Lo spero,ma ho dei brutti presentimenti... E mi sa che non avremo solo una crisi economica,ma soprattutto sociale.
Da noi mettono prezzi in aumento (anche se lieve) ancora per tutto il 2008. In calo solo in città... Almeno questo è quello che hanno detto in tv ieri sera
i dati per il mercato immobiliare italiano sono tutt'altro che rosei, si prevedono 600.000 compravendite (-200.000 negli ultimi 24 mesi) con un tempo medio di transazione pari a 8 mesi (contro i 3 del 2006) e uno sconto medio pari all' 12% i prezzi del nuovo non sono in calo, ma l'usato si sta già deprezzando in questi mesi.
Gli attuali prezzi delle case non sono sostenibili nel lungo periodo. Un prezzo pari a 200/250 volte uno stipendio medio non è sostenibile. Noi magari compriamo casa con l'aiuto dei nostri genitori e facendo un piccolo mutuo, ma i nostri filgli/nipoti non potranno più comprare una casa se i prezzi si manterrano su questi livelli.
secondo me i prezzi delle case non scenderanno finché non si creeranno delle alternative per gli investimenti..... Quando ci fu la famosa bolla del NASDAQ le case non costavano così tanto xké chi aveva da investire lo faceva in borsa e non nel mattone.... di conseguenza per vendere le case dovevano abbassare il prezzo.... ora che si investe solo in immobili ovviamente costruttori e tutto il resto aumentano i prezzi perché sanno che tanto prenderanno i soldi che chiedono.......
...se mi quoti tu che ne sai molto più di Emi allora vuol dire che ho capito qualcosa dell'uni e comunque stamattina gli indici europei erano in rialzo
io invece ho un brutto presentimento Questo crollo repentino delle borse non mi fa presagire niente di buono. Se l'economia USA entra in recessione, Asia ne subisce subito il contraccolpo e noi come Europa ne saremo dentro subito , quasi come soggetti passivi del tutto. L'unica punto positivo che vedo che una recessione raffreddera i prezzi di tutte le materie prime e quindi anche del petrolio.
Io non sono ottimista sulla situazione finanziaria ed economica globale, penso che nessuno possa esserlo; sono ottimista invece sul ruolo che la BCE potrà avere nella faccenda. Premesso che solo in momenti di grossa crisi come quello che si prospetta si possono attuare forme di correzione serie di degenerazioni economiche e finanziarie diventate prassi , penso che la BCE in questo momento abbia la forza di imporsi sul modello statunitense limitando i danni in Europa ed uscendone rinvigorita. Una delle grandi degenerazioni è la dipendenza a doppio filo dagli USA.Vediamo di staccare questo cordone ed impariamo a fare da soli.
...io son relativamente ottimista appunto per quello che dicevo prima sul discorso di una bce forte se è forte può influenzare le aspettative di inflazuine se influenza le aspettative si dovrebbero riuscire a mantenere la crescita e poi io credo (così, ipotesi campata in aria) che se continua a deprezzarsi il dollaro prima o poi i paesi opec passeranno alle quotazioni in euro e a noi di certo male non fa, a meno che gli americani rispondano con le bombe però son tutte ipotesi da studente universitario non troppo illuminato alle prime armi
...altra cosa che volevo dire anche io son passati più di 60 anni dalla fine della guerra, è anche ora di salutarsi
Non penso sia quello un problema:vedi in giappone,dove (per tutt'altri motivi) le case costano uno sproposito e i mutui come eredità sono una prassi...certo,loro hanno anche un costo del denaro prossimo allo zero
per masa e Emiliano ok, ora ho capito la vostra posizione COncordo con Emiliano, e' ora di smarcarsi dall'economia USA, anche perche IMHO a livello globale essi potranno solo perdere colpi nei prossimi anni.
Penso che dal primo Bush ad oggi globalmente la visione che aveva la gente dell'America sia totalmente cambiata e (anche sull'economia il monaco vuole il suo abito, l'immagine è tutto) personalissima opinione, (non giudico nessuno) appena smetteranno di terrorizzare il mondo con la guerra, respireremo tutti un'altra aria
Ore 16:49 INDICI DI BORSA S&P MIB34.1370,69% MIB3034.3550,56% MIBTEL25.7410,53% ALL STAR11.987-0,46% DOW JONES11.916,81-1,51% NASDAQ 1003.992,84-1,25% DAX 1006.790,530,01% CAC404.822,021,63% FTSE 1005.675,51,74% IBEX 3512.782,11,24% AEX431,612,17% BEL 203.529,471,06% NIKKEI12.573,05-5,65%
La Federal Reserve taglia i tassi Usa al 3,50 per cento commenti - | | 22 gennaio 2008 Il testo del comunicato Fed (in inglese) VIDEOFLASHIl commento di Alessandro Plateroti Paulson (Tesoro Usa): approvato subito il piano di aiuti all'economia No comment dalla Bce Il costo del denaro nel mondo Lancette dell'economia (di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi) caricaUrl('correlatisearch'); banner(sitepage,'VideoBox_180x150', '', ''); I banchieri centrali americani corrono in soccorso dell'economia a stelle e strisce, sull'orlo della recessione, e dei mercati, colpiti da ondate di vendite sin dalla vigilia. La Federal Reserve, sotto la guida di Ben Bernanke, ha tagliato a sorpresa in anticipo sull'appuntamento ufficiale di fine gennaio i tassi di interesse sui Fed Funds di 75 punti base portandoli al 3,50%. Ridotto sempre di 75 punti base anche il tasso di sconto che scende al 4%. I futures su Wall Street sull'indice S&P 500 hanno subito ridotto la perdita a 47,10 punti a 1.278 punti pur rimanendo ampiamente in negativo (-3,5%). Non succedeva dai giorni seguenti all'attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono che la Fed decidesse di tagliare i tassi di interesse al di fuori di una regolare riunione del Fomc, il suo braccio operativo. Allora, il 17 di settembre, la Fed, presieduta da Alan Greenspan, tagliò i tassi dal 3,50% al 3% nel tentativo di evitare una recessione che invece si sarebbe comunque manifestata nel corso dell'anno. A stretto giro il 2 ottobre e il 6 novembre la banca centrale taglio ulteriormente di 50 punti base per ciascuna riunione di calendario, scendendo drasticamente al 2 per cento. Altri interventi così decisi e urgenti risalgono ai tempi della prima guerra del Golfo. Quello di oggi è il maggior intervento dall'inizio degli anni Ottanta. Addirittura, secondo i future sui Fed Funds, c'è il 54% di possibilità che la Fed annunci un ulteriore taglio di 50 punti base del costo del denaro al 3% in occasione della riunione della prossima settimana al 29-30 gennaio. Se così fosse, la Fed avrebbe dunque deciso di offrire una massiccia dose di medicina ai mercati nel tentativo di impedire l'entrata dell'economia americana in recessione. (di Alberto Annicchiarico)
Speriamo che taglino i tassi anche qui ma dal poco che capisco è la stabilità in genere e anche dei tassi che fa la stabilità dell'economia