recentemente arruolati ce n’è - a detta della pidiellina Nunzia De Girolamo«uno condannato per insolvenza fraudolenta, uno con una serie di rinvii a giudizio e uno che ha illuso un sacco di lavoratori con una fabbrica che era un bluff». Ma, per favore, non chiamatela «zattera della Medusa» E poi, tra le tante, visto che Fini ha tanto parlato di responsabilità, esattamente come si inquadra un Presidente della Camera ancora in carica dopo essere uscito dal partito di maggioranza, che proclama la sfiducia ad un convegno -e il ruolo del Parlamento a chi lo lasciamo?-, che riceve le dimissioni di sottosegretari, sempre al convegno -inammissibile confusione istituzionale:wink:-? No, per sapere...
Basterebbe che guardassi in casa tua (politicamente parlando) e capiresti che il silenzio sarebbe la cosa migliore. Se per parte intendi quella dei cittadini, che non si identificano con nessun politico, allora in effetti porei essere di parte. Gli schieramenti e le propagande li lascio volentieri agli altri.
eh ! belle considerazioni...Parlamento...Istituzioni... girale un pochetto a chi sai bene... Almeno (almeno!) Gianfranco Fini sembra uno dei pochi a non temere l'ira del sultano e dei suoi pretoriani... altro che Bossi : un altro che sempre più si dimostra "tutto chiacchiere e distintivo"...