Ho acquistato questo libro a seguito di una recensione di Daria Bignardi http://bignardi.style.it/archive.php?eid=210 e l'ho letto durante l'week-end . E' un libro breve di neppure 200 pagine, scritto in un linguaggio veloce, essenziale ma molto curato . Il maschio di questo romanzo " è un poligamo recidivo ed impenitente, ma anche padre capace di tenerezze e di attenzione, un marito allegro ed appassionato. Il sistema in apparenza è semplice, basta scomporrere le giornate in segmenti per cercare di vivere molteplici vite: frammenti di tempo, storie parallele, frazioni di felicità possibile... per non parlare del sesso, che è un pensiero costante: un'ossessione, una consuetudine, un linguaggio, un modo per entrare in contatto con il mondo esterno" Lo consiglio un pò a tutti, in particolare alle donne (poche ) del forum, perchè questo maschio meridionale, che definisce il suo immaginario erotico elementare, " il punto più basso della scala evolutiva della contemporaneità" , a mio parere risiede un pò in ogni maschio :wink: ed in questo libro ho ritrovato fissate con poche parole sensazioni prima solamente percepite. Impagabile la descrizione del rapporto con la figlia , dello stupore legato alla scoperta che il tempo passato con lei " era un tempo legittimo, non un tempo di passaggio, ma era tempo da vivere, che non stava sottraendo niente a niente " La separazione del maschio - Francesco Piccolo Edizioni Einaudi euri 17,50
grazie per il suggerimento.....ma quella frase mi pare piuttosto "bassa"...:wink: chiuso l'OT e la polemica!
Grazie Giobbe per avermi letto con attenzione anche quando tento di non scrivere caxxate ; la prima parte della frase definita bassa è presa dal libro, è l'autodefinizione di un maschio 40enne scrittore, se ben ricordo, casertano e quindi è inutile, da parte mia, giustificarla. La seconda parte del periodo, relativa alla generalizzazione delle caratteristiche del maschio del libro a tutti i maschi , è invece un commento personale :wink:; mentre lo scrivevo ho prestato la massima attenzione a non usare la parola uomo , uomo è l'evoluzione culturale, sociale e morale del termine maschio, maschio per me ne è l'accezione biologica e testosteronica, se si può dire. Non credo di offendere alcuno affermando che in ogni uomo c'è un maschio predatore, conquistatore, biologicamente teso alla conquista del maggior niumero possibile di femmine; ma il maschio del libro è sociale , si trova a dovere fare convivere gli istinti primordiali con il sentimento ed a chiedersi se non confonda sesso con sentimento, e se potrebbe vivere senza uno o senza l'altro. Insomma, potrebbe piacere anche a te questo libro
Per essere maschi basta essere in grado di avere un'erezione in presenza di una donna che si ritiene attraente, per essere Uomini serve invece farsi un culo come una capanna (penso che il francesismo renda l'idea) :wink:
Mi sento chiamato in causa!!! Dovrò leggerlo anche perchè dalle informazioni fornite da goldie, mi sembra molto, molto interessante:wink:
sinceramente il discorso del maschio predatore lo trovo ormai obsoleto,le donne prendono sempre più l'iniziativa,ed anche quando nn è richiesto....insistendo,come una volta era prerogativa del maschio... cosi' come altro stereotipo è quello del maschio meridionale,nn nego,che forse la maggioranza sia cosi',o forse semplicemente quel tipo di maschio meridionale,per il proprio modo di fare,risalta maggiormente,ma ci sono molti che nn prediligono questo comportamento,anzi lo evitano....
immagino che l'autore si riferisca a se stesso per quanto corcerne quest'aspetto. Io mi ritengo creato per un'immaginario divino, ed è al divino che tendo, senza posa, in ogni gesto. "Non bisogna dar retta a coloro che consigliano all'uomo, poiché è mortale, di limitarsi a pensare cose umane, e mortali. Ma al contrario dobbiamo comportarci, e vivere!, secondo la parte più nobile che è in noi." -Aristotile- ecco, questa è una lettura che suggerisco io.
l'uomo è la sintesi dell'anima ancestrale e del sostrato culturale, sociale e morale, che tuttavia sul primo insiste e senza di esso non potrebbe essere. E tuttavia questi aspetti sono complementari; l'idea di un personaggio che sia solo "sociale" è riduttiva e svilente per l'idea di Uomo.
E' su questa affermazione che vorrei soffermarmi. E' innegabile il fatto che sia insito nella natura,prima di tutto biologica, del "Maschio",una maggiore contestualizzazione sessuale e fisica del mondo che lo circonda. Come hai giustamente anche tu osservato,il maschio propone quotidianamente la sua posizione di predatore(sessuale) dell'altro sesso...asserendo l'importanza dell'equazione; piu' femmine "conquistate"= piu'forza e maggiore superiorita'nei confronti dei suoi simili.....cosa questa che,tra l'altro, ha acquisito notevoli sfacettature a causa del nuovo contesto socio-culturale in cui si trova introdotta che,frequentemente, va a rimodellarsi. Ma e' la riduttivita' del pensiero femminile che un po' mi rammarica,mi spiego meglio; (Non e' un'osservazione diretta a te si intenda:wink:) E' stato pacificamente affermato,che il punto di vista femminile verso il maschio ha assunto,soprattutto in questi ultimi decenni,un postulato deifinito aprioristicamente...un fatto questo che ha sortito l'effetto di predeterminare costantemente la figura maschile,riducendola spesso(e non sempre in assoluto),ad un animale la cui prima e basilare necessita' e' quella di soddisfare i proprio istinti sessuali. Non nego che in parte questo sia vero,ma considero questa posizione tanto radicale e piena,da limitare la stessa figura maschile. Ultimamente si e' soliti elogiare le doti cerebrali della donna,in contrapposizione a quelle istintive e primordiali dell'uomo. E' su questo punto che dissento,affermando di contro,che e' piu' che mai in questi utlimi anni che,semmai,la donna, ha definito l'eccezzione a tale consuetudine(da lei peraltro stabilita) di ridurre l'uomo a quel tipo di giudizio. Oggi sono cresciuti in maniera esponenziale gli appartenenti al gentil sesso che si sono convertiti ad una forma o meglio ad un approccio differente con il contesto della sessualita',risultando spesso,ancora piu' radicate e materiali dello stesso maschio. Come ho sempre sostenuto,e' la maggior scaltrezza della donna, che continua cmq a preservare la sua posizione diciamo cosi' favorevole" in questa diatriba.:wink: Una piccola osservazione che mi sono sentito di fare,e che,come sempre,riguarda un personale punto di vista indubbiamente opinabile:wink::wink:
Ragazzi, tra Ari (stotele), l'anima ancestrale ed il postulato definito aprioristicamente stasera non ci capisco più nulla , ma non è meglio se tornate a trombare come vi viene tanto bene spontaneamente?
la tettona l'ho vista anch'io , da donna mi sono subito chiesta come farà a tenere sotto controllo tutta quella roba lì
