Vela, America's Cup e Passione per il Mare

Stavo appunto cercando la specifica esatta, rilasciata dal comitato di gara la settimana scorsa.

Vedo che sei attento, eh?

 

Di sicuro arrivare alla sfida decisiva dopo aver vinto 11 delle ultime 12 regate disputate può essere un grande "boost" per il morale della squadra e per il loro affiatamento.

Non per nula i Kiwi stanno cercando di intimorire l'avversario con dichiarazioni di superiorità, ma fa parte del gioco e della loro cultura in particolare (la danza Haka del popolo Maori, ripresa dagli All Blacks, serve appunto a togliere convinzione all'avversario prima dello scontro).

Così come ce l'hanno i neozelandesi.
Quando Luna Rossa si allenava a Cagliari c'era un gommone puntualmente appostato davanti alla loro base. Hanno provato ad allenarsi anche alle 5 del mattino e questi spuntavano ugualmente.
Fa parte dell'America's Cup da sempre.

Quella volta di Australia II gli americani fecero addirittura un'incursione subacquea per riuscire a vedere la chiglia dell'imbarcazione che poi tolse loro, per la prima volta nella storia, il possesso della coppa.

 

Anche perchè in allenamento puoi provare a nascondere le vere prestazioni, in regata invece sei quasi costretto a dare il massimo possibile.

A tal proposito, nella gara 6 delle finali di Prada Cup (quella in cui hanno vinto gli inglesi) si è vista Luna Rossa recuperare moltissimo nell'ultima poppa, con prestazioni piuttosto diverse da quelle evidenziate fino a quel momento.
Forse è stato solo un salto di vento, forse una semplice sensazione, ma il dubbio che ci sia stata una differenza prestazionale nella medesima condizione e configurazione non l'ho avuto solo io (anche quelli di Farevela l'hanno notato).
Difficile pensare che abbiano voluto nascondere le massime prestazioni di poppa, fino al punto di sacrificare una regata.

 

Nel 2000, quando Luna Rossa ebbe l'opportunità di provare a vincere l'America's Cup contro i neozelandesi (finita 5-0 per questi ultimi), tra i possibili scenari per portare la coppa in Italia c'erano, appunto, Napoli, Cagliari e Trapani.
Questo perchè servono, oltre ad una notevole capacità di accoglienza turistica, la presenza di un porto sufficientemente ampio e, soprattutto, una certa costanza di vento.
L'alto Adriatico, per capirci, non sarebbe affatto in grado di garantire condizioni meteomarine adatte per un evento di questo tipo.

 

Non per nulla i mediorientali stanno trattando con i neozelandesi per spostare in Qatar o a Dubai la prossima America's Cup. Lì poi le strutture ricettive ci sono già: devono solo trovare il modo di promuoverle maggiormente.

Se ricordi, per raggiungere l'area sud, che confinava con il porto industriale, avevano realizzato un ponte mobile, sul quale poi fecero disputare anche alcuni gran premi di Formula 1, proprio per sfruttare l'area e parte delle infrastrutture.

Mi pare che quella volta la comunità Valenciana avesse messo sul piatto qualcosa come mezzo miliardo di Euro per convincere Alinghi a portar lì l'America's Cup e battere la concorrenza (tra cui quella Italiana).

 

Quel posto è fantastico! Quando non c'erano regate ci ho passato giornate intere.... bellissimo!!