Recessione! Pil del terzo trimestre a -0,2% Primo dato negativo dal 2009 Nel periodo luglio-settembre 2011 si registra il primo dato negativo del prodotto interno lordo dal quarto trimestre 2009, quando era calato dello 0,1%: Italia verso la recessione ROMA - L'Italia si avvia verso la recessione. Per la prima volta dal 2009, infatti, il prodotto interno lordo è diminuito da un trimestre all'altro, ma due anni fa il calo era stato dello 0,1%. Anche per questo, l'Istat ha rivisto al ribasso le stime per i primi due trimestri del 2011. Nel dettaglio, il prodotto interno lordo nel terzo trimestre 2011 è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre - spiega l'Istat - la crescita acquisita per l'anno in corso è pari allo 0,5%. Per certificare l'inizio della fase recessiva però servono due trimestri consecutivi in calo. Nel periodo giugno-settembre dell'anno "tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione", riferisce ancora l'Istat. Le importazioni si sono ridotte dell'1,1%, le esportazioni sono cresciute dell'1,6%, nonostante il periodo abbia avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una in meno del terzo trimestre 2010. L'Istat ha quindi rivisto al ribasso i dati sul prodotto interno lordo nei primi due trimestri del 2011. La crescita tendenziale, cioè rispetto al trimestre corrispondente del 2010, del primo trimestre di quest'anno è stata rivista da +1% a +0,8%, mentre quella del secondo trimestre passa da +0,8% a +0,7%. Restano invece invariati i dati sulla crescita congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente: +0,1% nel primo trimestre 2011 e +0,3% nel secondo trimestre.
Per forza, la manovra del nuovo Governo spagnolo è pressochè esclusivamente fatta di tagli alla spesa pubblica, non di tasse. E' la direzione voluta dalla UE ed ignorata da Monti e soci
Saresti da ricovero se non lo fossi. Dimostreresti altresì maggiore stile nel non sventolarlo sotto il naso al prossimo ogni due per tre. Forse fai confusione tra coscienza narcisista ed anticonformista
Richieste boom all'asta Bce a tre anni: collocati 489,19 miliardi 21 dicembre 2011 [/URL] La Banca centrale europea ha erogato 489,19 miliardi di euro nel suo primo rifinanziamento a scadenza super prolungata, 3 anni, a favore delle banche commerciali che operano nell'area euro. Si tratta della prima di queste nuove operazioni di durata insualmente prolungata, decise a inizio dicembre dall'istituzione di Francoforte su liquidità supplementari a condizioni agevolate a favore degli istituti di credito. L'ammontare comunicato ha oltrepassato le attese medie, che fino a ieri sera si aggiravano tra 250 e 300 miliardi di euro anche se i margini erano molto ampi tra gli analisti. Soprattutto queste manovre della Bce hanno riportato fiducia sui mercati in quanto si è creata l'attesa che almeno in parte le banche possano utilizzare questi fondi a bassi costi - i tassi sono prefissati all'1 per cento - per acquistare titoli di Stato dei paesi dell'area euro, lucrando sul differenziale dei rendimenti.
Per una serie di ragioni (che esulano strettamente dalla crisi economica percepita e riguardano norme più stringenti riguardo ai requisiti patrimoniali e ) qualche Banca ha oggi problemi di liquidità. In queste situazioni il credito si ferma (e pure l'economia ... ma quello non è un problema delle Banche).
Forse che 105k euro per 200mq erano un'occasione da non perdere ? Forse che la rata del mutuo sarebbe stata meno onerosa del canone di affitto (a parità di immobile o anche con un'immobile inferiore) ? Forse che anche un mutuo di 35 anni, se variano le condizioni economiche del mutuatario, puo essere rinegoziato e portato a 25/20/15 anni ? O chissà cosa altro... Tu non sei certo il mona di turno ma non è detto che quello che va bene nella tua situazione e per le tue esigenze sia un esempio da seguire per tutti. Quanto alla banca non è mai nè stupida nè incosciente anche se talvolta si assume dei rischi che, ad un occhio profano, possono sembrare ingiustificati. .
quello della " liquidità " è un aspetto relativo e non ha valore assoluto per tutto il sistema creditizio. Va considerato che molti istituti di credito operano in ambito locale, provinciale o regionalizzato che sia, esempio classico sono le Casse Rurali che effettuano " raccolta ed impieghi " nell'ambito della loro competenza, queste di norma non hanno problemi di liquidità anzi approfittano del ristagno delle Grandi per accaparrarsi fette di mercato, con questo genere di istituti non si dovrebbero normalmente incorrere in risposte negative e/o evasive, salvo che i richiedenti credito non diano sufficiente dimostrazione in merito alle proprie capacità di rimborso. Per contro tutto il resto del panorama creditizio, in particolare il riferimento è per le maggiori, non è del tutto esatto sostenere che soffrono di liquidità ( si tenga conto che le stesse detengono titoli del debito pubblico pari a non meno del 25%, che come è noto al momento viste le quotazioni non sono liquidizzabili se non con sostenute perdite in conto capitale ) , nell'immaginario collettivo si ha questa sensazione e cioè che le banche non elargiscono credito per questo motivo, in realtà non ne è la causa principale che invece è da imputare alla sottocapitalizzazione delle stesse, da qui l'incipit dell'Eba e della Banca Centrale Europea, in sostanza il capitale netto ( capitale sociale + patrimonio + riserve ) deve essere tale che vi sia proporzione con gli investimenti effettuati, in sostanza ad ogni mutuo erogato, o crediti di altra natura, le banche devono effettuare " accantonamenti " specifici, quindi quando sentiamo i media affermare che questa o quella banca è sottocapitalizzata, vuol dire che c'è sproporzione tra mezzi propri e credito erogato, che tradotto commercialmente equivale al giro d'affari o fatturato ! Quindi nella sostanza diverse banche potrebbero teoricamente essere in possesso di liquidità da immettere in circolazione, ma non possono farlo in quanto violerebbero i ratios sul credito sottoposto al vigile occhio di Bankitalia che devono rientrare obbligatoriamente in una certa percentuale, l'alternativa è quella dell'intervento dei soci con delibera e sottoscrizione di aumenti di capitale, ma visti i tempi........