Io, che sono una fisica, ho degli architetti il medesimo concetto che hanno gli ingegneri , peró non consiglierei mai ingegneria a qualcuno che non ha una passione istintiva per la matematica e la fisica. Quoto assolutamente il suggerimento del caro Addi sulla scuola di design industriale.
Grazie Cara.:wink: visto che abbiamo sdoganato il concetto...io ho fallito a ingegneria, è vero, lo ammetto...ma non mi sono venduto ad architettura!!
Allora vai a fare ingegneria dell'autoveicolo a Torino. Ah, imparati bene la matematica: sarà il tuo pane quotidiano :wink:
E' oltremodo particolare trovare un fisico di sesso femminile.... beh... mi raccomando curati molto che sei una razza virtualmente in via di estinzione
azz ingegneria è sicuramente più farcita di amtematica, ma anche in Architettura te ne fanno ingurgitare parecchia eh... se la scelta è "per forza" tra ste due, architettura..ma le tue inclinazioni personali son la risposta vera. tralaltro, son due campi abbastanza diversi
megaquotone. l'ingegnere predilige la funzione e spesso se ne f**te dell'estetica, l'architetto viceversa :wink: il massimo per me è stato assistere anni fa alle discussioni fra i genitori del mio compagno di studi all'uni: lui ingegnere e lei architetto.... con lei che aveva progettato la villa di famiglia, bellissima, con un solo scalda-acqua per 6 bagni !
Io conosco un mio amico che si è iscritto a settembre a "ingegneria edile/architettura" a Padova, poi però gli è venuto il dubbio con meccanica, fatto sta che a gennaio ha tentato praticamente tutti gli esami del primo semestre di entrambi gli indirizzi, perdendo inutilmente fatica e tempo. Ad inizio secondo semestre ha deciso definitivamente per edile/architettura, lui non lo ammette ma sta impazzendo: praticamente a forza di prove intermedie ha una verifica a settimana (che i baroni di Padova piazzano sempre al sabato mattina, vuoi mai che si perdano due ore di lezione regolare, cascherebbe il mondo!...) e studia come un forsennato. Di Fisica (12 crediti) per evitare di fare l'esame unico a giugno ha scelto la "formula" che prevede tre prove scritte, dove se ti bocciano in una sei costretto a rifare tutte e tre (altra baronìa), più tre orali speculari agli scritti; in più ha prove e provette di chimica, meccanica razionale e non so cos'altro ancora (ovviamente è tutto arabo per me). Fossi in lui mi sarei già sparato.
imho si sta incasinando per bene. quando imbocchi una strada difficile, devi essere determinato in quello che fai :wink:
sai, come ho detto quella villa era meravigliosa dal punto di vista estetico... ho visto anche altri suoi lavori, anche di restauro conservativo su edifici, e li ho molto apprezzati. il fatto è che sottovalutare alcuni aspetti prelude ad errori (in un senso e nell'altro) che possono facilmante guastare un buon lavoro. ho sempre sostenuto che in fase progettuale ed esecutiva l'ideale sarebbe una sinergica collaborazione ingegnere/architetto... facile a dirsi, è come far andare d'accordo uno dei miei alani con un gatto selvatico
quoto x l'esecutiva. :wink: e anzi, sostengo non possa esserci qualità senza sinergia,x quanto "difficile"
non concordi anche per la fase progettuale ? imho è importante coniugare le esigenze impiantistiche con l'estetica... penso, ad es., alla progettazione illuminotecnica, alla climatizzazione, ecc. sai bene le capacità al riguardo di gaudì... :wink:
si, ma in fase progettuale "pura" di solito (a mia abitudine) non si deve trascurare ma si va con ingombri "standard", a volte sovradimensionati (per nn avere problemi). distinguo la fase progettuale in due, una di "concetto" e una di dettaglio, dove c'è il "contatto" appunto tra le competenze. in quella esecutiva è massima, prima meno "vincolante". cosi come la figura dell'architetto è meno "vincolante" nella fase prettamente strutturale(ferro, sessori esecutivi di solai e pilastri..) insomma: diversi "livelli" di interazione
capisco. io parto con una fase progettuale "di base", nella quale vengono discusse e definite le linee guida di coordinazione/sinergia fra le varie figure tecniche (strutturista, impiantista, architetto). ritengo, però, fondamentale già in questa fase la definizione di massima delle soluzioni di interfaccia multidisciplinari, a meno che non si tratti di opere non "one off" in cui si adottano a priori soluzioni standardizzate :wink:
La IED è bella, ma a Torino mi sembra ci sia proprio un università di design automobilstico, se non sbaglio Perchè la Ied non ti da una laurea ma solo un diploma (non eaggiunge i CFU necessari), quindi dopo i tre anni non ti accettano per le specialistiche però è una bella idea
nemmeno ! e comunque, bisognava aspettare un quarto d'ora per avere l'acqua calda nel bagno più lontano (due piani e parecchie decine di metri distante) . per non parlare delle perdite termiche di energia