Se hai colto una qualche ironia nei miei post ti stai sbagliando. E che le percosse non sono state causa del decesso non è attendibilmente dimostrato IMHO. Ci aggiorniamo quando vuoi, e sia ben chiaro che le mie non erano provocazioni nei tuoi confronti ma semplici (se pur errate o per lo meno da verificare al pari di tutte le altre) constatazioni.
Sinceramente non ho capito cosa vuoi dire, quindi o la mia suprema intelligenza è una favola o hai scritto in arabo. Come detto ad altri, i msg in grassetto non vanno commentati se non in pm quindi ti invito a riformulare il pensiero in pm.Grazie
...sarà...ma vorrei capire, perchè mai, altri "detenuti" in sicurezza...avrebbero dovuto accanirisi così violentemente su un ragazzo di 43 kg...
le celle di un tribunale cosi come un carcere, sono un pò come il cassonetto della società. quindi ci trovi sbarellati di qualsiasi tipo, colore, dimensione
...Triste a dirsi, spero tanto non sia così, ma penso proprio che finirà in quel modo... Non mi stupirei... ...Gran Giobbone, dovevi virgolettare anche "sicurezza" non solo "detenuti"... Cmq son del tuo stesso parere, perchè costoro si sarebbero accaniti... (ma la domanda è: sono stati LORO ad accanirsi o è la scusa di comodo?)
è come chiedersi se la franzoni abbia realmente ucciso il suo bambino, o se Stasi abbia davvero ammazzato la sua ragazza.
Straordinario leggere che ora salteranno fuori i soliti 2 extracomunitari da immolare alla causa. Anche il TG5 stasera conferma la mia tesi. L'unico a vedere qualcosa e a parlare non è chi sarebbe tenuto a farlo per dovere e rispetto dell'uniforme, ma un altro detenuto! Il testimone che stanno ascoltando i giudici dunque è un detenuto. Ci fosse uno, uno solo, neanche x sbaglio delle FdO che ha visto o sentito qualcosa. Che schifo.
Più o meno. A differenza di supposizioni che possono essere fatte in quei casi, sul quando e sul come, qui certe persone ce l'avevano in custodia, ed erano quindi responsabili. Un'aula di un tribunale o di un carcere non è come una villetta in montagna sperduta. Una sola parola: omertà. E, hai veramente ragione, fa schifo sapere da chi proviene. E' questo purtroppo che fa dubitare molti del comportamento di alcuni esponenti delle FdO e fa sorgere mancanza di fiducia, che si cercano peraltro.
si lo avevano in custodia, ed erano responsabili, ma quando sei da solo a controllare una 50ina di persone (e capita.... nelle carceri il rapporto tra guardie penitenziarie e detenuti è anche di 1:100) come ti ha detto lorenzo, se intervieni intervieni a rissa già iniziata.
forse non vi siete resi conto di cosa ad ora è piu probabile che abbia causato la morte, per quanto se ne sa adesso la cosa piu plausibile è che sia morto di fame e di sete in ospedale...se è entrato sabato e da lunedì fino a giovedi non ha mangiato n'è bevuto, rifiutando le cure, non vi pare quasi ovvio che sia morto di fame/sete? già fa fatica a vivere una persona normale per 4 giorni, pensate ad un anoressico drogato sieropositivo quanto possa essere debilitato e traetene le vostre conclusioni... ma forse non volete aprire gli occhi... poi, sul fatto che sia stato pestato, di dubbi ce ne sono pochi per quanto mi riguarda e andrà fatta chiarezza su chi, dove e perche è successo, ma attribuire la morte alle percosse subite 6 giorni prima mi pare una forzature, se uno deve morire per delle percosse non ci muore 6 giorni dopo, una emorragia interna o un versamento avviene molto prima...:wink:
Potevi risparmiarti "drogato anoressico e sieropositivo" Non era ne sieropositivo ne anoressico pesava (53) solo qualche kilo in meno di me. Intanto al pertini ci è arrivato a causa del pestaggio ed inoltre gli è stato negato un qualsiasi contatto con il suo avvocato e famigliari e sono certo che non andava a finire cosi se non gli veniva negato. Cmq è certo che la responsabilità finale va ricercata in ospedale, ma se non lo pestavano in ospedale non ci andava a trascorrere gli ultimi 6 giorni.... .
non credo che le fdo ti strapazzano perche non hanno cosa fare... una linea dura ci deve essere senno qua succede il finimondo anzi in certi casi le fdo dovrebbero avere carta bianca per difendersi e per sistemare certe cose il risultato lo vedreste molto velocemente,strade senza criminali e senza banditi ma finche ci sono gli avvocati papponi che li cavano fuori dal buco aime di criminali ne avrete sempre di+ per non parlare dei clandestini e tutto il resto volete essere protetti allora date carta bianca a chi veglia su di voi la notte finche voi fate la nanna e non preoccupatevi troppo di gente che sicuramente non ha la fedina pulita...i giornalisti caricano sempre,specialmente se si devono mettere in ballo le fdo anche le fdo hanno una famiglia,quindi non e' piacevole sentire di un'agente morto o ferito in servizio che a casa ha una famiglia che l'aspetta per conto mio potrebbero sparare subito a qualunque bandito,rapitore,stupratore,ecc
perche avrei dovuto risparmiarmi di scriverlo? c'è una censura in questo forum?no, non mi pare, ho scritto drogato anoressico sieropositivo perche l'avevo letto in un articolo, mica l'ho inventato, anzi l'ha proprio dichiarato lui durante il processo per direttissima, poi vatti a vedere le foto dell'autopsia, se reputi quell'uomo non anoressico mi sa che hai bisogno di rivedere i tuoi parametri...:wink: e, fino a prova contraria, sono tutte componenti che debilitano il fisico di un uomo se poi ci mettiamo il fatto che non ha mangiato n'è bevuto per quasi 4 giorni la morte mi pare ovvia conseguenza, purtoppo... per quanto riguarda il pestaggio ho detto che è evidente che c'è stato e indubbiamente è stato portato in ospedale per quello, ma dire cc/polfer ecc assassini mi pare fuori luogo, imho la colpa è dei medici, ok il rifiuto alle cure, ma l'idratazione e l'alimentazione forzata sono tenuti a farla, anche se uno la rifiuta...
gomma per favore cerchiamo di non diffamare i morti, se leggi bene in giro vedrai che NON era sieropositivo, non ultimo ieri è stata smentita questa voce, e lo stesso Giovannone Giovanardi si è scusato per aver usato parole analoghe. non era nemmeno anoressico, 53 kg pesava. Poi ha perso 10 kg perché non mangiava da giorni proprio perchè, da come sembrano i fatti, 1. è stato pestato in carcere (il testimone dichiara per futili motivi, voleva andare in bagno...pensa te....) 2. dopo il pestaggio evidentemente ha chiesto l'assistenza dell'avvocato (probabilmente anche prima) 3. gli è stato negato questo suo diritto sacrosanto 4. ha fatto lo sciopero della fame per protesta.
prima cosa, attento a cosa dici, io non ho diffamato nessuno, ho riportato parole che ha detto cucchi durante il processo, e ricorda che per certe tue affermazioni puoi essere querelato per calunnia o ingiuria. secondo, non ho letto da nessuna parte smentite sull'anoressia e il fatto che era siero positivo. terzo anche se ha fatto sciopero della fame e sete, se si trova ricoverato i medici sono tenuti a somministrargli forzatamente l'alimentazione e l'idratazione e 52 kg sono sempre pochi, anoressico lo era comunque anche con quel peso, tranne se fosse stato alto 160, cosa che non mi sembrava.
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/3005269.html E spuntato un testimone il quale dice di aver sentito del tranbusto ed intravisto parzialmente qualcosa, ed io mi chiedo come avrà fatto a vedere qualcosa da un'altra cella ? Di che materiale è il perimetro delle celle di calcestruzzo o di sbarre d'acciaio ? Altro dubbio, i medici dicono che Stefano difiutava ogni tipo d'intervento anche non invasivo, allora come hanno scoperto le fratture ? e prima di morire, i medici gli avevano consigliato di idratarsi perche dai risultati ematochimici risuntavano alterate le funzioni renali, ma allora il sangue gli è stato prelevato quindi non è vero che rifiutava i controlli tra l'altro forse non mangiava ma di bere beveva. bohhhh.
Tralascio la parte sottolineata, davvero fuori luogo e che non merita commenti. Quanto al resto, basta che leggi bene i giornali e vedrai che è stato smentito a gran voce: http://yespolitical.wordpress.com/2...-di-polizia-penitenziaria-di-piazzale-clodio/ http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/roma-16:01/3733185
Su una cosa credo che si debba essere tutti daccordo: in un paese civile queste cose non possono accadere a nessuno, drogato o meno che sia. Cerchiamo di portare rispetto a tutti, alla vittima, alle FDO e a chi deve accertare la verità.
INQUIETANTE E' DIR POCO..... Il supertestimone del pestaggio di Stefano Cucchi nelle camere di sicurezza del tribunale. "Lo prendevano a calci mentre era a terra" "Ho visto dallo spioncino gli agenti che lo picchiavano" di CARLO BONINI I genitori e la sorella di Stefano Cucchi ROMA - Ha la pelle nera dell'Africa Occidentale l'uomo che ha visto Stefano Cucchi cominciare a morire in un sotterraneo del palazzo di Giustizia per mano di "due guardie", due agenti di polizia penitenziaria, di piantone alle "camere di sicurezza". Ha i suoi stessi anni, 31. Era stato arrestato dai carabinieri la stessa sera (il 15 ottobre), alla stessa ora, le 23.30, per lo stesso reato (stupefacenti). Ma in un quadrante diverso della città. Tra il raccordo Anulare e Tivoli. La mattina del 16 ottobre, ha visto crollare Stefano sotto due manrovesci al viso. Tra le urla, ha sentito il tonfo sordo dei calci delle "guardie" accanirsi su quel corpo rannicchiato in terra e già fragile. Poi, quando i suoi polsi e quelli di Stefano sono stati chiusi allo stesso schiavettone che dal palazzo di Giustizia li doveva trascinare a Regina Coeli, ha raccolto le sue ultime parole: "Hai visto questi bastardi come mi hanno ridotto?". In questo incrocio di destini, l'uomo che "sa", si chiama S. Y. (Repubblica, che ne conosce il nome, ha accettato la richiesta del suo avvocato di tutelarne, almeno per il momento, un parziale anonimato), è un clandestino ed è detenuto in una cella del braccio "comuni" del carcere di Regina Coeli. Il 3 novembre, ha consegnato il suo segreto al pubblico ministero Vincenzo Barba. Quattro giorni dopo, sabato 7, nella sala colloqui del carcere ha fissato negli occhi il suo giovane avvocato, Francesco Olivieri, e con una smorfia gli ha confidato la paura di chi ora teme il prezzo di quella verità: "Avvocato, ho raccontato al magistrato una cosa per cui ho paura che ora non mi faranno più uscire di qua". Olivieri non è ancora riuscito a tirare fuori S. da Regina Coeli. Ieri, ha bussato una prima volta alle porte degli uffici giudiziari per chiedere di sottrarre quel testimone al rischio di una possibile vendetta, di un'intimidazione, perché i segreti, si sa, in carcere durano assai poco. Tornerà a farlo oggi. E ora - nel suo studio di via Tuscolana - promette che non mollerà. "Intanto, sto facendo una colletta per raccogliere il denaro necessario a pagare l'ospitalità della "Casa dell'Amore fraterno". Dieci euro al giorno per poter indicare al giudice almeno un indirizzo in cui disporre gli arresti domiciliari. Poi, comincerà l'altra battaglia. Diciamocelo pure, quella più difficile. La parola di un ragazzo di colore accusato di spaccio contro quella di uomini in uniforme". Parliamo dell'uniforme blu degli agenti della Polizia penitenziaria, se i ricordi di S. non zoppicano. Almeno due. I due in servizio alle camere di sicurezza del palazzo di Giustizia, la mattina del 16 ottobre. Alle celle di piazzale Clodio, S. arriva di buon mattino, intorno alle 9. Scende i 20 gradini che dal piano stradale di via Varisco portano ai sotterranei. Supera la pesante porta in ferro laccato, blu cobalto, annunciata da due targhe di ottone ("Camere di sicurezza"; "Dap - Nucleo di Traduzione e piantonamento uffici giudiziari"). Quindi si accomoda, da solo, in una delle quindici celle che affacciano sul corridoio che le divide. La sera prima, in un anonimo appartamento nella zona dei giardini di Tivoli, in una di quelle case che i nigeriani normalmente affittano a clandestini trasformati in "cavalli" per spacciare roba da marciapiede, i carabinieri lo hanno buttato giù dal letto per poi infilargli le manette. I militari trovano 13 grammi di eroina, 5 di marijuana, un bilancino di precisione. Per S. non è la prima volta. Insomma, quelle gabbie del Tribunale già le conosce (è stato arrestato per stupefacenti una prima volta nel 2006, per poi essere assolto in appello). E ora, dunque, attende la "chiama" per l'aula delle direttissime. Stefano Cucchi è nella cella di fronte alla sua. Anche lui è solo. Anche lui è stato consegnato dai carabinieri alla polizia penitenziaria sulla soglia della porta blu cobalto. Anche lui è lì per droga. Anche lui aspetta. Poi, accade qualcosa. S. non sa dire che ora fosse ("Tarda mattinata", dice l'avvocato Olivieri nel riferirne i ricordi). Verosimilmente, prima delle 12.35, quando Cucchi entrerà nell'aula del suo processo per direttissima. Ma S., ricorda perfettamente cosa sente. Cosa vede. Il silenzio del sotterraneo si anima all'improvviso di urla. Le urla di Stefano Cucchi. S. si precipita allo spioncino della porta blindata che chiude la sua cella. E - per quello che riferirà prima al pubblico ministero e quindi al suo avvocato - vede quel ragazzo dal fisico esile "trascinato nel corridoio dalle guardie". "E' andato al bagno" e ora, a quanto pare, non vuole rientrare nella sua cella. I due agenti della polizia penitenziaria - prosegue S. - lo colpiscono al volto. Stefano Cucchi crolla in terra. I due finiscono di dargli una lezione a calci. Quindi "lo trascinano" nella cella chiudendosi la porta alle spalle. S. ritrova Stefano a fine mattina. Dopo il suo processo per direttissima. Anche lui non è stato fortunato. Il giudice ha rinviato il dibattimento al 18 dicembre e disposto che venga "tradotto" a Regina Coeli. Quando rientra nei sotterranei, Cucchi e già lì. E questa volta i due vengono sistemati nella stessa cella. S. ora può vedere i lividi che gonfiano e macchiano il volto di Stefano. Gli agenti della polizia penitenziaria gli chiudono i polsi allo stesso schiavettone, il guinzaglio con cui devono essere caricati sul furgone diretto al carcere. Stefano gli sussurra una parola all'orecchio: "Hai visto questi bastardi come mi hanno ridotto"? S. ha visto. Forse non tutta la violenza di quel mattino. Forse solo l'inizio e non la coda, se dovesse trovare una qualche conferma l'ipotesi che di "lezioni" Cucchi ne riceva dai suoi custodi della Penitenziaria una prima e una dopo l'udienza del suo processo. Ma ha visto. E ha deciso di non dimenticare.