Tra i due mali, se lo stato negasse (se potesse) la propria garanzia e di conseguenza la concessione del credito, sarebbe ahimè anche peggio. Pensa alle conseguenze sociali.
numerose volte, anche se la mia "incazzatura " non ha sortito alcun effetto; questo non mi impedisce di valutare anche altre situazioni; proprio per le ragioni che dici
No. Il punto focale è proprio questo: non può impedire ad un soggetto di accedere, avendone i requisiti, alle garanzie che il governo stesso ha previsto.
garanzie che non possono essere frutto di valutazioni sui singoli, che è quello che chiederebbe Giacomo
Ma ne converrai che una cosa sono soldi versati (e persi), un'altra sono garanzie prestate (con rivalsa sul garantito). Non hanno lo stesso impatto finanziario.
le" conseguenze sociali" sono il solito ricatto dei signori di FCA come accaduto in passato; il fatto è che queste aziende hanno contato sempre su governi compiacenti facendo balenare l'eventualità di problemi occupazionali; questo si chiama ricatto; se anche questo governo si comporterà allo stesso modo, gli italiani perderanno quel residuo di fiducia che avevano, quante sono le aziende italiane( piccole, medie o anche grandi) che potrebbero beneficiare di queste risorse
se ci fosse una qualche forma di garanzia da parte di FCA, sia sulla restituzione del prestito ( magari concessione di un certo numero di azioni in deposito) sia sull'uso di questi finanziamenti e anche sui livelli di occupazione in italia la cosa potrebbe assumere un aspetto diverso; questo mi sembrerebbe ragionevole
Si può anche vedere come un ricatto, ma è la più grande azienda italiana, al netto di quanto già detto. E negare un aiuto non sarebbe un dispetto a manager e azionisti o un'opera di giustizia dopo quanto già erogato in passato, ma in primis un danno ai lavoratori. Ma comunque non è consentito allo stato negare la propria garanzia, quindi il problema non si pone.
E perché dovrebbe chiedere queste garanzie solo ad FCA Italy Spa, e non anche a tutte le altre aziende che accedono a questa forma di credito (sicuramente meno solvibili)? Due pesi due misure?
" Ma comunque non è consentito allo stato negare la propria garanzia, quindi il problema non si pone." e da cosa si evince quest'obbligo?
no e perchè; certo dipende anche dall'entità se vado in banca per avere un prestito per l'acquisto di una macchina è una cosa; se vado per comprare un appartamento è un'altra; le garanzie richieste saranno molto diverse
Il testo (per una volta!!) è piuttosto chiaro, lo stato - tramite Sace Spa - garantisce tutti i prestiti nei limiti del 25% del fatturato (entro il tetto di 25,2 miliardi). Senza esclusione alcuna. Potrebbe semmai, lo stato, imporre alcune clausole quali il divieto di distribuzione di dividendi finché il prestito è in ammortamento, ad esempio. Ma cambia poco il succo del discorso. Rimane poi da considerare il fatto che con la fusione con PSA in corso, devono presentarsi con le spalle belle larghe (-> liquidità in cassa). E qui si apre un'altra parentesi, perché PSA è partecipata dallo stato francese, ma questo è un altro discorso, già ci stiamo incasinando abbastanza
Giacomo, ti chiedo un'altra cosa. Se la multinazionale in questione fosse stata un'azienda straniera pronta a sfruttare la possibilità di investire maggiormente nelle proprie filiali in Italia sarebbe cambiato qualcosa?
Diventerebbe creditore privilegiato. Ma credo tu ne faccia più una questione di principio che non di diritto fallimentare. Giusto?
Però mi è venuto in mente una cosuccia: il governo non potrebbe comunque impedire il maxi dividendo originato dall’intesa con PSA, facendolo cadere di fatto attraverso l’esercizio della Golden Power? Ecco, questa sarebbe davvero una mossa Kansas City...