In questi giorni è ai massimi la forbice benzina/gasolio. Dopo che qualche mese fa erano arrivati alla pari, adesso la differenza è superiore ai 20 cent/litro in alcune regioni
Sono pochi i piani che sono cambiati da allora; nel mio caso ad esempio ho ancora un piano del 1999 (Wind Quando) e risparmio di netto i costi di ricarica. L'unico vero difetto delle riforme Bersani è che si sono fermate troppo presto, ma sono state epocali, soprattutto come valore simbolico. E infatti si sta cercando di cancellarle tutte, una per una...
Il mio è un discorso terra terra come il tuo, la differenza è che abbiamo esperienze diverse. Ripeto, per me tariffa concorrenziale come prima, e costo della ricarica abolito. Anzi, ogni tanto Wind fa ricariche da 50 euro con 60 di traffico. :wink:
non siamo un po OT ? cmq un conto e' parlare di ricariche telefoniche, un conto di carburante che fa andare in malora noi tutti.....!!
Ma non scherziamo,semplicemente il difetto di quelle riforme ...è stato fingere di far riforme.IMHO Mi fermo qui perchè non è il posto giusto per discutere queste cose. :wink: ___________________________________________________________________ Riguardo alla benzina,dopo la protesta sul prezzo che si avvicinava al gasolio,casualmente ora lo stacco è netto,vista a circa 1.24 euro al litro,gasolio 1.06 euro al litro.
Indubbiamente è così, ma se non si sa distinguere e si fa di ogni erba un fascio alla fine arriva il cetriolo più grande.
Come se non bastasse: Duro colpo ai benzinai-truffatori. Sono infatti state poste sotto sequestro dai finanzieri ben 17 erogatori di carburante manomessi manualmente per frodare i consumatori. I finanzieri del comando provinciale di Roma, al termine di un'articolata attività d'indagine, hanno scoperto e sottoposto a sequestro, presso un distributore stradale, 17 colonnine di rifornimento manomesse in frode dei consumatori. Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle del I gruppo Roma, in collaborazione con l'area Tutela Concorrenza e Mercato della Camera di Commercio di Roma, il gestore dell'impianto sottoposto a controllo era riuscito ad alterare la strumentazione per la misurazione del carburante così da poter erogare un minor quantitativo di prodotto petrolifero rispetto a quello indicato sul display. Attraverso la manomissione delle singole colonnine di distribuzione, il commerciante era riuscito ad accantonare una eccedenza di prodotto petrolifero, che, presumibilmente, sarebbe stato venduto, illegalmente, sul mercato della capitale. L'attività di controllo della Guardia di Finanza ha portato a quantificare circa 10.000 litri di prodotto petrolifero di eccedenza in evasione fiscale. L'operazione si è conclusa con la denuncia del responsabile dell'impianto stradale controllato ed il sequestro di 17 colonnine di distribuzione di carburante. Sono in corso le indagini per accertare se vi siano ulteriori soggetti, coinvolti nel sistema di frode accertato. Tale intervento si inserisce nel quadro di controlli disposti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma a tutela dei consumatori e dell'Erario
L’enigma del prezzo della benzina Il barile di petrolio è sceso da 144 a 66 dollari in un anno Ma al distributore gli italiani risparmiano solo 25 centesimi Petrolio e profitti. Benzina ed extra­profitti. Sospetti legittimi o luo­ghi comuni? Il dubbio è forte. Dif­ficile però da contrastare, soprattutto quando tra le società che l’anno scorso hanno guadagnato più utili in assoluto a livello mondiale figurano al primo e al secondo posto, nella classifica di For­bes, proprio due major petrolifere: ExxonMobil, con 45,2 miliardi di dolla­ri, e Chevron, con 23,9 miliardi. C’è l’eterna questione della doppia velocità di adeguamento dei prezzi dei carburanti con i corsi del petrolio. E le domande che si rincorrono sono sem­pre le solite: perché i rincari del greggio scattano quasi in simultanea sui listini di benzina e gasolio, mentre i ribassi so­no più lenti a manifestarsi. Di più: co­me è possibile pagare un litro di benzi­na 1,27 euro con il barile di greggio a 66 dollari (al 1˚ giugno), quando, nel lu­glio dell’anno scorso con il valore del barile più che doppio a quota 144 dolla­ri, per un litro della stessa benzina si pa­gava poco più di un euro e mezzo (1,53)? Non sono solo le associazioni dei consumatori a lanciare accuse di specu­lazione nei confronti dei petrolieri. An­che un ministro della Repubblica ades­so vuole vederci chiaro. Due giorni fa, nel sancta sanctorum delle compagnie riunite dall’Unione petrolifera per l’as­semblea annuale, Claudio Scajola, re­sponsabile dello Sviluppo economico, ha detto chiaro e tondo che intende «chiedere conto all’industria petrolife­ra dell’andamento dei prezzi della ben­zina alla pompa». Ma i petrolieri si sentono la coscien­za a posto. «Noi abbiamo la forza dei nu­meri. Sui prezzi della benzina e sulla co­municazione al pubblico serve più pru­denza, in particolare da parte di alcune associazioni dei consumatori, che privi­legiano informazioni non corrette e in­generano false aspettative nei consuma­tori », è stata la replica del numero uno dell’associazione di categoria, Pasquale De Vita. E la differenza con il resto d’Eu­ropa, che penalizza l’automobilista ita­liano? «Da noi il prezzo della benzina è superiore di 3-4 centesimi rispetto ad altri Paesi europei», ha risposto lo stes­so De Vita nel corso dell’audizione alla commissione Controllo dei prezzi del Senato. Spiegando poi che questa diffe­renza è comunque alimentata «dall’abi­tudine del consumatore italiano a farsi servire (60%) mentre in Europa il 90% si serve da solo. E poi in Italia abbiamo un numero più alto di impianti, con una vendita più bassa e costi più eleva­ti ». Per meglio capire chi può avere più o meno ragione, sono necessarie alcune considerazioni di fondo. A cominciare dall’analisi della struttura del prezzo di un litro di carburante, che è determina­ta per il 40% dal costo industriale, e per il restante 60% dalle componenti fiscali (accise e Iva). Il costo industriale, che come si è visto pesa per meno della me­tà sul prezzo finale alla pompa, è a sua volta la somma di costi come la materia prima (benzina o gasolio in base alle quotazioni Platts), trasporto, stoccag­gio, raffinazione e margini per il benzi­naio. A questo punto risulta più facile comprendere un altro aspetto non se­condario: quando si verificano aumenti o diminuzioni delle quotazioni del pe­trolio, si intendono variazioni che inci­dono solo su circa il 30% del prezzo fina­le al consumo. E, per essere più precisi, più che del petrolio andrebbero analiz­zate puntualmente le quotazioni Platts (un’agenzia indipendente basata a Lon­dra) relative al greggio raffinato, benzi­na o gasolio, espresse in dollari per ton­nellata, che vengono elaborate sulla ba­se del rapporto domanda-offerta. Se margini di guadagno o di specula­zione (a seconda dei punti di vista) ci possono essere, vanno dunque ricerca­ti all’interno di queste voci che compon­gono il costo industriale. In particolare nelle quotazioni Platts. Fermo restando che la domanda è determinata dal mer­cato di consumo, l’offerta, che poi na­sce dall’attività delle raffinerie, è condi­zionata dalla capacità di produzione o anche dalla temporanea chiusura di uno o più impianti di raffinazione. Se­condo gli analisti di CnnMoney, i rinca­ri dei prezzi dei carburanti hanno un in­diziato particolare: le raffinerie, che sta­rebbero cercando di recuperare le perdi­te subite lo scorso anno, quando sono state costrette a comperare petrolio al massimo delle quotazioni, per poi ri­vendere i raffinati in un mercato de­presso. Nella situazione attuale, secon­do gli stessi analisti, gli impianti di raffi­nazione avrebbero ridotto la produzio­ne, in modo da far salire i prezzi, dopo aver stoccato, nei mesi passati, barili di petrolio a basso prezzo (a dicembre è stato raggiunto il minimo di 34 dollari al barile e fino ad aprile il greggio si è mantenuto sotto i 50 dollari). Un ulte­riore approfondimento, che sicuramen­te farebbe emergere curiose scoperte, potrebbe essere fatto anche a proposito del fattore cambio, dal momento che le compagnie europee comprano il petro­lio in dollari, e rivendono in euro i pro­dotti raffinati, benzina o gasolio. «I prezzi dei carburanti seguono i mercati internazionali e sono probabil­mente le commodity di cui al mondo si segue con maggiore attenzione l’anda­mento », commenta Antonello Mincia­roni, esperto prezzi Mercato petrolifero del giornale online quotidianoenergia. «Al di là delle tensioni degli ultimi gior­ni, analizzando lo specifico del mercato italiano si possono scoprire novità inte­ressanti. Tanto per cominciare, i consu­mi dei carburanti per autotrazione so­no in caduta verticale e nei primi quat­tro mesi il deficit, rispetto allo stesso pe­riodo del 2008, è di oltre 770 mila ton­nellate. Questo costringe un po’ tutte le compagnie a proporre campagne con sconti significativi e in modalità diffe­renziate. Esistono viceversa realtà che in questo mercato in grande affanno raccolgono sempre più i favori dei con­sumatori: sono le reti indipendenti, quelle cioè che innalzano sulla stazione di servizio le proprie insegne e non quelle delle note compagnie petrolife­re, oppure quelle della grande distribu­zione organizzata, presenti soprattutto nelle regioni del Centro-Nord Italia». Sul mercato esistono dunque già, per il consumatore che le vuole o le può cogliere, opportunità di risparmio. Fra i prezzi più convenienti e quelli più cari (come in Campania e Puglia) ci so­no oggi differenze, per la benzina, di 14-15 centesimi al litro. «In pratica — aggiunge Minciaroni — l’automobilista avveduto e attento ai prezzi, potremmo dire quello che 'acquista' e non 'fa' benzina, paga mediamente meno di quello europeo, mentre viceversa quel­lo distratto, che 'fa' benzina, non guar­da il prezzo e se ne rimane comodamen­te seduto a farsi servire, paga il conto per tutti». Gabriele Dossena 12 giugno 2009
fatta ieri sera AGIP a 1.084, va ancora bene , in giro ho visto la benza a 1.380 e il gasolio a 1.184, quelli sn malati........
Io ho appena fatto benza all'agip a 1.34!!!!!Incredibile....Se continua cosi ci finisce come la scorsa estate!!
prezzo a litro di benzina nei paesi produttori di petrolio in centesimi di euro: venezuela 2 cents arabia saudita 8 cents kuwait 15 cents cina 48 cents usa 75 cents alla faccia nostra............