A Milano, si, certo. Ma negli atti divulgati dalla Procura di Napoli no ed è scandaloso, imho, che siano stati diffusi pubblicamente fatti assolutamente privati. Ti saluto e vi saluto tutti, ho la febbre e vado a nanna... Forse
e allora diciamolo, Silvio e' un fortemente sospettato, ci sono molti elementi di indagine che non danno adito a dubbi e quindi viene invitato a difendersi dalle accuse in tribunale. Va bene cosi'? Se ci va e ne esce pulito ok, ma se non ci va facendo quello che fa come lo vuoi reputare una povera vittima che aggira la giustizia? E basta dai cavillare solo per prendere tempo....
...La legge, è vero. Ma il resto non sono solo opinioni: sono fatti accaduti, e a volte gravi. Sarebbe come dire che un ladro che non viene scoperto non ha rubato: secondo la legge no, ma prova a chiedere a chi ha subito il furto /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> La legge arriva fino a un certo punto, ed è un grosso limite. O è da aggiornare (ma ilvio non è molto d'accordo credo ) o la morale deve entrare in qualche modo a farne parte. E inteso: vale per TUTTI, non solo per b. Oggi fa così lui, domani potrebbe essere un altro di SX. Odio entrambi senza differenze, non son razzista. /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
Il filone delle indagini della procura di napoli parte da un giro di droga e prostituzione e, guarda un po' il caso, si scopre che le persone coinvolte a napoli sono collegate a quelle che frequentano Villa San Martino.
mi chiedevo una cosa: cosa fa ggcap nella vita? E' una semplice curiosità, mi incuriosisce come sia sempre aggiornatissimo e pronto a riportare articoli di quotidiani, periodici e siti web. Come fai? Sembra avere un banca dati specifica /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
Il video dell'intervento di Beppe Grillo ad Annozero: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b5f57c1f-54bc-4a93-8259-0910ee2afb7b-annozero.html#p=0 Condivido ogni virgola di ciò che ha detto.
La corte non da un giudizio di merito ma al limite di costituzionalità, ma la cosa che mi fa specie è che scomodiamo altri per dire se una cosa è giusta o meno. Gli uomini, per essere tali, devono ragionare con la loro testa; allora ti chiedo, secondo te, è giusto essere eletti dal popolo per farsi leggi ai propri scopi, commettere qualsiasi reato e poi cavarsela cambiandosi la legge ad hoc? E' giusto che paghiamo le tasse per stipendi di persone che operano in questo modo?
Se voleva rimaner privato non scendeva in politica con tutti i vantaggi che ci sono, e la privacy finisce sempre dove inizia un reato...Poi il fatto di farsi leggi, giudicate in seguito incostituzionali, per arrivare alla prescrizione, non ė un giochino corretto e chi lo ha votato dovrebbe condannarlo e non difendere l'indifendibile e l'ipocrisia di uno che fa il family day e poi va con puttane minorenni bambine, perchė a 15 anni sono bambine...anche col trucco e la minigonna....le donne sviluppano anche a 10 anni e hanno già tette e tutto l'occorrente, ma non mi dire che sono donne...Un Po di decenza, sei un vecchio di 74 anni,non ė certo moralismo, ma buon gusto.
Appunto, costituzionalità, che è tutto (perchè non deve esserci una valutazione politica, ma tecnico-giuridica, di squisito fondamento rispetto ad una Carta, che sancisce i princìpi-guida ai quali si deve informare la funzione legislativa). Certo che gli uomini devono ragionare con la propria testa, ma il pericolo dell'abuso di potere è sempre dietro l'angolo, e quindi interviene la Corte ad esprimersi quando ci sono leggi che non sono legittime. Ora rispondo alle domande che mi hai fatto: No, non è giusto. Perchè vorrebbe significare prendere l'Italia e trattarla come una prostituta, prendere i suoi cittadini, rivoltarli dal basso in alto, attaccarli ad un attaccapanni, schiaffeggiarli, e poi trombarsi davanti a loro moglie e figlie. Sarebbe il più grave insulto, sbeffeggiamento, deprorevole attacco alla dignità di sessanta milioni di persone. Assolutamente no. Pensa che, per come la vedrei io, non pagherei le tasse nemmeno per gli stipendi di alcuni che pur fanno bene il loro lavoro, ma sono di troppo. Ma, riguardo al primo punto, ci sono, come detto più su, corte costituzionale e poteri di garanzia come il Presidente della Repubblica, che limitano, anzi evitano che vi siano spropositi legislativi. E, per quanto riguarda il secondo punto, per metterlo in atto, io cerco di dare il mio voto alla fazione che intende perseguire queste idee.
Di più, gli organi preposti al controllo sul rispetto della privacy hanno già espresso un giudizio su vicende che riguardano cariche pubbliche o persone politicamente esposte. Come più volte ricordato – sottolinea il garante della privacy in una nota – non è nelle competenze del Garante sindacare il ricorso da parte dell’autorità giudiziaria a mezzi di prova consentiti dal codice di procedura penale – come le intercettazioni telefoniche e gli altri strumenti di indagine – né può il Garante intervenire laddove le notizie diffuse dai mezzi di informazione, tratte da atti giudiziari, abbiano un contenuto di evidente interesse pubblico, specie se riguardano persone note o che esercitano funzioni pubbliche. Corte Europea di Giustizia “il diritto della stampa di informare su indagini in corso e quello del pubblico di ricevere notizie su inchieste scottanti prevalgono sulle esigenze di segretezza“. Fonte ilfattoquotidiano.it
'rcavacca...uno si assenta un attimo ed ecco che la macchina del fango si mette in moto.....io non sono Lele...sono Bersani....Buahhahhahhaaa!!! Sono informato perche' fa parte del mio lavoro essere aggironato su tutto, dai dati economici a quelli politici, se poi ci mettete che cmq caratterialmente odio soprusi e ingiustizie beh....stare lontano dalla politica in Italia diventa impossibile....leggo varie testate e vari format televisivi.....non mi piace ingoiare solo quanto dice la mia parte politica, mi piace cercare di farmi una mia verita' basata su una opinione riflettuta.
Posto senza commenti e mi trattengo: venerdì 11 febbraio 2011, 09:23 IN PIAZZA CONTRO IL GOLPE di Adalberto SignoreIl primo passo di Berlusconi poi verranno i gazebo e una protesta a livello nazionale. E al Foglio dice: "Non mi cacceranno: decidono gli italiani. Un'inchiesta da Ddr". E per domenica 13 febbraio si annunciano rinunce importanti da parte delle donne alla manifestazione della sinistra. Capofila Clio Napolitano: "Affrontiamo problemi più di sostanza" Roma - Ci dorme su. Eppoi, neanche ventiquattr’ore dopo aver accolto le richieste delle colombe che raccomandavano di non arrivare al redde rationem, decide di andare avanti comunque. Così, di prima mattina, Silvio Berlusconi alza il telefono e chiama il coordinatore regionale della Lombardia Mantovani per dare il via libera a un sit in davanti al palazzo di giustizia di Milano. Ma andando oltre l’intenzione iniziale di una protesta di basso profilo e senza insegne di partito. Alle 12.30 di oggi, infatti, sventoleranno le insegne del Pdl e sono attesi tutti i dirigenti lombardi, compresi i ministri La Russa, Gelmini, Romani, Brambilla e il sottosegretario Santanchè. Il Cavaliere, insomma, rompe gli indugi e decide di seguire la via indicata dai cosiddetti «falchi» perché, è il senso dei suoi ragionamenti, «arrivati al punto in cui siamo e con una magistratura che sta tentando il golpe bianco non possiamo non coinvolgere la nostra gente». Una decisa sterzata, soprattutto in considerazione del fatto che il sit in di oggi è solo il primo passo verso i gazebo prima e una manifestazione nazionale poi. Da tenersi ovviamente a Milano visto che l’oggetto del contendere resta la giustizia politicizzata (tutti appuntamenti di cui dovrebbero occuparsi Brambilla e Santanchè insieme al partito). Sul punto, infatti, Berlusconi sembra piuttosto deciso: «Contro questi pm non possiamo che affidarci a chi, con un voto democratico, ci ha chiesto di governare». Eppoi, spiega in alcuni colloqui privati, «non si capisce perché chi mi vuole morto raccoglie firme e scende in piazza mentre se lo facciamo noi siamo degli irresponsabili». Una strada, quella imboccata dal Cavaliere, che suscita qualche malumore all’interno del Pdl con un vorticoso giro di telefonate tra i vertici lombardi (ministri compresi) che avrebbero preferito un sit in low profile. Niente simboli, nessuna presenza di peso e giusto un centinaio di persone per dare un segnale. Berlusconi, però, è categorico. Al punto che a manifestare contro la magistratura politicizzata dovrebbero esserci ben quattro ministri, il termometro di uno scontro istituzionale sempre più caldo. E così dalla tarda mattinata tra gli iscritti degli undici coordinamenti provinciali lombardi rimbalza un sms con cui si invitano tutti i militanti a non mancare. Con la speranza, visto il brevissimo preavviso, di arrivare a qualche migliaio di presenze. Il premier, dunque, accelera decisamente. E dando il là alla piazza - seppure sotto forma di sit in - lancia anche un messaggio a Napolitano. I due dovrebbero vedersi a breve ed è chiaro che Berlusconi vuole illustrare al Colle lo stato dell’arte perché - è la sua convinzione - siamo davanti a «uno scontro istituzionale senza precedenti» e «tutti, nessuno escluso, devono farsi carico di quanto sta succedendo». Con il rischio concreto che capo del governo e presidente della Repubblica si trovino a leggere la situazione da prospettive diametralmente opposte. Forse è anche per questo che - fa sapere il ministro degli Esteri Frattini - non è affatto escluso che il premier si rivolga direttamente alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per violazione della privacy. D’altra parte, durante la sua ultima visita a Bruxelles Berlusconi è stato piuttosto chiaro sia con i suoi consiglieri diplomatici che con Feroci, il rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue: «Bisogna far capire a tutti i Paesi dell’Ue le anomalie della giustizia italiana». Con l’invito di sollecitare tutte le ambasciate europee a relazionare Palazzo Chigi su come in quei Paesi vengono gestite le intercettazioni. La contraerea, però, Berlusconi la schiera su tutti i fronti. Non solo quello giudiziario ma anche quello politico. Facendo suo un consiglio che mesi e mesi fa gli aveva dato il segretario del Pri Nucara: far fuori l’Udc dalle amministrazioni locali dove governano con il centrodestra. Perché - dice il premier - non è possibile che a livello nazionale mirino solo a infangarmi e far cadere il governo mentre nelle regioni si spartiscono le poltrone. E in effetti in Lazio, Campania, Calabria e Sardegna i centristi vantano assessori di peso e anche vicepresidenti di giunta. Se davvero dovessero essere estromessi si rischierebbe sì di far cadere le giunte ma anche una decisa spaccatura dell’Udc che ha sempre avuto una particolare cura per le cariche sul territorio. Ultimo fronte, invece, quello interno. Visto che il Cavaliere non sta nascondendo la sua insofferenza verso un Tremonti sempre più defilato e il più delle volte in aperto contrasto con il premier. Il caso più eclatante è quello del rinnovo della convenzione a Radio Radicale. Non solo perché nessun governo - di destra, sinistra o centro - ha mai negato il contributo alla storica emittente radicale o perché Letta lo sta caldeggiando da tempo. Quanto perché in una situazione parlamentare così delicata sarebbe piuttosto scellerato fare un simile torto a chi conta ben sei deputati che su alcuni voti - magari sul fronte giustizia - potrebbero anche trovarsi in linea con la maggioranza. invito a leggere anche questo.... http://www.ilgiornale.it/interni/donne_che_disertano_piazza_si_puo_contare_senza_gridare/11-02-2011/articolo-id=505132-page=0-comments=1 ecco qui mi permetto di ruggire.....fatemi dire che con questo editoriale il Giornale prende per il c-ulo tutto e tutti.....uno slogan vuoto e senza senso per me....
Cercano di tirare dalla loro la Sig.ra Napolitano interpretandone le parole...cosa doveva dire che questo stato di mignotte e mignottari le fa schifo?? LA PROTESTA Clio Napolitano e le donne in piazza "C'è turbamento ma anche speranza" Manifestazione centrale domenica a Roma, sul palco anche Giulia Bongiorno di GIOVANNA CASADIO ROMA - Alla vigilia della mobilitazione delle donne, arrivano un po' come un viatico le parole di Clio Napolitano. "Vivo questo momento storico con turbamento ma anche con speranza. Le donne sono tante cose, la maggior parte sono le donne di questo paese", dice la "prima signora" italiana. Ovvio che anche a lei piacerebbe che si affrontassero "i problemi più di sostanza", ma se l'agenda politica è stravolta dal Rubygate non sarà certo Clio Napolitano, abituata alle battaglie civili, a sentirsi in imbarazzo: "Mi turba relativamente parlare di questi argomenti", afferma nell'intervista che sarà trasmessa oggi su La7, nel programma "Life". La protesta delle donne di domenica sta assumendo il significato di "una chiamata". Dicono le organizzatrici riunite nel comitato "Se non ora, quando?", che è un invito ad "alzare la testa" in un'Italia anestetizzata. E l'attenzione dei media stranieri (oltre ad Al Jazeera, ultime adesioni delle tv norvegese e svedese), lo sta a dimostrare. Mentre la mobilitazione si allarga a duecento piazze e all'astero (11 sit in da Tokyo a Londra a New York). A Roma sarà l'attrice Angela Finocchiaro a condurre gli interventi sul palco di piazza del Popolo: e si comincia con letture di frammenti di vita femminile, lettere, testimonianze, storie di quotidiana fatica o felicità un bel po' lontane dalla manipolazione del corpo e dell'immagine delle donne italiane. Parleranno Giulia Bongiorno, donna di destra e presidente della commissione Giustizia della Camera, il segretario della Cgil Susanna Camusso, la potessa Patrizia Cavalli, studentesse e lavoratrici, suor Eugenia Bonetti impegnata nella lotta alla tratta; Katiuscia Marini, governatore dell'Umbria; l'attrice Lunetta Savino; e poi una femminista storica. Il grido della manifestazione è "Adesso". "Adesso" le donne italiane vogliono riprendersi il rispetto e la dignità. "Per un paese che rispetti le donne" è l'altro slogan della manifestazione, insieme a "Manifestiamo insieme donne e uomini amici delle donne". Aumentano le adesioni, anche dell'associazione padri separati. Centinaia in poche ore gli sms sulla manifestazione arrivati a Sel, la sinistra di Vendola. Decine di migliaia sono le adesioni sul web. Lorella Zanardo, autrice del video e del libro "Il corpo delle donne", sarà a Firenze: "Domenica in piazza ci saremo tutte, da sante a prostitute, perché non è una dimostrazione contro le donne, ma contro un sistema che ci usa". Anche se la polemica con alcuni gruppi femministi su "puttane e madonne" continua. La Camusso attacca: "Dai comportamenti di Berlusconi c'è un'immagine del paese inaccettabile". L'associazione "Le democratiche" di Liliana Cavani, Sandra Zampa e Albertina Soliani ha preparato una maglietta: "Mi riprendo il mio futuro". Leader politici nelle piazze di tutt'Italia (ma giù dal palco): Bersani a Roma, Vendola e Di Pietro a Milano. (11 febbraio 2011) Spero che a queste manifestazioni ci siano anche tanti uomini con la U maiuscola oltre che Donne con la D maiuscola.
ancora......vi sembra normale che un premier convochi gli organi di stampa al suo soldo per studiare a tavolino una verita' da dare in pasto agli italiani.....chi vuole la polpetta avvelenata apra la bocca!! L COMMENTO La struttura Delta di MASSIMO GIANNINI Gli storici prendano nota. Ieri, per la ima volta, si è riunita in chiaro, alla luce del sole, la Struttura Delta. Le "guardie armate" del presidente del Consiglio nella carta stampata e nella tv. Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, e Claudio Brachino, direttore di Videonews-Mediaset. Convocati direttamente da Silvio Berlusconi, non più nella magione privata di Arcore, a Villa San Martino. Ma nella sede governativa di Roma, a Palazzo Grazioli. Per mettere a fuoco lo "spin" comunicazionale, con il quale il Cavaliere cercherà di riscrivere ancora una volta a suo vantaggio il "palinsesto" politico-mediatico dell'intera nazione. E per mettere a punto la controffensiva violenta, con la quale cercherà di distruggere la magistratura, la libera stampa, l'opposizione parlamentare e sociale. Dunque, la drammatica torsione democratica del berlusconismo declinante ci consegna l'ennesima, incredibile "epifania". Politica e giornalismo piegati insieme, nello stesso tempo e nello stesso modo, per sovvertire codici normativi e aziendali. Per propiziare atti "sediziosi" e inquinare fatti incontrovertibili. La Struttura Delta, come questo giornale l'aveva "battezzata" nel novembre 2007 mutuandola da Joseph Conrad, esiste da anni. È stata una delle prime intuizioni del premier-tycoon, che invece di risolvere il suo enorme conflitto di interessi, l'ha ingigantito e sfruttato fino in fondo per mettere in moto la più micidiale function ebStdBanner0_DoFSCommand(command,args){try{command = command.replace(/FSCommand:/ig,"");if((command.toLowerCase()=="ebinteraction") || (command.toLowerCase()=="ebclickthrough"))gEbStdBanners[0].handleInteraction(args);else if(command.toLowerCase()=="ebversiontrackingimpression")gEbStdBanners[0].ebversiontrackingimpression(args);}catch(e){}}function ebIsFlashExtInterfaceExist(){return true;}try{ebStdBanner0_DoFSCommand(command,args);}catch(e){} Da allora la Struttura Delta ha continuato a lavorare. Sempre a pieno regime. Basta vedere il Tg1 o il Tg5, per non parlare del Tg4 e dell'infinita varietà di programmi che le reti "ammiraglie" del servizio globale Rai-Set trasmettono nelle ore più impensate del giorno (Mattino 5, La vita in diretta, Pomeriggio sul 2). Ed ha anche affinato i suoi strumenti, in una spirale sempre più cinica e violenta che ha trasformato la macchina del consenso in macchina del fango. Incrociando sempre più spesso le televisioni e i giornali. Basta vedere il linciaggio al quale si sono dedicati i mass-media "di famiglia", dal Giornale a Panorama, contro chiunque abbia criticato il Cavaliere: da Dino Boffo a Gianfranco Fini. Anche un mese fa, il 17 gennaio per la precisione, la Struttura Delta si era riunita, in pieno scandalo Ruby. Dopo il consueto pranzo del lunedì ad Arcore con l'inseparabile Fedele Confalonieri e i figli Piersilvio, Marina e Luigi, il premier aveva convocato per un caffè l'intera squadra dei suoi "spin": l'onnipresente Mauro Crippa, direttore generale dell'informazione a Mediaset e primus inter pares della Struttura, l'immancabile Alfonso Signorini, direttore di Chi, ancora Sallusti, e poi il direttore di Panorama Giorgio Mulè e il direttore delle relazioni esterne di Fininvest Franco Currò. I risultati di quel vertice "privato" sono stati almeno tre. L'intervista di Ruby alla trasmissione Kalispera su Canale 5, nella quale la ragazza marocchina ritratta tutto ciò che aveva detto nelle intercettazioni e nelle comunicazioni rese ai pm di Milano. La discesa in campo delle "ministre" a difesa del Cavaliere: la Gelmini a Porta a Porta, la Carfagna a Matrix e la Santanché ad Annozero. La valanga di videomessaggi autoassolutori e intimidatori dello stesso premier alla tv o ai Promotori della Libertà. Ora, nella fase più disperata per il presidente del Consiglio, c'è un ulteriore salto di qualità. La Struttura Delta si riunisce direttamente nella capitale, a Palazzo Grazioli. In una inaccettabile sovrapposizione di ruoli e di funzioni, il capo del governo convoca i suoi referenti e i suoi dipendenti, portando ancora una volta alla ribalta, ma stavolta in campo aperto, il velenosissimo conflitto di interessi che intossica politica e informazione. Insieme, il premier e il suo anomalo "think tank" elaborano le offensive politiche e organizzano le offensive mediatiche. Il Pdl non esiste più (ammesso che sia mai esistito). Il partito, come filtro della rappresentanza democratica, è definitivamente scavalcato e surrogato dalla Struttura Delta. La "squadra degli spin" diventa un vero e proprio "gabinetto di guerra". Dove i giornalisti, dopo aver indossato la "mimetica" a Palazzo Grazioli, tornano in redazione a scrivere editoriali ispirati e a dettare cronache addomesticate. Anche in questo caso, i risultati si vedono. Sono due, per adesso. Il primo: Giuliano Ferrara intervista Berlusconi sul Foglio, lo fa urlare contro "il golpe morale", gli fa dire che "il popolo è il mio giudice ultimo", e che quelle di Milano sono "inchieste farsesche, degne della Ddr". Giusto la sera prima, all'improvviso, la Rai aveva deciso di cambiare il palinsesto, per trasmettere sulla Rete Due Le vite degli altri, il film in cui Von Donnersmarck racconta le tragedie umane prodotte dai metodi spionistici della Stasi, la polizia segreta della Germania comunista di Honecker. Qualcuno può pensare che sia stato solo un caso? Il secondo: ancora Ferrara irrompe alle otto al Tg1 di Augusto Minzolini, parla per sei minuti filati (un tempo televisivo infinito) attacca "il gruppo Espresso di De Benedetti e dei professoroni del Palasharp, che vogliono abbattere il governo con metodi extraparlamentari", e spara a zero contro "il puritanesimo brutale che vuole tagliare la testa al re". Cos'altro faranno il Giornale di Sallusti e le News Mediaset di Brachino lo scopriremo solo oggi e nei prossimi giorni. Cos'altro ha fatto e farà ancora la Struttura Delta, al riparo dall'ufficialità e dalle coincidenze che possiamo ricostruire solo ex post, forse non lo scopriremo mai. Ma intanto il nuovo "palinsesto", politico e giornalistico, è scritto. Nel cuore ferito dell'immenso conflitto di interessi berlusconiano, il "gabinetto di guerra" ha deciso di combattere la battaglia decisiva, forse l'ultima. Gli "assaltatori" sono all'opera. Contro la verità. Contro la responsabilità. Contro la dignità. E poi c'è ancora chi dice che questa non è una vera "emergenza democratica". m.giannini@repubblica.it
per i ritardatari...un buon riassunto di come le cose sono iniziate, ovviamente non come asserisce il premier ma come una normale indagine qualsiasi... http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/11/il-passo-falso-di-nicole-minetti-cosi-e-nato-il-caso-ruby/91425/ il tesoro delle ragazze di cavalier Pompetta: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-tesoro-delle-olgettine/2144363