Andiamo con ordine perché hai messo molta carne a cuocere. a) Prosopopea citarla come parziale giustificazione delle lacunose repliche ufficiali è poco indicativo. Non esiste, che io sappia, un solo politico che non fa della retorica, se non della demagogia, una propria costante nelle dichiarazioni pubbliche. La novità sta semmai nel fatto che nell'"arringa" di Mirabello Fini ne ha fatta molto poca, incalzando Berlusconi punto su punto. b) Il voltafaccia di Fini negli ambienti vicini al palazzo si sa che i dissapori fra Fini e Berlusconi sono oramai vecchi di quasi 3 anni. Sono portato a pensare che l'alzata di scudi del Presidente della Camera sia dovuto al mancato rispetto di qualche patto sancito con la nascita del PDL. Da questa operazione, infatti, chi ne usciva menomato era sicuramente lui, il quale rinunciava ad una identità ben definita del proprio partito per confluire in una realtà magmatica che aveva in B. l'unico punto fermo. Chi ci dice che l'inadempiente non sia il signore di Arcore? c) Scheletri nell'armadio Alzi la mano chi non ne ha! Fra condannati per mafia, stallieri con la coppola e la lupara, abusi edilizi, residenze con 18 stanze a aequo-canone, attici vista-Colosseo pagati da misteriosi benefattori ecc. non credo che ci sia un solo politico italiano che abbia l'anima candida. Portare la questione su chi è il più corrotto, serve solo ad avvolgere nella nebbia i problemi politici sollevati dalla separazione fra i due fondatori del Popolo della Libertà. d) Non so se nella vicenda c'entri qualcosa Montezemolo e la Fiat. So però per certo che a sollevare parecchia melma è stato un giornale che ha come editore il fratello del premier. In conclusione, e a scanso d'equivoci, posso dire che, qualora si andasse ad elezioni anticipate, io non voterò per Fini (né per nessun altro), ma con altrettanta sicurezza affermo che nel discorso di ieri ha scoperchiato alcuni punti cardine che fanno della nostra democrazia la più grande anomalia del mondo occidentale. O legalità, garanzia che tutti sono uguali davanti alla legge, rappresentatività degli eletti e legge elettorale, sono parole vuote verso le quali siamo tutti anestetizzati? Lo ha fatto tardi? E sia. Ma almeno lo ha fatto. :wink:
Folle oceaniche non ne ho viste davvero e sull'"oggettivamente vero" del suo discorso stendo un velo pietoso...
tanto presto ne stendi uno tombale (politicamente parlando) sul nano /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20">
Sinceramente a me come discorso in generale è piaciuto, ha detto molte cose (non tutte eh) che mi trovano d'accordo. Ma parlare tutto sommato è facile....
E poi la metto io troppa carne a cuocere... Replico: a) la prosopopea era relativa a Ilvio che, lo sappiamo, è fatto così. Fine della questione: non mi interessa se Fini è più diretto (e se lo è, lo è solo nella forma, non certo nei contenuti, salvo il caso in cui a casa mia abbiano trasmesso un discorso diverso da quello realmente tenuto a Mirabello) b) inadempimento del "patto": indipendentemente da chi ha fatto cosa, resta il modo in cui Gianfranco ha fatto opposizione che stronca il discorso sul nascere. E' Presidente della Camera, ha fatto politica contro il proprio Governo stando bene attento a non seguire i canali interni. Poche storie: non è sintomo di lealtà e denota un certo doppiogiochismo nella misura in cui si tiene un piede nel partito e l'altro si usa per fare "tiri liberi". In ogni caso, nota bene, non si accetta l'invito a cena in casa d'altri e poi si discute sul menù... c) verissimo e sacrosanto: alzi la mano chi non ne ha. Ma chi ne ha non può fare la verginella e Gianfranco l'ha fatto, cadendo nel ridicolo. Intendiamoci, a me di Montecarlo non frega un emerito accidenti, ma fa veramente sbellicare. d) la campagna di stampa del giornale contro Fini la condanno io per primo: fa schifo. Ciò non toglie che mi possa fare un'opinione su quei fatti, che non sono chiari e non sono stati chiariti (e cosa dice, che ha comprato a mezzo società off-shore un appartamento a Montecarlo a 1/5 del valore di mercato? oppure che è un caso se era in vacanza con chi ha misteriosamente avuto le autorizzazioni governative per i viedopoker?). E, tra le tante, se è pessimo il Giornale, è pessimo pure Fini a nascondersi dietro il paravento della Presidenza, quindi 1-1 palla al centro. Sulla Fiat io la vedo come ho già scritto, ma forse vedo complotti dappertutto, magari è solo un caso e, sempre magari, in questo Paese non ci sono poteri forti che (perdona il gioco di parole) tutto possono...:wink: Ieri Fini ha sviluppato una serie di concetti talmente generali ed astratti, per quanto rivolti verso Ilvio molto a sproposito, che in realtà nulla dicono. Non è questione di essere anestetizzati, ma un discorso così, da uno che cambia opinione ogni mese su tutto, mi lascia indifferente. Chiudo con questo: è un caso che i colonnelli di Fini, a parte pochi, rarissimi casi, siano critici verso di lui e continuino a ricoprire i propri incarichi, fedeli al Governo? Mah...
credi? Non ne sarei così sicuro. Di sicuro finchè ci sono altri come te che lo chiamano "nano" raccoglie voti a mani basse.
Intanto negli ultimi mesi molte delle leggine personali sono state bloccate, e cosa passa e cosa no lo hanno stabilito i finiani. Non si fanno comprare, è questo che destabilizza di più il premier...
Tralascio prosopopee e appartamenti monegaschi perché vedo con piacere che a nessuno di noi due frega una cippa /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20"> Fini ha detto ieri una cosa molto precisa: governare non significa comandare. E' sotto gli occhi di tutti, e mi fa specie che tu non ne prenda atto, che in Forza Italia prima, nel PDL poi non possa esistere nessuna dialettica democratica. Quando, seppur tardivamente, si prende atto di questo non si può, non si deve, sottostare al volere di un capo che pretende di disporre di tutto. In ordine poi al presunto patto elettorale, ti ricordo che i parlamentari agiscono senza mandato di rappresentanza, ragion per cui sono liberi di cambiare opinione o, come in questo caso, partito. Nonostante ciò Fini ha comunque dichiarato che verrà rispettato il programma elettorale qualora in parlamento si votino provvedimenti che ne fanno parte. Quanto ai colonnelli...sono personaggi di un tale spessore...comunque né migliori, né peggiori di un qualunque Italo Bocchino di turno! Ultima cosa: non è stato invitato in casa altrui, perché quella casa ha contribuito a costruirla; e non ha condotto battaglie esterne se non prima di cercare di cambiare lo status quo dall'interno. p.s. prima di correggere avevo omesso di riportare il nome Italo; forse il senso era più chiaro prima della correzione
Ma qui non è questione di essere comprabili o meno, la storia è diversa: si parla di lealtà al partito co-fondato, cosa che Gianfranco ignora del tutto. Anche La Russa ha avuto modo di sottolineare che se c'è uno che ha cambiato bandiera è stato Fini... e si parla di Ignazio, non di Letta...
Però fedeltà al partito non vuol dire cieca obbedienza al capo. Fedeltà al partito vuol dire anche discutere democraticamente dei problemi al suo interno e avanzare proposte per migliorarlo, secondo me.
Governare non significa comandare... bella frase, uscita ad effetto e applauso garantito. Peccato che la tesi di Fini ignori del tutto il necessario prologo: lui sapeva benissimo che Forza Italia prima ed il Pdl poi non sono democratici quanto a controllo: c'è Ilvio e basta che decide. Non mi si venga a dire che è inusuale o inconcepibile, tanto è diffuso il centrismo nei partiti e tanti sono i filtri tra l'elettorato e la dirigenza. Almeno il Pdl ha un pregio: sai che voti Ilvio. Questo, si badi bene, significa che la "prima donna" è una ma che dei programmi si discute all'interno. Poi, stabilita la linea, o così o...così e chi non è d'accordo se ne va. Gianfranco, ripeto, lo sapeva bene e non ha preso atto di nulla "dopo", non ci raccontiamo le favole! Del pari la carenza di vincolo al partito non regge, perchè riguarda un altro aspetto; se Fini non è più in linea, che se ne vada, ma che "molli" la carica che ricopre in modo molto discutibile. Poi si può dire che Gianfranco è puro e santo, esattamente come gli asini volano...
E sono d'accordo, il problema è che Fini non lo ha fatto. O meglio: ha sparato a zero per mesi sul Governo e, arrivato alla assemblea, ha fatto retromarciasu quasi tutto. Però, nel frattempo, ai giornali aveva detto quel che voleva. Comodo...
Ma veramente sono mesi che sta facendo offerte pubbliche e private ai deputati che sono rimasti con Fini per farli tornare con lui...
Boh io ovviamente parlo per sentito dire perchè non c'ero, ma da quel poco che so e da quel poco che mi ricordo fini l'ultimo anno ha sollevato più di una volta il "problema della questione morale" ad esempio, ma per tutta risposta si è sentito dare quasi del comunista dai vari cicchitto, capezzone o bondi (a proposito di ex comunisti)...
Certo, è un articolo di Panorama, per cui è di parte, pro Ilvio, pieno di sciocchezze e tutto il repertorio... io, però, lo leggerei...:wink: “A Mirabello ho visto un leader debole e un uomo spaventato”. E’ una bocciatura senza appello quella di Enzo Palmesano al discorso pronunciato ieri a Mirabello da Gianfranco Fini. Giornalista casertano 52enne, Palmesano, ex capo dell’ufficio politico del Secolo d’Italia, ha passato una vita prima nel Msi, poi in An fino a quando proprio Fini, che ieri ha gridato allo stalinismo berlusconiano, ha deciso di emarginarlo dal partito. La sua colpa? Essere stato l’autore del più importante documento della storia della destra degli ultimi anni, il famoso “Emendamento Palmesano”, ovvero la condanna dell’antisemitismo, dell’antisionismo e delle leggi razziali. I punti, insomma, che stanno alla base della cosiddetta svolta di Fiuggi del 1995. L’occasione storica per Fini di rendersi politicamente presentabile, soprattutto a livello europeo, chiudendo con il suo passato di leader fascista e vestendo i panni di primo capo di una destra italiana democratica. “Gianfranco Fini – Sfida a Berlusconi” è il titolo dell’ultimo, profetico, libro da lei pubblicato per Aliberti Editore. Dopo ieri le toccherà aggiungere alla prossima edizione il capitolo “Mirabello”? In realtà il mio libro non fa la cronaca dei fatti politici, bensì l’analisi. E nell’analisi di certi fatti posso dire di aver già previsto quello che poi effettivamente è successo dal giorno della pubblicazione fino ad oggi. Come le è sembrato il discorso di Fini? L’ho trovato di una debolezza estrema. Un discorso da vecchio leader missino e neofascista che guarda alle radici e quindi ad Almirante e per raschiare il fondo fa salire sul palco Tremaglia. Non ha detto assolutamente nulla. Beh, una cosa l’ha detta, che il Popolo della libertà non c’è più. E’ rinata Alleanza Nazionale? No, affatto. Caso mai un nuovo partito che non ha più i radicamenti, i sentimenti, e anche i risentimenti, della vecchia An. Ma se avesse avuto il coraggio avrebbe dovuto dire non che il Pdl non c’è più ma che il governo è arrivato al capolinea. Quindi secondo lei non volersi prendere la responsabilità di una rottura chiara e definitiva con Berlusconi non è strategia? No, è segno di grande debolezza. Anzi, la sua unica vera preoccupazione in questo momento è di non rompere con Berlusconi. Quello di ieri è stato il discorso di un leader spaventato dalla prospettiva di andare ad elezioni anticipate senza avere né la forza né i numeri per affermarsi. I sondaggi personali, che sicuramente si sarà fatto commissionare, gli avranno detto che al massimo può aspirare a un 6%. Ce ne sono anche altri che non gli assicurerebbero il 3%… Appunto. Se davvero Fini avesse voluto fare un atto di forza avrebbe dovuto dire che il governo non c’è più. Invece quello che ha fatto è stato prendere tempo per portare avanti una campagna di logoramento nell’attesa di qualche altra micro scissione interna alla maggioranza. Berlusconi probabilmente non lo permetterà. Quanto si è fatto di nuovo più vicino il ritorno alle urne? Se Berlusconi avesse la certezza che facendo cadere il governo si andrebbe subito a elezioni anticipate, si sarebbe già mosso. Il problema è l’incognita Napolitano. Non è detto, infatti, che il Presidente della Repubblica scioglierebbe subito le Camere prima di verificare se c’è la possibilità di una nuova maggioranza. Nel caso lo facesse, Berlusconi vincerebbe? Certo! Berlusconi e la Lega sarebbero addirittura avvantaggiate. Se Fini si presentasse da solo verrebbe percepito dall’elettorato di centrodestra come l’avversario del Cavaliere e quest’ultimo stravincerebbe. Sempre nel suo libro lei ha dedicato un intero capitolo ai Tulliani parlando di tullianismo come fondamento del finismo. Ieri Elisabetta era seduta in prima fila ad ascoltare il suo Gianfranco. Qualcuno lo aveva sconsigliato. Fini ha fatto male a farla venire? Fini non poteva non portarla a Mirabello, sarebbe stato un segnale di debolezza troppo forte. Ma certamente la sua presenza non ha risolto alcun problema. Quando ci sono di mezzo situazioni come quelle emerse negli ultimi mesi a proposito della casa di Montecarlo e dei favoritismi in Rai, non si può continuare a tacere. Fini avrebbe dovuto dire qualcosa non solo ieri, ma ancora prima convocando una vera e propria conferenza stampa e sottoponendosi alle domande dei giornalisti. Ha detto che dovrà essere la magistratura a dire come stanno le cose… Ma no! Questo non è solo un problema giudiziario, è un problema politico. E allora perché Fini si ostina a non affrontarlo come tale? Perché Fini è sempre stato uno che ha voluto fare come gli pare. Vendere per i propri interessi un patrimonio di An è coerente con la sua gestione antidemocratica del partito. Ma come? Se ieri Fini ha dato dello stalinista a Berlusconi per averlo estromesso dal Pdl il 29 luglio scorso? Ma stiamo scherzando? Rispetto ad An, il Pdl è il paradiso della democrazia. Oggi si chiamano in causa i probiviri, ieri bastava che Fini alzasse un sopracciglio per decretare la morte politica di qualcuno. A me andò così. Io sono stato vittima del cesarismo finiano. Altro che Berlusconi! Si sente di poter dire che quella a Berlusconi è dunque una sfida persa? Fini ha raccolto quello che ha seminato e ha perso.
Poi però c'è anche un'altra cosa da dire (se non è già stata detta): Fini è l'ennesima dimostrazione dell'anomalia italiana. In un qualsiasi altro paese europeo la sua "discesa in campo" non se la sarebbe filata nessuno, qua invece il livello generale della politica italiana si è abbassato così tanto che se uno non vuole votare Berlusconi è disposto a dare retta al primo che passa che alza un po' la voce senza neanche chiedersi il valore di questa persona, purtroppo.
Ma la cosa divertente è che non è nemmeno sceso in campo... Io mi chiedo, con una certa amarezza, se a Fiuggi non abbia parlato il suo gemello, quello normale...
Ormai è inutile, Fini deve farsi il suo partito di centrodesta e basta, è inutile dire "mi dissocio però resto"...