Nel novembre 2001, il quotidiano Le Figaro (imbeccato evidentemente dai servizi francesi) rivelò che due mesi prima del fatale 11 settembre, per l’esattezza il 4 luglio, Osama Bin Laden era arrivato a Dubai dove si era sottoposto a dialisi renale nell’ospedale americano di Dubai. Qui era stato visitato dal «capostazione» della CIA locale, nonostante fosse già ricercato per un grave attentato esplosivo all’ambasciata americana in Kenia. Washington smentì la storia, ma richiamò subito in patria il capostazione, colpevole di aver parlato dell’incontro ad orecchie indiscrete. I servizi francesi fecero filtrare la notizia per rivelare l’ambiguo ruolo della CIA nella creazione di Al Qaeda, e nel tentativo di sventare l’invasione dell’Iraq. Il 26 dicembre 2001 il giornale Pakistano Observer aveva dato notizia della morte di Bin Laden per complicazioni polmonari. In seguito, personaggi autorevoli, da Pervez Musharraf ad Hamid Karzai, dal capo dell’antiterrorismo FBI Dale Watson fino a Benazir Bhutto, hanno dato Osama per morto da tempo. Ma se il personaggio è trapassato, il mito vive e prospera, perchè certi poteri vogliono che continuiamo ad aver paura. «Be afraid, be very afraid».
Con la tecnologia avanzata odierna per far ballare il twist in Video ad una mummia non ci vuole molto :wink: E magari farla parlare in aramaico.
guarda, solitamente anche io sono sempre scettico per natura (leggo disinformazione.it da diversi anni) però mi sembrano più concreti i dati che lo danno per vivo del contrario :wink:
La Cina....apre le porte al governo Obama..... una dichiarazione del genere.....DEVE avere un suo perchè... effetto Obama....:wink:
Riporto qualche stralcio di articolo tra i tanti: MANIPOLATI DIGITALMENTE I VIDEO DI AL-QAEDA Un esperto analista informatico ha fornito la prova che i cosiddetti filmati di Al-Qaeda sono digitalmente falsificati ed ha inoltre denunciato senza volerlo un sorprendente dettaglio che indica chiaramente che un’organizzazione affiliata al Pentagono è la responsabile diretta del rilascio dei video. "Neal Krawetz, un ricercatore nonché consulente per la sicurezza informatica, ha fornito oggi un’interessante presentazione alla conferenza BlackHat sulla sicurezza di Las Vegas, riguardo l’analisi delle fotografie digitali e delle immagini video alla ricerca di alterazioni o miglioramenti" (da Wired News ). "Impiegando un programma da lui scritto ( e fornito alla conferenza in CD-ROM), Krawetz è riuscito ad ottenere i tabulati delle tabelle di quantizzazione di un file JPEG (il che indica la compressione dell’immagine) e a determinare il mezzo finale con cui è stata creata l’immagine – cioé il tipo e il modello della camera in caso di immagine originale o la versione del Photoshop impiegata per alterare e ri-salvare l’immagine". Ma la scoperta più significativa di Krawetz è giunta grazie all’analisi di un dettaglio contenuto in un video di Ayman al-Zawahiri del 2006. Grazie alla sua analisi Krawetz ha potuto giungere alla conclusione che il logo AS-SAHAB (il supposto ramo informativo di Al-Qaeda) e il logo INTELCENTER (un’organizzazione privata di servizi informativi, con sede negli Stati Uniti, che "monitorizza l’attività terroristica") sono stati entrambi aggiunti al video nello stesso istante (cioè insieme). E questo indica chiaramente che la stessa INTELCENTER ha prodotto direttamente la registrazione o quanto meno l’ha manipolata prima del suo rilascio. In fondo, perché i terroristi di Al-Qaeda sarebbero tanto interessati a marcare i loro video con il logo di un’organizzazione con sede negli USA gestita da individui con stretti legami al complesso militare-industriale? In una nostra precedente inchiesta, abbiamo evidenziato come l’INTELCENTER, il tramite tra “ramo informativo di Al Qaeda” e la stampa, e l’organizzazione che ottiene in modo routinario le registrazioni, rappresenti poco più che un gruppo d’avanguardia del Pentagono costituito da individui con stretti legami a Donald Rumsfeld e alla macchina da guerra statunitense. INTELCENTER è diretto da Ben Venzke, ex dirigente dei servizi informativi di una compagnia chiamata IDEFENSE , che è una compagnia Verisign . L’IDEFENSE è una compagnia per la sicurezza nel web che monitorizza le informazioni segrete nei conflitti in Medio Oriente, focalizzando la propria attenzione tra l’altro sulle minacce informatiche. E’ anche popolata da ex ufficiali dei servizi segreti militari. Il direttore delle informative sui pericoli (Threat Intelligence), Jim Melnick, è stato per 16 anni nell’esercito USA e nella DIA (Defense Intelligence Agency) ed ha lavorato in operazioni psicologiche. Così dunque ci troviamo di fronte ad una compagnia che per propria ammissione ha legami ad un funzionario dei servizi militari per le operazioni psicologiche [psy-ops] e che ha lavorato alle dirette dipendenze di Donald Rumsfeld. Poiché l’INTELCENTER e Ben Venzke sono in diretta connessione alla IDEFENSE, Rumsfeld si viene a ritrovare ad appena tre passi dai video di propaganda di Al Qaeda. Se si deve giustificare una guerra, vincere un’elezione o distogliere l’attenzione da uno scandalo, ecco che Bin Laden, Al-Zawahiri o le loro spalle, possiamo esserne certi, tirano fuori i loro prodotti e salvano le penne a Bush. Appena terminato il periodo di sei mesi di osservazione sulla guerriglia e giusto in tempo al previsto abbandono di Bush riguardo l’Iraq da parte dei più fedeli repubblicani, ecco saltar fuori all’improvviso Bin Laden per ricordarci che è necessario “finire quello che si doveva finire” e vincere la guerra al terrorismo inviando più militari nel tritacarne. Sia Kerry che Bush hanno attribuito la rielezione del presidente nel 2004 alla comparsa di Osama Bin Laden in un video pochi giorni prima del voto. L’esperto giornalista Walter Cronkite ha espresso l’idea che l’intera commedia fosse statta orchestrata da Karl Rove. Alla vigilia della guerra d’Iraq, durante l’ignobile discorso di Colin Powell all’ONU, saltò fuori un’audioregistrazione nella quale Bin Laden affermava di essere un alleato di Saddam Hussein , in pratica una confezione regalo per i Neo-Cons che erano stati completamente sbugiardati sulle loro affermazioni che vi era un legame tra Iraq e 11/9. Ayman Al-Zawahiri è apparso con perfetto tempismo per due anni di fila, pochi giorni prima che lo Stato dell’Unione facesse a pezzi il “macellaio” e “fallimentare” Bush. Un tempismo impeccabile! Ed esattamente quando Bush ha bisogno di rinforzare il terrore verso un illusorio nemico, ogni gennaio, prima del grande discorso, per mettere a tacere i critici, ecco saltar fuori al-Zawahiri con la sua merce. L’analisi di Krawetz conclude infine che in alcuni video, compreso quello di Adam Pearlam, probabile doppio agente del Mossad, sono stati artificialmente aggiunti vari oggetti e sfondi verdi, per "conferire autorevolezza e dignità al video". da -come don chisciotte- oppure: Falsi, falsissimi i messaggi video di Bin Laden. A dirlo non sono i soliti complottisti, ma un serio istituto svizzero: il De Molle Institute for Perceptual Artificial Intelligence di Losanna. L’Istituto De Molle - che è affiliato sia all’Università di Ginevra sia all’Istituto Federale di tecnologia di Losanna - ha esaminato un presunto messaggio di Bin Laden, diffuso da Al Jazeera il 12 novembre 2002, dove lo sceicco del «male» (redivivo dopo mesi di silenzio) lodava alcuni dei più sanguinosi attentati (presunti) islamici, come l’attentato ceceno al teatro di Mosca, l’attentato alla discoteca di Bali, l’attentato ad una petroliera francese al largo dello Yemen; e dove profferiva minacce contro Francia, Italia, Germania, Australia come «alleati degli americani». L’analisi è stata condotta su richiesta del canale TV francese France 2, ed è stata condotta confrontando una ventina di precedenti messaggi audio e video del cosiddetto Osama. «Siamo sicuri al 95% che la voce non è quella di Bin Laden», ha dichiarato il professor Hervé Boulard, direttore dell’Istituto, «il margine di errore è del 5%». Qualche «impostore» deve aver confezionato il messaggio. Maurizio Blondet e ancora: Quanto all’ultimo video (quello dove il super-terrorista appare in stupefacente barba tinta) può interessare vedere cosa ne pensa un esperto di immagini digitali che in questo campo è consulente giudiziario, Neal Kravetz di una ditta chiamata Hacker Factor. Fra tecnicismi che tralascio, ecco: Nel video ultimo, Bin Laden «indossa lo stesso abito che indossava nel video diffuso il 29 settembre 2004». Non s’è mai cambiato, in tre anni? «A parte l’abito, è lo stesso sfondo, la stessa illuminazione, la stessa scrivania» del 2004. «Anche l’angolo della camera è quasi identico. Se si sovrappongono il video del 2007 col video del 2004, la sua faccia non è cambiata in tre anni - solo la barba è più scura e il contrasto è stato aggiustato». Il video appare «editato». Ad un minuto e mezzo dall’'inizio, è stato tagliato e ricucito: Bin Laden, che prima guardava la camera, ora guarda in basso, e lo fa in meno di un venticinquesimo di secondo. Krawetz ha identificato sei di questi tagli. Dei segmenti che ne risultano, «solo due sono immagini in moto; il resto del video è composto di immagini ferme», singoli fotogrammi fissi. La prima sezione «viva» apre il video e dura fino al minuto 1:56. La seconda sezione comincia al minuto 12:29 e continua fino al 14:01. E queste due sezioni paiono provenire da due distinte registrazioni, «perchè la scrivania (o tavola) è più vicina alla camera nella seconda sezione». Anche l’audio è rimaneggiato. «Il nuovo audio non ‘accompagna’ alcun segmento ‘vivo’ del video e consiste di registrazioni audio multiple. Gli accenni agli eventi correnti vengono fatti (dalla voce di Osama) solo durante i segmenti a fermo-immagine, e dopo tagli dentro la traccia audio. E ci sono tanti tagli che non posso fare a meno di chiedermi se qualcuno abbia tagliato parole e frasi per poi ricomporle assieme. Non posso escludere nemmeno un imitatore vocale durante le immagini fisse. Il solo modo di provare che l’audio è davvero di Bin Laden è di vederlo parlare nel video vivo». Fatto singolare, per Krawetz la sola cosa vera è la barba nera: «Per quanto possano stabilire i miei strumenti, non c’è alcuna manipolazione d’immagine in questa porzione della faccia di Bin Laden, a parte la regolazione del contrasto. La barba sembra essere proprio di quel colore». Chi vuole può vedere la perizia completa nel sito di Krawetz: http://www.hackerfactor.com/blog/index.php?/archives/95-Al-Qaeda-Snorts-Flies.html. Maurizio Blondet
Prima manovra economica. prevedibile manovra a scopo ottico e giornalistico, mutua per tutti, tassando i redditi sopra ai 250.000 dollari. Come consolidare una spesa elevatissima, recuperando solo briciole, perchè con la tassa proposta i redditi sopra i 250K saranno inutilmente ed ingiustamente ancora + penalizzati, ma daranno un gettito pari a minimissima parte della spesa impostata. Inizia lo sfascio della cassa.
da quanto non vedi politici italiani che al primo provvedimento danno attuazione a quello che hanno promesso in campagna elettorale?
beh, compromettere la poca residuale stabilità per demagogia, e lasciare una brutta eredità è una scelta errata, la California lo fece anni fa, è in bancarotta.
Temo che sappia lucidamente che le sue scelte sono d'immagine e che creeranno danni a lungo termine. Quindi mi cala ancora di + la speranza che non sia male come sembra.