Forse li pilotava Bush si è buttato prima dell'impatto e si è reso invisibile agli occhi di tutti. E gli Ebrei sapevano tutto perchè quel giorno non erano a lavoro nelle Torri Gemelle.
be'....si stava parlando di quanto fosse tecnicamente difficile realizzare quanto descritto nelle versioni ufficiali (o perlomeno quanto ne abbiamo saputo) la "polemica", la mia almeno, si limitava a questo:wink:
Nessuna polemica,ci mancherebbe altro :wink: Credo che tecnicamente sia difficile ma se chi guida viene addestrato con ore di volo alle spalle,non vedo perchè non possa riuscirci :wink: Non lo sappiamo questo.E per questo intendo quanto fosse tecnicamente capace il pilota causa dei diversi impatti.
qualcosa è molto difficile, altro è al limite dell'impossibile...riferendomi a quanto riportato dai media come versione ufficiale. dubbi, perlomeno tecnici, sorgono...ma sorvoliamo
anche la mia:wink: d'altra parte, a detta di tutti i piloti civili, quella è una manovra difficilissima anche per piloto con migliaia di ore di volo sulle spalle.......figurarsi per qualcuno che ha imparato su intenet, sui simulatori e che ha poggiato il sedere su un boeing solo da passegero:wink:
Stasera hanno fatto sentire le registrazioni delle comunicazioni radio fra aereo e torre di controllo, abbastanza impressionanti pensando di essere lassù...
sentito anch'io ieri sera.......impressionante la calma del pilota dopo essersi fatto liberare le piste all'areoporto LaGuardia e in un altro piccolo aeroporto più vicino, e avendo avuto subito il via libera dal controllo traffico aereo, lui calmissimo......"atterriamo nell'Hudson"...... ripeto......fossi stato uno dei passeggeri, avendo avuto una volta di più testimonianza della sua bravura e del suo sangue freddo, una statua in central park gliel'avrei fatta
WASHINGTON – Le autorità federali americane hanno diffuso le registrazioni delle comunicazioni radio tra il pilota del jet Airways finito nell'Hudson a New York e i controllori del volo. Quello che colpisce è la calma glaciale mostrata dal capitano Chesley "Sully" Sullenberger: la sua voce non tradisce alcuna emozione malgrado si stia preparando ad un drammatico atterraggio nelle acque dell'Hudson. Una manovra conclusa senza danni per gli oltre 150 passeggeri. I DIALOGHI - Sullenberger, dopo il decollo, segnala la perdita di entrambi i motori a causa dell'impatto con uno stormo di uccelli. Quindi annuncia il rientro al "La Guardia" di New York. Poi comunica: «Forse finiremo nell'Hudson». La torre gli propone di scendere in un altro scalo, quello di Teterboro. Nuovo scambio di contatti. Torre: «…Potete atterrare sulla pista uno a Teterboro». Pilota: «Non posso farlo». Torre: «Ok, su quale pista preferisce atterrare a Teterboro». Pilota: «Finiremo nel fiume». Torre: «Mi scusi, può ripetere?». Corriere
ragazzi, questo ha volato sotto il fuoco nemico. figuratevi cos'è per lui ammarare nella foce di un fiume!!!
Pilota-eroe salvo dall'Hudson ma non dal fiume di polemiche Non gli è bastato l’aver salvato 155 persone a bordo dell’aereo che pilotava: Chesley Sullenberger, l’ufficiale ammarato nel fiume Hudson a New York per un guasto al velivolo e che è stato portato in trionfo in tutto il Paese, diventando il nuovo eroe degli Stati Uniti, è stato accusato dalle autorità dell’aviazioni civile americana di aver commesso una manovra, addirittura, “suicida”. C’è dell’altro perché nel corso di un’audizione alla Camera sull’incidente del volo Us Airways, uno dei controllori di volo ha definito “condanna a morte” la manovra che Sullenberger ha intrapreso. Una condanna a morte per i passeggeri e anche per il povero pilota. Patrick Harten, ufficiale che monitorava il traffico aereo sopra la Grande Mea quel giorno, ci è andato giù pesante: “Quando ho sentito cosa stava per fare, ho pensato che sarei stato l’ultima persona a parlare con qualcuna delle persone a bordo del volo”. L’uccello del malaugurio, è il caso di dire dal momento che il guasto al motore dell’aereo era stato provocato proprio da uno stormo finito nel reattore. “Non potevo semplicemente credere a quelle parole, la gente non sopravvive ad un ammaraggio in un fiume”. E infatti sono rimasti tutti salvi. Durante l’udienza di fronte alle autorità, il controllore di volo ha dichiarato di aver chiesto al pilota di tornare verso l’aeroporto La Guardia dover aver fatto sgomberare apposta una pista per l’atterraggio di emergenza. Sullenberger ha risposto di no, che non ce l’avrebbe fatta. Concludendo con un secco “stiamo andando nell’Hudson”. Poi il silenzio, con il contatto radio interrotto. Il pilota, da parte sua, ha sempre giustificato la sua manovra ribadendo che non avrebbe avuto il modo di portare il volo fino all’aeroporto per colpa delle condizioni dei motori. I 155 passeggeri lo hanno dovutamente ringraziato. I burocrati un po’ meno. http://www.libero-news.it/pills/view/7921
mah,a me sembra strano che un pilota di tale esperienza atterri in un fiume, se avesse avuto l'opportunità di atterare comodamente su una pista!!! evidentemente non ce la faceva......soprattutto perchè tra le vite da mettere in salvo c'era pure la sua!!! e se nel ritorno a "LaGuardia" fosse caduto su un gruppo di abitazioni???
vedo che il mondo è pieno di ingratitudine. ma dopo aver sentito che è stato incriminato il capitano ultimo (quello dell'arresto di riina) ora sono pronto a tutto
Presumo che tutto ciò sia dovuto alle pressioni delle assicurazioni per imputare al pilota la responsabilità della perdita dell'aereo.