Ho poco da analizzare, lo faccio per mestiere (non il forfettario, ovviamente) Che dati hai, che mi sfuggono?
Quelli che confermo, è il regime preferito dei professionisti sotto soglia di compensi. A quanto ricordo, uno è consulente del lavoro, l'altro commercialista
Questo lo confermo anch'io, ma non confermo che siano privi di costi, e che quindi il reddito sia pari o molto vicino al fatturato. E' certamente un regime fiscale conveniente, nessuno lo nega, ma da qui ad affermare che il fatturato sia guadagno, di strada ce ne passa parecchia. Si, ma mi occupo anche di fiscale.
Nella mia attività professionale (purtroppo molto lontana dai limiti dei forfettari), i costi superano nettamente il 50% dei ricavi, e non pago affitto. E' altresì chiaro che il regime forfettario ha fornito una via preferenziale per chi voleva ridurre costi di alcuni profili di dipendenti a RAL elevata, fornendo un doppio vantaggio (al datore ed al lavoratore), ma questa casistica non investe i veri professionisti (perlomeno quelli di cui ho contezza), per questo ti ho chiesto (senza ironia) se avevi dei dati dei quali io non sono in possesso.
Mettiamola così: sono molto più vicini al fatturato che non alla percentuale di redditività. Che cosa significa "veri"? E' evidente che chi svolge la professione in modo "strutturato" non ha possibilità di accedere al regime, così come chi approccia la professione non ha (dalla mia esperienza, spesso) esigenza di sostenere costi con impatto rilevante.
Per veri intendo dire che, non provengono da lavori subordinati/parasubordinati, non hanno monocommitenti, hanno un minimo di struttura. Detto questo, mi pare ovvio che chi accede ad una professione (intendo i giovani neoiscritti) abbia un'agevolazione anche di natura fiscale, ma non credo che la "polemica" riguardante il fatturato quasi pari al reddito riguardasse questi ultimi.
No, ma generalizzando, purtroppo la maggior parte delle persone che sostituiscono l'auto dopo aver letto i proclami dell'Unione Europea sul prossimo futuro della mobilità interna, quando và dai vari concessionari, pretende un'auto al passo con i tempi o addirittura che li anticipi.
Quando a 18 anni presi la patente e i miei mi dissero che mi avrebbero dato una mano a comprarmi un'auto ricordo che stilai una lista di possibili scelte mettendo a confronto peso\potenza, tipologia di motore, cambio, anche architettura delle sospensioni. Oggi mi sembra che si stia andando verso un mondo "piatto", dove le uniche differenze saranno la dimensione della batteria, il numero di motori e la potenza specifica erogata. Alla fine le differenze nel comprare una FIAT 600 elettrica o compre una BMW i5 saranno le dimensioni e gli ammennicoli vari che con il mondo dell'auto, come lo conosciamo oggi, c'entrano poco. Ho da poco letto un articolo sulla SQ8 e-tron. Un'auto che sfiora le 3 tonnellate definita "bella da guidare" se però ci metti: sospensioni attive, 4 ruote sterzanti, sterzo attivo e altre supercazzole varie. Cioè stiamo dicendo che la base di partenza è scarsa però con una serie di accorgimenti alla fine non è male. Tra l'altro accorgimenti che hanno un costo parecchio elevato. Sicuramente tra 10 anni le cose miglioreranno, batterie più piccole e leggere, ma ho la sensazione che si andrà verso un appiattimento generale che cancelleranno quella diversità che oggi identifica le singole case.
Le lobby non stanno mai a guardare, sotto sotto si muovono in maniera preventivamente intelligente, investendo sù studi di settore e marketing, in modo da indirizzare le scelte politiche e quindi anche gli eventuali possibili acquirenti. Siamo in pieno fermento ecoelettrico, con frenesie pseudo apocalittiche, che spaventano e deviano i vari greggi verso i pascoli predestinati.
A me sembra che per quel che riguarda i TIR, le navi, e gli aerei, oltre che hai grandi mezzi da lavoro e da trasporto persone su ruote (ho volutamente trascurato alcuni sistemi di riscaldamento e di produzione dell'energia elettrica), oggi non vi siano grandi alternative ai carburanti fossili, quindi credo che le lobby del petrolio possono dormire sonni tranquilli ancora per decenni
Diciamo anche che gli stakeholders delle lobby del petrolio negli ultimi decenni hanno diversificato moltissimo ed investito nei settori più disparati, tra i quali proprio quelli che sostengono la transizione ecologica. Lo sanno da sempre che prima o poi il petrolio finirà.