Ciao a tutti, azzardo ad aprire questa discussione con la speranza di trovare qualcuno che magari mi sappia dare una risposta. Il quesito è questo: Due persone sposate in comunione dei beni decidono di separarsi. I soldi sul conto corrente vanno divisi in parti uguali oppure la spartizione deve essere calcolata in base a quanto i coniugi hanno contribuito negli anni di matrimonio? Faccio un esempio: sposati da 1 anno In 12 mesi la moglie ha portato a casa 10000€ In 12 mesi il marito ha portato a casa 20000€ Attualmente sul conto hanno 10000€. in che modo vanno divisi? 1) Questi 10000€ vanno divisi 5000€ la moglie e 5000€ il marito 2)L' importo totale delle due entrate era 30000€ Se faccio 30000€/100 =300€ I 20000€ del marito corrispondo al 67% dell' importo totale. I 10000€ della moglie corrispondono al 33% dell' importo totale. In sostanza dei 10000€ sul conto al marito spettano 6700€ e alla moglie 3300€ Attendo risposte. Grazie ancora a tutti Ciao
se la necessità è "reale", aspettiamo un avvocato. a senso sarebbe più equo una divsione proporzonale, ma non so se la csa accade.
Faccio la comunione dei beni, e poi se mi separo voglio la "proporzionalità" delle suddivisione in caso di fallimento matrimoniale?
Dai uno sguardo qui: http://www.abc-delmatrimonio.it/infoimportanti/rapporti_patrimoniali_tra_i_coniugi.htm e qui: http://www.winterthur-leben.ch/it/pdf-ehegueterrecht.pdf
io credo che in Italia, in caso di separazione, spesso vengono a crearsi delle forti discriminazioni di trattamento a favore della parte femminile, sia nella suddivisione dei beni sia nell'assegnazione della custodia dei figli; è il classico caso di tutela esagerata, ed oramai anacronistica, della parte storicamente considerata più debole della coppia. Personalmente non mi farei mai mantenere da nessuno, colpa o non colpa, ed il mio tenore di vita dipenderà sempre e solo da quanto io riuscirò a fare professionalmente .
Quoto, infatti in questo caso le leggi sono fortemente a favore del lato femminile. Una cosa che hanno cambiato, è che nella separazione consensuale l' affidamento del bambino e a parità di giorni nella setimana, mentre prima chi non aveva l' affidamento rischiava di poter vedere il figlio ogni 15 giorni. Una cosa che non capisco è perchè ogni separazione viene valutatata con gli stessi criteri e stessi parametri anche nel caso dell consensuale. Bisognerebbe vedere in ogni singolo caso le ragioni della richiesta di separazione del coniuge che lo richiede e poi valutare cosa gli spetta, nel senso che se un coniuge chiede la separazione perchè ha scoperto di essere stato tradito dall' altro coniuge con un altra persona, allora è giusto che gi spettino determinate cose, mentre se il coniuge che richiede la separazione, la richiede perchè ha scoperto tutto d' un tratto che ha voglia di divertirsi come un 18 quando invece ne ha 30 ed in più ha un figlio allora penso che in questo caso la cosa sia molto diversa e secondo me non gli spetterebbe quasi nulla, perchè la sua scelta è puramente egoistica. Peccato che per far capire queste cose bisogna a tutti i costi fare la separazione giuridica (o come dio si dica) e non la consensuale portando così i coniugi e le rispettive famiglie ad un calvario interminabile, facendo spendere anche una valanga in più di soldi in avvocati.
anche se non ti sposi......se hai un figlio e ti lasci con la tua convivente......il figlio viene affidato comunque a lei:wink:
Così è calare le braghe ed allinearsi alla situazione attuale, scandalosa se vogliamo, ed oramai la normalità. Ceza, forà i coioni, e dimostra che le cose non vannos empre come ce le dipingono, e con i sacrifici tutto si può! :wink:
Bho...ne vedo così tante...tante donne ormai cercano sempre e solo di "star bene", senza fare sacrifici e con la scusa dei figli.
Pure io ritengo che con i sacrifici tutto si può però devo anche ammettere che si sono persi i valori di una volta.
sarò matta, ma penso che una persona ha il diritto di fare quello che vuole della sua vita, anche se moralmente esacrabile... ha solo il dovere di mantenere e curare i figli che ha messo al mondo, anche se ha tradito egoisticamente. Il fatto di tradire e non amare più qualcuno non ha a che vedere con i soldi.. ed ora mi direte che una povera moglie casalinga che ha dedicato tutta la vita solo alla famiglia, ha il diritto di essere mantenuta , io invece credo che la povera moglie ha sbagliato qualcosa nella sua vita, se non altro la scelta del coniuge , e può sempre rimboccarsi le maniche e recuperare andando a lavorare.
goldie tu hai ragione...ma una donna a 40anni che non ha mai lavorato difficilmente racimola più di 900/1000€ al mese.. La casalinga è una scelta, ha pro e contro. Anche per me è una cosa impensabile, ma per molti non è così.
Ci vuole rispetto. Essere casalinga, il più delle volte, non è un "lusso", ma una scelta quasi obbligatoria. Mia moglie, in questi mesi (maternità), è a casa, e oltre a far la mamma, fa la casalinga. Credetmi, non la invidio. Star dietro a duna casa ed ai figli non è cosa per tutti ed è una situazione con tanti, ma tanti, sacrifici.