Il 3d delle risate

Grazie...

 

Il maresciallo va dall'appuntato e gli dice: "Vada a prendermi un pacchetto di sigarette e un accendino al tabacchino" e gli da 5 euro per le sigarette e 5 euro per l'accendino.
Dopo 2 ore l'appuntato ancora non torna, il maresciallo ne chiama un altro e gli dice:" Vai al tabacchino a vedere dov'è finito quel defic*** del tuo collega.
Il 2° appuntato raggiunge il 1° appuntato al tabacchino e lo trova lì un po' spaesato... e gli chiede "ma dov'eri finito? sono 2 ore che il maresciallo ti aspetta" e l'appuntato " Non mi ricordo più quali sono i 5 euro per le sigarette e quali sono i 5 euro per l'accendino"
Tornano tutti e 2 dal maresciallo a testa bassa e gli spiegano il problema. Il maresciallo incazzato nero si rivolge ai 2 dicendo :"MA VI PARE CHE IO DOPO 2 ORE MI DEVO RICORDARE QUALI SONO I 5 EURO PER LE SIGARETTE E QUALI I 5 EURO PER L'ACCENDINO?"

 

per queste ti meriti una rep +:wink:

 

Quotone

 

"Com'è tua moglie in cucina?
Brutta...come in tutte le altre stanze!!"

+++++++

 

- papà, papà, perchè hai sposato la mamma?
- te lo stai chiedendo anche tu, vero figliolo?

 

Letta da un quotidiano di economia...

L'approccio valutativo e la verifica pregiudiziale degli obiettivi personali, con presunta individuazione di fini qualificanti, ha come deiezione Heideggeriana, la precostituzione del risultato giudicativo finale. L’assioma banalmente numerale; obiettivo/risultato raggiunto, evidenzia la propria contraddizione ed il proprio limite, nel ribaltamento della logica dell’interdipendenza di modulo verticale, dando per scontata l’ assiomatica veridicità della logica di “status quo”, nella definizione di obiettivo equanime. La carenza di step programmatici di verifica dello scostamento gaussiano dei valori della matrice mercato/prodotto/marketing/market-share, con quella risorse/competitività/acuismo/possibilità, rende l’assioma obiettivo/risultato/giudizio puramente pleonastico e, quindi, non riconducibile, a parametri realmente misurabili, “transeat” valutabili.

Stante la premessa, la valutazione espressa, non può che essere considerata “parziale” e soggettiva, mancando d’oggettività indotta. L’abduzione del ragionamento è insufficiente non rilevante, poiché la regola è indotta per inferenza.

 

Scusate l' ignoranza, qualcuno me la spiega?

 

sempre che chi l'ha scritta non volesse scherzare, è una persona da rinchiudere con doppia super*****la. :wink:

 

O non ci capisco o chi l'ha scritta è pazzo...

 

io sono pienamente daccordo....è un concetto chiaro e logico!

 

Alla faccia del principio di trasparenza

 

Il tema dell' articolo quale sarebbe?

 

Valutazione e obiettivi

 

Premesso che sono per la esplicazione dei concetti in maniera chiara ed intelleggibile a tutti, ma se ci soffermassimo a leggere attentamente i concetti e specialmente potessimo leggere il contesto nel quale si esplicano questi concetti, non sarebbe poi così incomprensibile ne certamente comico
In pratica parlando di obiettivi (e non so in quale contesto!) si sottolinea la necessità di confrontare a piu' step l'andamento rispetto alla media per poter valutare se un obiettivo è stato raggiunto in maniera oggettiva . Spesso la valutazione [del raggiungimento degli obiettivi] viene effettuata in base a un collegamento di fatti e circostanze, di qui la soggettività della valutazione del raggiungimento di un obiettivo.
Secondo me nell'ultimo periodo manca qualche sostantivo "l'abduzione del ragionamento è insufficiente non rilevante"

 

enri sei laureato anche tu in fuffologia come l'autore dell'articolo

 

non sono d'accordo ....








su qualche cosa... ma non so ancora cosa...

ma su qualche cosa non lo sono!!!