Non sono parificate o paritarie? I soldi li ricevono dalle regioni che suddividono i fondi provenienti dal ministero.
Non so da chi ricevono i soldi ma io da dopo l'asilo son andato alla scuola pubblica, mia madre a scuole private dall'asilo alla maturità. I mie vecchi amici sono tutti operai, piccoli commercianti il più fortunato impiegato di banca. I vecchi amici di mia madre, noti imprenditori, piccoli industriali, medici, avvocati ... Ergo non so se la scuola privata prepara od insegna meglio ma sicuramente inserisce in una rete di amicizie e rapporti interpersonali che sicuramente facilitano un brillante futuro professionale.
Io mi lamentavo anche allora, esattamente come mi lamento adesso... Reciprocità che non perviene dall'altro lato... Ma non fa nulla..
Mah insomma. Dipende dove. A volte le private, soprattutto medie e superiori, sono le scuole di chi viene bocciato alla pubblica e c'ha i soldi. La materna di mia figlia è paritaria ma non prende un euro dallo Stato. Prende (più di) qualcosa dal comune. Ripeto, ho visto il rendiconto.
Se per te un raddoppio è reciproco di un aumento dello 8% mi arrendo. Mi piacerebbe vedere cosa succederebbe se l'attuale governo, con un colpo di mano fascista, abolisse questa e altre fastiose gabelle che affliggono le nostre tasche.
Oddio.. Dalle mie parti, al "Da Vinci", ci andavano coloro che si potevano permettere la retta, e che soprattutto: nelle "pubbliche" venivano clamorosamente stroncati... Ho almeno un paio di conoscenti usciti da quella scuola, di cui è risaputo che hanno affrontato la maturità direttamente dalla casa al mare.. Quale parte di "Io mi lamentavo all'epoca per un finanziamento senza senso allora, e lo faccio ancora, cosa ben diversa da chi si lamentava degli sprechi allora, e fa finta di nulla ora" Non ho spiegato bene?
Probabilmente nelle grandi città e' cosa in provincia invece solitamente nelle private finiscono i pupilli "dell'alta borghesia" locale, che non e' certo detto siano geni o menti superiori anzi spesso son solo dei montati convinti a cui tutto e' dovuto. Ma sicuramente se cresci frequentando figli di notai, medici, commercialisti, industriali ecc hai più possibilità di sistemarti bene in futuro che se la tua cerchia sociale e' fatta da operai e manovali.
Ma non ho ben capito se saresti d'accordo che abolissero i contributi alle paritarie ... immagino si, fino a quando non lo fanno, poi chissà.
Oppure: Ma sicuramente se sei figlio di notaio, medico, commercialista, industriale ecc hai più possibilità di sistemarti bene in futuro che se figlio di operaio o manovale
Ma infatti, salvo matrimoni fortunati (e anche lì, se hai i soldi e sposi uno spiantato solitamente cerchi di tutelarti), non vedo come possa influire così pesantemente. Il figlio dell'industriale cosa dovrebbe farmi fare da grande, l'autista del papà?
L'articolo citato da Scrondo riporta l'elenco completo dei destinatari di quei fondi: scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative-FOE, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia. Direi che anche in questo caso il problema (se di problema si tratta, dato che non sono ben informato sui costi complessivi della scuola) sia trasversale, dato che già ai tempi del governo Draghi si superavano i 600 milioni all'anno. Ma alla scuola pubblica quanti milioni vanno? Anche secondo me si sta affrontando il ragionamento al contrario. Se sono figli di benestanti frequentano le private a prescindere così come saranno a loro volta benestanti (quasi) a prescindere. Chi invece frequenta le scuole pubbliche magari non è figlio di benestanti, ma non gli è nemmeno precluso il successo. Se è bravo e si da da fare avrà anche lui le sue chances. Oggi a dirigere Stellantis c'è uno nato ricco, ma fino a qualche anno fa c'era il figlio di un carabiniere e non mi pare sia arrivato fin lì solo perchè è andato a scuola con il figlio di qualche riccone.
Infatti i contributi vanno alle scuole paritarie, che garantiscono risultati e titoli uguali alle pubbliche. Per l'istituzione spendiamo più o meno 80 miliardi l'anno.
Ma sai, poi sono opinioni personali. Se uno crede che lo Stato debba mettere tutto il possibile nelle scuole pubbliche, anche un solo euro alle private è un euro di troppo. Se uno crede che l'apporto dell'istruzione privata (principalmente cattolica) alla società sia da difendere finanziariamente, vorrebbe metterci anche di più. Non ha ragione e non ha torto nessuno, alla fine. Chiaro che da un governo di destra mi aspetto qualcosina di più alla chiesa, è nella natura delle cose anche se ormai si è mischiato tutto. Personalmente non ho una opinione così tranchant. Credo certamente che l'istruzione pubblica debba avere un ruolo centrale in uno Stato laico ma credo anche che la chiesa abbia fatto tanto, da sempre, nell'istruzione.
Pienamente d'accordo, anche se immagino che la contestazione nasca dalle condizioni talora disastrose in cui versano molti istituti pubblici (da cui l'indignazione per destinare soldi alle scuole private invece di provare prima a sistemare quelle pubbliche). Per la poca esperienza che ho avuto finora con le scuole private devo ammettere che tutto sommato la spesa mensile non è esagerata, sostenuta forse dal contributo dello stato, ma parliamo di scuola materna. Ho amici, invece, che mandano i figli in una scuola (elementare) privata la cui retta mensile si avvicina ai 2.000€ ed in quel caso penso che un'eventuale contribuzione pubblica possa agevolare ben poco.
A chi contesta puoi dare tutti i soldi che vogliono non cambierebbe nulla. Invece di far diventare dirigenti scolastici i vecchi presidi, dovrebbero fare corsi approfonditi sulla gestione della spesa nelle scuole, il disastro è li. Ma dovrebbero partire dal ministero, non dalle scuole ...
Credo che per molti istituti il problema sia irresolubile: molte scuole si trovano all'interno di edifici la cui sola manutenzione costa più di quanto lo stato possa provvedere e magari aule e spazi non sono per nulla conformi alle esigenze di una struttura formativa moderna. Andrebbero rase al suolo (ma non si può perchè molti sono edifici di importanza storica) e ricostruite da zero, oppure chiuse e riaperte in tutt'altre strutture, più moderne, efficienti e pertinenti. Questa seconda via, però, finirebbe per diventare il solito inciucio all'italiana, con il prezioso immobile svenduto per una pipa di tabacco all'amico del sindaco ed il nuovo acquistato a carissimo prezzo da altro imprenditore amico del sindaco. Oppure, meglio ancora, vecchio edificio chiuso e lasciato marcire (mentre però si continua a spendere l'inverosimile per la manutenzione indispensabile) e nuovo costruito da imprenditore colluso, che però ci specula e alla fine risulta perfino meno funzionale di quello vecchio (situazione molto più frequente di quanto si pensi).
Il bello è che stanno spendendo i soldi del PNRR in "nuovi progetti" perchè non possono essere utilizzati per le vere necessità ...
Va beh su questo avete pienamente ragione e la cosa è anche ovvia, resta il fatto che se si frequentano certi ambienti è più facile rimanerne all'interno. Se sei amico del proprietario di una piccola industria, non parlo della FIAT ovviamente, magari è più facile entrare che so in una posizione di prestigio nella direzione del personale dopo aver fatto anche solo scienze politiche piuttosto che uno sconosciuto con 2 master in gestione delle risorse umane e un dottorato in economia e commercio.
Nel frattempo... Credo sia ora di considerare definitivamente conclusa l'esperienza NATO, mandare via noi le truppe USA dai nostri territori, e ripensare la difesa del continente...
E la mad..... Mi viene da pensare che le presunte ingerenze nelle elezioni non siano così presunte .. Ripensare la difesa europea al di fuori della NATO non è solo economicamente apocalittico ma anche logisticamente e tecnicamente allo stesso livello di ripensare la produzione industriale occidentale senza la Cina: AI CONFINI DELLA REALTÀ Credo e spero che il congresso e tutti coloro che vi gravitano intorno lo portino a più miti decisioni. È stato eletto presidente, non imperatore.