Mi sa che siamo nel mezzo di un nuovo 1929..

Discussione in 'Off-Topic' iniziata da fasolini6, 29 Settembre 2008.

  1. Nitro

    Nitro Kartista

    207
    22
    31 Marzo 2004
    Reputazione:
    2.045
    330Ci CaBriO
    I future danno per domani una giornata simile a quella di oggi. Wow! :biggrin:
     
  2. Sose

    Sose Amministratore Delegato BMW

    3.438
    217
    3 Febbraio 2008
    Reputazione:
    7.078
    La Scarpa
    ](*,)
     
  3. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    ora sono leggermente negativi
     
  4. fasolini6

    fasolini6 Presidente Onorario BMW

    17.588
    1.026
    12 Luglio 2006
    Reputazione:
    14.828.740
    Golf variant TGI - Citigo metano
    Si perchè le contromisure utilizzate dall'Europa sono molto robuste e migliori di quelle Americane.

    Ora bisogna vedere se bastano a rassicurare il mercato a lungo termine, purtoppo l'economia reale è intaccata e quella non la sistema nessuno.
     
  5. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    oggi altra giornata ottima.

    Non so voi ma io uscirò definitivamente anche col resto, il 20/25% di solito si fa, se tutto va bene, in un anno e mezzo.QUi lo abbiamo fatto in due giorni.

    Se poi il mercato salirà ancora (e me lo auguro) e questo è solo il sintomo di una crisi risolta, ci sarà sempre tempo di rientrare.

    La volatilità è ancora troppo alta per fidarsi, in queste condizioni basta che Silvio spari un'altra mezza caxxata e si perde il 15% in un giorno.
     
    Ultima modifica di un moderatore: 14 Ottobre 2008
  6. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.796
    23.136
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Beato te...
    Io sono ancora sotto come non mai.
    Mi sa che dovro' optare non per una strategia a lungo, ma a lunghissimo...
     
  7. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    Beh, sicuramente il long rende di più, io per questa volta ho fatto così perchè mi sono trovato molto liquido e facevo solo intraday.

    Per il mio modo di pensare, ho operato malissimo (sono un cassettista di merxa :mrgreen: ) ma per me la volatilità bassa è essenziale.

    Se leggi i miei msg di qualche giorno fa, quando ho comprato venerdì, l'ho fatto in una ottica long .... però non mi fido, e quando non si è tranquilli bisogna uscire perchè si fanno solo errori.
     
  8. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.796
    23.136
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Sono d'accordo, ma i miei (a parte quelli US) facevano schifo anche prima della crisi :lol:
     
  9. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    Sono stato fortunato a vendere il resto stamattina :lol:

    Sembra un copione già scritto: rimbalzino - vix scende , vix sale - mercato scende. Il che conferma che i rimbalzi vanno venduti e non comprati (regola banale ma utile da ricordare).

    L'accoppiata S&P500+VIX è il miglior amico dell'uomo, e lo sta dimostrando.
     
    Ultima modifica di un moderatore: 14 Ottobre 2008
  10. Vasko

    Vasko Secondo Pilota

    906
    24
    19 Agosto 2005
    Reputazione:
    4.427
    320i montrealblau
    Come lo Zimbabwe

    Avete presente l’iper-inflazione dello Zimbabwe, che gira sul 200 mila %? «E’ il destino di euro, dollaro e sterlina»: lo ha detto alla CNC Martin Hennecke, gran gestore di patrimoni privati alla Tyche. A forza di stampare moneta per salvare le banche, i Paesi occidentali mettono in pericolo la loro stesse monete.

    Hennecke ha fatto il caso dell’Islanda, 320 mila abitanti e con le sue banche esposte per 13 volte il PIL nazionale. L’Islanda ha nazionalizzato le sue banche, sicché adesso i loro colossali debiti sono a carico dei cittadini islandesi. L’Islanda ha questo debito verso l’estero, in divise straniere; dunque non può stampare la sua moneta per tirarsi fuori dai guai. «Invece l’Europa, gli USA e la Gran Bretagna possono», ha detto Hennecke, ed è questo il problema: «E’ la strada dell’iper-inflazione».

    I piani di salvataggio annunciati il fine-settimana non fanno che creare moneta per gettarla dentro il buco nero. «L’agenzia di rating Standard and Poor’s ha preconizzato che i maggiori governi occidentali faranno bancarotta sui loro Buoni del Tesoro, i titoli di debito sovrano. Effettivamente, ora che gli introiti tributari diminuiranno drasticamente (per la recessione) mentre occorre sempre più denaro per questi salvataggi e nazionalizzazioni delle banche onde scongiurare la corsa agli sportelli, ciò può avvenire molto presto. Oggi tutti tengono a tenersi denaro liquido, come la forma più sicura d’investimento; alla fine, può risultare che il liquido è l’investimento a più alto rischio se l’inflazione accelera».

    Di per sè, l’immane restrizione del credito in corso, con la drastica riduzione della massa e della circolazione di moneta (della pseudo-moneta creata dalle banche indebitando il prossimo) dovrebbe portare alla deflazione; la Grande Depressione del 1929-39 gelò infatti il mondo nella deflazione.

    Il deprezzamento degli attivi «distrugge» denaro circolante; il farsi raro del denaro configura diminuzione della ricchezza, che si traduce in un calo generale dei prezzi e però anche dei redditi. Il meccanismo della deflazione sembra già instaurato, come dimostra il calo di petrolio, grani e metalli, le materie prime strategiche.

    Ma questo meccanismo è più che compensato dalla creazione forsennata di moneta ex-nihilo operata dagli Stati, nel tentativo di sostituirsi alle banche nel dare liquidità all’economia, e per i programmi di salvataggio. Cifre spese sia per assicurare i prestiti che le banche si fanno tra loro (altrimenti non se ne fanno, nemmeno per un euro), e per ricapitalizzare le banche in difficoltà. Il Tesoro di ogni Paese diventa così comproprietario delle banche. E noi contribuenti europei di fatto siamo oggi tutti comproprietari di banche.

    Ma non c’è da brindare: di cosa siamo comproprietari? Dei debiti. I debiti che lo stesso sistema bancario-finanziario considera irrecuperabili, sono ora a carico dei bilanci pubblici, cioè di noi cittadini. A che prezzo?

    Dal 13 ottobre, sui 1.700 miliardi di euro per l’insieme della UE: Londra ne ha stanziati 380 miliardi, Berlino 480, Parigi 360. L’Aia 200, Madrid e Vienna 100, Lisbona 20… (l’Italia non ha specificato la cifra: bravo Tremonti)… Quanto agli USA, sono già impegnati per 3 mila miliardi di dollari.

    Intendiamoci, queste cifre astronomiche non sono (per ora) pure e semplici perdite gettate nel buco nero aperto dalla finanza criminale. Quanto perderemo noi banchieri-contribuenti dipenderà alla fine dalle perdite vere che le banche subiranno nell’insieme sui loro crediti: ossia da che percentuale di mutui continuerà ad essere pagata, e dal valore finale che avranno gli immobili ipotecati, il cui prezzo cala drammaticamente ma, probabilmente, non sarà nullo.

    Il tutto dipende dalla capacità di rimborsare delle famiglie e delle imprese indebitate, in un ciclo di recessione fortissima. più lunga e severa la recessione, più le perdite per i contribuenti europei si avvicineranno ai 1.700 miliardi (per confronto, una tipica «stangata Prodi» vale 35-60 miliardi).

    Ancor più, il conto finale per noi cittadini dipenderà dalla solidità delle «controparti». A questa solidità non credono più nè le banche, nè il «mercato», nè alcuno dei protagonisti del sistema finanziario globale che essi hanno creato. Perchè?

    Ecco l’argomento-tabù, di cui tutti i responsabili evitano di parlare: sul sistema incombe la massa dei derivati senza regole, che ingolfa il sistema. Almeno 55 trilioni di dollari in Credit Default Swap (CDS). La cifra è superiore al PIL di USA, EU e Giappone sommati. E’ ovvio che i governi - e le loro monete - possono essere vaporizzati dall’esplosione di questa bolla.

    I CDS sono nati come «assicurazione» contro le obbligazioni cartolarizzate, ossia quelle confezioni di vari mutui, affitti, pagamenti su carte di credito, che sono stati macinati insieme come un insaccato e poi tagliati a fettine e venduti tra banche e a clienti. Queste fette d’insaccato, chiamate obbligazioni appoggiate a mutui, recano un interesse. Ma le banche sapevano bene che erano cose rischiose; sicché i loro genietti finanziari hanno inventato una «assicurazione» contro il rischio che rappresentavano, i Credit Default Swap.

    Ma rispetto all’assicurazione che avete sull’auto, c’è una differenza fatale: questi CDS a loro volta sono stati venduti e comprati. Insomma, sono diventati essi stessi oggetto di speculazione. Se il rischio diminuisce, i CDS diventano meno cari; se il rischio aumenta, rincarano. Con complessi modelli matematici i rischi vengono calcolati in modo continuo, e gli hedge fund ci hanno giocato da matti.

    L’altra differenza sostanziale è che l’assicuratore non ha i soldi per pagare. Il fallimento Lehman lo ha dimostrato. La banca aveva sottoscritto CDS per 440 miliardi di dollari, che non ha potuto onorare. La settimana scorsa, questi contratti sono stati messi all’asta, e comprati per 8 centesimi per dollaro di valore facciale. Ciò significa che coloro che hanno in mano questi contratti devono pagare la differenza, il 98%, ossia 414 miliardi di dollari.

    Ma chi sono i detentori di questi CDS? Nessuno lo sa: Deutsche Bank? Unicredit? Qualche banca asiatica? I fondi sovrani del Dubai? Si sa di certo che solo Barclays Bank e Royal Bank of Scotland hanno in pancia ciascuna 2,4 trilioni di dollari di CDS: più del PIL britannico.

    Ecco i prestiti interbancari, come le cartolarizzazioni, si sono bloccati. Tutti sono paralizzati dal terrore e dal non sapere chi dovrà pagare trilioni di dollari, in quali pance sono quei debiti più grossi del PIL dell’Occidente sviluppato.

    I ministeri del Tesoro euro-americani hanno dunque esteso la loro «garanzia illimitata» ad un mare di debiti la cui entità è sconosciuta; si sa solo che essa è astronomica.

    Dunque, è la solidità delle monete ad essere in questione. Il rischio è stato trasferito dagli speculatori ai contribuenti; non è scomparso, ha solo cambiato di natura.

    «L’incertezza della fattura finale», scrive Paul Jorion, «si tradurrà nel migliore dei casi in una pressione sulle monete giudicate deboli, e nel peggiore, nel rifiuto di prestare agli Stati in difficoltà».

    Questo chiama in causa soprattutto la nostra Italia, con il suo debito pubblico pari al 104% del PIL. In tempi normali, il debito non viene mai ripagato, ma solo rinnovato: lo stato emette nuovi BOT ad ulteriore scadenza, e gli investitori internazionali continuano a comprarlo perchè rende interessi. Ma oggi, dove sono gli investitori internazionali?

    Sono agghiacciati dal terrore, hanno perso trilioni, sono sotto la tenda ad ossigeno, con in bocca il sondino della alimentazione fornito dagli Stati, in condizione di coma depassé.

    Chi prenderà i BOT che lo Stato emetterà nei prossimi mesi?

    Per adesso, la domanda sembra smentita dai fatti: nella corsa generale alla liquidità, gli italiani stanno sgomitando nel vendere titoli, azioni e quote di fondi bancari per comprare BOT, ritenuti sicuri.

    Ragionamento giusto, quando esisteva la lira. Infatti, il debito pubblico italiano allora era costantemente coperto dai cittadini italiani, grandi risparmiatori, che ci mettevano i loro risparmi; lo Stato s’indebitava con i «suoi» cittadini, nella «sua» moneta (che poteva stampare e svalutare).

    Con l’euro, il debito pubblico italiano - che rendeva poco - è stato messo alla mercè di «investitori» stranieri: lo ha fatto per primo Ciampi, correndo ad indebitarci con l’estero, perchè a Goldman, o nella Loggia Massonica, gli avevano detto che era più moderno, dato che c’era la globalizzazione. Grazie, padre della patria massonica del Katz.

    Adesso il problema è: emettiamo BOT in euro. Da mesi, per renderli appetibili, i BOT italioti devono offrire un interesse superiore ai BOT tedeschi, benché anche questi siano in euro. Oggi, nell’abisso della crisi, ogni Stato continua ad emettere BOT in euro a interessi diversi, in base alla sua maggiore debolezza; dovrebbe farlo l’Unione Europea, ma non lo fa perchè non ha un ministero del Tesoro.

    Jorion si domanda: «Francia e Germania (i presunti Stati solidi) accetteranno di chiedere prestiti a loro nome (emettendo più BOT nazionali) per venire in aiuto degli Stati europei più deboli, Italia, Spagna, Grecia?».

    Qualcosa mi dice che si può rispondere tranquillamente di no. Tanto più che la Germania, solida in economia reale, è meno che solida nelle sue banche strapiene di debiti e CDS tossici, a cui ha già staccato un assegno di 480 miliardi di euro.

    L’Europa non è una «nazione», ma una costruzione burocratica, a cui tutti i Paesi hanno acceduto per convenienza propria, senza alcun caldo entusiasmo, senza alcun impegno a vivere insieme «nella buona e nella cattiva sorte».

    Aveva ragione De Gaulle, quando si oppose a un europeismo burocratico, e auspicò la «Europa delle patrie» concepita come «Fortezza Europea». Una comunità di destini che accettavano, poniamo di pagare più cari i loro televisori prodotti all’interno (Philips o Irradio o Telefunken) anzichè quelli Sony: De Gaulle fu sputacchiato, perchè la Loggia voleva un’Europa aperta a tutte le merci estere, senza barriere, sciolta nel mare della globalizzazione. Ora, si vedrà quanto vale come collante solidale l’unione burocratica. L’euro come moneta unica può non sopravvivere a questa prova durissima.

    Per l’Italia, questo significa che si può essere costretti ad uscire dall’euro: un’ipotesi a cui si ha paura anche solo pensarla, dato che dovremmo pagare in lire svalutatissime i nostri debiti, che abbiamo contratto in euro «forte».

    Ne sa qualcosa la Romania, dove in pochi giorni la moneta nazionale, il Lei, si è svalutato del 30% sull’euro: ma molti contratti ed affitti sono in euro, e i poveri inquilini vengono cacciati dalle case perchè non riescono a pagare, mentre tutto rincara (inflazione).

    Lo stesso sta avvenendo per Paesi che non sono inseriti nei grandi insiemi monetari. Il dollaro australiano è calato del 20% rispetto alla yen in una settimana: la sterlina, del 3% rispetto al dollaro, e secondo il Telegraph può subire svalutazioni del 30-40% nel corso della recessione. «Londra può dover di nuovo imporre il controllo dei cambi e dei capitali».

    Ci si può rallegrare della vendetta che la realtà impone sull’ideologia: controllo dei cambi e del movimento dei capitali significa tornare all’autarchia finanziaria, dopo tanta «libera circolazione» imposta dal dogma. Ma l’allegria muore, se si pensa che tutto ciò può portarci ad uno Zimbabwe inflazionista.

    Non a caso LaRouche sta dicendo ai potenti del mondo: «Finché non chiudete semplicemente l’intero commercio di derivati, cancellando queste obbligazioni da gioco d’azzardo dai libri contabili del sistema finanziario, state solo prendendovi in giro», perchè i derivati fanno correre il rischio di «una bomba iper-inflazionista, che schiaccerà il sistema finanziario internazionale». E non a caso Tremonti lo riecheggia (più debolmente) sostenendo la necessità di vietare gli hedge fund.

    Mi spiace sinceramente di non poter dare notizie migliori. Vorrei tanto.

    Non state a guardare le Borse che «si riprendono» dopo i crolli. E’ solo la rana di Volta che guizza perchè le hanno applicato gli elettrodi: ma è morta.

    Questi rialzi isterici dimostrano solo come ormai le Borse non abbiano alcun rapporto con la realtà: ci aspettano dieci anni di recessione, o anche di depressione, e i titoli salgono?

    Ma mi faccia il piacere, come diceva Totò.



    Maurizio Blondet
     
  11. Masamune

    Masamune Presidente Onorario BMW

    10.396
    615
    13 Maggio 2007
    Reputazione:
    159.238
    Volkswagen Santana 3000
    ...stanotte avrò gli incubi :cry2
     
  12. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    Questa frase è fantastica:


    Praticamente allora le borse sono morte da quando sono nate :lol:
     
  13. Kixolo

    Kixolo Amministratore Delegato BMW

    3.338
    164
    19 Maggio 2006
    Reputazione:
    4.855
    Portasapone HDI
    qualcuno che ora dichiara che c'è un mega asperoide che punta sulla terra e che anunzia la nuova apocalisse no?
     
  14. Masamune

    Masamune Presidente Onorario BMW

    10.396
    615
    13 Maggio 2007
    Reputazione:
    159.238
    Volkswagen Santana 3000


    ...però ieri una medium ha detto che oggi sarebbero apparsi gli aglieni :mrgreen:
     
  15. Vasko

    Vasko Secondo Pilota

    906
    24
    19 Agosto 2005
    Reputazione:
    4.427
    320i montrealblau
    L'ho riportato perchè comunque offre molti spunti di ragionamento, è vero che la borsa è per natura ciclica ma non ti sembra che i crolli di questi tempi abbiano dietro qualcosa che non abbiamo mai visto prima?
     
  16. Emiliano

    Emiliano Presidente Onorario BMW

    12.522
    527
    13 Settembre 2004
    Reputazione:
    9.416.102
    E92 335d > E93 335i - 500
    Da quando seguo quotidianamente l'andamento borsistico (2000) ho visto almeno un periodo in cui si stava molto peggio di ora: fine 2001.

    Il panico era maggiore, eppure ci siamo ripresi alla grande.
     
  17. cyberjabba

    cyberjabba Direttore Corse

    1.613
    23
    13 Settembre 2007
    Reputazione:
    1.109
    Z3 1.8i
    Caro Vasko, io sti articoli ho smesso di farli leggere pure agli amici... è inutile. Li tengo per me :wink:
     
  18. guddrum

    guddrum Amministratore Delegato BMW

    3.818
    169
    18 Settembre 2006
    Reputazione:
    502.773
    530D E60 - 320d e91 - golf IV 130 cv
    quanto mi devo smarronare oggi??
     
  19. Ale_72

    Ale_72 Presidente Onorario BMW Top Reference

    57.796
    23.136
    27 Marzo 2007
    Reputazione:
    2.147.371.665
    Morgan AeroSS + AM Vantage S Roadster
    Voi che ne sapete piu' di me...
    Mi spiegate come mai in cioccolatandia non c'e' stata nessuna corsa all'alzamento del limite "di garanzia" per i C/C e non c'e' stato alcun "intervento" governativo verso le banche?
     
  20. cyberjabba

    cyberjabba Direttore Corse

    1.613
    23
    13 Settembre 2007
    Reputazione:
    1.109
    Z3 1.8i
    Io ne so quanto te, l'unica cosa che posso fare è quella di postare uno dei commenti all'articolo pubblicato da Vasko, di uno che a detta sua in Svizzera ci vive:

    La Svizzera? Le nostre autorità hanno appena detto oggi che non intendono intraprendere nulla, perché non c'é da preoccuparsi.
    Credo che il loro comportamento sia solo dovuto al fatto che vogliono evitare l'arrembaggio a inesistenti scialuppe di salvataggio. Tanto sanno che stiamo per colare tutti a picco e allora... mal comune mezzo gaudio. L'UBS è a mio parere è sull'orlo del tracollo, il Credito Svizzero dicono che vada bene, ma è solo riuscito a nascondere meglio il proprio cancro. E per quanto concerne le banche piccole, non circolano voci rassicuranti. Il fatto è che siamo un paese di scemi guidato da un'élite di scemi al quadrato. A parte un paio, ... che sono mascalzoni al cubo. E non venite a dirmi che sono pessimista.

    Acquistare oro: al momento il prezzo è molto elevato. Per di più ormai è quasi introvabile, almeno per i normali cristiani. Inoltre c'è sempre il problema di dove conservarlo una volta acquistato. In una cassetta di sicurezza? Ma mi faccia il piacere... al momento buono ti bloccano l'accesso alle cassette, come hanno fatto in Argentina, e resti fregato.

    Saluti a tutti e non perdetemi la speranza. Il Buon Dio sa di cosa abbiamo bisogno e in qualche modo tireremo avanti. Pensate ai poveracci della striscia di Gaza. Quelli stanno già da cane. Da decenni.

    PS: E visto che qui è legale, ho provveduto a oliare i miei fucili d'assalto. Mi sa che prima o poi mi verranno buoni.
     

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