Anche io ne sono convinto ma con i se e con i ma le vite non si salvano. Il mare, seppur deliberatamente sfidato da queste povere persone", non si combatte da supereroi ma, eventualmente, da eroi come hanno fatto i soccorritori (anche civili) quando hanno preso coscienza dell'accaduto. Nel merito: la prima regola durante una tempesta è mai avvicinarsi ad una riva per di più sabbiosa (penso sia inutile spiegare il perchè) ma rimanere in acque profonde o, se possibile, "incanalarsi" in un porto se presente. Questo sulla carta ed in presenza di personale navigato: dubito che su quella imbarcazione ci fossero persone in grado di valutare freddamente questo sciagurato evento e fossimo al cospetto di un natante in grado di reagire ai comandi
Quello che mi fa incazzare è che per esempio stabiliamo delle oasi naturalistiche per permettere agli uccelli migratori di fare i loro viaggi, a queste persone non serviva molto di più per poter vivere
Mi viene solamente da dire, e poi mi taccio sull'argomento, che queste persone dovrebbero essere salvate nel loro paese: quanto accaduto è solo una conseguenza di una gestione approssimativa del problema. E penso che, purtroppo, prossimamente ne vivremo ancora tante di queste tragedie (come già successo). Accogliamoli come fratelli non vuole dire un c@zzo se non mettersi in pace con la propria coscienza (tanto poi ciascuno parla al calduccio delle proprie coperte). E questo incipit lo rivolgo principalmente a questa Europa vergognosa più che alla nostra Italia da qualsivoglia colore politico sia rappresentata (che poco rileva.....almeno ai miei occhi)
Mi intendo veramente poco per non dire nulla di navigazione, ma so che in caso di mare mosso , più ci si avvicina alla costa più le onde diventano alte e soprattutto violente, quindi posso dedurre che in certe condizioni gli ultimi 100 metri sono i più duri e pericolosi, anche perché sono quelli in cui andasse male è più difficile se non a volte impossibile dare soccorso.
Il tuo sapere è suffragato dai fatti: evitare la navigazione sottocosta in condizioni di meteo avverse (poco importa se il mare era o non era forza 8, 6 o 10 e alle condizioni orografiche) è una delle prime regole che insegniamo in un corso nautico. Forse a molti di voi sfugge che l'imbarcazione di queste povere persone è stata completamente fatta a pezzi e ciò non è avvenuto in mare aperto dopo ore di navigazione ma a riva (guarda caso). Relativamente al salvamento mi interesserebbe sapere se qualcuno qui dentro si è mai cimentato nella cosiddetta procedura di "emergenza uomo a mare" in situazioni anche ben meno avverse. Se la risposta dovesse essere affermativa, probabilmente, sarebbe stato molto più cauto e meno possibilista. Vi assicuro che tale procedura è una delle più complesse anche in condizione di mare molto meno proibitive. Per inciso: un pattugliamento in notturna in certe condizioni marine è vivamente sconsigliato anche alla nostra Guardia Costiera per di più in prossimità della costa a meno di evidenti notizie di pericolo di natanti in difficoltà. Forse, e mi ripeto, una preghiera silenziosa sarebbe stata ben più onorevole di esternazioni prive del più totale fondamento. La vita non è sempre una gara a chi lo ha più lungo soprattutto quando ci tocca piangere la dipartita di uomini e bimbi di qualsivoglia nazionalità siano.
Ma no... Che dici? In questo periodo di pace e tranquillità mondiale, chi vuoi che se lo caghi un natante senza trasponder che punta verso gli stazionamenti della sesta flotta...
Dato che si discute molto di quanto dovremmo non solo lasciare che questi barconi approdino sulle nostre coste, ma addirittura andarli a prendere in mezzo al mare, nonché essere additati come principali responsabili qualora qualcosa vada storto, come purtroppo è accaduto nei giorni scorsi, provo a fare questa similitudine. Ipotizziamo di vivere in una zona della città piena di belle villette, ognuna con il proprio giardino ben curato. Immaginiamo che ognuno di noi lavori duramente e spenda buona parte dei guadagni per curare la propria casa, il proprio giardino, la propria famiglia, proteggendoli con sistemi d'allarme, recinzioni, cancelli automatici, ecc. Purtroppo dalla parte opposta del fiume che separa la nostra area residenziale dal resto del mondo c'è una zona abitativa meno fortunata, in cui (sopra)vivono famiglie in difficoltà, mischiate a balordi, vessate da criminali e cose di questo genere. Succede inevitabilmente che ogni tanto qualcuno della zona sfortunata cerchi di andarsene, correndo il rischio di attraversare a nuoto il fiume per trovare riparo e protezione dove sembra che il sole splenda ogni mattina. Fin qui non sembra complicato, poiché gli abitanti delle villette decidono che sia giusto aiutare i meno fortunati, per cui accolgono con piacere la famigliola che si presenta alla porta della casa più vicina al fiume che, guarda caso, è proprio quella di uno di noi. La situazione dell'area sfortunata peggiora continuamente ed il numero di persone che tenta di attraversare il fiume a nuoto aumenta di giorno in giorno. Tutti si presentano alla porta della solita casa, dato che essa è anche la miglior via di accesso al villaggio benestante. In realtà ci sarebbero altre case del villaggio che confinano col fiume, ma in una ci abito un tizio un po' scorbutico e l'altra ha una recinzione molto alta, per cui tutti puntano sull'unica casa che in un modo o nell'altro sembra più accessibile. Ma l'abitante di questa villetta deve proteggere anche la propria famiglia quindi prova ad accordarsi con gli altri fortunati villeggianti per trovare una soluzione che salvi capra e cavoli. Gli altri abitanti si rendono disponibili organizzando delle barche con il compito di pattugliare il fiume, individuare quelli che tentano di attraversarlo e condurli poi alla solita casa. Lì, dicono, saranno accolti e poi distribuiti equamente nelle altre case. Nel frattempo il giardino dell'abitazione di prima accoglienza inizia a diventare sudicio, i famigliari iniziano a non uscire più perchè in mezzo agli accolti ci sono anche dei balordi ed i problemi aumentano. Gli abitanti delle case più riparate, il cui giardino si mantiene curato e perfetto, fanno notare che loro accolgono buona parte degli esuli una volta che sono stati accettati, ma che comunque la prima accoglienza spetta principalmente alla casa fronte fiume, perchè così conviene fare. Succede poi che ogni tanto qualche poveraccio non riesca ad attraversare il corso d'acqua e finisca cadavere davanti al molo fluviale della solita villa, perchè questo si è permesso di chiuderlo a chiave, chiedendo di suonare il campanello. Non l'avesse mai fatto! L'opinione pubblica, sia in famiglia che nel villaggio, si scatena, attribuendogli la responsabilità della morte del profugo. Eh si, perchè la colpa non è dei criminali che vessano le famiglie nella zona depressa, la colpa non è di chi, per soldi, li ha gettati in mezzo al fiume. E non è nemmeno degli abitanti delle altre ville che confinano con il corso d'acqua, ma hanno recinzioni col filo spinato. La colpa è sua perchè ha messo un campanello ed è andato a dorrmire, mentre gli abitanti delle altre ville sorseggiavano cocktails nei loro giardini puliti. Ora, in tutta onestà, se quella casa e quel giardino in cui arrivano tutti i profughi fosse la vostra, nella quale avete messo tanto amore e dedizione, ma anche tanti soldi, sareste veramente disposti a lasciare il cancello aperto e lasciar distruggere il bel prato all'inglese, di cui vi vantavate tanto con i vicini? E permettere che i vostri famigliari non si sentano più sicuri nella loro stessa casa? Non preoccupatevi, mi aspetto già risposte del tipo "ma io il prato non ce l'ho" o cose del genere.
Tutto ok ma mi manca un passaggio e cioè in che modo quelli che attraversano il fiume minano la sicurezza della famiglia della casa in questione.
Una nave proveniente dalla Turchia con un carico di migranti, dopo avere circumnavigato le coste greche è stata avvistata al largo di Crotone (a circa 40 miglia nautiche) da un aereo di Frontex che ha immediatamente dato l'allarme alle 22:00 circa di sabato, le fonti ufficiali dicono che è stato impossibile soccorrerli per via delle condizioni del mare impraticabili, altre fonti sostengono che le condizioni avrebbero permesso un salvataggio in mare con i mezzi a disposizione. Creare una condizione con la quale una cosa potrebbe accadere, non è esattamente come far in modo che accada (credo che in diritto penale sia la differenza tra colpa e dolo, ma lascio spazio a chi ne sa più di me, io vado solo per logica). Detto questo, essendoci in gioco delle vite umane, è chiaro che bisogna fare qualsiasi cosa (anche non prevista) per portarle in salvo. Questo è un argomento molto complesso, e non può essere liquidato in maniera così semplice sulla scia emozionale degli accaduti, ti ricordo che l'Italia è nell'unione europea come la Grecia, che è confinante con la Turchia, se fosse come dici tu, non ci sarebbe bisogno di fare 1.200 km. in mare.
Priorità.. Un buon ragionamento... Addirittura ineccepibile.. Ora te ne faccio un io: Poniamo il caso che tu sei al mare, con tua moglie e tua figlia, hai la borsa al sacco per fare colazione, e 3 asciugamani per sdraiarti al sole.. A un certo punto, noti un barchetta vicino a riva che è in difficoltà e a bordo ci sono donne e bambini, affonda, e le persone a bordo gridano aiuto.. Che fai? Cerchi di aiutarle, o pensi che se si salvano dovrai dividere la colazione al sacco e magari pure dargli gli asciugamani, perché i naufraghi sono fradici esausti e infreddoliti, e quindi è meglio fare finta di non aver sentito e visto nulla, così non ti rovini la giornata al mare? Priorità..
Perchè in mezzo a loro non ci sono solo profughi, perchè anche i profughi pur essendo tali potrebbero essere attratti dal tuo benessere, appropriandosi di beni della tua famiglia, perchè una volta che hai dato loro accoglienza, vestiti e cibo devi trovare il modo di dar loro un lavoro ed uno spazio permanente, perché non puoi certo lavorare solo tu, perchè devono imparare le regole che vigono nella tua casa e per mille altri motivi che dovrebbero essere chiari a tutti. Non stiamo parlando di un evento specifico, ma di un fenomeno continuativo, destinato a perdurare e ad evolvere ulteriormente. Se vogliono la mia merenda di oggi gliela cedo più che volentieri e gliene vado pure a comprare un'altra. Ma dato che so quanto tieni al tuo giardino e quanto tempo vi hai dedicato, torna al mio esempio precedente e supponi che la casa fronte fiume sia proprio la tua. E supponi che invece la mia sia una delle altre, più lontane dal fiume. Il mio giardino resta perfetto, il mio vialetto pure. Ogni tanto ti permetto di mandarmi qualche poveraccio per venire a fare dei lavoretti di manutenzione, curare il giardino, sistemare il tetto, buttare l'immondizia. Ma intanto il tuo giardino è sempre più calpestato, ogni tanto ti imbrattano i muri, ecc Saresti contento?
Ovviamente no... Ma qui parliamo di una "Nazione", mica del mio prato.. Ce ne vuole di traffico, per "calpestare" tutta una nazione... Soprattutto se è una nazione che è a crescita demografica 0 (zero)...
La nazione di cui parli è anche il tuo prato. Un po' come i rigassificatori, le centrali nucleari, le aree di smaltimento dei rifiuti..... tutto va fatto. Però se poi decidono di metterli davanti a casa... Questa gente ha bisogno di potersi costruire una vita dignitosa: un lavoro, una casa, una famiglia..... Come pensiamo possano farlo? Mandandoli a raccogliere pomodori?
O magari ti preoccupi perché qualche giorno prima nella medesima situazione dopo essere stati salvati alcuni naufraghi hanno violentato moglie e figlia di chi li ha salvati per poi andarsene con la sua auto dopo avergli tirato un paio di coltellate.
Non lo so... Magari mettendoli in regola con i documenti, facendoli uscire dal limbo della clandestinità, e dandogli la possibilità di costruirsi una vita dignitosa, ti pare una cattiva idea?
Ma stiamo parlando dell'Italia e dell'unione europea. Paesi dove non si fanno figli e dove manca manodopera non specializzata. Paesi dove l'ascensore sociale non riesce più a essere produttivo. Gli immigrati servono.
L'idea non è cattiva, ma non può bastare. In Italia nel 2021 avevano 2,3 milioni di disoccupati. Magari molti non stanno realmente cercando un lavoro, perchè possono campare lo stesso (come, non si sa), ma la restante parte si. Proviamo dunque a dimezzare, e ipotizziamo che siano solo 1 milione gli Italiani che cercano lavoro. Gente che parla Italiano, che ha almeno la licenza media (almeno dovrebbe), che conosce le leggi Italiane (almeno dovrebbe), che potrebbe fare un lavoro semplice come il cameriere o il lavapiatti senza troppe difficoltà. I circa 100.000 migranti che sono sbarcati nel 2022 non parlano Italiano, forse hanno studiato all'estero, ma sicuramente non qui, non conoscono le nostre leggi, forse sanno fare altri lavori, ma la vedo dura mettergli un vassoio in mano e mandarli a raccogliere ordinazioni. Idem se li metti a lavare i piatti. Limitarsi a dar loro dei documenti di identità servirà solo a scontrarsi con una società per la quale non sono pronti. Vanno preparati, istruiti al minimo necessario per vivere nella nostra società, informati su leggi e costumi sociali, formati per affrontare un lavoro. Se non fai tutto questo, l'unico risultato sarà quello di separarli ulteriormente dalla società, facendoli vivere male, incubando rabbia ed invidia, finendo preda della criminalità o degli approfittatori. Io parlo dei migranti che vedo sulle nostre strade. Non parlo degli idraulici Polacchi, dei Turchi che lavorano nelle fabbriche tedesche, dei Filippini che servono nelle case dei benestanti. Quelli sono già a posto.
