Ho solcato gli oceani più profondi, ho scalato le montagne più alte, ho percorso i sentieri più impervi, ho volato nei cieli più alti, ma niente, non ho trovato niente. Amore... ma vaff...ulo tu e la caccia al tesoro! F. Oreglio
Avrei voluto avere il tempo di parlarti avrei voluto avere il tempo di conoscerti avrei voluto avere il tempo di capirti ma, dopo due minuti me l'hai data.
"Odi et amo quare id facias, fortasse requiris nescio, sed fieri sentio et excrucior" Eventuali errori sono possibili. Mi sono affidato alla memoria del latino alle superiori 20 e passa anni addietro e non a google search
colpito in un occhio colpito nel cervello colpito nel culo colpito come un fiore nella danza meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di vita meravigliandomi per come il riso venga soffocato meravigliandomi per come il vizio sia così una costante presto dovrò dichiarare la mia guerra alla loro guerra devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di terra devo proteggere il piccolo spazio che ho creato e che mi ha permesso di vivere la mia vita non la loro morte la mia morte non la loro morte questo posto, questo tempo, adesso faccio voto al sole che ancora una volta riderò di cuore nel luogo a me perfetto per sempre. la loro morte non la mia vita. C. Bukowski
"Lo so, c'è molta dolcezza nel sorriso di un bambino. Hai ragione... c'è molta tenerezza negli occhi di un anziano. Certo... puoi trovare della poesia nello sguardo di un randagio. Però, siccome questi sono 40 mq, adesso tu, tuo figlio, tuo nonno e il cane andate fuori dai cogl.ioni!"
I MIEI INCANTESIMI SONO INFRANTI I miei incantesimi sono infranti. La penna mi cade, impotente, dalla mano tremante. Se il mio libro è il tuo caro nome, per quanto mi preghi, non posso più scrivere. Non posso pensare, né parlare, ahimè non posso sentire più nulla, poiché non è nemmeno un'emozione, questo immobile arrestarsi sulla dorata soglia del cancello spalancato dei sogni, fissando in estasi lo splendido scorcio, e fremendo nel vedere, a destra e a sinistra, e per tutto il viale, fra purpurei vapori, lontano dove termina il panorama nient'altro che Te. Edgar Allan Poe
Mi piace quando mi accarezzi il collo; adoro sentire i tuoi buffetti sulle guance; è bellissimo quando mi copri gli occhi e mi chiedi "chi sono?" Però *****, quando guido non mi devi rompere i coglioni!
Tutti amanti della poesia catartica qui dentro Io e te seduti accanto in macchina, sotto una pioggia battente parlare delle nostre incomprensioni. All'improvviso fuggire via da te, senza dire una parola. Brividi freddi mi corrono lungo la schiena, e gocce di sudore mi imperlano la fronte. Il dolore mi fa contorcere come una foglia verde tra le fiamme. Mentre sto qui seduto tremante, l'universo intorno a me si espande. Che brutta cosa la diarrea...
non sò dove l' hai trovata....ma è un esempio di come si può essere eleganti anche parlando di.....m xxxxx a....
con tutto questo parlare dell'amore che stiamo facendo, mi sovvengono alcuni versi fra i più belli mai scritti... [....] Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere, dal voler portate;cotali uscir de la schiera ov' è Dido, a noi venendo per l'aere maligno, sì forte fu l'affettüoso grido. «O animal grazïoso e benigno che visitando vai per l'aere perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno, se fosse amico il re de l'universo, noi pregheremmo lui de la tua pace, poi c'hai pietà del nostro mal perverso. Di quel che udire e che parlar vi piace, noi udiremo e parleremo a voi, mentre che 'l vento, come fa, ci tace. Siede la terra dove nata fui su la marina dove 'l Po discende per aver pace co' seguaci sui. Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense». Queste parole da lor ci fuor porte. Quand' io intesi quell' anime offense, china' il viso, e tanto il tenni basso, fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?». Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo!». Poi mi rivolsi a loro e parla' io, e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?». E quella a me: «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore. Ma s'a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante». Mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangëa; sì che di pietade io venni men così com' io morisse. E caddi come corpo morto cade. (Inferno, canto V)
se cominciamo con Dante giuro che non finisco ppppppiù Iniziamo con Dante che incontra Beatrice visto che siamo in tema d'amore Io vidi già nel cominciar del giorno la parte orïental tutta rosata, e l’altro ciel di bel sereno addorno; e la faccia del sol nascere ombrata, sì che per temperanza di vapori l’occhio la sostenea lunga fïata: così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto tempo era stato ch’a la sua presenza non era di stupor, tremando, affranto, sanza de li occhi aver più conoscenza, per occulta virtù che da lei mosse, d’antico amor sentì la gran potenza. Tosto che ne la vista mi percosse l’alta virtù che già m’avea trafitto prima ch’io fuor di püerizia fosse, volsimi a la sinistra col respitto col quale il fantolin corre a la mamma quando ha paura o quando elli è afflitto, per dicere a Virgilio: "Men che dramma di sangue m’è rimaso che non tremi: conosco i segni de l’antica fiamma". Purgatorio, Canto XXX
stavo per evidenziare i versi che mi piacciono di più, ma avrei commesso un sacrilegio. è divina... :wink:
in effetti è già stato un sacrilegio non riportare tutto il Canto ma per Dante e Beatrice si può fare un eccezione