...c'era crisi /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20"> è già tanto che non siamo finiti come grecia o argentina
E parole si. Ma non tutte, io pago il 33% di tasse, mentre gli evasori hanno avuto il condono fiscale pagando il 5% Questi son fatti, non pugnette. [YOUTUBE]QLKI1TpLOZc[/YOUTUBE]
Anche fra cercare di invertire la tendenza dei conti pubblici creando avanzo primario e continuare a ipotecare il futuro del paese facendo nuovo debito ci passa una grande differenza.
Sono curioso di ascoltare cosa dirà oggi alle 14.30 il presidente Fini ospite del programma In 1/2h di Lucia Annunziata, in onda su RAI3 Lo scontro si sposta in televisione, sembra infatti che il prossimo martedì, G. Fini sarà ospite a Ballarò. Fino ad ora ho letto con attenzione il 3d, molto bello, apprezzo lo sforzo di tutti per mantenere dei toni non da bar. A volte la politica fa nascere tanta passione (meno male), ma i toni devono secondo me, essere civili, si può pensarla in modo opposto ma rispettarsi. Come molti sanno sono di SX, ma ritengo che tolta l'anomalia (tutta Italica) b si possa andare avanti serenamente con il dialogo. :wink:
All'inciviltà si risponde con la civiltà o, al limite, non si risponde affatto. Essere ignorati fa molto male /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20">
...purtroppo se questa inciviltà è al "comando" qualquno deve pur far qualcosa...IMHO non si può e non si deve rimanere a guardare o essere indifferenti mentre violentano un Paese.
La tua è un'opinione, rispettabile come tutte le altre, ma sostenere che il Paese è violentato o, come sento ogni tanto alla radio, che è in pericolo la democrazia mi suona come caccia alle streghe. E lo dico pur non avendo nulla in comune con l'attuale maggioranza.
..una cosa è certa....chiunque governi ci sara sempre qualcuno che non è daccordo...secondo me fa piu male al paese continui cambi di direzione,che,non arrivando mai a destinazione e diventando quindi improduttivi danneggiano e basta,lasciando strascichi nel tempo...
Mi capita abbastanza spesso di sentire discorsi catastrofisti sulla situazione italiana. In larga parte condivido solo che non vedo il nostro Paese sull'orlo del baratro; non penso siano in pericolo le istituzioni democratiche e anche gli attacchi alla stampa libera sono imho destinati all'insuccesso considerando le potenzialità della rete. Anche il mio è un discorso in generale :wink: Condivido pienamente il tuo appello all'apertura della mente e al fare qualcosa...
I tentativi ci sono però, subdoli e mascherati. A me fa impressione vedere la facilità con cui alcune persone si fanno plagiare, e non mi riferisco tanto a una parte politica piuttosto che a un'altra, parlo in generale
Hai ragione, purtroppo la storia Italiana e non solo ci insegna che il popolo è facilmente influenzabile, altrimenti non si spiegherebbero i fatti avvenuti in Italia nel ventennio ed in Germania, ci sono molteplici esempi ma i due citati credo rendano l'idea. In Italia però lo stesso popolo (buona parte di esso) ha combattuto per ripristinare la democrazia, proprio oggi è il 25 Aprile, dobbiamo ringraziare gli alleati di aveci dato una mano a liberarci dei nazifascisti, però con la resistenza, che era composta da molti colori politici, noi Italiani abbiamo riconquistato l'onore perduto nel ventennio. Rileggendo ciò che ho scritto, mi rendo conto di essere andato un filo OT, me ne scuso. :wink:
...a proposito di creduloneria......... oddio...leggete cosa scrive quello scellerato impostore comunista sovietico e direi anche giudice di Travaglio!!!! L'importanza di chiamarsi Umberto..... di Marco Travaglio Oltreché il più abile, Umberto Bossi è anche il politico italiano più fortunato. Da almeno 25 anni, grazie all’insipienza dei suoi cosiddetti avversari e alla creduloneria dei suoi elettori, tiene in piedi un partito senza senso che non potrebbe esistere in nessun altro paese del mondo. Pokerista maestro del bluff, si ritrova al tavolo altri giocatori seduti al tavolo con lui che non vanno mai a vedere. Così lui vince sempre, anche se in mano ha una coppia, spesso manco quella. Diplomato per corrispondenza alla scuola Radioelettra, studente svogliato e scarsino a Medicina, nei primi anni ‘60 Bossi aveva all’attivo un paio di esami, ma ogni tanto, racconta la sorella, dava una festa di laurea e gabbava tutti uscendo di casa con la valigetta da medico condotto, salvo poi girare l’angolo per raggiungere gli amici al biliardo. Difficile, all’epoca, distinguere la sua vocazione politica dall’esigenza di sbarcare il lunario senza lavorare. Le idee erano piuttosto confuse, tant’è che il giovin Umberto partì dalla sezione Pci di Samarate (Varese); poi conobbe Bruno Salvadori, capo dell’Union Valdotaine, e s’infatuò dell’autonomismo; nel 1980 fondò l’Unione Nordoccidentale Lombarda per l’Autonomia, poi la Lega Autonomista Lombarda, poi la Lega Lombarda, che a fine anni ‘80 confluì con altri gruppetti nordisti nella Lega nord e approdò in Parlamento nell’87. Ebbe una funzione storica positiva due volte, quando seppe pensare in grande, da partito nazionale: accompagnando il crollo della Prima Repubblica con Tangentopoli nel 1992-‘93 e rovesciando il primo governo-regime di Berlusconi nel ’94. Oggi la Lega è il partito più antico su piazza. Senz’aver mai superato il 12% dei voti validi, da 15 anni fa il bello e il cattivo tempo, tiene in pugno Berlusconi e il Pdl, decide chi vince e chi perde le elezioni, impone leggi razziali e incostituzionali sull’immigrazione e, in sede locale, ordinanze che violano gli elementari diritti umani nel silenzio delle autorità nazionali ed europee. Ma, dei punti qualificanti (si fa per dire) del suo programma, non ne ha mai realizzato uno. E’ la sua fortuna. La secessione (nelle più pittoresche versioni: le cinque macroregioni di Miglio, le tre maxiregioni di Speroni e via delirando) sarebbe stata una jattura, ma nel ‘98 fu scongiurata dall’aggancio dell’Italia all’Ue. Bossi ripiegò sulla “devolution” modello scozzese, senza sapere cosa fosse. Una boiata pazzesca che divenne legge costituzionale, ma per fortuna (anche sua) non entrò mai in vigore, perché spazzata via nel referendum del 2006. Lui, finito un mantra, se ne inventò subito un altro: il “federalismo fiscale”. E il popolo padano sempre dietro, plaudente e adorante sotto il palco di un capo che lo intorta con frasi vuote ma altisonanti e patacche da teleimbonitore, tipo la moneta padana (il “Calderòlo”), l’asta delle zolle di Pontida, la banca padana Credieuronord (fallita appena aperta: 8 milioni di buco, centinaia di risparmiatori truffati, gli amministratori leghisti salvati dall’ottimo Fiorani). Ora che il federalismo fiscale è legge-delega, l’Italia rischia di trasformarsi in Stato federale senza che nessuno sappia se ci guadagneremo o ci rimetteremo. Tremonti, sui costi dei decreti attuativi, allarga le braccia: “Siamo nell’imponderabile”. Sartori giura che sarà un altro salasso. Il peggio che possa capitare a Bossi è che il federalismo si realizzi: lui dovrebbe inventarsi un altro traguardo per spingere in avanti la frontiera padana; e, soprattutto, la gente costretta a pagare più tasse se la prenderebbe con lui. Potrebbero persino materializzarsi i celebri “300 mila padani armati di fucile”: contro di lui, però. Per questo, sotto sotto, l’Umberto è felicissimo del divorzio tra Berlusconi e Fini (che chiede di rivedere proprio il federalismo). Così potrà tenere coperto un’altra volta il suo bluff, strillare alla vittoria mutilata, prendersela con Roma ladrona che “blocca il cambiamento” e campare di rendita per un altro po’, cogliendo pure un’ottima scusa per scaricare il Banana ormai marcio fradicio. Un genio.... (Il Fatto Quotidiano del 25 Aprile 2010)