è noto a tutti come molte aziende , nell'intento di pagare meno tasse( visto che le leggi attuali lo consentono), abbiano spostato la loro sede legale all'estero; ma il problema sorge quando queste aziende chiedono "aiuti finanziari " ai governi dei paesi che hanno abbandonato; queste sono le ultime: https://www.quattroruote.it/news/in...to_di_6_3_miliardi_garantito_dallo_stato.html le cosiddette "garanzie statali" implicano che lo stato cioè i contribuenti dovrebbero farsi carico di questi finanziamenti in caso di difficoltà di un'azienda con sede legale all'estero
Se li richiedono e gli vengono dati, evidentemente possono. Scemi "noi" a farci scappare industrie simili. Penso possano richiederli, perché gli stabilimenti sono in Italia, ma potrei sbagliarmi, così come potrebbero richiedere aiuti le filiali italiani di aziende estere, immagino.
FCA non ha problemi a ripagare qualsiasi finanziamento, pubblico o privato che sia. Non si tratta di soldi elargiti
Di per sé è tutto legittimo, la holding è all'estero ma FCA Italy Spa è una società italiana e ha tutto il diritto di attingere alle misure di emergenza previste dallo stato italiano. Quello che stride è che la holding ha dichiarato di avere riserve di liquidità per oltre 18 miliardi di euro (https://www.fcagroup.com/it-IT/inve...A_2020_First_Quarter_Results_Presentation.pdf), a cosa sono destinati quei 18 miliardi se per l'aiuto alle attività produttive in Italia chiedono un finanziamento in Italia a garanzia dello stato italiano? A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.
ciao, a questo punto, visto che gli stabilimenti sono anche in paesi come Turchia, Serbia, Polonia o anche USA, verrebbe da chiedersi perchè questi prestiti non vengano chiesti anche ai governi di quei paesi; tra l'altro i governi di alcuni paesi come Danimarca, Polonia e, mi sembra anche Francia, dichiarano che non saranno erogati prestiti con garanzia statale a società con sedi fiscali e legali in alcuni stati
Motivo per cui - probabilmente - useranno i prestiti garantiti dallo stato dove vengono loro concessi (Italia), mentre altrove useranno la liquidità che hanno dichiarato di disporre non avendo accesso al credito locale. In Italia sanno di avere una corsia preferenziale e la sfruttano, altrove si arrangiano diversamente. Nulla di sbagliato eh, poi però ti dicono di comprare italiano per aiutare l'industria italiana e non puoi non sorridere...
Economia & Lobby - 16 Maggio 2020 FCA e il gatto di Trilussa di Stefano Fassina* Un miliardo di euro per Agnelli, Elkann e soci comodamente residenti in paradisi fiscali. Un miliardo di euro per milioni di famiglie in guerra contro la povertà in Italia. Come può la Repubblica Italiana, vigente la nostra Costituzione, dedicare un miliardo di euro ad alcune tra le famiglie più ricche del mondo, residenti in paradisi fiscali, quando dimentica milioni di famiglie allo stremo? Sono le conseguenze degli ultimi due Decreti Legge approvati dal Governo Conte. La prima conseguenza discende dal “Decreto Imprese”, in corso di conversione alla Camera dei Deputati, che prevede garanzie dello Stato, via Sace, società del Mef, per il credito agevolato alle imprese, ma senza vincolo di residenza fiscale in Italia e senza un adeguato limite alla distribuzione di dividendi e alla remunerazione del management. La seconda conseguenza è, invece, prodotta dal Decreto Rilancio che introduce un sostegno al reddito per chi è rimasto senza lavoro e senza ammortizzatore sociale o bonus. Un miliardo di euro è, più o meno, l’ammontare di garanzie dello Stato assorbito da FCA per ricevere 6,3 miliardi di prestiti da Banca Intesa. Un miliardo di euro, anzi un po’ meno, è quanto assegnato al Reddito di Emergenza (Rem) per almeno tre milioni di persone. Tutte le imprese vanno aiutate, anche le multinazionali. Ma senza aggravare un’ingiustizia sociale già insostenibile. A tal fine, abbiamo presentato alcuni emendamenti alla legge di conversione dell’art 1 del Decreto Imprese. Il primo emendamento rafforza le condizioni previste per l’aiuto dello Stato. FCA holding, tramite FCA Italy, chiede aiuto ai contribuenti italiani? Riporti, da Amsterdam e da Londra, residenza giuridica e fiscale in Italia. Non chiediamo, come pur è previsto per concedere 400 euro di Rem, una prova dei mezzi a John Elkann. Gli azionisti di riferimento di FCA potrebbero mettere a garanzia il loro patrimonio miliardario, prima di attingere alle casse vuote del nostro Tesoro e, così, sottrarre ossigeno a milioni di commercianti, artigiani, ambulanti, tassisti e professionisti in terapia intensiva. Ma sarebbe offensivo per lor signori. Anzi, un insulto per chi segue i principi morali del gatto di Trilussa: “fo er socialista quanno sto a diggiuno, quanno magno so conservatore”. Gli chiediamo soltanto, come chiediamo a ogni impresa beneficiaria di preziose e scarsissime risorse pubbliche, di pagare le tasse nella comunità che si indebita fino al collo per aiutarli. Gli chiediamo, come chiediamo alle altre società, di cancellare i dividendi non per un anno, ma fino a quando le garanzie dello Stato per essi immobilizzate non vengono liberate. Gli chiediamo, infine, di limitare, fino alla liberazione delle garanzie pubbliche, la remunerazione complessiva annuale del management a 20 volte la retribuzione annua dei suoi operai: insomma, anche Mr Malley si dovrà affannare a sopravvivere con 25.000 euro al mese. “Grazie” al Covid-19, sentiamo come un ritornello che “nulla sarà come prima”, che “siamo diventati solidali, una grande famiglia”, una nazione in sentita riconoscenza verso gli eroi del Servizio Sanitario Nazionale pagati con le imposte versate da chi non ha il privilegio di risiedere in paradiso. Ma siamo sicuri che, il ritornello qui si interromperà e pioveranno scomuniche, magari dagli stessi media della scuderia FCA e delle famiglie di pari lignaggio, di populismo, estremismo e cultura anti-impresa. Invece, in coerenza con la nostra Costituzione, è soltanto un minimo di giustizia sociale.
Sabato, il gruppo automobilistico Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha annunciato di essere al lavoro per ottenere un prestito fino a 6,3 miliardi di euro da usare per sostenere le attività produttive di FCA Italy, la controllata del gruppo attiva in Italia (quella che in passato era Fiat). FCA ha detto che sta trattando con la banca Intesa Sanpaolo per ottenere il prestito e ha spiegato di aver chiesto che parte delle garanzie necessarie per averlo siano date dallo stato, in base a quanto stabilito dai decreti approvati per rilanciare l’economia durante la crisi dovuta al coronavirus. Il Post ha fatto una newsletter sul coronavirus, per aggiornare e informare sulle cose da sapere e su quelle da capire: ci si iscrive qui. Questo aspetto ha provocato molte critiche per FCA e per il governo italiano, comprese le richieste di alcuni politici italiani che in cambio delle garanzie pubbliche la società si impegni a riportare in Italia la sua sede fiscale e quella legale. Con i decreti approvati dal governo a marzo e aprile per sostenere l’economia italiana durante la crisi sono state messe a disposizione delle aziende italiane garanzie finanziarie fino a 750 miliardi di euro per ottenere dalle banche prestiti a condizioni agevolate (il testo del cosiddetto “decreto liquidità” si può leggere qui). Semplificando, significa che le imprese che hanno bisogno di denaro con cui pagare stipendi e altri costi fissi possono chiedere prestiti alle banche e che lo stato rimborserà quei prestiti qualora le imprese che li hanno chiesti non fossero in grado di farlo. Le garanzie sono gestite da SACE, una società della Cassa Depositi e Prestiti, possono essere usate solo per attività produttive che si svolgono in Italia e possono riguardare prestiti che non superino il 25 per cento del fatturato delle imprese che li chiedono. Se si soddisfano i criteri stabiliti dal decreto, la concessione delle garanzie è poi automatica. – Leggi anche: Che misure hanno adottato gli altri paesi per aiutare le imprese, e come stanno funzionando FCA ha chiesto a SACE di ottenere garanzie per un prestito fino a 6,3 miliardi di euro che vorrebbe ottenere da Intesa Sanpaolo per finanziare le sue attività in Italia. In un comunicato diffuso sabato, FCA ha spiegato di voler usare il prestito per pagamenti «esclusivamente alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia», quindi sia per spese relative al personale impiegato negli stabilimenti e nei centri di sviluppo italiani di FCA che per i pagamenti dei suoi molti fornitori. I 6,3 miliardi di euro sono calcolati in base al 25 per cento del fatturato del gruppo FCA in Italia. FCA Italy gestisce 16 stabilimenti e 26 centri di ricerca e sviluppo, con 55.000 dipendenti in tutto. Secondo FCA, inoltre, le società che riforniscono il gruppo sono 5.500, con 200.000 dipendenti in tutto, a cui vanno aggiunte le circa 120.000 persone impiegate nelle concessionarie e nei servizi di assistenza ai clienti. Chi negli ultimi giorni si è espresso favorevolmente al prestito ha quindi insistito sul fatto che servirà a sostenere il grande comparto automobilistico italiano, con benefici che non riguarderanno soltanto FCA e le sue attività, ma più in generale tutta l’economia italiana e molte aziende di piccole e medie dimensioni che da sole faticherebbero a ottenere aiuti. Il gruppo FCA, che controlla FCA Italy e FCA US (di cui fa parte Chrysler), ha però la sua sede legale nei Paesi Bassi e la sua sede fiscale nel Regno Unito: per questo la richiesta di aiuto all’Italia è stata criticata da qualcuno e per questo diversi politici italiani hanno chiesto che in cambio delle garanzie chieste il gruppo riporti le sue sedi in Italia. Il vicesegretario del Partito Democratico Andrea Orlando ha per esempio detto che «un’impresa che chiede ingenti finanziamenti allo Stato italiano riporta la sede in Italia», una richiesta simile a quella fatta dall’ex ministro Carlo Calenda e dal portavoce di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. I Paesi Bassi e il Regno Unito vengono scelti come sede da molte multinazionali per via del più semplice diritto societario in vigore e perché le tasse per le grandi società sono generalmente più basse. FCA Italy paga allo stato italiano le tasse sulle attività produttive svolte in Italia, ma, per esempio, il gruppo FCA paga nel Regno Unito le tasse sui dividendi che distribuisce ai suoi azionisti (tra cui, il principale, il gruppo Exor della famiglia Agnelli) e che dipendono dagli utili generati dalle sue controllate. Chi chiede che FCA riporti la sua sede legale e fiscale in Italia chiede quindi che il gruppo paghi più tasse in Italia e che sia maggiormente soggetto alle leggi italiane. Altre critiche alla possibilità che lo stato italiano garantisca un prestito a FCA riguardano invece il fatto che il gruppo ha annunciato a fine 2019 la fusione con PSA (che controlla Peugeot e Citroën) e il fatto che tra gli azionisti di PSA ci sia lo stato francese. Questo, secondo qualcuno, potrebbe portare a una riduzione degli investimenti del gruppo in Italia e potrebbe rendere quindi meno rilevanti le attività italiane di FCA. Il prestito è ancora in discussione e per il momento SACE non ha approvato le garanzie chieste dal gruppo. Rispondendo a una domanda sul prestito chiesto da FCA, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha ricordato che avere sede legale e fiscale in Italia non è un prerequisito per ottenere le garanzie e che quindi nel caso di FCA non si sta parlando di concedere trattamenti particolari. Conte si è inoltre mostrato favorevole alla concessione delle garanzie a FCA, spiegando che a prescindere dalla sede fiscale del gruppo, gran parte delle sue attività sono in Italia e riguardano lavoratori italia
Scusami però ho smesso di leggere qui. È la classica controinformazione, gli Agnelli non hanno preso un euro. Fornire una garanzia non è un esborso di denaro. E quella garanzia non verrà mai richiesta in quanto FCA è assolutamente in grado di onorare quel debito. Salvaguardare la liquidità propria è una strategia (corretta peraltro) proprio per salvare il futuro dell'azienda per tempi di vacche magre. FCA ha già recentemente sistemato la propria posizione col Fisco per lo spostamento della sede della holding all'estero. Non mi risulta ma cosa c'entra con la domanda che mi hai fatto?
FCA Italy non è una società indipendente; fa parte di un gruppo che ha sede fiscale in inghilterra dove vengono pagate le imposte
Economia & Lobby Il “saldo” Fiat: 7,6 miliardi di euro ricevuti dallo Stato, investiti 6,2 miliardi Uno studio della Cgia di Mestre fornisce le cifre su un tema di cui si torna a discutere spesso: gli aiuti pubblici ricevuti dalla casa di Torino, dal 1977 a oggi, a fronte dei benefici restituiti all'economia. Esclusi dal conto gli ammortizzatori sociali Dal 1977 a oggi, la Fiat ha ricevuto l’equivalente di 7,6 miliardi di euro dallo Stato, e ne ha investiti 6,2 miliardi: è la Cgia di Mestre a fornire le cifre su tema spesso dibattuto a proposito della casa torinese, cioè il “saldo” tra aiuti pubblici ricevuti e capitali impiegati nell’economia nazionale. “Una somma importante – segnala il segretario di Cgia Giuseppe Bortolussi – che comunque è stata integrata, tra il 1990 e i giorni nostri, da oltre 6,2 miliardi di investimenti realizzati dalla Fiat sui progetti per i quali ha ottenuto i 7,6 miliardi presi in considerazione. Va anche detto che gli aiuti più significativi – continua – sono avvenuti negli anni ’80, quando tutti i Governi dei Paesi occidentali sono intervenuti massicciamente per sostenere le proprie case automobilistiche”. Tra gli aiuti elargiti alla Fiat, l’analisi della Cgia non ha tenuto conto degli ammortizzatori sociali impiegati in questo periodo né gli ultimi contratti approvati dal Cipe nel biennio 2010-2011. In assoluto, l’investimento più importante è stato quello che si è reso necessario per la costruzione degli impianti produttivi di Melfi e Pratola Serra (1990-1995) che sono costati alle casse dello Stato quasi 1,28 miliardi di euro. Per contro, la Fiat ha investito in questo nuovo sito 2 miliardi di euro. Di un certo rilievo anche le ristrutturazioni che hanno interessato la Sata di Melfi (1997-2000) e l’Iveco di Foggia (2000-2003). Se nel primo intervento lo Stato ha investito 151 milioni di euro, nel secondo sono stati spesi 121,7 milioni di euro pubblici. La Fiat, comunque, per entrambi i siti ha messo sul tavolo una cifra complessiva di poco inferiore agli 895 milioni di euro. “Da sempre – conclude Bortolussi – la politica italiana ha guardato con grande attenzione e una certa indulgenza alla più grande industria privata italiana. Ora che soldi pubblici non ce ne sono più, ognuno deve correre con le proprie gambe e affrontare la concorrenza internazionale con i propri mezzi. Se, in una fase estremamente delicata come quella che stiamo vivendo, dovessimo perdere un marchio che ha fatto, nel bene e nel male, la storia industriale del Paese sarebbe un grave danno per tutta l’economia italiana”. questo è quello che è accaduto in passato; quello che accadrà non possiamo ancora saperlo; nel governo ci sono voci contrastanti; certo è che se Conte opterà per il sì, ammesso che la cosa gli sia concessa dai partiti di maggioranza, troverà una risposta negativa da parte dell'elettorato; gli italiani sono stufi di certe situazioni; la capitalizzazione di FCA mi sembra sia intorno agli 11 miliardi; un prestito di 6 miliardi significherebbe circa la metà ; con questi capitali si potrebbe tranquillamente prendere il controllo del gruppo; nessuna banca accetterebbe una operazione simile se non ci fosse la garanzia dello stato; nessuno ha risposto alla questione del perchè questi signori non chiedano prestiti ai governi di altri paesi dove ci sono stabilimenti
"FCA ha già recentemente sistemato la propria posizione col Fisco per lo spostamento della sede della holding all'estero." cosa significa, che prima erano in situazione irregolare? e i 700 milioni recentemente pagati al fisco per certe irregolarità? ti riferisci a questo fatto?
FCA Italy fattura più di qualche miliardo di euro e paga in Italia qualche miliardo di tasse. Non vedo perché non debba aderire a una possibilità
Certo. Sai, non è mai bianco e nero con queste operazioni straordinarie. Tant'è che il rilievo è stato concordato. Era molto più importante
qualche miliardo di tasse in Italia? se puoi dettagliare... le tasse sugli utili sono pagate all'estero dove c'è la sede fiscale
quindi vuoi dire che questa gente ha pagato pur non dovendo.... in sostanza per filantropia; questa me la segno....