Da noi arrivano in settimana macchinari nuovi per centinaia di migliaia di €. Tra il periodo di calo di lavoro e la chiusura di fine anno che farebbe pensare di posticipare l'acquisto magari a gennaio (per un discorso di iva), credo che il discorso crisi non colpisca proprio tutti! Speriamo!
ad inizio anno sono stati comprati macchinari nuovi in abbondanza... oltre ad aver assorbito un'azienda da 500 operai... quindi credo che spalmare le spese dei macchinari nuovi nel 2009 permetta qualche tipo di risparmio.. poi non mi intendo di queste cose.. ma ho sempre visto che le grosse spese si fanno ad inizio anno, o alla fine ma solo se hai necessità di recuperare iva
La Benetton qui a Treviso (è rimasto solo il ramo commerciale...) oltre ad aver scorporato il settore in abbigliamento da s.p.a ad s.r.l, sta facendo fare ferie obbligate (quelle maturate) a tutti i dipendenti. Inoltre assume la maggior parte neolaureati con contratti a progetto, e dopo 6 mesi li manda a casa, prendendone di nuovi
Il passaggio ad Srl è una soluzione hanno posto in essere diverse aziende da diverso tempo, a causa delle tasse di concessione sulle società che sono in funzione del loro capitale sociale. Pero' questa politica é in atto, anche da parte del gruppo Benetton, dagli anni 90. Ora, legare questo alla "crisi" mi sembra un po' forzato.
Anche la Fiat..ha già messo molti in cassa integrazione..mi ritardano la consegna di una croma nuova di un mese perchè la fabbrica ha già chiuso..
Io lavoro nel settore industriale, facciamo impianti di automazione per macchine industriali o linee di lavorazione, quindi vedo vari settori dell'industria (automotive, cartario, lamiera, legno ecc.) I nostri clienti sono i costruttori di macchine (presse, laminatoi, ecc), che a loro volta vendono a chi costruisce la linea di lavoro che poi va al cliente finale (spesso nell'automotive). Tanto per farvi capire: www.altof.it Tutto il settore industria è in crisi, a Lecco per esempio una percentuale vicina all 50% delle aziende API (piccole media impresa) hanno già adottato la cassa integrazione e nel territtorio lecchese si calcola che chiudono giornalmente 5-6 aziende. Il problema è nato di colpo a settembre, con un fermo improvviso dell'entrata ordini. Nello stesso mese il fatturato è stato buono perchè c'erano ordini da finire dei mesi precedenti, ottimi tra l'altro anche meglio del 2007 già di per se straordinario come fatturato. Poi il carico di lavoro è sempre più diminuito. Oltretutto c'è anche un nuovo e pericoloso fattore speculativo in questo momento Il problema nasce a monte, il finale è in crisi (BMW per esempio per cui abbiamo fatto qualche linea), quindi all'ultimo momento annulla la linea alla multinazionale, che annulla al costruttore delle macchine, che annulla a noi e così via. Questo a volte nasce proprio per la crisi del cliente finale, oppure perchè con la scusa della crisi, lo stesso vuole speculare e ti chiede extra sconti sulle forniture altrimenti non ti ritira l'ordinato. Tutta la filiera ha già pronto quanto ordinato e deve accettare per evitare pesanti perdite. Pensate il danno per un costruttore di presse per esempio...abbiamo avuto un caso di un cliente con due presse pronte per un valore di 3 milioni di euro l'una, il nostro impianto era sui 300 mila...cliente turco che annnulla all'ultimo...adesso sembra che stia trattando il prezzo per ritirare il tutto. Cmq noi per ora niente cassa integrazione, siamo in 45...il reparto più scarso di lavoro stà facendo le ferie (3 o 4 persone), poi abbiamo eliminato gli straordinari anche al sabato. Inoltre gli ordini per reintegro di magazzino sono molto limitati! Adesso tutti chiudono da domani al 7 gennaio, ma moltissimi anche fino al 12/1. Siamo riusciti in questi ultimi giorni a prendere un po' di ordini piuttosto buoni per gennaio, meglio così perchè solitamente nel settore, dopo la riapertura non si muove molto prima della fine del mese...cos' come alla riapertura dopo agosto, prima della metà settembre si muove ben poco!
e nel navale invece fioccano i lavori...e addirittura manca la gente per farli.....almeno....fino ad oggi...
Come dice Fasolini, FIAT chiusa fino a febbraio. Da qualche parte però forse iniziano gia il 18 gennaio. Il C.R.F. è piuttosto fortunato in questo senso, il 12 gennaio si riparte.
Io lavoro nella più grande azienda italiana di telecomunicazioni.... a settembre -5000 persone... poco tempo fa hanno annunciato altre -4000 persone... da quanto ho capito non in botto solo, ma un po' in prepensionamento, ad altri non rinnovano i contratti a termine, al altri ancora danno l'incentivo per andarse... i rimanenti boh! ...e in intanto i manager mangiano...
nel mio settore tanti concorrenti che avevano fatto il gioco sporco nei periodi di vacche grasse, ora sono con l'acqua alla gola e stanno venendo da noi in cerca di lavoro... A noi ancora gira + che bene, è vero, senza lunghissime prospettive, però intanto a Natale e capodanno non possiamo chiudere se non il 25/31...
per ogni vertiginosa salita c'è sempre una vertiginosa discesa... credo che una crisi del genere in determinati settori, era da aspettarsela...
comincio ad avere SERIAMENTE paura. anche perche' tutti a pensare che il prossimo anno sara' durissima ma poi si riprende....e se questa crisi peggiorasse fino durare 2 se non 3 anni??sapete quanta gente rimarrebbe per strada??senza nemmeno i soldi per mangiare?cioe', robe da mad max, roba da guerra civile. con gli indiani e cinesi pronti a prendere a prezzi di saldo tute le piu' importanti aziende morenti degli usa ed europee. tutti sono "giustamente" pessimisti, pero' allo stesso tempo si aspettano anche una veloce risalita...e se questa non arrivasse?
E finalmente, mi verrebbe da dire. Di gente che tra banche e finanziarie si è indebitata non solo per la casa (comprensibile) ma anche per macchine, telefoni e plasma senza pensarci (tanto inizio a pagare tra 6 mesi) ce n'è fin troppa.
ECONOMIA Ci sono centinaia di migliaia di italiani per i quali precipitare dai dignitosi sacrifici alla disperazione è un attimo. Ecco una storia "Vi racconto il mio Natale in cassa integrazione" di PAOLO GRISERI Quando Laura chiama, cade subito la linea. Il telefono fa un solo squillo, il tempo di un'unica vibrazione. Poi torna silenzioso. Allora Giuseppe sorride e chiama Laura. Così la ricarica di lei dura di più: "Capita - dice lui - che metto nel suo telefono dieci euro ad agosto. Poi può succedere a giugno dell'anno successivo. Perché non devi mai far passare dodici mesi senza mettere almeno dieci euro. Se no il numero si blocca". Laura osserva il marito che racconta i trucchi del povero. È pensierosa. Parla poco: "Non mi piace che gli altri sappiano". Come si vive con 600 euro al mese? Si vive in una casa con pochi mobili e i muri che un tempo sono stati bianchi: "Per ritinteggiarli, togliere quelle macchie nere sopra i termosifoni, bisogna aspettare tempi migliori". Il tempo presente è fatto di calcoli che non tornano. Prendiamo l'affitto: 425 euro per due camere e cucina in una zona non periferica. Non molto. Troppo per la famiglia di Giuseppe. Perché con le spese si arriva a 475 euro medi al mese e già a questo punto ne resterebbero solo 125 per vivere in tre trenta giorni. Ma siamo solo all'inizio del calcolo. Le bollette si portano via un'altra fetta: 55-60 euro per luce e gas. Si tira sui consumi: "Abbiamo il boiler elettrico. Lo accendiamo solo di notte perché dicono che così si spende meno". Ma il vero spauracchio è il riscaldamento: "Eh, su quello c'è poco da fare. Quando vedo la bolletta nella buca mi prende l'ansia. Non dipende da noi. C'è il teleriscaldamento, non possiamo risparmiare. Ci sono mesi che arrivano bollette enormi, anche 180 euro. Per fortuna non è sempre così. A ottobre, ad esempio, è arrivata da 35 euro". Con le bollette se ne vanno in tutto 95 euro. Ne restano trenta per dar da mangiare e per vestire tre persone. A questo punto lasci cadere la penna e guardi Giuseppe negli occhi: "Diciamolo, è impossibile". Certo che è impossibile. Laura annuisce, la piccola Simona nasconde la testa tra le braccia abbandonate sul tavolo. E si spera che lo faccia perché ha sonno. Chi fa quadrare i conti in questa famiglia? "Mia madre. È vedova, ha 61 anni e la pensione di reversibilità di mio padre. È vero che si tiene in casa mio fratello ma ogni mese le arrivano 1.000 euro. Così certe volte ci troviamo al supermercato. Mettiamo le cose nel carrello. Poi, arrivati alla cassa, lei mi dice: ?Passa, faccio io'". Non bisogna immaginare che il carrello della mamma, la signora Teresa, sia stracolmo come quelli della pubblicità. Per Giuseppe e Laura la spesa la fa un particolare personal shopper: "Il volantino, quello che ti mettono nelle buche. È fondamentale. Serve per approfittare dell'offerta del momento e anche per scegliere il supermercato. Che non è sempre lo stesso. In certe settimane conviene comperare la pasta da una parte e la bottiglia di pomodoro dall'altra". Non c'è volantino che riesca a superare certi vincoli del mercato: "La pasta è sempre l'alimento più conveniente. Certe volte con un euro riesci a portarne a casa due pacchi da mezzo chilo". E la carne? "Beh, quella non possiamo permettercela". È un lusso, come dare il bianco alle pareti. Come fate con la bambina? "Ci pensa mia mamma. Prepara la bistecca quando andiamo a mangiare da lei o ce la compera quando ci incontriamo al supermercato". I cassintegrati italiani sono in pauroso aumento. Il 20 per cento in più nel quarto trimestre 2008, secondo le stime della Cgil. Nelle tabelle non compaiono le persone ma i milioni di ore di cassa. Dietro quelle cifre ci sono 1.300 aziende in cassa integrazione straordinaria e centinaia di migliaia di italiani che fanno la vita di Giuseppe. Solo in Fiat i cassintegrati sono 50 mila. La differenza, si spera, è nella durata. Perché a 700-800 euro puoi sopravvivere per due-tre mesi al massimo. Poi devi sperare nella pensione della nonna. Precipitare da una vita di dignitosi sacrifici alla disperazione è un attimo. Quando lavorava in fabbrica Giuseppe guadagnava 1.200 euro. A questi si dovevano aggiungere i 135 di assegni familiari perché Laura, sua moglie, è disoccupata. In tutto 1.335 euro. Ma con la cassa, anche quando l'Inps si deciderà a pagare, il salario scenderà a 750 euro, che con gli assegni diventeranno 885. Nel passaggio dal lavoro alla cassa la perdita netta è di 450 euro, un terzo della busta paga complessiva. In queste condizioni per Giuseppe e chi vive come lui l'unica alternativa alla paghetta della mamma pensionata è il lavoro clandestino. Chi è in cassa integrazione non può svolgere altre attività: "Rischiamo il licenziamento". Finora i tentativi di Laura sono andati a vuoto: "Una mattina - dice il marito - l'ho accompagnata a un colloquio al Bennet qui sotto casa. Cercavano commesse. Ci speravamo. Nelle nostre condizioni 5-600 euro in più al mese avrebbero fatto comodo. Quando è uscita ha raccontato: ?Mi hanno fatto un po' di domande e poi mi hanno detto: ?Le faremo sapere'. Allora io le ho risposto di mettersi l'anima in pace. Quando dicono così è perché non ti prenderanno mai". Trovare lavoro, anche in nero non è semplice: "La crisi c'è per tutti, anche per i clandestini". E accettare un impiego provvisorio può essere rischioso: "Ho risposto all'annuncio di un'agenzia interinale. Mi offrivano uno stipendio dignitoso ma ho rifiutato perché era un lavoro precario. Per accettare avrei dovuto rinunciare al posto alla Bertone. Non posso permettermi il lusso di rimanere senza busta paga". Così l'unico introito extra sono i sussidi straordinari. Vanno bene tutti: quelli della Regione, che in Piemonte è in mano al centrosinistra, e quelli del governo di Berlusconi. Si partecipa ai bandi e si spera di vincere la lotteria: "Certe volte ti dicono che hai i requisiti ma che siccome hai già preso l'assegno l'anno precedente finisci in coda agli altri quello successivo". Se fosse per i requisiti, Giuseppe vincerebbe sempre: "Ho un reddito Isee di 9.800 euro. La soglia per partecipare è di 17.000. Straccio tutti". Si ride per non piangere nell'alloggio del quartiere di Santa Rita. Impressiona il fatto che la povertà abiti qui, in una zona di media borghesia e non solo nei palazzoni delle periferie. Impressiona il fatto che tra queste mura si sia dovuto aspettare il bonus della Regione (3.100 euro) per regalare a Simona la cameretta nuova. Nel discorso finale, quella specie di confessione che Giuseppe fa, solo, in fondo alle scale del condominio, c'è posto per l'ultima rivelazione: "Oggi sono contento. Ho sentito mia sorella al telefono. Ha promesso che mi passa 100 euro per i regali alla bambina. Così Babbo Natale arriverà anche per Simona. Le porterà una bella Barbie e il cd di Kung Fu Panda".
Quando ho comprato casa 3 anni fà Ing direct mi ha fatto storie perchè il mio reddito era al limite dei loro parametri..: 408€ di rata con 1350 di paga..