se paragoni il fuorigioco di marchionni a quello dell'inter ti prego di smetterla col calcio!:wink:...del piero la palla non la sfiora nemmeno e il giocatore dell'atalanta lo travolge (del piero non puo vederlo quindi non è lui che va a ostacolare),gol buono impara le regole...il rigore lo vedi solo te!...impara le regole del calcio prima di dire ca**ate...gia dovreste vergognarvi poi avete anche il coraggio di venir fuori con ste cose...il ridicolo non ha fine...STAI MUTO!:wink:
lascia perdere non passare dalla parte del torto...uno che deve vergogarsi di quello che ha fatto la sua squadra parla e sbraita come un bambino...non sentirlo neppure è tempo perso...tanto non capisce e non capirà mai...fai il superiore limitati a guardarlo dall'alto verso il basso...tanto alla fine chi ha preso un pero un mese fa e chi sta dietro da 4 anni è lui mica tu...lascia perdere tanto sono loro che ci guardano la targa...sono loro che sono andati in B perchè rubavano, sono loro che fino a dieci minuti fa perdevano col frosinone ed erano a -19 nella serie cadetta, sono loro che hanno avuto la dirigenza spazzata via dal calcio e che sono stati condannati dal giudice sportivo...sono loro che movimentavano perfino le moviole...sono loro che vincevano con rigori inesistenti e gol neanche entati in porta all'ultimo minuto...cosa vuoi farci si commentano da soli quindi non perdere tempo... e con questo visto che ho sentito abbastanza sciocchezze chiudo e faccio come il buon vegeta...tanto primo sono e primo rimango...arrivederci a tutti
Ma che impiccato Sono molto curioso, invece. Curioso se i catanesi rivolgeranno lo stesso trattamento al milan, all'inter o alla juve. Minaccie pre, durante e post partita. Gente con le forbici dentro gli spogliatoi, 500 persone a bordo campo, frasi del tipo "attento che salti la champions". Partita come se fosse della vita, esultanza stile "finale coppa del mondo". Io credo che invece le tre grandi andranno li e passeggeranno. Perchè i codardi sono forti con i deboli e deboli con i forti. Saluti e buon natale.
allucinante! Se facessero una cosa del genere al San Paolo Tosel (che ci ama ...) ci chiuderebbe lo stadio ad libitum!
permettimi di dire che piu' che una buona partita del milan, e' stata una partita scandalosa dell' udinese....
ma fra voi e il catania c'è odio dopo il 7-0 che ni rifilaste!...è per quello che vi hanno trattato cosi!...purtroppo in italia ci sono questi ambienti e questa gente che usa una partita di calcio come scusa per poter dare libero sfogo alla propria delinquenza!
ma li a catania è un campo di guerra, non scordiamoci che lì dopo il derby poco tempo fa hanno ucciso un agente!!!
infatti quello fu un grande errore della roma...non mi stupisco per niente che da allora ogni volta che vanno a giocare li' vengono trattati in quel modo. Insomma una volta che vinci 4-5 a 0....ti devi fermare a costo di sparare fuori a porta vuota.
Vista l'udinese dell'ultimo mese è una prova che nn fa testo.. poi è vero che x fare 5 gol devi giocare bene,nel secondo tempo si sono anche fermati altrimenti secondo me potevano fargliene 10... speriamo.. ma con dinho mhhh.....
quoto,la difesa dell'udinese era qualcosa di troppo per essere vero!...il sogno di ogni attaccante!...cmq c'è stata anche una buona prova del milan!...e ora al ritorno avete una roma senza totti!:wink:
maicol ma questa storiella che riguarda la tua roma non me l'avevi mai raccontata! ecco una bella intervista Ettore Viola: Così l'Inter si prese la Uefa L'8 maggio 1991 migliaia di tifosi giallorossi seguono la squadra a Milano: sotto le luci di San Siro, si gioca la finale d'andata di Coppa Uefa. Finisce 2-0 per i nerazzurri, con un contestatissimo rigore concesso dal sovietico Spirin agli uomini di Trapattoni per presunto fallo su Berti. Dal dischetto, Matthaeus non sbaglia. E, pochi minuti più tardi, ecco il raddoppio. Negli spogliatoi, a fine gara, Ottavio Bianchi e alcuni giocatori, Giannini in testa, sono furiosi. Il 22 maggio, all'Olimpico, la rimonta giallorossa resta incompiuta: segna Rizzitelli, all'80', e finisce 1-0 per la Roma. La ribalta è dell'Inter, il retroscena tutto dell'arbitro Spirin, protagonista della gara d'andata e della storia che racconta Ettore Viola. «Mio padre era morto pochi mesi prima, a gennaio - ricorda il figlio del presidente Dino - Formalmente la guida del club era nelle mani di mia madre Flora, con l'avvocato Giovanni Guidi, scomparso recentemente, nelle vesti di amministratore delegato. Ma ero io, in realtà, a portare avanti le cose: ero una sorta di "presidente ombra". E poi c'era Ciarrapico, arrembante, pronto a subentrare. Una decina di giorni prima della finale di Coppa Uefa, fui contattato da una signora russa che avevo conosciuto tempo addietro. E arrivò la proposta». Chi era questa "signora russa"? «Era un'imprenditrice ben inserita nel mercato sovietico, che si occupava di molte cose e anche di calcio. L'avevo conosciuta in occasione dell'arrivo di Mikhailichenko alla Roma. All'epoca il centrocampista venne operato dal professor Perugia, ma poi decidemmo di non tesserarlo e lui finì alla Sampdoria. Si rifece viva alla vigilia della partita con l'Inter». Per dirle cosa? «Che l'arbitro Spirin, in cambio di 150mila dollari, sarebbe stato benevolo nei nostri confronti nella partita d'andata». E quale fu la sua reazione? «Beh, feci alcune considerazioni. In primo luogo, pensai che nel dna della famiglia Viola non c'è mai stata la consuetudine di manipolare i risultati del campo. Poi, ero convinto che la Roma fosse abbastanza forte per affrontare alla pari l'Inter di Trapattoni. Infine, e comunque secondariamente rispetto al resto, non volevo fare regali a Ciarrapico. Il passaggio di proprietà era cosa fatta e non mi andava di rischiare per lui: non volevo che si vantasse di un successo per ottenere il quale non aveva fatto nulla». Quindi, rifiutò l'offerta... «Sì. E pensai anche che la cosa sarebbe finita lì, visto il rapporto di amicizia che avevo con la signora russa che mi aveva offerto i favori di Spirin». Invece, cosa successe? «Il giorno della partita, prima dell'inizio, entrai negli spogliatoi del Meazza e mi ritrovai lì questa signora. Pensai immediatamente che la cosa era strana, perché solo le persone autorizzate possono stare in quella zona dello stadio. E capii quello che poi lei stessa mi confermò. Dopo il mio rifiuto, l'aiuto era stato offerto all'Inter. Ricordo che mi guardò, allargò le braccia e disse: "Mi dispiace, ma visto che tu non hai accettato mi sono sentita in dovere di proporre la cosa alla controparte"». Poi arrivò il rigore contestato... «Quel rigore non c'era proprio! Io guardai la partita dalla tribuna e in campo successe quello che temevo. Ci fu quel fallo inesistente, ma non solo: le nostre azioni venivano continuamente fermate a centrocampo e, si sa, quando il gioco viene spezzettato è per evitare che la squadra diventi troppo pericolosa. Alla fine della partita, ci rimasi male e pensai alla delusione dei tanti tifosi che erano sugli spalti e che non riuscivano a capire. Io mi ero dato una spiegazione dell'accaduto e questo, forse, mi faceva stare ancora peggio. Ma ero comunque convinto di aver fatto la cosa giusta».