Settembre '08 / Settembre '07, generale: -26,6% Settembre '08 / Settembre '07, per marca, in ordine decrescente di performance: Daimler AG (Mercedes): -8,4% VW: -9,4% GM: -15,6% (di cui Hummer: -54,8%) Honda: -24% Hyundai: -25,4% BMW: -25,7% Kia: -27,8% Toyota: -32,3% Chrysler: -32,8% Ford: -36,3% (di cui Volvo: -51,8%; Lincoln/Mercury: -33,7%) Nissan: -36,8% Porsche: -44,8% Suzuki: -46,6% Isuzu: -54,3%
Bhe ovvio, io x il lavoro che faccio in questo periodo sto "leccando le sarde", meno male il santo fisso che cmq ho in contratto, faccio il promotore finanziario, la gente tiene tutto il liquidità, non fa nemmeno + i BOT o CCT, e si indebita sempre più, non so quanti finanziamenti ho fatto sto mese....cmq tra un pò un noto gruppo italiano farà il botto, speriamo che la gente non si faccia male...troppo male.
Auto, la crisi colpisce l'industria dei motori Dal "Sole 24 ore" La crisi finanziaria che sta sconquassando l'economia mondiale rischia nel 2009 di portare il mercato globale dell'auto ad un «collasso totale». E non solo in riferimento al prevedibile crollo delle vendite di automobili in Europa e Stati Uniti, ma anche al «drammatico» rallentamento che subiranno i mercati finora trainanti di Cina ed India. La previsione shock, la più «tremenda» finora avanzata sul settore auto, è di J.D.Power, uno degli istituti di analisi più autorevoli al mondo. Già nel 2008, secondo J.D.Power, le vendite in Europa dovrebbero scendere rispetto al 2007 del 3,1%, ma solo grazie alla buona performance dei paesi dell'est, perché nella sola Europa occidentale la stima è di un calo del 7,5%. Negli Stati Uniti, invece, le vendite di veicoli dovrebbero scendere nel 2008 a 13,6 milioni (contro i 16,15 milioni del 2007) e nel 2009 a 13,2 milioni. Anche l'altro 'big' delle previsioni, Global Insight, stima nel 2009 una perdita secca di volumi per il mercato mondiale dell'auto di 3,5 milioni di unità che porterà le vendite a 70 milioni (dai 69 stimati nel 2008). Si tratta del «taglio più consistente almeno dal 1960», anno in cui l'istituto ha iniziato ad elaborare le proprie stime. Inoltre, sempre Global Insight, stima che combinando insieme le flessioni previste in Usa ed Europa occidentale i costruttori di auto perderanno in mancati ricavi 110 miliardi di dollari. La crisi colpisce di conseguenza i titoli automobilistici. Dopo il tracollo di General Motors e di Ford a Wall Street, che hanno registrato nella seduta del 9 ottobre rispettivamente il calo peggiore degli ultimi 58 anni e 26 anni, anche il gigante giapponese Toyota ha visto una discesa del valore azionario che non ha precedenti in 34 anni (-4,7 a 3,220 yen) alla Borsa di Tokyo. La casa nipponica non era così in basso dai tempi dello shock petrolifero. Honda ha lasciato sul terreno l'8,9% e ha chiuso la settimana con un vero tracollo (-26%). Ed è il peggior calo da oltre dieci anni. Nissan invece ha perso il 9,4%, ed è al livello di sette anni fa. E in Europa le cose non sono andate meglio. Tutti i principali titoli automobilistici hanno registrato forti contrazioni negli ultimi giorni. E in pratica, analizzando, l'andamento da inizio anno si salva solo Volkswagen. Il titolo del colosso di Wolfsburg, infatti, da gennaio ha guadagnato l'88,54 per cento portandosi a quota 294,94 euro. Fiat ha invece lasciato sul terreno il 61,16% a 6,975 dollari. Diminuzioni paragonabili sono stati registrati da Psa (-61,15%), Renault (66,25%), Daimler (62,69%) e Bmw (-48,51%). La stessa Toyota, ha visto il valore de suo titolo calare di oltre il 61% dallo scorso mese di febbraio. Il motivo va rintracciato nella crisi finanziaria e di consumi e nelle aspettative negative. La recessione mondiale che si sta accendendo impatta e impatterà pesantemente sulle vendite di veicoli. Tutto il settore automobilistico accusa, infatti, gli effetti della crisi finanziaria e si prepara a una raffica di tagli alla produzione per far fronte al rallentamento della domanda. Ma questo potrebbe essere solo l'inizio: la Confindustria tedesca avverte che è sempre più difficile per i propri associati ottenere linee di credito e molti esperti prevedono tempi duri per il ceto medio del Paese. All'indomani del lunedì nero delle Borse mondiali, le principali case automobilistiche in Germania (tedesche e non) hanno reagito con pesanti tagli alla produzione in vista di una domanda sempre più debole. Opel, Bmw, Daimler e Ford hanno tutte annunciato stop temporanei delle fabbriche, che almeno per il momento non dovrebbero tradursi in esuberi. Ma c'è di più: la crisi impatterà non solo sulla domanda ma sulla capacità di finanziamento della case automobilistiche. Ed è palese che sarà sempre più difficile e più costoso per le aziende ottenere linee di credito mesi. Intanto, le cause automobilistiche tedesche non esitano a ricorrere alla cassa integrazione. Opel ha confermato che si avvia a chiudere gli impianti di Bochum ed Eisenach rispettivamente per una e tre settimane, lasciando a casa circa 6.800 dipendenti. Ma la controllata del gruppo Gm potrebbe puntare più alto: secondo indiscrezioni di stampa, Opel sta pensando a tagli alla produzione per 40mila unità in Europa, con stop dei macchinari nel Regno Unito e in Spagna. Bmw, da parte sua, chiuderà l'impianto di Lipsia per quattro giorni nell'ultima settimana di ottobre, con un taglio alla produzione di 2.800 auto, mentre il 17 dicembre Daimler fermerà per la pausa natalizia l'impianto di Sindelfingen, il più grande in Germania, vicino a Stoccarda, e lo riaprirà - secondo indiscrezioni - soltanto il 18 gennaio. Ford, infine, ha annunciato che taglierà 204 posti part-time nel suo stabilimento di Saarlouis. E Volvo, infine annuncia, nuovi tagli.