"E allora scusami ma sei duro." mi auguro tu volessi dire " un duro"; in caso contrario.... cominciamo? finite le argomentazioni più o meno fondate, si passa alle questioni personali; potrei dirti che il tuo è l'atteggiamento del tifoso; ma non lo faccio; ti dico semplicemente che se vuoi discutere sull'argomento da me iniziato citandomi devi usare le buone maniere; tu credi che non saprei usare lo stesso tono?
il prestito viene concesso dalla Banca; la garanzia dallo stato; credi che la banca lo concederebbe senza questa garanzia?
nei limiti di quanto lo stato ha stanziato per queste situazioni; il fondo non è illimitato; la garanzia è subordinata all'autorizzazione del tesoro; quindi lo stato ha il diritto di concedere o meno la garanzia; destinando le risorse ad altri settori che ne hanno maggiore bisogno; FCA ne ha bisogno? se si, si trova in un stato difficile; se no, le risorse vanno destinate attentamente
https://www.facebook.com/watch/live/?v=672630506926056¬if_id=1589821542273034¬if_t=live_video tutti imbecilli ovviamente...
allora non ci sono problemi, FCA avrà comunque il prestito; ma mi domando perchè la banca l'abbia sollecitata
No no, intendevo proprio che sei duro a capire la differenza tra società con sede legale e fiscale in Italia e i suoi soci che possono essere uno, cento o mille e di qualunque parte del mondo, poli compresi. Io non finisco le argomentazioni, finisco la pazienza che è diverso.
E tanto per chiarire quanto io possa essere a tuo dire, il che è già tutto dire, tifoso, ti esorto a leggerti quanto scritto in precedenza.
ecco un altro che non si adegua; Pubblicato il: 18/05/2020 11:56 "Siete talmente appecoronati ai grandi gruppi che non riuscite neanche a fare un negoziato come Dio comanda". Così in un tweet l'ex ministro dello Sviluppo economico e leader di Azione, Carlo Calenda, replicando sul tema Fca al leader di Italia Viva, Matteo Renzi che in precedenza aveva scritto sempre su twitter: "Bene FiatChrysler che chiede un prestito alle banche da 6 miliardi per tenere aperte le fabbriche in Italia. Sbagliato evocare 'poteri forti' e 'interessi dei padroni'. E' un prestito che serve a investire in Italia: che male c'è? Mi sarei preoccupato se non lo avesse fatto'. Calenda in una serie di tweet spiega "in parole semplici" a Renzi: "1) Fca non ha mai rispettato il piano degli investimenti previsto per l’Italia; 2) avrebbe la liquidità per sostenere il gruppo ma la tiene nella capogruppo per distribuire un maxi dividendo pre fusione Psa; 3) quel maxi dividendo non verrà tassato; 4) nessuna casa automobilistica Ue tranne Nissan/Renault ha sede fuori dal proprio paese; 5) il programma Sace ha rilasciato 6 garanzie per 40 milioni. Ci sono migliaia di imprese con sede in Italia che aspettano 6) non serve a finanziare i fornitori ma a pagargli il dovuto. 7) siete talmente appecoronati ai grandi gruppi che non riuscite neanche a fare un negoziato come Dio comanda, 8) Repubblica che fino a ieri sosteneva la linea Landini vs Fiat (sbagliata) da quando è stata comprata da Elkann dipinge Fca come una onlus".
nessuno ti obbliga a partecipare; vai per la tua strada; adesso chiamerai la mamma; uha mi ha fatto la bua; tu invece sei uno che parla per arieggiare i denti
E la capogruppo perché non dovrebbe farlo, visto che sono soldi fatti con gli investimenti degli azionisti? Ah gli azionisti per 10 anni esatti non hanno preso un euro di dividendi. Calenda dov'era all'epoca? Ah faceva il ministro vero FCA non è solo italiana, diglielo a Calenda
Fca Italia, cioè Fiat-Chrysler, ha chiesto all’assicurazione pubblica Sace – come previsto dal “decreto liquidità”, previa però autorizzazione del Tesoro – la garanzia statale sull’80% di un credito da 6,3 miliardi di euro da usare per le sue attività italiane: questo le permetterà di pagare meno interessi; 2) Fca ha sede legale in Olanda e fiscale a Londra; 3) Exor – che controlla Fca insieme a 16 giornali (Repubblica, Stampa, etc) e cosette tipo la Ferrari – ha sede in Olanda, come l’accomandita Giovanni Agnelli che controlla Exor. Tradotto: gente che – in modo del tutto legale – si sceglie assetto giuridico e fiscale su un menù gentilmente messo a disposizione da Stati compiacenti, ora chiede garanzie a un Paese a cui sottrae base imponibile. Se qualcuno però fa notare che, in cambio, potrebbe riportare la sede fiscale in Italia o assumersi qualche impegno (tipo pubblicare i suoi bilanci divisi per nazione per sapere cosa fa e dove), apriti cielo: giornali che hanno raccontato chi prende il Reddito di cittadinanza come un fannullone succhiasangue – “non si vive di soli sussidi”, tuonava ancora ieri il direttore de La Stampa e, s’intende, i sussidi dei poveri – o commentatori che trovano scontato che, se prendi qualche miliardo dall’Ue, tu debba dare in pegno i primogeniti, oggi vergano elegie “all’operazione di sistema”. Repubblica, del tutto casualmente proprietà di Exor, ci spiega che questo prestito è “una formula innovativa che aiuterà migliaia di imprese”. Fca, infatti, userà i soldi per pagare stipendi e fornitori, che – par di capire – altrimenti non avrebbe pagato e quei soldi daranno “una spinta forte all’economia del Paese”. Capito? Manco gli servono, lo fanno per noi e questo “mette in secondo piano le polemiche di queste ore” sulle sedi (e le tasse) all’estero. D’altronde, così fan tutte: “La scelta di spostare la sede fuori dall’Italia è stata ed è comune a molte multinazionali italiane, compresi gioielli come Ferrero e Luxottica”. Su La Stampa, stessa Exor, ci spiegano invece che questa è una “misura a sostegno di tutto il settore dell’auto” e poi, anche loro, che lo fanno tutti: “In Francia 5 miliardi per Renault” (che, per amore di cronaca, ha sede in Francia e lo Stato come azionista) e “Berlino puntella il settore aereo” dando “9 miliardi” a Lufthansa (per carità di patria non ricorderemo cos’hanno scritto su Alitalia). Ma non di solo conflitto d’interesse esplicito vivono i giornali: ci sono anche quei dettagli che deliziano gli intenditore. Sul Corriere di Cairo, già della Sera, in un pezzo sulla vicenda improvvisamente si spiega che il prestito è “coerente con la missione di Intesa Sanpaolo nel supportare l’economia del Paese”. Parliamo della banca che fu azionista di Rcs e oggi è il suo principale creditore. L’ad, Carlo Messina, ad aprile si rivolse così agli imprenditori con capitali all’estero: “È l’ora di far tornare i loro soldi nelle aziende, ricapitalizzarle per contribuire ad accelerare il recupero del Paese”. Di più: quei soldi “devono servire solo per pagare affitti, fornitori e preservare l’occupazione (…) Imprenditori con notevole ricchezza accumulata dovrebbero lasciare le garanzie di Stato ai settori deboli”. Messina, che come Bruto è un uomo d’onore, sicuramente ricorderà queste sue parole a John Elkann prima di staccargli l’assegno. Condividi: