2035-Ban motori endotermici | Pagina 53 | BMWpassion forum e blog

2035-Ban motori endotermici

Discussione in 'Codice della strada e "vita da automobilista"' iniziata da Katanazz, 9 Giugno 2022.

  1. Wilson189

    Wilson189 Secondo Pilota

    909
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    11 Settembre 2020
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    F40 118d M Sport & Tiguan R-Line
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  2. Mvagusta

    Mvagusta Presidente Onorario BMW

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    13 Novembre 2007
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    Audi A5 tdi cabrio quattro edition
    CMQ dai,siamo ai primi passi col biodiesel........ho visto una pompa eni con HVOlution nei pressi dell'aeroporto mxp ,non ho visto quanto costa.......e non so quali motori lo digeriscano.......
     
  3. tretrecinque

    tretrecinque Presidente Onorario BMW Top Reference

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    12 Novembre 2007
    Lazio, Roma
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    X3M competition
    Questo mi pare ovvio, ma quel che mi risulta meno ovvio e soprattutto meno logico, è perchè si viri improvvisamente verso una sola soluzione alternativa (elettrico) non priva di problematiche di diverso tipo, tralasciando e demonizzando ogni altra possibile alternativa (biocarburanti, idrogeno, ecc. ....)
     
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  4. Wilson189

    Wilson189 Secondo Pilota

    909
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    F40 118d M Sport & Tiguan R-Line
    Non lo so, bisognerebbe essere nella testa di certa gente. Probabilmente è più facile agire in questo modo piuttosto che affrontare seriamente il problema in tutti i suoi aspetti.
     
  5. tretrecinque

    tretrecinque Presidente Onorario BMW Top Reference

    21.372
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    12 Novembre 2007
    Lazio, Roma
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    X3M competition
    Per più facile, ovviamente intendi più redditizio? Se la risposta è si, allora la domanda dovrebbe essere anche per chi lo è e per chi no.
    Quindi non credo basti essere nella testa di questa gente, bisognerebbe essere anche nelle loro tasche, magari il ragionamento appariribbe più logico.
     
  6. Wilson189

    Wilson189 Secondo Pilota

    909
    886
    11 Settembre 2020
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    Più redditizio forse anche, ma io intendevo dire che è più semplice proporre/imporre l'auto elettrica come soluzione di tutti i mali invece di studiare una soluzione davvero completa a 360°, valutando anche le alternative e soprattutto senza limitarsi al solo settore auto, che peraltro incide poco sul totale.
     
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  7. tony6Cilindri

    tony6Cilindri Primo Pilota

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    4 Febbraio 2019
    Bologna
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    BMW & Porsche
    la risposta è semplice $$$$$$$$$
     
  8. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

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    27 Marzo 2007
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    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Ma c'e' una lista precisa di chi sono questi: "loro", oppure sono sempre i soliti che valgono per tutto (banche, politici, cinesi, indiani, russi, USA, bilderberg, governo, opposizione, labrie, etc)
     
  9. THOMAS73

    THOMAS73 Presidente Onorario BMW Top Reference

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    9 Febbraio 2014
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    Bmw F31 320 touring
    poi ci sono gli altri


    Gli Altri sono un gruppo di personaggi della serie televisiva Lost. Sono i componenti di una misteriosa comunità che vive sull'isola dove si schianta l'aereo dei protagonisti e che assumono, all'interno della serie, inizialmente il ruolo di antagonisti, per poi fare fronte comune con i sopravvissuti per difendersi dal nemico comune rappresentato dall'equipaggio del Kahana.
     
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  10. Sam_Cooper

    Sam_Cooper Presidente Onorario BMW Top Reference

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    30 Maggio 2008
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    Un cassonetto
    A dire il vero ci sarebbe una ratio alla base della scelta privilegiata dell'elettrico.

    L'obiettivo finale è quello di diventare carbon free entro il 2050. Nel settore dei trasporti individuali si stima che un'auto possa avere una vita massima di 15 anni, per cui si è fissato il 2035 come anno a partire dal quale non possano più essere vendute automobili con emissioni di CO2.
    Al momento risulta (ai consulenti dell'UE) che per tale data la propulsione ad idrogeno sarà ancora troppo costosa (nella realizzazione dell'intero ecosistema) e che i biocarburanti difficilmente potrebbero azzerare la CO2.
    Su quest'ultimo punto è stato concesso alle aziende automobilistiche di dimostrare qualcosa entro il 2026, dopodiché resterebbe solo l'elettrico come unica forma di propulsione praticabile.
    Pare però che raggiungere un simile risultato con gli e-fuel in così poco tempo non sia possibile.

    Ora però mi domando, se riuscissero a produrre una combinazione e-fuel/motore a combustione ad emissioni zero nel 2029 invece che entro il 2026, perchè non dovrebbe essere possibile sfruttare tale tecnologia?

    Compito del legislatore, IMHO, dovrebbe essere quello di fissare i limiti (zero CO2 dal 2035), non quello di definire le scelte tecnologiche per arrivarci.
    Per questo concordo quando qualcuno parla di ideologia ecologica di facciata.
     
    Ultima modifica: 7 Marzo 2023
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  11. THOMAS73

    THOMAS73 Presidente Onorario BMW Top Reference

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    9 Febbraio 2014
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    Bmw F31 320 touring
    ma nel mentre, quanto inquineremo per produrre tutta l'energia necessaria per far muovere milioni di vetture elettriche?
     
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  12. Sam_Cooper

    Sam_Cooper Presidente Onorario BMW Top Reference

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    30 Maggio 2008
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    Un cassonetto
    Stando ad alcuni rapporti il fabbisogno complessivo futuro supererebbe di poco quello attuale. E supponendo che nel frattempo potrebbe aumentare il ricorso alle rinnovabili, il risultato dovrebbe essere migliorativo a prescindere.

    Ora il punto è: questi "rapporti" si basano su stime veritiere o su numeri che non sono del tutto verificati? Non voglio insinuare nulla, ma non sarebbe la prima volta che raccontiamo una mezza verità per poi scoprire solo alla fine che mancava ancora qualche metro per congiungere le due arcate del ponte. Ma giunti a quel punto non si torna indietro, per cui avanti così.
     
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  13. labrie_it

    labrie_it Presidente Onorario BMW

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    6 Novembre 2007
    Netflix
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    car2go
    Ma infatti tutti parlano di idrogeno ma nessuno, mi risulta, abbia idea di come distribuirlo
    Chiedo ai tecnici: si può fare?
     
  14. THOMAS73

    THOMAS73 Presidente Onorario BMW Top Reference

    17.846
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    9 Febbraio 2014
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    2.145.917.746
    Bmw F31 320 touring
    speriamo non abbiano mentito come spesso accade, pur con l'ampliamento della produzione di energia dal fotovoltaico, ma al momento con i prezzi attuali senza 110 resta un bel lusso per molti, mi sembra strano che tutta questa maggiore richiesta non si trasformi in maggiore fabbisogno complessivo. ce lo ricordiamo ancora il famoso blackout generale di qualche anno fa.....
     
  15. Gianlucapadova

    Gianlucapadova Kartista

    232
    75
    16 Settembre 2020
    padova
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    bmw 4 coupé
    Parliamo di auto elettriche ma ricordiamoci che inquinano tantissimo anche i camion e quelli? Per muovere un camion rimorchio ci vorranno delle batterie Max e dato che i camion fanno tantissima strada quanto ci metteranno a caricarsi? e dove? Un camion ingombra come 4 macchine e servono spazi di manovra importanti. Se una macchina la carichi mediamente all80% in 50 minuti circa con tutto al top, un camion impiegherà un giorno in più mediamente a raggiungere la sua metà se va tutto bene. E quanto costeranno in più?
     
  16. Sam_Cooper

    Sam_Cooper Presidente Onorario BMW Top Reference

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    30 Maggio 2008
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    2.147.483.647
    Un cassonetto
    Più che mentire, stime con un orizzonte temporale così ampio possono basarsi su assunti per i quali non c'è alcuna garanzia.
    Ad esempio potrebbero aver stimato che oggi in Italia ci sono (sparo a caso) X milioni di case in classe G che assorbono N MWh. Per il 2035 si stima che ci saranno X milioni di case in classe A e l'assorbimento complessivo sarà ridotto a N/10 MWh, per cui tutto il resto sarà a disposizione delle colonnine, presenti a milioni in tutta la penisola.
    E se nel frattempo le case diventassero più efficienti, ma invece di risparmiare l'energia residua, la utilizzassimo per dei consumi che ad oggi ancora non esistono? Stampanti 3D al posto della cucina.... palestre/spa tascabili..... servomeccanismi per la gestione di armadi automatizzati... chissà.

    Per i veicoli industriali mi pare ci siano delle deroghe o comunque si pensa ad alimentazioni diverse, tra le quali l'idrogeno è quella più praticabile.
     
  17. THOMAS73

    THOMAS73 Presidente Onorario BMW Top Reference

    17.846
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    9 Febbraio 2014
    Reputazione:
    2.145.917.746
    Bmw F31 320 touring
    e qui in effetti sta una parte del problema, ammesso si riesca ad installare a casa il fotovoltaico, con accumulo per sfruttare energia sempre nell'arco della giornata e non solo quando c'è il sole, non tutti hanno lo spazio e le risorse economiche per farlo, poi si cambierebbe abitudini passando ad esempio dal fornello a gas alla piastra ad induzione, dal riscaldamento a gas alla pompa di calore, ecc.... ricaricare l'auto, si consumerà di più FORSE non chiedendo energia al gestore ....
     
    Ultima modifica: 7 Marzo 2023
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  18. tretrecinque

    tretrecinque Presidente Onorario BMW Top Reference

    21.372
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    12 Novembre 2007
    Lazio, Roma
    Reputazione:
    2.147.475.070
    X3M competition
    Quindi, da quel che sembra, l'unico fattore considerato per l'inquinamento sono le emissioni dei veicoli, non l'intero ciclo di vita, e se così fosse, sarebbe difficile contrastare l'avanzata dell'elettrico.

    Ma questo credo che interessi relativamente (per soldi ovviamente), altrimenti prenderebbero in considerazione tutto, non soltanto le emissioni del veicolo.

    Cosa vuoi che gliene freghi se non c'è energia sufficiente, una volta che ti hanno appioppato un veicolo? Sembra che in California sia già accaduto, ed è quello cheha fatto insorgere le proteste degli ecologisti (che si svegliano sempre tardi).

    Peccato non sia possibile installare un impianto a spese del gestore, restituendo in rete l'energia elettrica inutilizzata, sarebbe un'ottima soluzione, ma se non la attuano, è perchè probabilmente non ci credono nemmeno loro.
     
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  19. Sam_Cooper

    Sam_Cooper Presidente Onorario BMW Top Reference

    18.936
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    30 Maggio 2008
    Reputazione:
    2.147.483.647
    Un cassonetto
    Comunque pare non siano pochi gli elettroscettici, sia in parlamento europeo che tra gli addetti ai lavori.

    “Le auto elettriche contengono dai 9 agli 11 kg di terre terre rare. Nel loro ciclo produttivo consumano, secondo i ricercatori dell’Università della California, tre o quattro volte l’energia necessaria per l’auto a motore termico“
    “Sostenere il nostro modello energetico richiede il raddoppiamento della produzione di metalli rari ogni quindici anni circa. E nel corso dei prossimi trent’anni sarà necessario estrarre più minerali di quanti l’umanità ne abbia estratti negli ultimi 70mila anni“.
    A ciò, si affianca anche il tema geopolitico e lavorativo. Gran parte dei metalli necessari per sostenere la rete dell’automotive elettrico sono in mano fino al 90-95 per cento alla Cina, rischiando di trasformare l’Unione Europea in una posizione di subordinazione rispetto a Pechino, con la beffa che il mercato delle automobili Ue (benzina e diesel) rappresenta ancora oggi uno dei settori in cui il nostro continente primeggia nel mondo. Si aggiunge poi il rischio di far saltare circa mezzo milione di posti di lavoro.


    Da altra fonte:

    Dipinta come la protagonista futura della mobilità sostenibile ed utilizzata dai politici come la soluzione ai problemi ambientali e climatici a cui non sono in grado di porre rimedio, l’auto elettrica rischia di non essere la soluzione ma l’ennesimo problema. Basta analizzare i dati ufficiali di Terna. La domanda di energia elettrica nel 2021 è stata pari a 319,9 TWh, registrando un incremento del 6,2% rispetto all’anno precedente.

    Il fabbisogno di energia elettrica è stato soddisfatto per l’86,6% da produzione nazionale destinata al consumo, per un valore di 277,1 TWh (+3,0%) e per la quota restante (13,4%) dalle importazioni nette dall’estero per un ammontare di 42,8 TWh, in aumento del 32,9% rispetto al 2020.

    La produzione nazionale lorda è stata pari a 289,1 TWh, registrando un +3,0% rispetto al 2020. In dettaglio la produzione nazionale è stata coperta per il 59,0% dalla produzione termoelettrica non rinnovabile (in aumento del 5,5% rispetto al 2020), per il 16,4% dalla produzione idroelettrica (-4,1% rispetto al 2020) e per il restante 24,6% dalle fonti eolica, geotermica, fotovoltaica e bioenergie (eolica +11,5%, fotovoltaica +0,4%, geotermica -1,9% e bioenergie -2,9% rispetto al 2020).

    Un motore elettrico ha un rendimento superiore al 90%, però l’auto elettrica ricaricandosi attraverso la rete elettrica nazionale, che ha un rendimento del 45% circa ed è alimentata principalmente da fonti fossili e nucleari, non è più ecologica e diventa al pari di un diesel se non peggiore considerando ulteriori problemi ad essa legati.

    Infatti, diventeremo sempre più energivori e creeremo picchi di rete enormi quando ci saranno migliaia, se non milioni di auto elettriche in ricarica simultaneamente allacciate alla rete, quindi è facile intuire perché in Europa si spinge nuovamente per il nucleare. Inoltre, le batterie hanno una durata massima di 10 anni, e già quando la loro efficienza scende al di sotto dellʼ80% devono essere sostituite, e per il momento non si sa ancora come smaltirle. Ma i problemi più gravi sono quelli geopolitici legati ai diritti umani e quelli ambientali legati alla distruzione degli ecosistemi terrestri.

    Spostare un problema non significa risolverlo
    L’auto elettrica ormai è solo uno slogan privo di senso. Prima di tutto, il litio utilizzato nelle batterie non cresce sugli alberi ma viene estratto da inquinanti miniere, le principali al mondo si trovano in Bolivia e Afghanistan, quindi genera anche problemi geopolitici da non poter trascurare. Poi, continuare ad incentivare il trasporto privato per produrre nuove auto, al posto di spingere il trasporto pubblico o la mobilità dolce, o magari convertire il parco vetture esistenti in mezzi a metano ed idrogeno, sta a dimostrazione della mancanza di consapevolezza di fronte a tale problematica e di non voler intraprendere vere soluzioni per fermare la sesta estinzione di massa. Infatti, l’attuale sistema capitalista e neoliberista dominante, finalizzato alla crescita infinita e al massimo profitto, non può avere futuro.

    Auto elettriche e collasso dell’Africa
    Come se ciò non bastasse, il business delle auto elettriche contribuisce enormemente al collasso politico e sociale dell’Africa. “Mio nipote fu costretto a cercare lavoro nelle miniere di cobalto fin da piccolo, poiché la nostra famiglia non era in grado di pagare la retta scolastica di 6 dollari al mese. Lo scorso aprile stava lavorando sotto terra, in un tunnel, scavava per cercare rocce di cobalto, quando il tunnel è collassato. E lui è stato sepolto vivo. Non abbiamo nemmeno riavuto il suo corpo”. E ancora: «Ho cominciato a lavorare nelle miniere a nove anni. All’inizio di quest’anno, mentre trasportavo sacchi di cobalto per 0,75 dollari al giorno, sono caduto in un tunnel. Gli altri lavoratori mi hanno tirato fuori. E mi hanno lasciato a terra, da solo, fino a che i miei genitori hanno sentito dell’incidente e sono venuti ad aiutarmi. Ora sono paralizzato dal petto in giù e non camminerò mai più». Il cobalto, infatti, è indispensabile per le batterie al litio presenti nei dispositivi elettronici e anche nelle auto elettriche. Non è un caso che la sua domanda sia triplicata negli ultimi cinque anni e che le previsioni siano di un ulteriore raddoppio entro il 2020. Oltre il 60% del cobalto mondiale si trova in Repubblica Democratica del Congo. E qui l’estrazione è legata ad abusi dei diritti umani, corruzione, distruzionedell’ambiente e lavoro minorile.

    Il cobalto è il componente principale delle batterie di nuova generazione a ioni di litio. Volkswagen, primo gruppo automotive mondiale, ha chiesto alle major minerarie di presentare proposte per contratti decennali di fornitura del litio, a partire dal 2019.

    Bmw, costruttore impegnato, come gli altri, “nellʼevoluzione” elettrica, ha annunciato poco tempo fa di aver firmato contratti decennali per la fornitura di litio e cobalto. Anche Renault-Nissan, Volvo e Toyota stanno cercando di assicurarsi forniture di metalli da batteria. La forte richiesta dei metalli e il timore che, con la rivoluzione elettrica, l’offerta si riveli insufficiente ha fatto più che triplicare i prezzi dei minerali per le batterie. Il fragile e corrotto regime congolese sta cercando di alzare la testa per fare in modo che non continui lo sfruttamento indiscriminato delle ricchezze minerarie del paese. Nonostante la campagna delle lobby delle major minerarie, e il loro seguito di valigette piene di dollari, il presidente della Repubblica Democratica del Congo Joseph Kabila è riuscito a far approvare il nuovo Codice per il settore minerario che ha fatto aumentare la royalty sul cobalto dal 2% al 10%. Il governo congolese, comunque, si è detto aperto a farsi carico dei timori delle multinazionali minerarie che operano in Congo (Glencore, China Molybdenum, CDM, Rangold e Ivanhoé). “Le preoccupazioni delle aziende saranno prese in considerazione attraverso un dialogo costruttivo e ci sarà concertazione nell’applicazione della legge.” Come dire: facciamo la legge ma poi ci accordiamo con le valigette. Nel 2017 il Congo ha soddisfatto i due terzi della domanda mondiale di questo minerale raro. La nuova legge mineraria mira a “riportare allo Stato entrate sostanziali per il suo sviluppo economico e sociale” colmando le “lacune e debolezze” del precedente codice del 2002, giudicato troppo favorevole agli investitori. Ma il pericolo sfruttamento è insito dietro l’angolo. In Congo durante la pandemia covid si è combattuta, e tutt’oggi si combatte, nell’indifferenza generale, una sanguinosa guerra per le risorse, che conta ad oggi oltre 6 milioni di morti, oltre 40 mila bambini schiavi nelle miniere, e 40 stupri di donne ogni giorno.

    Il problema del trasporto via nave cargo
    Per dimostrarvi il grande inganno dell’auto elettrica come una soluzione ai problemi ambientali, provo a parlarvi brevemente di un enorme problema di cui non si discute quasi mai, il commercio globale su navi cargo. La principale logica di questo tipo di commercio è produrre dove i profitti sono maggiori e c’è manodopera a basso costo, mentre diritti umani e norme ambientali quasi non esistono. Una delle conseguenze della globalizzazione dei mercati è la necessità di trasportare enormi quantità di materie prime, semilavorati e prodotti finiti in giro per il mondo. La maggior parte di questi prodotti viaggia a bordo di immense navi cargo che sono alimentate con giganteschi motori che inquinano in modo inimmaginabile.

    Il trasporto su queste navi è alla base della globalizzazione. Il motivo sono i costi bassissimi: “conviene spedire i merluzzi pescati nel mar di Scozia in Cina in container refrigerati per essere sfilettati e ridotti a bastoncini in Cina, e poi rimandati ai supermercati e ristoranti di Scozia, piuttosto che pagare retribuire sfilettatori scozzesi”, ha detto Rose George, una giornalista britannica che ha viaggiato per 10 mila chilometri fino a Singapore a bordo di una di queste porta container lunga 300 metri e manovrata da solo 20 uomini. La ragione di questa “convenienza” è legata al combustibile utilizzato, il cosiddetto petrolio “bunker”, ovvero quello che rimane dopo aver raffinato gli altri prodotti petroliferi come benzina, nafta o diesel per autotrazione. Per questo alcuni lo hanno chiamato “il sangue impuro della mondializzazione”. Si tratta di un prodotto estremamente inquinante perché ci si trovano residui di metallo, cenere e soprattutto zolfo. È un carburante così viscoso che prima di bruciarlo negli enormi motori dei cargo è necessario riscaldarlo. Gli enormi cargo portacontainer lo utilizzano perché nonostante sia uno dei più sporchi al mondo, è anche uno dei meno costosi, cosa questa, che permette di assicurare al commercio mondiale i costi minori. Le emissioni di CO2 delle 50 mila navi commerciali del pianeta rappresentano il 2% delle emissioni mondiali. Inoltre, considerando che, secondo alcuni calcoli, 20 di queste navi porta container inquinano come tutte le automobili del pianeta. Basterebbe ridurre dello 0,35 per cento il traffico navale (o le emissioni) per ottenere lo stesso risultato della riconversione globale all’auto elettrica sotto il profilo dell’inquinamento del pianeta. Ma di questo problema nessuno parla. Non se ne è parlato a Kyoto o tanto meno a Parigi o a Marrakech.

    Auto elettriche in Friuli
    La Regione Friuli-Venezia Giulia ha incentivato l’acquisto di auto elettriche con 5 mila euro, cumulabili con i 6 mila euro d’incentivo nazionale. Purtroppo, si continua a dare incentivi a pioggia senza avere una vera visione sostenibile e senza tenere conto dei problemi ambientali e geopolitici che possano celarsi dietro ogni scelta. Ti erogano 11 mila euro per acquistare un’auto e far arricchire le solite lobby di potere, al posto di fornirti servizi di trasporto pubblico e ferroviario gratuiti.

    Nel 2015 il costo del Trasporto pubblico locale nel Fvg è stato di 184 milioni di euro. Un importo coperto al 75% dal finanziamento pubblico e al 25% dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Il finanziamento regionale è stato infatti di 138 milioni di euro (la dipendenza da contributo pubblico per km è di 3,32 euro), mentre dagli abbonamenti e biglietti sono stati incassati 46 milioni di euro. Di questi circa 30 milioni di euro sono stati versati dai residenti nel Friuli-Venezia Giulia. Attualmente spendiamo circa la stessa cifra per lo sconto carburante, quindi è solo una questione di volontà politica.

    Ricordiamo inoltre che gli utili prodotti dalle quattro aziende regionali del trasporto pubblico nel 2015 è ammontato a 33,3 milioni di euro (Atap 6,6 mln, Saf 10,6 mln, Tt 11,9 mln, Apt 4,2). Praticamente la stessa cifra introitata con la vendita di abbonamenti e biglietti, quindi prevedendo una nuova pubblicizzazione al 100% del TPL, i costi della gratuità del servizio si abbasserebbero a 13 milioni di euro.

    Pertanto, l’investimento che la Regione deve fare per rendere il Trasporto pubblico locale interamente gratuito non è particolarmente elevato, soprattutto se sono pronti a stanziare 160 milioni di euro per un progetto inutile come i 13 km di tangenziale sud di Udine. In questo modo verrebbe incentivato con forza l’utilizzo del Tpl, purtroppo in calo in tutta Italia, con un enorme impatto sull’ambiente, sulla salute pubblica sulle famiglie del Friuli-Venezia Giulia.

    La strategia cinese
    In questa nuova corsa all’oro a caccia di minerali il principale destinatario è la Cina. Pechino dal Duemila a oggi ha decuplicato i suoi investimenti diretti nel continente africano, surclassando gli Stati Uniti e tutte le ex potenze coloniali. In cambio di un accesso alle materie prime, offre e realizza infrastrutture, fornisce assistenza in campo economico, sanitario e tecnico-scientifico. Ed è divenuto il primo partner commerciale dell’Africa per i suoi prodotti a basso costo con un mercato potenziale di oltre un miliardo di consumatori a basso reddito, centinaia di grandi città da modernizzare. Tutto fatto con la diplomazia del sorriso. Strette di mano, pragmatismo e non interferenza nelle questioni interne. La road map viene tracciata ogni tre anni nei Forum di cooperazione Cina-Africa (Focac), vertice bilaterale un po’ particolare tra uno stato sovrano, la Cina, e un intero continente di 54 stati.

    Ora le auto elettriche sono una delle principali aree di sviluppo del piano di Pechino “Made in China 2025”. La Cina è diventata in pochi anni il primo mercato mondiale per la vendita di autoveicoli. E ha anche il primato delle vendite di auto elettriche che lo scorso anno ha superato il milione di veicoli. Gli obiettivi del governo sono ambiziosi. Uno di essi è stato il raggiungimento dei cinque milioni di veicoli elettrici sulle strade entro il 2020. Favorito dai ricchi incentivi governativi per l’acquisto di veicoli puliti (equivalenti a 8mila euro circa per ogni auto acquistata). L’industria delle batterie per veicoli elettrici è giudicata strategica dal governo che punta a conquistare la supremazia mondiale. E Pechino sta sostenendo la crescita delle aziende cinesi: il settore è in rapida evoluzione, con una concentrazione tra i produttori e un giro d’affari di circa 25 miliardi al 2020.

    Le batterie al litio sono state inventate dai giapponesi e diffuse dai coreani. Ora però saranno i cinesi a prendersi il mercato che finora è stato dominato da Panasonic e Lg. Panasonic è ancora il primo al mondo nelle batterie per auto elettriche e sta costruendo il mega stabilimento di Tesla, la Gigafactory, in Nevada. Ma il primato non durerà a lungo. I cinesi avanzano con la loro lunga marcia. Già ora Catl battery e Byd sono tra i primi cinque al mondo. Byd, ovvero Build your dreams, ha sede a Shenzen, ed è partecipata al 10% dal finanziere americano Warren Buffett. Catl (Contemporary Amperex Technology), fondata nel 2011 dallʼingegnere Zeng Yuqun, ha sede nella piccola città produttrice di tè di Ningde. Catl è già il primo fornitore di batterie per auto nel più grande mercato dei veicoli a batteria: quello cinese. Sta pensando ora a quotarsi in Borsa per crescere ancora e assicurarsi forniture dai car maker europei e americani. La società è valutata 20 miliardi di dollari e con la quotazione in Borsa del 10% del capitale punta a raccogliere due miliardi di dollari. Fondi che serviranno a finanziare la realizzazione del più grande stabilimento produttivo di batterie al mondo, proprio a Ningde, che permetterà alla società cinese di quintuplicare la produzione di batterie per auto facendola salire al primo posto nella classifica mondiale dei produttori. Ma per fare le batterie da qualche parte il minerale dovrà prenderlo. Chi indovina da dove arriverà?

    Detto ciò, è veramente assurdo scegliere di incentivare la mobilità elettrica. In questi ultimi anni, il Governo Usa ha elargito a Elon Musk 1,3 miliardi di sussidi pubblici, per la sua geniale impresa (Musk è geniale anche nell’intercettare sussidi pubblici), ed anche in Italia le scelte politiche vanno verso questa direzione. Queste enormi quantità di fondi pubblici sarebbero molto più utili se utilizzate nella riqualificazione energetica degli edifici (quella VERA e non la truffa del SUPERBONUS 110%) e nel potenziamento del trasporto pubblico. Invece continuano a riempire le tasche delle potenti lobby dell’auto, incentivate già da anni con eco bonus per i motori a combustione interna. In tutto ciò le semplici scelte quotidiane ed il consumo critico sono alla base di un vero e profondo cambiamento verso un futuro sostenibile ed in armonia con madre natura.
     
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  20. labrie_it

    labrie_it Presidente Onorario BMW

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    6 Novembre 2007
    Netflix
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    car2go
    Sempre bello quando si scopre che viviamo in un mondo globalizzato con le regole di una economia capitalista.
     

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