2035-Ban motori endotermici

Bella analisi, complimenti! Ricca di contenuti e di argomenti interessanti!
E lascia perdere chi non ha strumenti per risponderti se non qualche pseudo-battutina sarcastica sui grafici. Diceva qualcuno più saggio di me: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa"

 

io non ho ancora capito, ma è solo un esempio, da dove prendere le materie prime che un ipotetico stato, nella sua area geografica, per la sua geologia o per le caratteristiche del territorio, potrebbe non avere a disposizione, o non in misura sufficiente, senza poterle importare.

Se volete faccio la stessa domanda allegando un grafico.

 

(Mode sarcastic On) Sul mercato nero?

(Mode sarcastic Off) I ragionamenti di cui sopra non si possono applicare a qualunque prodotto, in qualunque nazione. Sarebbe impossibile. Però credo sia indispensabile che, almeno a livello continentale, si inizi a ragionare su come produrre in casa i prodotti principali dal punto di vista economico e strategico.
Se, ad esempio, nelle auto di domani dovrà esserci per forza una grossa batteria e molti microprocessori vien da sé che non potremo dipendere unicamente da Cina e Stati Uniti.

 

Il più grande giacimento di terre rare appena scoperto in Norvegia potrebbe coprire il 10% del fabbisogno europeo.

 

In caso non si sia soddisfatti, basta scrivere. Ad esempio come ha fatto questo cliente alfa romeo, in tempi non sospetti. O quasi.

 

Meraviglioso

 

Bastassero solo un po' di terre rare per fare tutto in casa....

Fantastisca!

Oggi però risponderei a quel cliente che poteva ritenersi più che soddisfatto, perchè oltre a (ottimi) motore, telaio, ruote, freni, carrozzeria e messa a punto italiani, aveva anche il meglio assoluto delle rispettive tecnologie complementari. Un cliente BMW del 2024 è costretto a guardare un grosso display cinese, mentre viene spinto da un propulsore tedesco coadiuvato da un motore elettrico cinese, alimentato da una batteria cinese, ecc ecc ecc
E più o meno lo stesso può dire il cliente di Alfa Romeo, di Mercedes, di Audi, di Peugeot, di Renault....

 

Non penso di aver detto io che dobbiamo farci i chip in casa

 

Che piaccia o meno, quelli dovremo assolutamente farceli da soli.
E non possiamo nemmeno dire di essere svantaggiati dato che le macchine litografiche EUV necessarie per produrre chip a 2Nm sono una tecnologia olandese.

 

Con le materie prime degli altri? Non penso cambi niente

 

Basta requisire gli impianti di STMicro di Catania ed Agrate da cui escono i wafer e creare di centri per taglio e assemblaggio.

 

Silicio e alluminio non mi sembrano dei materiali così rari.

 

Strano che non ci abbiano pensato loro, con un mercato interno così ricco

 

Nel dubbio, specifico che mi sto riferendo all'Unione Europea, non all'Italia da sola.

 

Anche perchè i V8 moderni a causa delle norme restrittive non suonano più, quando avevo il Cayenne Turbo, ad un semaforo fui affiancato da un'audi SQ5 che suonava (dalle casse) come un V8 vero, a differenza della mia che era molto ovattata nonostante avesse la valvola er aprire gli scarichi

 

Quel tipo di lettere/mail a suo tempo le ho scritte anch'io, con toni simili ma perentori e purtroppo non si risolve maledettamente nulla, anzi...

 

Dove hai letto di divieto di importazione di materie prime?

Vai, sono curioso

 

Bisogna volere. Fortemente volere!

Anche a te hanno risposto?

 

(Mode disperato on)

Visto che molti hanno rispolverato l'autarchia, faccio il disegnino:

a) Aree che hanno (o si accordano per) legislazioni sul lavoro, livelli di retribuzione e sistemi fiscali e normative di produzione omogenee definiscono accordi di libero scambio.

b) Dai paesi che, ad esempio, pagano i lavoratori 2,7 euro l'ora e se ne sbattono dell'inquinamento (è il convitato di pietra del topic) non si importano prodotti finiti che possono essere realizzati nell'area. Si parla della fase di trasformazione in cui avviene la realizzazione del maggior valore aggiunto, a più alta intensità di lavoro.
Questo mantiene l'economia aperta perché ovviamente le materie prime si importano (basso valore aggiunto), e nulla impedisce alle aziende del paese o area disomogenea per i gli aspetti di cui al punto a) di effettuare la produzione nell'area con cui non ha accordi di libero scambio. In questo modo il maggior valore aggiunto viene realizzato nella macroarea in cui si vende, evitando la delocalizzazione speculativa e la deindustrializzazione, le filiere locali vengono salvaguardate (si chiamano modelli gravitazionali) e soprattutto ottieni effetti di perequazione tra lavoro e capitale per quanto dimostrato con i grafici che irritano l'ego.

In più, si riduce drasticamente l'inquinamento da movimentazione merci, per riduzione distanze e volume.

 

Stupenda l'epoca delle lettere scritte a macchina.
E perfino il lessico arcaico.
Ma chi di chi era la firma in calce?