La passione è in grado di trasformare un pilota, un manager proprietario di un team corse, in uno scrittore di quelli che sanno emozionare quando deve raccontare l'adrenalina di una corsa, di un incidente dei sogni che rimarranno tali. A me è piaciuto molto spero che riesca ad emozionare anche voi, lunghetto ma adatto alla lettura del fine settimana. Il pilota che scrive è Luigi De Luca, oggi proprietario dello Starteam racing, vincitore della supercopa Seat, buona lettura. Più tardi vi posterò le foto dell'incidente... DODICI GIRI PER UN CAMPIONATO (e non solo di pista) Dodici giri! Solo dodici giri per giocarci un campionato … Ma non sono pochi? No, ma siamo a Monza, il tracciato è lungo, le scie fanno la differenza. In un giro ci si passa anche 3-4 volte. Cosa vuoi di più? Le qualifiche non sono andate un gran chè. I piloti della scuderia”LA TORRE” non hanno poi collaborato più di tanto. Tutto l’anno il mio primo avversario è stato proprio il mio compagno di squadra. La prima cosa era starmi davanti, non stare davanti a tutti ma soprattutto davanti a Luigi. Sesto, settimo, ottavo ….. non importa …. ma non dietro la nr.42! E cosi eccoci qui davanti al semaforo verde che scatta inesorabile e dà il via all’ultima gara di campionato. La quarta fila mi va un po’ stretta. Il mio rivale Giuseppe Cirò ha staccato una perentoria pole position. Moralmente non è facile ma … via! Cerco di partire il meglio possibile. So benissimo che la gara è cosa ben diversa, ci sono le scie e mi sento in forma, la luce verde del limitatore sul cruscotto si accende, aspetto ancora qualche istante e poi tiro con forza la leva del cambio; e il momento di innestare la seconda. Cambio marcia e ancora la faccio riaccendere prima di cambiare di nuovo, qualcuno davanti a me non è partito benissimo ed eccomi alla prima variante, ho la possibilità di passare e lo faccio, da 8 sfilo subito a 6. Bene! L’obiettivo è solo uno … passare quelle macchine nero-arancio che comandano il gruppone, il mio assetto risponde bene, rimbalzo un po’ troppo sui cordoli ma sono velocissimo in curva. Sono sereno, riesco a guadagnare nelle curve di Lesmo e in Parabolica sono strepitosamente veloce, le cose non si mettono poi cosi male, dopo poco trovo sul mio cammino Simone ( Di Luca ), mio compagno di squadra, che accusa evidenti problemi, è molto lento, ha bisogno anche lui di aiuto. La sua leadership vacilla e rischia di perdere preziosi punti. Esito qualche istante … Cosa faccio? … lo spingo e cerco di collaborare? … Non lo merita poi cosi tanto e i nero-arancio scappano!! OK, mi dispiace … io vado! Passo in un colpo solo sul rettilineo principale e mi accodo subito agli altri. Finalmente un amico, è Alberto, siamo istruttori insieme a numerose scuole di guida sicura e sportiva, e amici con tanti interessi in comune. La stima è reciproca e Alberto, non essendo in lotta per la classifica, è pronto a collaborare! E’ ai ferri corti con un altro che lo affianca in rettilineo, sono esattamente dietro di lui e mi sto avvicinando con una discreta velocità al suo paraurti … Il piede destro rimane giù e inizio a spingere la sua Clio che grazie a questo passa con un sobbalzo il suo avversario, mi guarda con occhi attenti dallo specchio. Vai, sono io! La collaborazione è talmente efficace che prima della frenata riesco a passare anche’io, "E ANDIAMO!!! Quarto, ora, vediamo Alberto che fa! E’ veloce in rettilineo ma mi frena un po’ nelle curve. E quei due? Mamma mia come collaborano! Sembrano un'unica macchina ( da guerra ). Dai Alberto che scappano!! … OK … allora mi decido, passo io! Incredibile dall’ottavo al terzo posto è un bel capolavoro. Sono in palla! I primi due si sono leggermente allontanati ma non bisogna mollare, nonostante le scie, il mio amico non riesce ad avvicinarsi. Otto giri fatti e la terza posizione in tasca, sorpassi spettacolari, giro più veloce … e la mia ragazza felice in tribuna, orgogliosa di essere la mia compagna. Che bello che è fare il pilota, stimato ed ammirato da molti, questa è la mia vita. Ma il campionato non è ancora vinto, Giuseppe è in testa, terzo può andare bene mah...se i miei inseguitori guadagnassero negli ultimi tre giri? Non c’è da mollare, tre giri alla fine del campionato … E’ stato un anno duro, dopo le prime due vittorie ci si sono messi direttori di gara, sensori elettrici, inconvenienti meccanici, esperimenti azzardati e la classifica si è compromessa. Riccardo mi ha preso in squadra offrendomi un trattamento di favore in cambio di risultati prestigiosi! Non posso deluderlo! … dai Luigi, quei due sono li … Prova! … Eh … Facile a dirsi, come faccio? Però … se alla Roggia taglio un po’di più recupero qualcosa, certo la macchina si alza molto ma poi scende e arriva la prima di Lesmo. Cosa vuoi che succeda? Otto passaggi al fulmicotone. Perché non gli altre tre? E quei due? Non possono scappare cosi! Mi sento un po’ umiliato, la loro forza è proprio il loro incredibile affiatamento, sembrano un’unica persona, mi sarebbe piaciuto essere nella loro condizione. Un’occhiata al cartello che Ivano stringe nella mano. P 3. Non basta! Prima variante ok! Accelera prima che puoi. Serve velocità! … Ecco la Roggia! Devo recuperare qualcosa! Taglia sul cordolo luigi. Se fai linee dritte sei più veloce! Ma la macchina salta. Non sarà pericoloso? Ma vah... è saltata per otto volte vuoi che non salti e scorra via tutto liscio come per altre tre? Ok!!! Quasi ad occhi socchiusi osservo il cordolo bianco e rosso che si avvicina al muso della mia piccola Clio Scusami tanto mia cara mah... dobbiamo provarci!!! Mah...che succede? … perché? … No, no, aspetta … Perché??? NO! Non devi andare di qua. Ma scusa, tutte le altre volte siamo andati insieme sulla linea giusta e abbiamo frenato per inserire la prima di Lesmo … e ora? Che cos’è questo rumore? E questa spinta? Ahhh … Porca miseria! Questo giro mi sa che non riesco a finirlo, mi sto capottando!!! L’orizzonte non è più li, ruota!! Ma qui ci sono le gomme di protezione e il tetto sta andando proprio a sbattere li! Attento Luigi! La mamma ti ha fatto alto e con il fisico prestante, ma la tua altezza potrebbe essere un problema. Se il tetto si schiaccia? Rannicchiati più che puoi! Più basso, più basso! Mamma mia che paura! Mi farò male! … Ecco! Sento una fortissima decelerazione … Ma un momento … Non è il tetto! Che fortuna. Il primo impatto è il muso. Che spinta! E ora? Un momento … Che succede? Tieniti Luigi che è meglio! Stiamo cambiando il senso di rotazione. Eh si. Ma qui gira tutto! Ora muso-coda, muso, ancora coda … Beh … ora si ferma … Macche ancora mi tocca un giro di centrifuga … Ora sarà l’ultima … neanche per idea! Ancora una. Beh … ora basta … ! No, no caro mio, ancora! Non potrà durare all’infinito, ero in seconda marcia. All’infinito no ma quasi; ancora un tondo e poi via un 360° sul tetto … Aspetta, aspetta che ci siamo quasi. Oh oh … cos’è quella sabbia che si intravede dal lato destro della macchina? Ah … ok … ho capito … sono su un fianco! Ma dove ho picchiato la testa?? Ah si, tra sedile e roll-bar, che confusione, perché l’occhio sinistro mi si appanna? Che botto ragazzi! Ora calma, devo scendere, se la sabbia è sul lato destro, devo arrampicarmi per scendere. Attenzione a slacciare le cinture, qui si casca, punto i piedi e slaccio, mi arrampico verso l’alto e apro la porta a mo di portello di sommergibile. Corrono verso di me i commissari, sono molto preoccupati ed affannati, mi ricordano un po’ quelli che mi soccorsero dopo l’incidente in F3 sempre a Monza! Alzo la mano sinistra per rassicurarli e mi organizzo per scendere. Attento che ti fai male, “Scendi!”, sento dirmi da qualcuno. Si, si lo so, però un momento, qui mi gira tutto e i miei occhi si incrociano. Che botta...avrò rotto il casco? Beh, poi guardiamo. Faccio un salto e sono per terra, ma la sensazione non è molto confortevole, il mio occhio sinistro non mi supporta? Sono un po’ perplesso e assimilo questa nuova sensazione, meglio reggersi al guard rail, il mio equilibrio non è proprio stabile... che botta.. mi offrono dell’acqua ma non accetto...io sono forte.. non posso mica cedere alle emozioni e poi tra poco passa, sono sicuro. Tolgo casco e guanti e mi metto a guardare il recupero della mia Clietta... è un rottame. L’ho distrutta tutta, poverina, la testa gira un po’ meno, mentre sento il rumore di macchine che arrivano. Sono le corazzate nero-arancio che marciano imperturbate, faccio un timido gesto con la mano per rassicurare tutti quelli che passano. Non so perché ma leggo apprensione in tutti coloro che passano e addirittura Riccardo si gira per vedere meglio l’accaduto. “ TUTTO OK” … vorrei gridargli per farmi sentire , ma è inutile, è già verso Lesmo. Ma è possibile? Proprio io? Questo botto? Mi potevo fare male... e il campionato? Andato!!! Per fortuna mancano pochi giri, devo tornare ai box, devo farmi vedere, devo tranquillizzare tutti, devo tranquillizzare anche me... Il pilota non ha paura, il pilota è coraggioso, il pilota non teme nessuno … Ma sarà poi vero? Secondo me tutti noi abbiamo paura, anche i guerrieri eroi di antiche battaglie l’hanno avuta...perché essere ipocriti? Da quando la macchina è decollata sul cordolo a quando ho sfilato casco e guanti, il mio unico pensiero è stato quello di non farmi male e di poter raccontare tutto questo. Inutile negarlo. La gara e finita, mi sono ripreso abbastanza, esco dall’area di sicurezza e mi faccio vedere dagli altri. Arriva Filippo, si ferma e io lo guardo, salgo al suo fianco per farmi riportare ai box. Che botto, Filippo! Mi guarda e subito mi dice: l’importante è che non ti sei fatto nulla. Apprezzo l’interessamento ma, solo io so cosa ho provato, come se non bastasse, ho la frustrazione di aver capottato da solo (come un neofita senza esperienza ) e di aver non solo perso ogni speranza di classifica ma di aver perso anche il terzo posto in campionato. Non appena Giuseppe ha visto la mia nr. 42 a ruote in aria ha agevolato il sorpasso del suo fido scudiero Vito da Potenza, facendogli vincere la gara e permettendogli di raccogliere bottino pieno. Peccato! Scendo dalla macchina di Filippo nel parco chiuso e cerco subito visi amici... la mia ragazza, senza neanche osservare gli adetti ai lavori che le intimano di non entrare, mi corre incontro. Il suo sguardo non è come sempre, sereno e orgoglioso, ha un tono grave e preoccupato, nella foga mi abbraccia quasi colpendomi. Subito le dico che è tutto a posto, per due volte le ripeto che il peggio è passato … lei quasi non mi ascolta, cerca di abbracciarmi per sentire se sono realmente tutto intero e sano. Penso di averle dato momenti di tensione … mi dispiace! Tutto ok, ora! Sto bene ora, ma mi sento a disagio … la squadra si aspettava molto da me ma, per ora, ho fatto molti danni. E' crudele questo sport, se solo avessi tagliato il traguardo...ma di gare ce ne sono altre e le macchine si riparano...l’importante è non abbassare mai la guardia e reagire sempre! Mi restano, un esperienza in più, tanti danni e … ingenti somme da pagare!!!! Ci saranno giorni migliori …