Oggi, in una uggiosa giornata ligure, sono andato a ripercorrere un po' le mie origini. Era tanto tempo che non andavo dove abitavano i miei nonni quando ero piccolo, in una piccola frazione del levante ligure. Case in costruzione ovunque.... Anche dove prima c'era un uliveto (che dovrebbe essere protetto dalle leggi regionali), anche dove prima c'erano boschi di pini Ricordo un paio di anni fa di avere segnalato lo scempio della pineta sopra la spiaggia della Baia blu (Lerici) alla stampa, ricevendo come risposta che si trattava di una villetta abusiva, che prima è stata sequestrata, ma poi regolarizzata In una città (come molte in Italia) dove il calo demografico è una costante, a cosa serve costruire ancora, se non per speculare? Non dovrebbe esserci un interesse superiore, quello della collettività? Continuare a cancellare verde e terra per sostituirli con cemento, non è un'idiozia? Mi viene da fare una provocazione: perchè non bloccare tutte le nuove costruzioni in terreni dove c'è ancora la terra, e dirottare tutta l'edilizia soltanto nelle ristrutturazioni o nelle costruzioni in zone già cementizzate? Non occorre mica essere geologi per capire che la terra assorbe le piogge in maniera naturale, il cemento no! Andando avanti di questo passo distruggeremo tutto l'ecosistema e l'equilibrio naturale formato in migliaia di anni In queste cose vincono sempre i più forti; e se un giorno i più forti diventassimo noi? IMHO questa è una battaglia di quelle che vale la pena di fare, e che faccio già da un po'. Invito ognuno nel suo piccolo a fare altrettanto
Hai perfettamente ragione. Pensa che qui a Treviso è stato fatto uno studio dove si evince che ci sono già case per i prossimi 30 anni!!! Eppure si continua a costruire, specie nel capoluogo, grazie all'oscena amministrazione uscente che con l'ambiente si pulisce le scarpe all'ingresso del consiglio comunale...e li votano.
i soldi devono essere riciclati...speriamo solo inizi la crisi immobiliare... cmq la domanda è nettamente superiore all'offerta..solo che sono immobilizazioni che non pesano visto che al 60% non sono soldi puliti
Si tratterebbe di dirottare tutti i lavori nelle ristrutturazioni e nella riedificazione di ciò che già esiste, non certo di sopprimere l'edilizia. Poi tutti i cambiamenti costano un pochino, ma continuare come è stato fatto sino ad oggi dove porterà? Meglio arricchire assessori e costruttori a spese di tutti gli altri, o pianificare uno sviluppo sostenibile del territorio? Purtroppo il male del nostro paese è sempre lo stesso, gli interessi privati che calpestano gli interessi collettivi :wink:
La penso esattamente come te. Capannoni, casermoni: ci vorrebbe la pena capitale per chi costruisce e per chi da i permessi di farlo. Un po' è una mafia, un po' che anche la gente non ha il concetto di bello. Io ad esempio sono uno di quelli che preferisce un edificio storico ad uno nuovo nel 90% dei casi.
personalmente metterei i politici "nel cemento"......una decina di piloni e ce li metti tutti quanti :wink:
Concettualmente non fa una piega, anche io giorno dopo giorno mi chiedo dove andremo a finire con tutta questa edificazione. Anche io ho nostalgia dei campi verdi e delle belle vedute. Ma tradotto nella realtà è un discorso pressochè utopistico. Principale motivazione: i costi di una ristrutturazione. Con la soluzione che tu proponi bisognerebbe partire dai centro storici dove il costo delle aree sono molto piu' elevati che nelle periferie. E ristrutturare un vecchio palazzo è piu' costoso che realizzarlo exnovo. Senza considerare la complessità delle ristrutturazioni che di fatto metterebbe fuori gioco la maggioranza delle imprese edili. L'edilizia è un settore trainante delle moderne economie, un blocco di questo settore avrebbe risvolti negativi non solo per gli interessi privati ma per tutta la comunità. Per cui penso che la soluzione possa essere una cementificazione ragionata e rispettosa della natura e non selvaggia come spesso accade ai giorni d'oggi. E di questo dovremmo prendere esempio dai paesi del Nord Europa.
Come tutte le cose: c'è modo e modo di farle. Intanto non dico di non costruire nulla di nuovo, ma costruire poco ma veramente belle e inserito nel contesto ambientale. Certo che se andiamo avanti a capannoni, centri commerciali e multisale il futuro è triste e parecchio. Tra 100 anni cosa penseranno i nostri nipoti delle multisala o delle Ipercoop: che sono belli? E tutti gli svincoli e rotatorie intorno?? Invece se quel poco che fai lo fai fare a grandi architetti e urbanisti magari qualcosa di carino da lasciare in eredità ci scappa..:wink: La periferia è tristissima, tutte le periferie sono uguali e degradate, andrebbero rase al suolo. Gli italiani che sono stilosi in tutto non sono esteti nell'urbanistica. Purtroppo.
1966 Il ragazzo della via Gluck Adriano Celentano (coro) là dove c'era l'erba ora c'e una città. Questa e' la storia di uno di noi anche lui nato per caso in via Gluck in una casa fuori città gente tranquilla che lavorava. Là dove c'era l'erba ora c'e una città e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà questo ragazzo della via Gluck si divertiva a giocare con me ma un giorno disse: "vado in città" e lo diceva mentre piangeva io gli domando: "amico non sei contento? vai finalmente a stare in città là troverai le cose che non hai avuto qui. Potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile". "Mio caro amico" disse "qui sono nato e in questa strada ora lascio il mio cuore ma come fai a non capire che e' una fortuna per voi che restate a piedi nudi a giocare nei prati mentre là in centro io respiro il cemento ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui e sentirò l'amico treno che fischia così.... ua ua". passano gli anni ma otto son lunghi però quel ragazzo ne ha fatta di strada ma non si scorda la sua prima casa ora coi soldi lui può comperarla torna e non trova gli amici che aveva solo case su case catrame e cemento là dove c'era l'erba ora c'e una città e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà non so no so perché continuano a costruire le case e non lasciano l'erba, non lasciano l'erba non lasciano l'erba e non se andiamo avanti così chissà come si farà chissà chissà come si farà.
i discorsi letti sono molto interessanti ma purtroppo l'argomento và trattato nella sua specificità caso per caso, città per città. Il nuovo và costruito, il vecchio và mantenuto solo se vi è possibilità di mantenerlo. Se la mentalità italiana sviluppasse le costruzioni in altezza forse si ripsarmierebbe molto più spazio che in estensione, ma c'è chi è contro anche a questo(in certi casi giustamente) far fare solo ai grandi progettisti non sempre vuol dire opere di qualità, e state tranquilli che stecca anche Renzo Piano (per fare un nome) e molte opere architettoniche sono di bellezza non oggettiva o cmq realizzabili in situazioni particolari. Per il resto concordo con quanto detto da enricob, credo che un eventuale cambiamento nel modo di ragionare nella progettazione debba passare prima per le università.
Ho più probabilità che faccia bene Piano o Gery o Calatrava piuttosto che l'assessorino compiacente che da il permesso all'amico di lottizzare per farci orribili case a schiera o una multisala. Si vedono in giro cose che chi le ha autorizzate dovrebbe essere a S.Vittore adesso.
Il fatto è che l'edilizia nelle moderne economie è un settore dopato. Io non riesco ad ottenere il permesso per alzare di un piano la casa perchè per le belle arti la mia è una zona sottoposta a vincoli, e poi mi costruiscono a fianco un intero villaggio. Così non c'è futuro, non c'è rispetto per la bellezza e gli equilibri idrogeologici. A mio modo di vedere nessuna economia può essere fine a se stessa, ma dovrebbe essere funzionale alla qualità della vita e alla sostenibilità.