concordo, non dico che bisogna semplificare il contenuto e la procedura in se stessa ma quello che questa comporta per il comune cittadino che ne viene per un motivo o per l'altro coinvolto. Diciamo che bisognerebbe dividere la procedura su due livelli, uno dove il comune cittadino vittima o presunto colpevole che sia, espone le sue ragioni, ed un altro dove i professionisti decidono la sua sorte. Capisco sia pura utopia perche' chi puo' a quel punto se non soddisfatto dal risultato potrebbe impugnarlo e cercare a sue spese di farsi le sue ragioni. Non fosse possibile impugnarlo neanche avendone i mezzi saremmo di fronte anche se tutto fosse svolto nella totale trasparenza e con la massima correttezza a quella che potrebbe definirsi una dittatura.... un po' un gatto che si morde la coda.
non saprei in base a quale criterio vengano stabiliti gli stipendi dalle varie associazioni di categoria. ma non credo in modo tanto equo. un vigile del fuoco guadagna poco rispetto ad altri mestieri meno pesanti o pericolosi. magari un parcheggiatore che sta seduto nel gabbiotto guadagna uguale.. nel mi campo, secondo le tabelle della camera di commercio, la retribuzione è sancita in base a competenze specifiche. ma dal livello più basso (quello che non sa fare ancora nulla) al primo livello (quello che sa fare tutto, compresa progettazione, posa, organizzazione logistica di sottoposti, ecc) corrono poche centinaia di euro al mese. se il garzone guadagna 1300 euro il primo livello non raggiunge nemmeno i 2000 euro. eppure sopra di lui come livello vi sono solo i quadri dirigenti secondl la camera di commercio. in questo caso mi lamento di come sia LIMITATA la differenza di retribuzione. in altri casi, mi lamento di come invece sia SPROPOSITATA. è il caso ad esempio di liberi professionisti, che quasi come una lobby si fanno pagare a peso d'oro. ma il loro mestiere non è che sia più indispensabile di quello del contadino che raccoglie i pomodori sotto al sole, eh.. insomma. la ricetta io non la possiedo. ma alcune esagerazioni secondo me ci sono. chi guadagna 1500 euro e chi 15 mila. un conto è guadagnare il doppio. un altro è guadagnarne 10 volte tanto. ma capisco che non ci si possa fare più di tanto. mi fa incazzare invece quando chiedono l'aumento salariale senza considerare che ciò andrà ad aumentare il costo del lavoro. il datore di lavoro sarà maggiormente in difficoltà perchè obbligato a pagare di più le maestranze, e molte ditte andranno in crisi. anzichè obbligare le aziende ad aumentare lo stipendio dovrebbero farlo dopo avergli ridotto le tasse. così invece il costo del lavoro aumenta, e aumenta anche il costo della vita. un circolo vizioso, che non porta da nessuna parte. se da noi lìoperaio guadagna poco significa che c'è qualcosa che non va a monte. perchè negli anni 70 -80 l'operaio riusciva a campare, mentre oggi è costretto a far lavorare pure la moglie. il tutto pour parler..
È uguale in tutti i contratti collettivi ... Poi c'è l'istituto del superminimo che permette ai datori di lavoro di differenziare e "acchiappare" le competenze necessarie pagandole quanto chiedono o quanto il mercato "li obbliga".
In tutto questo pippone non ho letto "domanda offerta" da nessuna parte. Poi a parole sono tutti bravi, in post precedenti hai elencato un gran numero di competenze anche teoriche che sicuramente hai (progettazione ecc..) oltre a quelle manuali paragonandole a quelle di un impiegato di banca che ingiustamente guadagna più di te, a questo punto perché non vai a fare l'impiegato di banca ?
Ma l’aver studiato per anni e aver fatto sacrifici anche di natura economica (ma non solo) é un optional? Fosse così, cretino io e cretina la mia famiglia che ha scelto di regalare a noi tre figli quella istruzione che gli permette oggi di essere liberi professionisti Capisco che certe discrepanze possono lasciare dubbi ma mi sembra ci sia la tendenza a semplificare un tantino ogni argomento.
Non puó esser questa l’unica ratio, perché ci sono ricercatori (laureati e col PhD) che vengono pagati meno di un muratore. La forza di certe corporazioni di professionisti sta anche nel fatto di aver creato un cartello vero e proprio e di avere la forza (politica) di sostenerlo e difenderlo. Ci fosse un libero mercato probabilmente molti morirebbero di fame e finirebbero a fare i camerieri o raccoglitori di pomodori.
Concordo Sicuramente ci sono molti difetti e distorsioni nel sistema ma non vedo altre soluzioni possibili.
Ci mancherebbe Max: il tuo ragionamento è condivisibile. Il mio era solo un voler mettere in luce un aspetto (oltretutto, come dici, non sempre dirimente), ma che nei precorsi messaggi sembra quasi un inutile orpello
Paradossalmente, da questo punto di vista c'è molta più equità nel mondo dei dipendenti dove gli emolumenti (pacchetto totale, non il mero salario) sono legati alla peculiarità e disponibilità delle competenze, e chi non le ha non va avanti.
Non me ne volere, ma pur ritenendo indispensabile il supporto dei professionisti nella vita quotidiana, sono del parere che l’eccessivo corporativismo di alcuni abbia finito per creare una vera e propria casta, simile a quella che critichiamo tanto dei nostri politici.
veramente non credo proprio di guadagnare meno di un impiegato di banca . anzi... sono lavoratore autonomo, quindi le mie compentenze le vendo io al prezzo che decido io. mi riferivo a chi lavora come subordinato; a contratto. le cui tariffe sindacali sono troppo basse. se io dovessi farmi assumere guadagnerei poco più della metà a parità di ruolo..
Ma è vero che la borgatara ehm no la presidente in America non ha saputo rispondere a una semplice domanda sul significato del tricolore? Ah forse perché non ha mai studiato? Eppure guarda che ruolo che ricopre. Altro che sacrifici!!
sai che è proprio questo il dramma? i giovani oggi (ma anche ai miei tempi) vengono spinti verso il titolo di studio, anzichè verso imparare una professione. anche mio padre diceva: non serve saper lavorare. ti serve il pezzo di carta. e così, oggi, sono tutti titolati, ma i titoli che servono sono un tot. gli altri titolati finiscono all'esselunga a fare i cassieri. oppure, potendo beneficiare dell'aiuto della famiglia (economico in primis, ma non solo) si collocano in posizioni di libero professionista. ma siccome per 100 persone servono 10 persone che sanno coltivare i pomodori, 10 che sanno costruire la casa dove tu vorrai giustamente abitare, 10 che sanno portarti l'acqua, , ecc, non capisco per quale motivo denigrare le professioni manuali.ù come se codeste professioni non contemplino l'apprendimento. un notaio quando gli perde l'acqua, chi credi che chiami?ù l'idraulico ovviamente. e poi magari si lamenta se gli chiede 200 euro per aver arginato la perdita. invece se lui ne chiede mille per un atto notorio va bene? a chi parla di investimento economico relativo alla propria formazione, vorrei ricordare che quell'investimento non è frutto del suo impegno. l'ìuniversità glie la pagavano i genitori, mentre il muratore il mestietre lo doveva imparare sul campo lavorando personalmente, senza aiuti dai genitori. col culo degli altri son buoni tutti a fare i froci... qua pare che se uno si è fatto pagare gli studi dai genitori anzichè pagarseli da solo sia più meritevole di chi senza nessuno ha dovuto imparare una professione lavorando e studiando come poteva dopo aver faticato, snza chieder una lira a nessuno. ma stiamo scherzando? davvero chi ha avuto questa fortuna si ritiene più meritevole di chi non l'ha avuta e ha dovuto sudare sangue per crearsi una posizione lavorativa degna di esser considerata tale? se è così non c'è assolutamente termine di confronto. è demagogia. io sarò anche stolto e povero, ma quel che ho non me l'ha regalato nessuno. (dopo il lavoro andavo in biblioteca a studiare, o dagli artigiani pregandoli di svelarmi i trucchi del mestietre. e poi andavo a casa e dovevo fare tutto il resto un pò diverso dall'universitario tipo che si alzava alle 8 del mattino, trovava magari la colazione pronta, la camicia stirata e poi si recava in università. MOLTO diverso direi e la differenza dove risiede? che io non avevo nessuno che mi sovvenzionasse gli studi, mentre l'altro per sua fortuna si. un buon motivo perchè oggi costui si ritenga superiore al sottoscritto. (se fosse stato al mio posto, come diceva qualcuno nei precedenti post, forse oggi scaricherebbe le casse all'ortomercato; altro che studio e case al mare...) non pensiamo che ciò che abbiamo sia merito del nostro impegno. è merito della fortuna che abbiamo avuto nel poter mettere a frutto il ns impegno semmai...
A mio avviso una semplificazione degli accaduti che si basa su di un principio errato, ovvero che un governo possa controllare con le leggi quello che da sempre è regolato da leggi di mercato, non scritte, ma perfettamente funzionanti in qualsiasi contesto non comunista. Dovremmo tutti metterci in testa che il lavoro è una merce esattamente come le altre, ed in quanto tale soggetta alla legge della domanda e dell'offerta, finchè ci sarà uno quilibrio di questo due fattori a favore del primo, le retribuzioni non aumenteranno mai (pur con i sindacati e/o paghe minime orarie). Nei paesi in cui le retribuzioni sono più alte, il tasso di disoccupazione è prossimo allo zero