Mi ero perso questa discussione, comunque il buon enricob ha esaurientemente risposto a nome della categoria :wink: Anche cesabas ha scritto una giusta osservazione che fra l'altro mi chiama in causa, come giovane commercialista E' difficile se non impossibile fare un confronto qui sul forum prendendo a riferimento le parcelle del commercialista di ciascuno. Non stiamo parlando di cambiare le Gomme 224/45 R17 Nokian WR, dove oggettivamente si possono fare confronti (il prodotto è quello, è unico e si presta a facili confronti di prezzo). A proposito dei regimi agevolati (minimi e nuove iniziative produttive), preciso che non è corretto dire che uno è meglio dell'altro in assoluto... anche qui bisogna scendere nei particolari e valutando nello specifico ogni situazione soggettiva. Il vero dramma di questi regimi fiscali è che illudono molti che non sia necessario rivolgersi al commercialista perché sono "facili" da gestire. Su questo aspetto voglio (direte "ovviamente") difendere la categoria ma non per l'aspetto puramente economico (nessun commercialista credo diventi ricco con i clienti "minimi" salvo che non ne abbia un migliaio ) quanto piuttosto per il lavoro e le problematiche che comunque sono da affrontare. Se pensate che il fatto che un "minimo" non debba registrare le fatture per legge, comporti per il commercialista solo fare due buchi alle fatture, archiviarle su un raccoglitore Acquila e fare una somma con la calcolatrice, vi sbagliate. O almeno quelli che conosco non lavorano così. Concludo dicendo che mi sono capitati clienti che dopo un anno o più sono venuti in studio per cercare di rattoppare quello che avevano fatto... Arrangiarsi in questo campo non è sicuramente agevole... Anche perché non sempre si può sistemare tutto... qualche volta si arriva tardi anche per ravvedimenti et simila.
riapro la discussione ma non per questione di costo ma per info generiche per il quale ringrazio anticipatamente :wink: Intanto mi incuriosisce capire (mamo mi potrà aiutare sicuramente ) partendo da questa precisazione: "Se pensate che il fatto che un "minimo" non debba registrare le fatture per legge, comporti per il commercialista solo fare due buchi alle fatture, archiviarle su un raccoglitore Acquila e fare una somma con la calcolatrice, vi sbagliate. O almeno quelli che conosco non lavorano così" come avviene il lavoro del commercialista per il regime dei minimi (no iva)? Come seconda domanda ero curioso partendo dall'elenco delle deducibilità e le relative percentuali di recupero iva (qui chiaramente intendo per regimi normali) e Irpef che spesso non sono totali e non necessariamente in % uguali tra le due, se il calcolo corretto è: -calcolo l'iva (20%) sul lordo e ottengo iva e imponibile. - poi calcolo le rispettive % deducibili di iva e irpef di una categoria (es.pedaggi autostradali) partendo dall'importo che si spende all'anno. - Gli importi che ottengo li sottraggo uno dal monte iva e trovo il saldo iva effettivo e quanto ho recuperato, mentre l'altro importo (%irpef) lo sottraggo dall'imponibile come costo di attività e mi rimane l'utile sul quale calcolare le relative tasse da pagare????? corretto? oppure quest'ultimo passaggio prevede che sottraggo all'imponibile tutta la somma dei pedaggi comprensivi di iva e quindi l'iva la si deduce diciamo due volte??? immagino la risposta ma mi serviva averne conferma
mi pare di si, e mi hai confermato che era come pensavo. Possiamo riassumere dicendo che partendo dall'importo (es. 120€) la % di deducibilità iva si sottrae all'iva e la parte di imponibile all'imponibile. fine.
x Cesabas ho ancora qualche domandina x compredere il modus operandi. Un contribuente minimo, che paga come INPS il minimale può detrarre il valore INPS pagato nell'anno in corso o precedente tanto non cambia essendo il minimo. Giusto? Un contribuente normale (regime ordinario)?? tenendo conto che l'importo INPS varia sulla base di calcolo % rispetto al reddito (inteso come utile), andrà a detrarre l'inps dell'anno precedente nell'anno in corso?? corretto?
Te lo dico, poi rivedo la norma e te lo confermo. Per quanto riguarda i minimi, in deroga al tuir i contributi inps si deducono dal reddito di impresa. Si deducono quindi quelli pagati nell'anno in corso (principio di cassa) Per quanto riguarda invece gli altri regime vengono portati in deduzione del reddito complessivo (quindi anche altri redditi: affitti, rendite da capitale, partecipazioni... ecc ecc). Anche in questo caso mi pare di ricordare che si deducano sempre per cassa, in base quindi ai contributi effettivamente pagati. Questo semplicemente perchè, nel regime dei minimi, si sconta un'imposta sostitutiva sul reddito d'impresa e quindi gli altri costi deducibili non inerenti all'impresa (medicine, int passivi mutuo, fondo pensione, inps) non troverebbero capienza in assenza di altri redditi oltre quello prodotto nel regime dei minimi! Si permette quindi di deddure i contributi previdenziali come fossere costi d'esercizio
quindi x i regime normale le varie % del 20,09 o 21,09 in base al reddito si calcolano sull'imponibile lordo? perchè mi viene difficile calcolare l'inps sull'utile quando il medesimo importo incorre in detrazione modificando il valore stesso dell'utile
ok, però poi nel calcolo irpef il valore inps lo considero e quindi lo detraggo dal reddito d'impresa? giusto?
Vediamo se ho capito facendo un esempio pratico 30.000,00 - (imponibile lordo annuo) 3.450,00 - (R.A. 23% sul 50% dell’imponibile) 1.857,62 - (E.N.A.S.A.R.CO. fino ad un massimo di 1857,62) 88,00 - (diritto camerale annuo) 1.000,00 = (costo commercialista annuo) 23.604,38 imponibile al netto dei costi fissi di p.iva Poi calcolo la ritenuta Irpef 30.000,00 - 15.666,00 ipotesi costi detraibili dell'attività (nel quale rientra se non erro anche l'Enasarco e il compenso del commercialista) otteniamo 14.334,00 che sarebbe l'utile sul quale calcolare il 20% di imposta sostitutiva (14334*20%= 2866,80) avendo già avuto trattenute in fattura pari a 3450,00 saremmo in credito di 583,20 ma l'INPS base di 2.887,20 (derivante da 14334*20,09% + ivs pari a 7,49) da dove lo sottraggo? tu mi hai detto "dal reddito complessivo" ma nei miei conteggi quale sarebbe il reddito complessivo? può essere che sia così ciò che dici: 30.000,00 - 2.887,20 = 27.112,80 - 15.666,00 = 11.446,80 *20%= 2.289,36 (IRPEF) avendo già avuto trattenute di 3.450,00 in fattura, rimane un credito di 1.160,64
Se sei nel regime dei minimi, l'inps lo sottrai dal reddito d'impresa. I calcoli sono esatti ricavi - costi = imponibile irpef imposta sostitutiva= imponibile irpef*20% poi consideri le ritenute che ti hanno fatto i costi per il regime dei minimi seguono queste direttive: - deducibili per cassa (ovvero solo quando c'è l'uscita monetaria) - i costi ad uso promiscuo (autovettura, cellulare....) dedotti al 50% Ricordo che le immobilizzazioni non vanno ammortizzate ma dedotte interamente nell'anno in cui c'è stato pagamento. Ricordo che eventuali perdite possono essere riportate per 5 anni
ti ricordo che puoi dedurti solo i contributi inps pagati! quindi nel primo anno, verserai solo il minimale e dedurrai solo quello, l'anno dopo dedurrai minimale, acconti e saldo dell'anno precedente
:wink:Ciao ragazzi:wink:riprendo anch'io questa discussione perchè sto per aprire una ditta individuale (elettricista) e avrei bisogno di qualche consiglio in materiaho visto che l'iscrizione in camera di commercio,albo artigiani e P.iva si fa' tutto su internet ed è abbastanza semplice il problema sta nell'allegare tutti i vari moduli e mi chiedevo se il mio commercialista (che non ho ancora trovato) mi guiderà per lo start up. leggendo le pagine precedenti ho letto che la ditta individuale è di facile gestione per un commercialista quindi posso andare tranquillo e cercarne uno nel mio paese?Anch'io dovrei rientrare nei regimi agevolati giusto?il mio valore d'affari dovrebbe stare sotto i 20.000,00 euro annui con piu' o meno 80 fatture. Vi ringrazio anticipatamente :wink: scusate ma ho bisogno di consigli ciaoo:wink:
di solito il tutto dovrebbe farlo il commercialista iscrizione all'albo artigiani, camera di commercio, inps e inail...tu dovresti pensare solo a lavorare...ma con 20.000 € annui ti conviene aprire partita iva?!?
Se è come unico lavoro sembra anche a me un po' bassino: se si hanno zero spese (IMHO impossibile), con un'aliquota fissa del 20% restano circa 1300 € al mese . Se dopo tutto questo viene affiancato a un lavoro come dipendente (uno dei motivi per cui è stato creato il regime dei minimi) allora il discorso cambia.
infatti...e sarebbe senza comprare o calcolare il materiale...con 1300 € starei dipendente, anche perche a quei soldi devi toglerci quasi 4000/4500 € tra inps e inail e il costo (1000 € minimo) del commercialista...e le tasse, ovviamente...quindi che gli resta a fine anno?!?
Se non ho capito male il regime dei minimi, i 1300 che ho calcolato dovrebbero essere già al netto delle tasse, ovvio calcolando zero spese. Ma come facevi notare tu, ci sono minimo le spese del commercialista (magari costi di acquisto materiale non ce ne sono perchè mette solo la manodopera)
Ciao:wink:grazie 1000 per le risposte:wink: Si il mio traguardo sarebbero i 30.000 euro l'anno...ma il primo anno sicuramente ho tenuto conto di fare un po' di fatica..poi mai dire mai! puo' sempre capitare un lavoro "corposo" una volta al mese!io ci credo e sono carico!però non posso partire con l'idea di farmi i soldi!!sono pronto x spaccarmi il cul La spesa piu' importante che ho è quella del finanziamento per l'apertura della ditta!(confapi lombarda fidi) mi aiuterà a sostenere le spese iniziali tipo furgoncino,utensili vari,pubblicità e penso anche commercialista/varie...(300euro al mese) Si il materiale lo paga il cliente quindi non dovro' tirare fuori chissa' che cosa!giusto qualche lampadina di scorta e altre cazzatine.. Ricapitolando.. (25000e annui/2080e mensili) -700e tra tasse,finanz. e commercialista = 1.380 e (30000e annui/2500e mensili) -700e = 1.800 Sempre se rientro nel regime dei minimi.. Grazie:wink: