Assolutamente no. La posizione è solo una forma di controllo più per contrastare le proprie ansie che per garantire una sicurezza. Ovvio che, poi, ognuno può mettersi dei "paletti" in ragione dei propri obiettivi: il principio rimarrebbe valido comunque. Uomo/mare: null'altro potrebbe essere di miglior insegnamento; il resto è accessorio superfluo. Potete provare dedicando poche ore della vostra vita fino ad arrivare ad un lasso temporale più lungo: sono certo che la vostra mente e la vostra anima non potranno che ringraziarvi. Vedrete che i problemi non andranno a scomparire ovviamente: sarete solo voi a dargli il giusto peso
ed è normale. solo che noi tutti tendiamo a vedere le cose privilegiando il Ns punto di vista, dettato di fatto dalla ns condizione. Noi tutti stiamo bene con noi stessi, pur sapendo che in altri luoghi qualcuno muore di stenti. Ne siamo pienamente consapevoli. ma poco ci tange, tanto è vero che siamo qui a disquisire sul quanto ingannando il tempo mentre ns mogli scola la pasta. son certo che se noi fossimo sul posto, questa realtà ci influenzerebbe in misura maggiore. se guardo il telegiornale vedendo bimbi che muoiono di fame mi rattristo, ma poi continuo a chattare sul forum della bmw. se fossi sul posto, probabilmente agirei diversamente. questo comportamento (difesa, o autodifesa, se vogliamo) è comprensibilissimo, ma non certo mi fa onore. ogni tanto mi interrogo si certe questioni, e mi sento un verme. ma non sono tanto sicuro di avere effettivamente dei problemi. Forse, o molto probabilmente, sono naturalmente egoista come tutti gli esseri viventi. purtroppo questa scusa non mi basta. lo so, sono io fuori luogo probabilmente, ma secondo me questa è proprio una di quell cose definibili come "misfatto" (vdasi titolo del 3ad)
secondo me non ci sarebbe il tempo di tornare ad impossessarsi delle capacità per poter continuare a vivere senza. tutto qui
Esperienza fatta più volte da ragazzo con mio padre alcune volte siamo andati via in barca da soli io e lui senza mia madre e mio fratello che non gradi vano e non toccavano porto anche per più di una settimana. Indimenticabile e bellissima esperienza. Non sei il solo. Questo tutti, pochi ne hanno coscienza. Sono d'accordo e condivido il pensiero. Assolutamente no Sottovaluti le potenzialità del genere umano, mi viene in mente per esempio la ricostruzione del Friuli nel 76 dopo il terremoto o di mezza Europa dopo la seconda guerra mondiale.
si, anche se magari divaghiamo. in passato (ero molto giovane e irrequieto; parliamo degli anni 80) sono fuggito da ove abitavo, per motivi che non sto a descrivere. scappai nel posto più inaccessibile ovviamente. alpe mera, ai confini con la svizzera, in vallate dove erano presenti solo vecchie baite in pietra diroccate e null'altro, e c'era pure la neve (e i lupi) pensavo d'esser figo, e che in qualche modo me la sarei cavata. e in effetti l fuoco per tenere lontani i lupi lo accesi dopo mezza giornata. Peccato che quella mezza giornata era sottratta al tempo da dedicare al cercare il cibo (cacciarlo), e che assentandomi per cacciarlo il fuoco si sarebbe spento... alla fine sopravvivevo "tanando" le trote nel ruscello ghiacciato (le trote si cercano un anfratto controcorrente per dormire, e col freddo si pongono in una sorta di letargo. Tu sondi la sponda del ruscello, e appena la trovi la butti fuori e la catturi) ma poi la trota la dovresti cuocere, ma il fuoco è ormai spento,e ti tocca mangiarla cruda, senza poterla nemmeno salmistare, perchè non hai un cazz. con cui condirla. e poi una trota al giorno non ti basta. dovresti quantomeno poter disporre di farina, e vegetali, ma i vegetali da coltura richiedono investimenti n termini temporali, e se tu sei proiettato in tempo zero in un contesto privo di ciò, ci vorrebbero mesi e mesi per disporne, sempre che tu possa avere le competenze per coltivare. in pratica mangi solo quello che riesci a procurarti in giornata allora, visto che c'erano le capre selvatiche, pensai di mangiarmi quelle. col cazz... le capre si inerpicano dove io no riesco ad arrivare, e quindi l'unico modo per catturarle è farle cadere in qualche trappola, invogliandole a venire vero di essa. scavai delle buche, ma le capre col cazz. che ci passavano sopra.. allora con pietre affilate provai a fare delle lance di legno, come facevo da bambino. Alla fine una capra la presi, ma non sapendo bene come pulirla, gran parte di essa non riuscìì a mangiarla. e i giorni passavano... spendevo 3 giorni per mangiare quello che serviva in un giorno. feci anche esperimenti mangiando bacche e foglie varie, ma senza capire nulla. va da sè che dopo un mese ero stremato, e dovetti desistere. in un contesto simile, anche avessi potuto sopravvivere, e avessi avuto una compagna per procreare, non credo proprio averi avuto tempo e modo di trasmettere determinate consocenze alla prole. credo che 100 anni fa ci fossero ancora le condizioni, o almeno le conoscenze per potersela cavare senza tecnologia, l'essere umano avrebbe potuto sopravvivere in autonomia. oggi no oggi saremmo letteralmente fottuti
parliamo di un epoca dove la rete non esisteva. le persone erano conoscenti , amici, sostenitori, per via "umana", non virtuale. magari poter tornare a quell'epoca. come diceva gigi 63, l'equilibrio della bilancia.
Se sai che ritornerai alla civiltà è diverso, se sai che la civiltà non c'è più ti organizzi e magari non in un mese ma un anno o più impari a cavartela. Poi considera che eri solo, in "branco" è tutto più facile. Comunque bella esperienza mi ricorda il film "into the wild".
esatto. da solo non hai il tempo materiale di fare tutto ciò- una tribù se la sarebbe cavata. ma parlavo del fatto che ormai la ns tribù è di fatto l'assoggettarsi al sistema globlizzato, che non contempla assolutamente la possibilità degli individui di rendersi indipendenti (Autonomi in quanto a sussistenza) ormai siamo parte di un ingranaggio della grande macchina. se esci dall'ingranaggio purtroppo non hai più nemmeno modo di sustentarti. e questo secondo me è un peccato. una perdita culturale. una società che come oggi va di moda non si fonda più sulle reali capacità di esistere, ma sulle capacità virtuali ("economia virtuale" ad es.) stiamo perdendo il lune della ragione secondo me (me compreso, eh...) non vedo un roseo futuro per le prossime generazioni.
Vero, però se ad un malato di cancro ai polmoni dai uno sciroppo per la tosse, la possibilità che guarisca è pressochè identica a prima. A mio avviso, se vuoi convincere gli italiani e gli investitori stranieri che puoi esercitare una giustizia equilibrata, devi garantire due cose: 1. Tempi certi e ragionevoli. 2. Giudizio equo ma inflessibile sull'operato dei giudicanti. Questa riforma mi sembra che non migliori nessuno dei due aspetti, ma non sono conoscitore della materia, quindi mi sfugge qualcosa, attendo lumi.
La vita media, ai tempi dei "veri uomini", che personalmente colloco più o meno tra l'impero romano e il medioevo, era di 35 anni, quindi di invecchiare non se ne parlava proprio... E nel 1850, un migliaio di anni dopo, in Italia era di circa 50 anni, ma a 40 eri un vecchio... Se vogliamo ben guardare, non se la cavavano benissimo, preferisco molto di più i tempi odierni, in cui Morite più o meno a 80 anni, direi che come "razza animale", per essere degli incapaci, siamo migliorati di più nell'ultimo secolo, che non nei 35 millenni precedenti di esistenza, nonostante il pessimismo.. Pensa a come si deve sentire una lucertola, che 60 milioni di anni fa era un T-Rex...
Purtroppo la ragionevolezza dei tempi contrasta molto spesso con una giustizia equa e imparziale. Al netto del fatto che in molti casi lo scorrere del tempo processuale è legato anche alla poca organizzazione della giustizia e alla poca professionalità/dedizione di giudici e avvocati, un procedimento accorto e accurato richiede degli "step" codificati e imprescindibili. Se a ciò ci aggiungi che le domande processuali (citazioni/ricorsi/denunce) sono almeno cinquanta volte tanto i giudicati giornalieri (sentenze/ordinanze/decreti), appare ovvio che l'accumulo non può che creare disordine a disordine, superficialità a superficialità, ingiustizia a ingiustizia. Non è possibile rapportare una squadra alla domanda del cittadino: bisogna purtroppo adattare la stessa alla litigiosità propria dell'essere umano. Ormai non c'è persona che non si sente leso nei propri diritti. A volte a ragione e a volte a torto (per partito preso) siamo i "controllori preordinati" preposti alla verifica se la nostra vita scorre come noi vorremmo; al primo accenno di presunta ingiustizia ci facciamo portatori di un interesse leso (il nostro) con la pretesa di ottenere soddisfazione. Il più delle volte tutto si riduce al nulla assoluto ma, nel mentre, abbiamo contribuito ad intasare la macchina della giustizia con la nostra presunzione di sapere.
eh, eh.. per me è stata sicuramente un esperienza, ma non la ricordo con piacere. in quegli anni ero troppo pazzo non mi riferisco ai "veri uomini", ma ad una società che potenzialmente sia in grado di sopravvivere a prescindere dalle mutazioni sociali, o tecnologiche. non è il ns caso. è vero che noi teoricamente campiamo 80 anni, ma è nche vero che se non hai il palmare col green pass e il conto in banca non ti fanno più ritirare nemmeno la pensione. e nonostante ciò magari finisci i tuoi giorni alla baggina (NDR: ospizio di milano) non si tratta di pessimismo. mia nonna è morta a 98 anni anche senza fruire delle tecnologie. ed è morta felice avendo attorno i suoi cari. oggi i vecchi vengono spediti all'ospizio. non è mica giusto però. (opinione personale ovviamente)
Vi sono settori in cui per ragioni di produttività si è costretti a lavorare anche di notte e nei festivi, lo stesso, amio avviso potrebbe essere fatto per ridurre i tempi della giustizia, magari assumendo quel personale che manca per assolvere tali compiti senza violare le norme in materia di diritto del lavoro. Un altro aiuto (in campo civile) potrebbe essere far pagare a caro prezzo le liti temerarie, per far passare la voglia a chi non pensa altro che a litigare.
Circa il primo punto, che condivido, posso solo dirti che sarebbero necessari fondi che sono sempre più scarsi a meno di non voler tassare ulteriormente il cittadino. Circa il secondo punto, anch'esso di mia condivisione, ha il limite di dover dimostrare mala fede e colpa grave che, tecnicamente, non solo è operazione difficile ma, spesso, richiede più tempo di un giudicato ordinario
E' vero, ma in Italia si trovano fondi per qualsiasi cosa (dai banchi a rotelle al reddito di cittadinanza, passando per il 110%), possibile che non si trovino per una causa così importante? Evidentemente manca la volontà politica.
Mmm.... secondo me sei troppo pessimista. La tecnologia è solo uno degli aspetti che caratterizzano nostra vita. Ci sono vari scenari possibili in cui si può determinare una situazione catastrofica del genere. Uno è lo scenario postbellico globale nel quale probabilmente moriremmo per il fall-out radioattivo e qui non si pongono problemi di rinuncia alla tecnologia anzi ne avremmo fatto a meno visto che è stata lei ad ucciderci. Tu hai immaginato una situazione limite in cui ci potremmo trovare senza niente, tipo Adamo ed Eva. Beh... è una situazione simile a quella in cui si son trovati all'improvviso quelli che erano caduti con un aereo sulle Ande ma sopravvissero giorni e giorni, mangiando.. carne umana dei morti, perchè Adamo ed Eva almeno avevano fior di frutta da mangiare, lì c'era solo neve, rottami e morti. Istinto di sopravvivenza. Ed è la situazione che viene in qualche modo simulata quando la gente si sottopone di proposito a test di sopravvivenza. Ma se mancasse internet e la corrente elettrica, qui o in Italia, ci troveremmo senza niente ? No. Dove abito la città è stata "fondata" nel 1864 partendo da una stazione di commercio del bestiame. Non c'era nulla. Ne corrente elettrica, ne internet, ne ferrovia. Solo mandrie, cavalli, cowboy e indiani della tribù Wichita. Non sono morti, anzi... Se vogliamo avvicinarci di più nel tempo, io ho passato per parte della mia infanzia 6 mesi all'anno (solo tre da quando cominciai la scuola) in un trullo nell'aperta campagna pugliese dove mi portava mia nonna. Altro che internet. Non c'era la luce ma solo dei lumi a petrolio, l'acqua era quella piovana del pozzo, il "cesso" era fuori ed era grosso un ettaro, nel senso che ti portavi carta igienica e una zappetta e concimavi la terra. Il paese più vicino era a tre Km distanza che si copriva facilmente a piedi o in bicicletta. Niente bancomat ovviamente. Frutta e verdura erano gentilmente offerte dal nostro terreno. Venisse a mancare in modo permanente la corrente ovviamente molte cose non sarebbero più possibili, anche solo fare benzina ( ma ci sono le pompe a mano), gli ospedali si troverebbero in seria difficoltà, ma sarebbe una situazione temporanea. Avremmo comunque armi per cacciare e zappe per coltivare. Tutto si riorganizzerebbe di conseguenza tornando (temporaneamente, perchè oggi a differenza di allora abbiamo il know-how per ricostruire il tutto) a 100-150 anni fa. Bisogna vedere poi quanti si adatterebbero di buon grado ad una situazione dl genere e probabilmente vi si adatterebbero meglio quelli che in qualche modo l'hanno già un po' vissuta, guarda caso i più anziani. Certi ragazzotti sbraiterebbero un po' ( Raga, cioè.. cazzo non c'e più la luce, che storia !.....) ma poi prenderebbero in mano la vanga al posto del tablet. Ma domandiamoci : in che caso si potrebbe verificare un evento del genere? Uno solo. La guerra globale. E in tal caso ritorniamo a quanto ho detto all'inizio. Non avremmo molto tempo per pensare a cosa fare.