Da cittadini che pagano le tasse e che hanno diritto di sapere il perchè vengono prese alcune scelte, chiediamoci: perchè è nata la Social Card? La social card è utilizzabile per pagare le bollette di luce e gas e per comprare prodotti alimentari nei negozi convenzionati. Il vero problema è che, come ha riconosciuto anche il Governo, solo il 5% dei commercianti ha aderito all'iniziativa, forse perché la paura dei tempi biblici (in media 200 giorni) di rimborso dello Stato ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione. Inoltre, le categorie merceologiche individuate dal Ministero sono limitate a panifici, latterie, macellerie, spacci, drogherie e supermercati (quindi piccole catene), dove i prezzi medi non sono certo quelli delle grandi catene di distribuzione. Questo vincolo di categoria limita di molto la possibilità di utilizzo, soprattutto per i pensionati, che hanno poche possibilità di spostamento: di conseguenza il reale utilizzo viene limitato al pagamento delle bollette, che garantisce (è un caso?) il maggior ritorno in termini di Iva e accise allo Stato.La scelta della tessera di plastica, poi, è stata giustificata dal Ministero per riconoscere agli utilizzatori sconti sulla merce, tuttavia, essendo i prezzi medi degli esercizi convenzionati mediamente più alti, gli sconti di fatto produrrebbero nel migliore dei casi solo un livellamento dei prezzi a quello già normalmente praticato dalle grandi catene. Il costo per lo Stato: non tutto va ai cittadini Il Ministero ha detto che allo Stato la social card costerà 450 milioni di euro annui a regime e che ne beneficeranno 1,3 milioni di italiani. Quindi, poiché entro dicembre daranno la prima tranche di 120 euro, i conti sono presto fatti: il costo entro dicembre è di 156 milioni di euro. In pratica, entro dicembre 2009 il Governo stima di spendere 606 milioni di euro per la social card. Che sono coperti da stanziamenti dello Stato ancora in fase di discussione per 650 milioni e da 200 milioni già donati da Eni e dai 50 milioni donati da Enel. Questi ultimi due soggetti in realtà daranno la possibilità allo Stato di recuperare parte degli investimenti grazie a quello che i consumatori spenderanno con la social card per pagare le bollette di luce e gas, sulle quali come ben sappiamo l'incidenza dell'Iva e delle accise è decisamente elevata. Ma la social card non è a costo zero per lo Stato, infatti, oltre a quello che finisce nelle tasche dei pochi italiani che rientrano tra i meritevoli di aiuto, ci sono i costi relativi allo strumento stesso. Parliamo dei costi di produzione della tessera, di circuito, di pagamento e di ricarica. La produzione fisica della tessera costa circa 50 centesimi a pezzo (costo fornito dagli emittenti), quindi già 650 mila euro sono stati utilizzati. Il circuito di pagamento chiede una percentuale all'esercente, che in media è circa del 2% del pagamento stesso. Quindi, auspicando a una compartecipazione dell'esercente alla spesa, sono, a essere ottimisti, altri 6 milioni di spesa statale. Per quanto riguarda la ricarica, le commissioni normalmente applicate dalle Poste non sono certo esigue perché ammontano a 1 euro a ricarica. Quindi per ogni carta sono 6 euro annui che lo Stato dovrebbe pagare: in ogni caso, applicando ad esempio un costo di 10 centesimi a ricarica, lo Stato comunque versa a Poste italiane circa 800 mila euro in un anno. Tirando le somme, senza considerare i costi delle lettere inviate agli italiani (ancora una volte le Poste ringraziano), circa 7,5 milioni di euro si perdono lungo il tragitto che porta i 40 euro al mese nelle tasche delle famiglie. Sarebbe stato meglio un trasferimento diretto, tramite pensione o busta paga.
infatti distribuire una "tessera di povertà" perchè alla fine di ciò si tratta, significa umiliare ulteriormente chi già cammina a testa bassa... era meglio un meccanismo che accreditasse direttamente su pensione, o spedizione a casa o qualsiasi altra cosa che la facesse sembrare meno amara e sopratutto nulla da esibire in pubblico, alla fila di un supermercato etc.
anche oggi piove: governo ladro ahahahahahah dai su, potevano fare meglio e potevano fare peggio, tanto non sarebbe mai andata bene p.s. e parlo pure in generale, per ogni tipo di governo nel mondo
Vero, questa è una cosa a cui non avevo pensato. In effetti questa social card diventa una specia di patente di povertà, che non aiuta la dignità delle persone :wink:
questo credo che valga per qualsiasi agevolazione in base al reddito, ah con l'orgoglio non si porta a casa la pagnotta ogni tanto :wink:
La carta rimane molto più impressa nella mente (la vedi tutti i giorni nel portafoglio e pensi: il governo mi ha aiutato) rispetto ad un accredito di 40€ sulla pensione. E' tutta psicologia. Non dimentichiamoci che abbiamo un grande esperto di marketing al governo.
comunque pensare pure sti poveri anziani a fare trafile estenuanti anche per quest'altra cosa non è che garbi molto! E poi esibire i documenti giusti...e poi questo e poi quell'altro.......
ahahaha veramente è il massimo andare a pensare che sia vergogna guadagnare poco, e magari ci si deve vergognare ad andare in giro con una macchina piccola, e magari con un telefonino vecchio, vestiti male... si dai in effetti potevano farla argento, oro e nera, magari la gente pensava che era un'american express ahahahahahah
Più che altro ci vedo la volontà di muovere grandi quantità di denaro verso aziende appaltatrici (Poste, ecc.), cosa impossibile da fare se il denaro fosse stato dato direttamente a chi aveva bisogno.
E' noto che lo Stato non ha fiducia nel cittadino: da questo presupposto è sembrato corretto indirizzare l'uso della tessera a consumi mirati e "necessari", diversamente quei quaranta euro rischierebbero (avrebbero rischiato) di essere spesi in acquisti più o meno incauti o comunque disparati. Ciò detto non trovo corretto definire umiliante l'uso della tessera. Questa parola è stata usata dall'opposizione ma non mi trova affatto d'accordo: nessuno ha mai protesato quando all'ufficio accettazione degli ospedali l'impiegato chiedeva il reddito ( anche ad alta voce) ai fini dell'esenzione delle prestazioni /indagini cliniche ecc?? Mi risulta invece che ci fosse una corsa a dichiarare il reddito più basso possibile per farsi esentare.
Ci sono molti dubbi Lorenzo; perchè la mancanza di fiducia vale solo quando fa comodo? Ad esempio, lo stato si fida delle dichiarazioni dei redditi? Le Social Card potrebbero andare a molti evasori, che potranno anche rivenderla (guarda caso non sarà nominativa). Tutto questo sforzo per così poco beneficio è molto sospetto
Non si fida delle denunce dei redditi...fidati! Non si fida di nulla e giustamente: molte provvidenze vanno in mano ad evasori. In compenso io- da oggi - non mi fido più dello stato.
quoto in pieno, altra cosa da considerare è che questa tessera va ad aumentare direttamente i consumi (quindi un azione di governo volta a favorire anche l'economia nazionale), un eventuale somma di denaro invece poteva avere fini diversi come il risparmio
Secondo alcuni sondaggi è gradita dal 76% degli Italiani.Ed insieme alla reintroduzione del bonus bebè è uno dei primi passi in funzione del Welfare State.Qualsiasi iniziativa viene comunque denigrata,impossibile avere un'opposizione costruttiva.Non credo assolutamente che possa esser motivo di vergogna.Il bisognoso non prova vergogna quando ha fame.(vedi le persone che vanno a fine mercato a prendere la frutta scartata destinata al macero).