Il giorno che capita a me con il mio meraviglioso carattere e incredibile pazienza finisco direttamente sulla prima pagina di qualche giornale locale.
Ma parlando di cose serie vogliamo analizzare la mossa Ucraina di " invadere" la Russia. Mi sembra lì abbia colti proprio di sorpresa e destabilizzati di brutto. Non c'è più il KGB di una volta. @Scrondo ovviamente tuo parere sempre gradito .
A mio parere non hanno preso i russi di sorpresa.. Semplicemente i russi non hanno abbastanza uomini e materiali per presidiare il saliente del Donbass, la Crimea e altri 500km di confine ucraino.. Lo dimostra il fatto che TUTTI i confini con la NATO, che secondo la narrativa russa sta muovendo guerra contro di loro, sono stati spopolati e sguarniti di tutto il materiale e gli uomini che vi erano stanziati... Cosa che dimostra quanto siano ballisti i russi, e quanto siano fresconi gli italiani che credono alle loro fregnacce sull'aggressione della NATO e sul pericolo che per loro rappresenta.. E cosi putin e l'alto comando russo, non avendo nient'altro a disposizione, hanno inviato dei reparti di polizia di frontiera a fronteggiare delle brigate d'assalto dell'AFU... Combattenti con 3 anni di guerra sulle spalle, che ovviamente ne hanno fatto polpette dei coscritti moscoviti (si, moscoviti, perchè nelle trincee in Ucraina, ci mandano le minoranze etniche a farsi macellare, mica i "Giovani Virgulti" russi..), e hanno catturato oltre 2000 russi più o meno vivi... Comunque, sempre a mio parere, sia ben chiaro, è un'azione dimostrativa fine a se stessa più che una strategia vera e propria, pensata e messa in atto per alleggerire il fronte del Donbass dalla pressione costante dei russi, che adesso saranno costretti a dislocare risorse indispensabili per controllare i confini, sottraendole allo scacchiere principale, e per dimostrare ancora una volta di più che putin e le sue "Invalicabili linee Rosse", la cui infrazione condurrebbe l'occidente ad una "Terribile Punizione", oggi hanno lo stesso valore dei rubli in una boutique di via Monte Napoleone..
Io invece sono deluso dagli arabi: sono giorni che minacciano un attacco congiunto/disgiunto, ma alla fine non combinano nulla. E quel pirla di Nethanyahu si esalta sempre di più
l'Iran deve punire Israele ma aspetta conferma che gli americani lo terranno fermo mentre lo bastonano ... Non vogliono l'escalation, in altre parole hanno paura. Credo non di Israele stesso, ma paura che se trascinati in una guerra la repubblica islamica perderebbe il controllo del paese perché quasi nessuno andrebbe a combattere e si rivolterebbero intenamente. Fino ad ora gli è andata bene foraggiando i vari gruppi a combattere contro i sionisti, che loro malgrado non sono mai andati alla "fonte del male", ma tirati in ballo in prima persona tante certezze dell'ayatollah sembrano sciogliersi, continua ad abbaiare ... Ma rischia di fare la fine del cane.
Sono mediorientali. D'altronde si sono sempre odiati l'un l'altro per secoli ma le uniche vere guerre nell'area le hanno fatte da quando è arrivato (tornato?) Israele, il cui popolo non ha certo l'indole mediorientale essendo composto principalmente da ebrei russi e "germanici", da un lato, ed ebrei provenienti dal Nord Africa (discendenti dei sefarditi cacciati dalla Spagna)
D'altronde per una regola costituzionale qualunque ebreo può prendere la cittadinanza israeliana e trasferirsi lì. Peraltro senza obbligo di rinunciare alla cittadinanza precedente. Mi dicono, infatti, che tanti giovani russi (facoltosi) stiano prendendo la cittadinanza israeliana per sfuggire alla leva
L’Italia ripudia la pace di Marco Travaglio La guerra in Ucraina iniziò nel 2014 col golpe bianco di piazza Maidan che rovesciò il presidente democraticamente eletto Yanukovich, reo di non piacere agli Usa, e rimpiazzarlo con i loro fantocci – prima Poroshenko, poi Zelensky – al grido della loro emissaria Victoria Nuland “Fuck Europe!”. Dieci anni dopo, sta finendo con gli Usa che “chiedono spiegazioni” al regime ucraino che, sfuggito totalmente di mano e persa la guerra in casa, si abbandona a crimini di guerra e atti di terrorismo in Russia e persino nell’Africa subsahariana filo-russa. E i camerieri d’Europa, anziché dissociarsi, scavalcano a destra il padrone americano, avallando ex post la deriva di Kiev. Dice la Commissione Ue: “L’Ucraina combatte una legittima guerra di difesa dall’aggressione illegale russa e ha il diritto di colpire ovunque ritenga necessario, sul suo territorio e in quello nemico”. Parla dell’incursione ucraina con truppe, carri armati e missili nella regione russa di Kursk che ha ucciso 5 persone, causato l’evacuazione di migliaia di persone, colpito una centrale elettrica e un antico monastero. Obiettivi civili che nulla c’entrano con la resistenza all’invasore e la riconquista (finora miseramente fallita) delle terre occupate. Crimini di guerra e atti di terrorismo come l’assassinio di Darya Dugina a Mosca con un’autobomba; la distruzione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2; i raid in Russia di miliziani di estrema destra detti amabilmente “partigiani russi” anche se partono dall’Ucraina; gli omicidi di giornalisti non allineati definiti dal capo dei Servizi militari Budanov “propagandisti russi” da “eliminare ovunque sulla faccia della terra”; l’assistenza, rivendicata dagli stessi 007 di Kiev, a gruppi jihadisti e Isis in Mali e in Niger per destabilizzarne i governi e compiere stragi di soldati indigeni e mercenari Wagner. Ma tutto questo l’Europa, ormai più filo-Usa degli Usa, non lo sa. O finge di ignorarlo. E Tajani fa tenerezza quando dice che “non siamo in guerra con la Russia” perché “abbiamo sempre detto che le nostre armi non devono essere utilizzate in territorio russo”: l’Ucraina è fallita da ben prima del 2022, tenuta in vita artificialmente dai miliardi Usa, Ue e Nato, ma grazie a loro ha l’esercito più armato d’Europa. Nulla di ciò che sta facendo sarebbe possibile senza i nostri soldi e armamenti, anche italiani. Che, non essendo tracciati, possono benissimo essere usati per colpire in Russia e in Africa. In guerra con la Russia ci siamo eccome. Se non vogliamo esserci più, abbiamo una sola cosa da fare: ricordarci dell’articolo 11 della Costituzione e smettere immediatamente di armare Zelensky. È vero: anche Putin&C. compiono crimini di guerra e atti di terrorismo. Ma con i loro soldi, non con quelli di noi “buoni”.
Ho letto questo editoriale che mi sembra molto pausibile NuovoAtlante di Alessandro Orsini Medio Oriente. La guerra è il sogno di Netanyahu e l’incubo di Khamenei L’Iran non potrebbe scatenare una guerra totale contro Israele giacché ogni guerra totale richiede un obiettivo raggiungibile. Nessuno Stato investe tutte le proprie risorse in una guerra totale senza sapere quale risultato conseguire. Ad esempio, nella Seconda guerra mondiale, gli americani si lanciarono in una guerra totale contro la Germania dopo avere valutato che l’obiettivo della Casa Bianca era raggiungibile: l’invasione della Germania e il rovesciamento del regime nazista. Anche Putin si è lanciato in una guerra totale contro l’Ucraina sapendo perfettamente quale bene conseguire ovvero la conquista e l’annessione del Donbass. Ebbene, davanti alla domanda: “Quale bene politico potremmo procurarci scatenando una guerra totale con Israele?”, gli iraniani sono senza risposta. Un bene politico che farebbe gola all’Iran è il rovesciamento del regime di Netanyahu, ma si tratta di un fine irraggiungibile giacché Israele è abitato da migliaia di Netanyahu ovvero di estremisti fanatici pronti a prendere il posto del premier per perpetuare le sue stesse politiche. D’altra parte, l’Iran potrebbe rovesciare Netanyahu soltanto inviando truppe di terra, uno scenario talmente assurdo che non vale nemmeno la pena di valutare. Tutto ciò che l’Iran può fare contro Israele è lanciare una grande quantità di missili. Ma i missili, di per sé, non possono rovesciare i regimi. Immaginiamo che i missili iraniani che si abbattono su Israele causino le dimissioni di Netanyahu sotto la spinta della protesta popolare. In questo caso, niente cambierebbe giacché gli israeliani chiedono di cambiare il governo e non l’organizzazione complessiva della società. Se Netanyahu cadesse sotto i missili iraniani, la tragica condizione dei palestinesi rimarrebbe immutata e i rapporti tra l’Iran e Israele rimarrebbero pessimi. Con o senza Netanyahu, Israele rimarrebbe uno Stato coloniale. Da qualunque prospettiva si guardi il problema, la risposta è sempre la stessa: non c’è niente che l’Iran possa ottenere da una guerra totale. Di contro, una guerra totale converrebbe a Israele che potrebbe raggiungere almeno cinque obiettivi. Il primo è l’occupazione dei territori palestinesi per l’eternità. Il secondo è una nuova ondata di sanzioni contro l’Iran da parte delle democrazie occidentali. Il terzo è il sostegno delle democrazie occidentali alla pulizia etnica in Palestina – un sostegno di fatto già accordato – attraverso la strategia della chiusura degli occhi mediante lo slogan: “Sì però concentriamoci sulla guerra con l’Iran”. Il quarto è il rovesciamento del regime iraniano. Il quinto è il bombardamento dei siti nucleari iraniani con l’aiuto degli Usa. Una guerra totale può causare proteste popolari in Iran e in Israele, con una differenza fondamentale. Mentre le proteste più accese in Israele sono contro il governo e non contro l’organizzazione complessiva della società, le proteste più violente in Iran sono contro la teocrazia, il che fa una differenza enorme sotto il profilo del calcolo della convenienza della guerra totale. Gli israeliani che protestano contro Netanyahu non ambiscono a liberarsi della propria organizzazione sociale. Di contro, gli iraniani che protestano contro il proprio governo vorrebbero costruire una società diversa. Israele non potrebbe andare molto oltre questi cinque obiettivi. Qualcuno dice che Israele potrebbe minacciare l’Iran con le testate nucleari, ma è probabile che, in uno scenario del genere, l’Iran scivolerebbe sotto l’ombrello nucleare di Cina e Russia. La guerra totale è il sogno di Netanyahu e l’incubo di Khamenei.
La guerra non è mai giusta o ingiusta. Non esistono regole, non esistono confini. Ecco perché bisognerebbe evitare di combatterle Orsini no, te prego
Unica notizia sulla reazione della Russia alla offensiva su Kursk è l'uso di una termobarica da 500 kg... le vittime sono tutti mercenari inglesi, polacchi e francesi, che hanno guidato la operazione sotto copertura. Una trappola per topi
Anche a me non sta simpatico, ma alcune volte, come questa a mio avviso, ha centrato il punto. Poi la guerra è un affare sporco, sempre.