Il meccanismo dello scambio sul posto è definito nel decreto come il servizio erogato dal GSE atto a consentire la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione Vediamo di esplicitare meglio questa sintetica, ma “densa”, definizione. Il meccanismo dello scambio sul posto consiste nella possibilità di compensare il valore economico dell’energia prelevata (per esempio di notte) nei limiti del valore economico di tutta l’energia prodotte e immessa in rete. Attenzione, si parla qui di “valore” economico (in euro) e non di “quantità” di energia: ogni quantitativo di energia ha un suo valore economico, ha un suo prezzo, che dipende sia dalla zona di mercato, che dalle fasce orarie di immissione e vendita (F1, F2, F3). Inoltre quando si parla di “energia prelevata” dalla rete, si intende l’energia acquistata dalla rete e pagata con le normali bollette elettriche. In altri termini il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico permette di farsi rimborsare parte della quota pagata nella bolletta elettrica del proprio fornitore, pagata per i prelievi effettuati dalla rete. Il rimborso avviene però nei limiti dell’ energia immessa, o meglio: nei limiti del valore economico dell’energia precedentemente immessa in rete. Si tratta di fatto di una compensazione economica tra immissioni e prelievi di energia “da” e “nella” rete elettrica. Cosa succede se, nell’anno solare, le immissioni totali di energia in rete sono maggiori dei prelievi effettuati dalla rete? In questo caso abbiamo un’eccedenza di energia, ovvero una quantità di energia in eccesso immessa in più rispetto a quella ri-prelevata per i propri consumi. Più avanti vediamo come questa eccedenza di energia data alla rete viene ulteriormente valorizzata dal Gse, ma prima vediamo cosa è e comeviene definito il “Contributo in Conto Scambio” dello scambio sul posto. Abbiamo visto una sintetica definizione dello scambio sul posto, come viene definito dal decreto rinnovabili del conto energia fotovoltaico, e come questo costituisca di fatto la possibilità di compensare tutta l’energia immessa in rete (al momento di produzione senza consumo) con l’energia prelevata dalla rete al momento di consumo senza produzione. Ciò che vengono conteggiate, abbiamo visto, non sono tanto le quantità di energia immessa e prelevata, ma il loro valore economico. Il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico è quindi una specie di rimborso che il Gse dà al titolare dell’impianto fotovoltaico che decide di immettere in rete l’energia non immediatamente autoconsumata. Questo rimborso viene chiamato nel decreto del conto energia: contributo in conto scambio (Cs). Il Contributo in Conto Scambio è essenzialmente l’entità del rimborso, o della compensazione, di cui sopra. E’ essenzialmente una formula matematica che restituisce un valore in euro pari alla quota che il Gse dovrà erogare al soggetto responsabile dell’impianto fotovoltaico, quota che il Gse dovrà emettere annualmente (al di là dei 20 anni delle tariffe incentivanti) con questa modalità: quattro acconti trimestrali e conguaglio annuale sulla base dei dati realmente rilevati di immissione e prelievo di energia. Il contributo in conto scambio (Cs) di fatto costituisce, nel caso di immissioni in rete superiori ai prelievi, una sorta di rimborso per tutta l’energia prelevata e pagata in bolletta nell’anno solare di riferimento. Il rimborso, però, non è totale. Non vengono rimborsate interamente le bollette pagate al proprio fornitore, ma un percentuale che si aggira tra il 70-80%, in quanto non tutte le voci di costo contemplate nella bolletta elettrica vengono prese in considerazione ai fini del rimborso (ad esempio le tasse pagate in bolletta, ed alcune voci minori, non vengono rimborsate dal Gse). Il contributo in conto scambio (Cs) prevede quindi un rimborso parziale delle bollette elettriche ricevute e pagate a seguito del prelievo di energia dalla rete elettrica. Ai fini dell’individuazione del contributo in conto scambio (Cs) due soli dati sono necessari: la quantità di energia immessa e la quantità di energia prelevata dalla rete. Dati rilevati attraverso il solo contatore bidirezionale, definito anche “contatore di scambio”. La formula di calcolo è la seguente: Cs = min [Oe ; Cei] + Cus x Es Ovvero: il “contributo in conto scambio” è uguale al valore Minimo (min) tra l’”Onere Energia” (Oe) ed il “Controvalore dell’Energia Immessa in rete” (Cei) + il “Controvalore Unitario relativo ai Servizi” (Cus) dell’”Energia scambiata con la rete” (Es). Breve legenda: Onere Energia (Oe): valore in Euro della quantità di energia prelevata dalla rete (e pagata in bolletta); Controvalore dell’energia immessa in rete (Cei): valore in Euro della quantità di energia immessa in rete; Controvalore Unitario relativo ai Servizi (Cus): valore in Eurocent di una parte dei “Servizi” pagati in bolletta (ovvero: oneri di trasporto, dispacciamento, oneri generali di sistema, ecc..); Energia scambiata (Es): quantità, in Kwh, di energia scambiata con la rete, ovvero la quantità minima tra l’energia prelevata e l’energia immessa in rete. In altri termini il Contributo in conto scambio dello scambio sul posto prevede il rimborso del minimo tra: il valore dell’energia prelevata, e già pagata in bolletta(*), e il valore dell’energia complessivamente immessa in rete. A questo valore minimo si aggiunge il rimborso, per la sola energia scambiata, di alcuni servizi pagati in bolletta. Esempio Semplificando al massimo, per fare un esempio, se: -immetto 50 Kwh, per un valore di 65 euro, -e prelevo 40 Kwh, per un valore di 55 euro il contributo in Conto Scambio sarà un rimborso di parte della bolletta pagata per l’energia prelevata. Il rimborso sarà indicativamente pari ai “55 euro” relativi all’energia prelevata (e pagata in bolletta) più il costo dei principali servizi pagati in bolletta relativi ai 40 Kwh prelevati. Dal rimborso sono sicuramente escluse le tasse (accise, iva, ..) ed altre voci minori. Nel prossimo paragrafo vediamo un elemento in più: la differenza tra i 50 Kwh immessi ed i 40 Kwh prelevati rappresenta un’eccedenza di energia immessa rispetto a quella prelevata. Il surplus di energia immessa ha un’ulteriore criterio di valorizzazione per l’utente-produttore. Nel prossimo paragrafo vediamo come vengono trattate le eventuali eccedenze di energia immessa in rete. (*)= Semplificando al massimo, le voci di costo pagate in bolletta si dividono in tre macrocategorie: quella relativa alla sola energia (“quota energia”), quella relativa ai soli servizi (“quota servizi”) e quelle relative alle imposte (accise, addizionali, iva, ..) Nella terza parte di questa guida allo scambio sul posto fotovoltaico abbiamo visto cosa è il “contributo in conto scambio” (Cs) e quale è la “formula” che lo determina. Abbiamo visto che i dati fondamentali per individuare il valore del contributo sono solo due, rilevabili attraverso il contatore di scambio: la quantità di energia immessa in rete e la quantità di energia prelevata dalla rete. Il rimborso riguarderà il valore minore tra a queste due misurazioni di energia ed alcuni costi dei servizi ad esso associati. La bolletta comprende diverse voci di costo raggruppabili, molto sommariamente, in “quota energia”, “quota servizi” e “imposte”. Il contributo comprende sicuramente la quota energia (sulla quantità di energia immessa o prelevata) e parte della quota servizi, nello specifico vengono rimborsati i costi di: trasporto, dispacciamento e parte degli oneri generali di sistema: le componenti “A” e “UC”, non la componente tariffaria MCT. Il contributo/rimborso non comprende le imposte (che incidono da sole per circa il 15% sulla bolletta elettrica). Un esempio: se viene immessa energia in rete per un valore di X euro e viene prelevata per un valore di Y euro, durante tutto l’anno si pagano le regolari bollette elettriche al proprio fornitore relative a tutta l’energia prelevata. Nella bolletta elettrica sono incluse però non solo le quote relative all’energia prelevata per il valore di Y euro (sola quota “energia”), ma anche: i costi di trasporto, dispacciamento, servizi di rete, .. + oneri generali di sistema (componenti A, UC, MCT) + imposte (Accise, addizionali, iva..). Contemporaneamente al pagamento delle normali bollette si ricevono durante l’anno dal Gse acconti trimestrali, e poi conguaglio annuale, relativi al rimborso della quota “energia” e di alcune voci relative ai “servizi”. Quindi durante tutto l’anno mi verranno rimborsate, per tutta l’energia non immediatamente auto consumata e immessa in rete, parte delle quote pagate in bolletta. Questo avviene come forma di compensazione tra immissioni e prelievi, una sorta di pareggio. Cosa succede se poi ci sono delle eccedenze immesse in rete? O meglio: come viene valorizzata tutta l’energia immessa in rete in più rispetto a quella ri-prelevata per il proprio fabbisogno? In questo caso si parla di “eccedenze” di immissioni rispetto ai prelievi. Il meccanismo dello scambio sul posto prevede la scelta a cura dell’utente tra due possibili opzioni di trattamento dell’eccedenza di energia immessa in rete: la liquidazione monetaria delle eccedenze oppure la messa a credito del suo valore per i conteggi dell’anno successivo. Quindi: se a fine anno, a seguito del conteggio complessivo tra energia immessa e prelevata, risultano immissioni maggiori rispetto ai prelievi, l’energia immessa in più rispetto a quella “compensata” viene valorizzata (ovvero: le viene dato un valore economico in euro). Questo valore, che è di fatto il prezzo di mercato medio dell’energia rilevato nell’anno di riferimento, può essere monetizzato e liquidato da parte del Gse, oppure può essere messo a credito nel contributo in conto scambio dell’anno successivo. Nel prossimo paragrafo vediamo quali sono i criteri utilizzati per definire il valore economico di queste eccedenze e la differenza, per esempio, con il regime di ritiro dedicato nella valorizzazione dell’energia immessa in rete. Nella quarta parte di questa guida allo scambio sul posto fotovoltaico abbiamo visto che producendo energia col proprio impianto fotovoltaico e immettendo in rete quella non immediatamente auto consumata, si ha a disposizione la possibilità di essere rimborsati per l’energia prelevata dalla rete, e pagata in bolletta, per un quantitativo pari al valore dell’energia immessa. In altre parole: se io immetto energia per un valore di 100 euro, ho poi la possibilità di avere un rimborso sulle bollette pagate per il prelievo di 100 euro di energia. Attenzione però al fatto che in bolletta vengono pagate anche altre voci di costo non rimborsabili dal “contributo in conto scambio” dello scambio sul posto. Il rimborso della bolletta non sarà quindi del 100%, ma di circa il 70% (per esempio non sono rimborsabili le imposte pagate nelle bollette elettriche, nè alcune altre voci di costo minori, ad es. la componente MCT degli oneri generali di sistema). (segue)
Abbiamo visto quindi che il contributo emesso da Gse serve per compensare le immissioni con i prelievi di energia fino ad un loro “pareggio”. Poi: se nell’anno di riferimento (con i dati di conguaglio) le immissioni di energia risultano superiori ai prelievi , allora si hanno delle eccedenze, ovvero un surplus di energia immessa in più rispetto al proprio fabbisogno. Il Gse riserva per queste eccedenze di immissioni due possibili trattamenti: o la liquidazione monetaria delle eccedenze, o la messa a credito del loro valore per il contributo (rimborso) dell’anno successivo. Ogni anno l’utente dello scambio ha la possibilità di scegliere per la liquidazione monetaria o per la messa a credito. Il valore riconosciuto a tutta l’energia immessa in rete (come per tutta l’energia prelevata) è un valore economico definito in relazione al prezzo zonale orario per i clienti in regime di maggior tutela (prezzi definiti dall’Aeeg, Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), o ai prezzi di mercato per i clienti sul libero mercato. I criteri di valorizzazione dell’energia (immessa o prelevata che sia) sono due: uno è quello temporale, l’altro è quello territoriale. L’aeeg definisce infatti tre fasce orarie di immissione/prelievo, riscontrabili anche nelle normali bollette elettriche. In ciascuna di queste fasce l’energia avrà un valore, un prezzo, differente: Fasce orarie sono: • F1 : dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00 • F2: dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 oppure il sabato dalle 7 alle 23 • F3: tutte le notti dalle 23 alle 7 oppure le domeniche e festivi tutto il giorno La fascia F1 è quella in cui l’energia ha un valore maggiore: si pagherà quindi di più se si preleva, ma si guadagnerà di più se si immette energia in rete in questa fascia oraria. La fascia oraria F3 è quella in cui, invece, l’energia ha un prezzo minore: si pagherà quindi di meno se si preleva, ma si guadagnerà di meno si si immette energia in quest’altra fascia oraria. L’altro criterio è invece quello “territoriale”: l’Aeeg definisce specifiche zone tariffarie di mercato in Italia in cui l’energia ha un valore differenziato. Le zone tariffarie individuate dall’Autorità sono 7: • Polo di Brindisi • Zona Centro Nord • Zona Centro Sud • Zona Nord • Zona Sardegna • Zona Sicilia • Zona Sud In relazione a questi ed altri criteri, quindi, il Gse calcola il valore del contributo in conto scambio (cioè il “rimborso” delle bollette) ed il valore dell’ eccedenza di energia immessa. Indicativamente, il prezzo unitario medio dell’energia elettrica prelevata, compreso di tasse, servizi, oneri, ecc.. è su valori intorno ai 20 eurocent/kwh, al netto di tutto questo è intorno agli 8 -10 centesimi di euro. Nel prossimo articolo vediamo meglio con un esempio pratico quanto e come si ha del risparmio sull’energia elettrica autoprodotta ed autoconsumata con un piccolo impianto solare fotovoltaico sul tetto della propria abitazione. Nella quinta parte di questa guida abbiamo visto come l’energia prodotta, dal proprio impianto fotovoltaico, e immessa in rete viene valorizzata economicamente attraverso un prezzo che è orario e zonale. Orario perchè il prezzo dell’energia è diverso nelle tre fascie orarie settimanali (F1, F2, F3): l’energia vale (costa) di più nelle fasce diurne settimanali e vale (costa) di meno nelle fasce serali/notturne infrasettimanali, oppure nei sabati, domeniche e festivi. Per questo motivo conviene maggiormente autoconsumare di giorno, utilizzando l’energia prodotta dal proprio impianto, ma anche immettere energia di giorno (o nei sabati-domeniche-festivi), perché in questafascia l’energia verrà maggiormente remunerata. Ricapitolando: l’energia prodotta dal proprio impianto può essere (prima di tutto) istantaneamente autoconsumata dal produttore stesso. L’autoconsumo immediato è sempre il fattore di maggior risparmio, in quanto evita all’utente l’acquisto dal proprio fornitore di energia dalla rete elettrica. Tutta l’energia che non viene immediatamente autoconsumata viene immessa in rete, facendo “girare” il contatore di scambio nelle diverse fasce orarie. Tutta questa energia immessa verrà conteggiata ai fini dello scambio sul posto. Quando l’impianto fotovoltaico non è in produzione l’utente avrà bisogno di prelevare l’energia dalla rete. Tutta questa energia prelevata verrà fatturata e pagata in bolletta alla propria società di vendita dell’energia (es. Enel, A2a, ecc..), il prelievo fa “girare” il contatore di scambio conteggiando l’energia prelevata nelle diverse fasce orarie (F1, F2, F3) sulla base della quale verrà emessa la bolletta elettrica. Parlando di quantità di energia, a fine anno l’utente dello scambio potrà avere: • X Kwh totali di energia prodotta dal proprio impianto. Su questa quantità riceverà le relative tariffe incentivanti. • Y Kwh di energia prodotta e autoconsumata istantaneamente. Su questa quantità l’utente ha il maggior risparmio in quanto consuma l’energia autoprodotta senza doverla acquistare dal proprio fornitore. Si eviterà quindi una serie di spese e costi fissi di servizio. • (X-Y) Kwh di energia immessa in rete. Questa quantità di energia immessa verrà conteggiata ai fini del calcolo del contributo in conto scambio dello scambio sul posto • Z Kwh di energia prelevata dalla rete, per esempio di notte. Questa quantità verrà regolarmente addebitata in bolletta con tutte le annesse voci di costo, imposte, ecc.. • I consumi totali annuali dell’utente saranno di (Y+Z) Kwh. Di questi consumi complessivi maggiore sarà la quota di energia autoconsumana istantaneamente, maggiore sarà il suo risparmio. Il contributo in conto scambio, ipotizzando immissioni per un valore superiore rispetto ai prelievi, sarà un rimborso parziale della quota Z (energia prelevata) pagata in bolletta. Parlando invece di risparmio (o guadagno) economico, l’utente avrà i seguenti benefici: • le tariffe incentivanti per tutta l’energia prodotta dal proprio impianto, a prescindere dall’uso che poi ne viene fatto. • il risparmio, guadagno indiretto, per tutta l’energia in autoconsumo istantaneo non acquistata dalla rete. Questo è il fattore di maggiore risparmio per l’utente domestico. • il rimborso parziale per le bollette pagate al proprio fornitore (quota “energia” e parte della “quota servizi”) per tutta l’energia prelevata e acquistata dalla rete. Questo è il contributo in conto scambio dello scambio sul posto. • Poi: nel caso si immette energia per un valore maggiore rispetto a quello del prelievo, c’è un ulteriore riconoscimento economico per le eccedenze di energia immessa. Questo valore di energia “in più” immessa in rete può venir liquidato in euro (in tal caso si configura come “vendita” ai fini fiscali), oppure può essere messo a credito per l’anno successivo. La scelta tra queste due opzioni può essere rivista ogni anno. Per concludere questa breve guida, e per esemplificare quanto visto nell' ultima parte di questa guida, vediamo un esempio pratico che mostra, anche al di là del solo meccanismo dello scambio sul posto, l’effettivo risparmio a cui può portare l’installazione di un piccolo impianto fotovoltaico (3 Kw di potenza) sul tetto della propria abitazione. L’esempio qui mostrato ha carattere puramente indicativo, ma da l’idea del risparmio effettivo che si può ottenere installando un impianto che garantisca una produzione di energia vicina al proprio fabbisogno. Prendiamo l’esempio di un piccolo impianto di 3 Kwp di potenza installato sul tetto (rivolto a sud) della propria abitazione. L’utente preso a riferimento è l’utente domestico tipo, ovvero connesso in bassa tensione, in regime di maggior tutela, con il classico contratto di fornitura di 3 Kw (potenza contrattualmente impegnata) e con consumi medi annuali di 3.000 Kwh/anno. Dividiamo il ragionamento in due “blocchi”: nel primo prendiamo in considerazione le sole quantità di energia in gioco, nel secondo guardiamo all’aspetto economico dei costi, dei risparmi e dei guadagni effettivi del meccanismo dello scambio sul posto. Calcolo energetico su base annuale: Energia prodotta in totale dall’impianto fotovoltaico: 3.200 Kwh Energia autoconsumata istantaneamente: 600 Kwh Energia immessa in rete: 2.600 Kwh (cioè: 3.200-600 Kwh) Energia prelevata dalla rete: 2.400 Kwh Energia immessa in eccedenza rispetto ai prelievi: 200 Kwh (cioè: 2.600-2.400) Consumi annuali dell’utente: 3.000 Kwh (cioè: 600+2.400 Kwh) Calcolo economico su base annuale in scambio sul posto - L’energia prelevata dalla rete ha un costo per l’utente finale di circa 0,20 €/Kwh (compreso di tutto: imposte, accise, servizi, …) - L’energia immessa in rete ha un valore di circa 0,10 €/Kwh (valore che riguarda la sola “quota energia”, senza tutte le altre voci che paghi in bolletta) - Il rimborso del contributo in conto scambio ha un valore di circa 0,14 €/Kwh (ovvero il valore dell’energia più il “Controvalore unitario relativo ai servizi”) - Consideriamo la tariffa incentivante del primo semestre 2012: 0,274 €/Kwh prodotto Con gli incentivi del conto energia l’utente riceverà: 3.200 X 0,274 = 876,8 € Attraverso l’energia autoconsumata istantaneamente l’utente risparmierà: 600 X 0,20 = 120 € (0,20 è il prezzo medio lordo, comprensivo di tutto, dell’energia pagata in bolletta) Attraverso le bollette elettriche l’utente paga: Energia prelevata: 2.400 X 0,20= 480 € Attraverso lo Scambio sul Posto l’utente riceverà dal Gse: - Contributo in conto scambio, a titolo di rimborso: 2.400 X 0,14= 336 € (circa) - Valore delle eccedenze di energia in più immessa in rete: 200 X 0,10= 20 € (circa) Queste cifre, abbastanza indicative, rendono l’idea del risparmio, e del guadagno, che l’utente ha installando l’impianto fotovoltaico di 3 Kw (per una spesa di circa 9 mila euro. In definitiva ciò che è utile confrontare sono i seguenti dati: Spese annuali pagate in bolletta dall’utente senza impianto fotovoltaico: 600 €/anno (per consumi di 3.000 Kwh/anno) Spesa annuali pagate in bolletta dall’utente con impianto fotovoltaico in scambio sul posto: 144 € (cioè: 480-336) Guadagno annuale con i benefici dello scambio sul posto Autoconsumando (in questo esempio) solo meno del 20% dell’energia prodotta e sommando gli incentivi 2012, il risparmio effettivo in bolletta ed i contributi Gse si ha: 876,8 + 120 – 480 + 336 + 20 = 873 € Si tenga presente che l’autoconsumo è sempre e comunque il fattore di maggior risparmio: più aumenta la quota di autoconsumo più aumentano gli introiti. In questo esempio abbiamo ipotizzato una produzione, per un impianto di 3 Kw, di 3.200 Kwh/anno, in realtà molti impianti già nel nord Italia producono almeno 3.500 Kwh il primo anno, al Sud è ovviamente meglio... spero di essere stato chiaro ()... in una nazione in cui regna la diseconomia a causa della volontà di nascondere le inchiappettate fra le pieghe di leggi e normative, evidentemente appariva troppo complicato compensare direttamente in bolletta enel i valori economici, senza far nascere il mitico GSE.... p.s. mi sono avvalso di una guida fra le più chiare e sintetiche che ho visto, altrimenti ci avrei passato mezza domenica a spiegare
no scherzi a parte, è vergognoso che ci sia un ginepraio del genere, spinge la gente a rinunciare o a fare di testa propria
l'hai detto. in azienda abbiamo un ingegnere ed un perito che seguono solo ed esclusivamente le pratiche amministrative, e non li invidio proprio... in italia ogni ente (soprattutto i comuni) si sentono in dovere di "interpretare" leggi e norme. pensa che un comune ci ha chesto la relazione geotecnica, fra le altre cose, per poter installare un impianto fotovoltaico...